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_ She's my madness _



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Gaia aveva dormito come un morto per le restanti ore della notte.

Probabilmente l'allucinazione era stata talmente forte da riuscire a drenare tutte le energie che le erano rimaste, facendola cadere in un mondo senza sogni.

Namjoon invece, rimasto seduto sull'altro lato del letto con la schiena poggiata alla testiera, si era limitato a rimanere in silenzio, osservandola respirare profondamente.

La sua mente troppo stressata per potergli concedere qualche minuto di riposo.

Quella situazione gli aveva ricordato le ore passate a guardarla dormire sotto le macerie, con in bocca il gusto amaro della paura e negli occhi la rassegnazione di chi si arrende alla morte.

"E invece siamo qui, ammaccati ma salvi" pensò distrattamente, mentre tra le tende mal accostate della stanza, filtravano le prime luci dell'alba.

La calma quasi surreale che lo circondava era in grado di rasserenarlo e tenerlo sull'attenti allo stesso tempo, regalandogli un leggero formicolio, simile a quello che provava sul palco davanti alle sue fan.

Quasi un'anticipazione, ma di cosa, non era certo.

Questa sensazione però, a differenza di quella adrenalinica dei concerti, portava con sé una dolcezza a lui sconosciuta, come se la sola presenza di Gaia facesse la differenza nelle sue emozioni.

A guardarla dormire con i capelli color grano sparsi sul cuscino, l'italiana sembrava una giovane ragazza occidentale qualunque, che tutti, prima o poi, incontrano per strada.

Ma con gli occhi spalancati sul mondo, quella ragazza minuta e normale si trasformava in un piccolo uragano di sapori.

Nonostante la sua proprietà di linguaggio e la sua fama di poeta magico, Namjoon non riusciva a trovare le parole adatte per dipingerla in maniera coerente e le sfumature di quegli occhi così azzurri da sembrare un oceano, correvano via da lui come bambini spaventati.

Non sapeva bene quale fosse stato il suo istinto quando, vedendola affogare nella folla spaventata, l'aveva trascinata con sé fuori dal negozio di elettronica, ma era sicuro che i suoi occhi chiarissimi glielo avessero chiesto esplicitamente, riempiendosi di terrore.

La seconda volta che l'aveva guardata negli occhi, il suo bel viso dai tratti delicati era tumefatto e coperto da calce, quasi irriconoscibile, mentre i suoi occhi, sempre così espressivi, portavano con sé un senso di caparbietà e decisione.

Lei, svegliatasi sola in quel posto orribile, aveva già capito tutto della loro situazione e aveva deciso di sopravvivere.

Quelle ore piene di ansia, che li aveva consumati lentamente, non erano riuscite ad intaccare la forza presente nelle iridi della giovane, il cui colore brillava come uno zaffiro al sole in mezzo alla polvere bianca.

Gaia era stata la sua àncora là sotto e lui, nonostante tutti i suoi sforzi, non sarebbe mai riuscito a ripagarla di quella stabilità che lei gli aveva donato.

Poi però, dilaniati dalla febbre e lucidi per la stanchezza, i suoi occhi chiari si erano chiusi lentamente e lui, avendo perso il suo faro nel buio di quel tugurio, si era sentito perso.

Come se un macigno gli avesse compresso il petto, aveva passato le settimane in ospedale con la paura primordiale di non poter più rivedere quegli specchi blu brillare sul viso dell'italiana, ma proprio quando iniziava a rassegnarsi all'idea di vederla morire, lei li aveva riaperti.

E così, come se una gru lo avesse sollevato, il macigno sul suo petto era sparito e l'ossigeno aveva ricominciato a fluire liberamente nei suoi polmoni.

Uno sguardo stanco ma pieno di vita, lo aveva accolto quando era entrato per la prima volta nella stanza d'ospedale di Gaia e lui era rimasto quasi incantato dalla voglia di vivere che era sgorgata da quei pozzi blu tanto magnetici.

"I suoi occhi sono stati il punto focale della nostra strada insieme" pensò colpito dai suoi pensieri, allungando la mano per recuperare le stampelle appoggiate al comodino.

Con il cuore che batteva felice nel petto, era andato alla ricerca di un pezzo di carta ed una penna, trovandoli in uno dei cassetti di un mobile in cucina.

Poi era tornato a sedersi accanto alla bionda, piegando la gamba sana per utilizzarla come piano d'appoggio.

Senza nemmeno rendersene conto, con una velocità incredibile, aveva impresso sulla carta quei momenti che gli erano tornati alla mente, fissando con l'inchiostro le sue sensazioni e i suoi pensieri.

Non sapeva bene perché lo stesse facendo, ma aveva sentito la necessità di dare un filo logico a quei ricordi che gli affollavano la mente, mentre una strana musica si spandeva tra i suoi neuroni.

Era una melodia dolce, quasi malinconica, ma che si trascinava dietro un senso di rabbia e amarezza, che gli rimase in bocca, impastandogli la lingua.

"Una canzone, questa è una canzone!" sussurrò perplesso, spostando lo sguardo su Gaia, che, nel frattempo, si era portata le mani tra i capelli, stiracchiandosi.

Da quando si era svegliato sul letto d'ospedale, la sua mente non era stata in grado di pensare a nient'altro che quello che gli era successo, bloccando completamente la sua capacità di scrivere qualsiasi tipo verso per il nuovo album dei Bangtan.

Disperato, ne aveva parlato con Yoongi, che si era sobbarcato di quasi tutte le nuove tracce in preparazione, con la speranza che il suo leader riuscisse a sbloccarsi il più presto possibile.

Ma Namjoon era rimasto incollato in quel mare di pece chiamato cervello, che gli aveva pian piano avvelenato la vita con pensieri negativi e stress, lasciandolo per ore ed ore a guardare, con sguardo perso, dei fogli bianchi.

Il fatto che adesso, dopo così tanto tempo senza idee, lui stesse riempiendo quei pezzi di carta con parole ed immagini, era una cosa meravigliosa che lo emozionava.

"Che cosa stai facendo?"

La voce di Gaia lo spaventò così tanto che per poco non cadde dal letto e, con una mano sul cuore e gli occhi spalancati, si voltò a guardare la giovane.

Ancora una volta venne accolto da quei meravigliosi specchi azzurrini che, nella fievole luce della stanza, sembravano gemme coperte di terra.

"Scrivo. Ho avuto un'idea per una nuova canzone." Spiegò conciso, regalandole un piccolo sorriso.

"E di cosa parla?"

Namjoon tentennò per qualche secondo, indeciso se raccontare o meno la verità.

"Di te"

Dopo qualche attimo di silenzio, inaspettatamente, la ragazza scoppiò a ridere, volgendo lo sguardo al soffitto del baldacchino e portandosi una mano al petto, che venne scosso da violente contrazioni.

"Di me? Wow! Che soggetto interessante... e di cosa stai parlando? Di come russo come un trattore mentre dormo?"

Indeciso se sentirsi offeso dal comportamento della ragazza o preoccupato dalla poca autostima che trapelava da quella piccola frase, Namjoon scosse la testa e posò gli occhi sul foglio davanti a sé.

"Parla dei tuoi occhi"

Come se avesse raccontato la più esilarante barzelletta di sempre, Gaia si lanciò in un altro dei suoi attacchi di risate isteriche, per le quali delle lacrime le sgorgarono dagli occhi.

"Dio scusami!" esclamò poi a singhiozzi "Giuro che non voglio prenderti in giro! Solo che, trovo molto strano che qualcuno scriva canzoni su di me..."

Namjoon si ritrovò ad annuire con un sorriso, comprendendo perfettamente le perplessità della ragazza che, per la prima volta nella sua vita, si trovava esposta al processo creativo di una canzone.

"Comunque non è un argomento strano di cui parlare... tanti artisti dedicano canzoni a ragazze o donne della loro vita" disse, cercando di spiegare il suo punto di vista, ma ottenendo solo un sorriso vagamente malizioso da parte dell'italiana.

"Ah... quindi io sono una donna della tua vita?" domandò, muovendo le sopracciglia verso l'alto in un gesto ammiccante.

Nonostante le sue guance si fossero colorate leggermente di rosa, il rapper si limitò ad alzare le spalle e a piegare i fogli che ancora stringeva tra le mani.

"Suppongo di sì... Non ci conosciamo da molto tempo, ma sarebbe difficile per me dimenticare la tua faccia o il tuo nome dopo quello che ci è successo. Per non parlare del carico emotivo che si porta dietro. Quindi direi che sì, sei parte della mia vita"

Non aspettandosi una risposta così diretta da parte del ragazzo, Gaia si limitò ad arrossire e ad evitare il suo sguardo sincero, a cui non era decisamente abituata.

Il silenzio cadde tra loro come una presenza fisica per qualche istante, riempiendo il vuoto di parole non dette.

"Margherita" disse poi la bionda, attirando l'attenzione del rapper.

"Come scusa?" le chiese lui, perplesso.

"La mia canzone preferita. Si intitola Margherita e parla di una donna, quindi capisco il tema di cui stavi parlando prima."

"Posso ascoltarla?"

"Certo... Però è cantata in italiano." rispose Gaia, allungandosi verso il comodino per afferrare il suo cellulare.

"Non importa" rispose il rapper, sollevando le spalle "Quello che importa sono le emozioni che riesce a trasmettere, le parole sono secondarie e posso cercarne la traduzione più tardi".

Pochi attimi più tardi, una musica leggera si sparse per la stanza e la voce malinconica e profonda del cantante la accompagnò con grazia.

Namjoon non riuscì a comprendere niente del testo cantato, ma non era difficile percepire la disperazione tipica di un amore struggente e unico.

Chiunque fosse questa Margherita, era decisamente una donna fortunata.

"Questa canzone è diventata il mio metro di giudizio dell'amore..." commentò l'italiana, mentre la musica sfumava verso la sua fine e cedeva posto alla quiete.

"E non solo l'amore degli amanti, ma anche quello materno, quello filiale e quello di amicizia. Non esiste amore se una delle due parti coinvolta nella relazione non si dà la possibilità di concedersi pienamente all'altra. Che amore è quello di una madre che nemmeno tenta di comprendere il punto di vista del proprio figlio, che non vuole proteggerlo o che non vuole donargli il mondo? Un amore così è un amore inutile... Sono convinta che esista una dimensione contemplativa dell'amore, ed è quella in cui, ammirando la persona che più ci sta a cuore, riusciamo a vedere aldilà dei suoi difetti e delle sue imperfezioni. Uno spazio in cui ci si possa comprendere ed apprezzare anche se il mondo ci ha corrotti e piegati alla sua volontà" spiegò Gaia, facendo una piccola pausa per misurare le parole successive.

"No, semmai riuscirò a innamorarmi di qualcuno, gli donerò ogni piccolo pezzo della mia anima. Gli regalerò i miei giorni belli e anche quelli brutti, i miei punti di forza e tutte le mie debolezze. Se mai avrò la possibilità di innamorarmi di qualcuno, farò di tutto per costruire una casa accogliente per i nostri cuori."

Namjoon rimase qualche secondo perso tra i suoi pensieri, mentre il suo cuore batteva forte a causa di quelle parole profonde e ponderate alla perfezione, sintomo chiaro di un ragionamento molto lungo.

"Pensi davvero che esista un amore così?" le domandò alla fine, roteando la penna tra le dita.

"Tu pensi che gli uomini sarebbero in grado di descrivere un'emozione che non esiste?" ribattè lei, con un sorriso amaro sulle labbra piene "No, Namjoon, noi siamo creature meravigliose e con un'immaginazione divina, ma non siamo in grado di inventare le emozioni. Le emozioni si provano, si vivono e poi si cantano. Dovresti saperlo meglio di me." concluse poi, voltandosi a guardarlo.

"E quale è stata l'emozione di ieri notte?" ribatté il rapper, senza alzare gli occhi dalla penna.

Gaia sembrò pensarci qualche istante, mentre i ricordi della notte precedente le affollavano la mente come una mandria di bufali spaventati, creando un polverone di sabbia che sbiadì le immagini e sottolineò le sensazioni.

"All'inizio è stato un sentimento di inquietudine a svegliarmi... sai quando la mattina ti alzi dal letto e non sai cos'hai sognato, ma sai che è stato un incubo?" esordì per poi vedere l'idol annuire leggermente. "È stato così. Ho aperto gli occhi e ho subito cercato di regolarizzare il battito del mio cuore, ma per quanto mi sforzassi di ingoiare l'ansia, lei era sempre lì. Non avevo mai avuto un'allucinazione prima d'ora, ma quando ho visto l'acqua del bicchiere tremare, è stato come se all'improvviso non avessi più polmoni con cui respirare. Mi sono detta 'Ecco, ci risiamo' e mi sono preparata al peggio."

La descrizione così vivida e perfetta delle sue sensazioni fece tremare le ossa al giovane rapper, che deglutì a vuoto per ricacciare indietro le lacrime.

Certo, lui non aveva mai provato ad affrontare un'allucinazione, ma gli era bastato percepire il suo corpo reagire agli attacchi di panico per capire cosa la ragazza stesse provando.

"Per questo mi hai chiamato? Speravi ti potessi salvare?" le chiese con voce sottile, ancora una volta evitando gli occhi dell'italiana.

Non voleva annegarci dentro.

"Sinceramente non so perché l'ho fatto. In quel momento mi sei sembrato una specie di porto sicuro, qualcuno che avrebbe capito il mio stato d'animo e mi avrebbe protetta da me stessa." Rispose lei.

"Perché siamo noi il problema, vero?"

Gaia sorrise malinconica.

"Si, Namjoon, lo siamo. La nostra lotta è contro il nostro cervello e le sue paure. È come combattere nudi un nemico invisibile in un deserto arido. Non c'è via d'uscita se non attraverso noi stessi e dobbiamo cercare di ricordarcelo." Spiegò Gaia, sorridendo incoraggiante nella direzione del ragazzo, nonostante lui non la stesse guardando.

"Però noi siamo fortunati... abbiamo l'un l'altro a cui aggrapparci." Commentò distrattamente il giovane in questione, lanciando in aria la penna per poi afferrarla nuovamente.

Qualche istante di quiete si impadronì della distanza tra i loro corpi, concedendogli un secondo di riposo.

"Pensi che ce la faremo? Magari siamo troppo diversi per aiutarci a vicenda e finiremo per farci del male..." domandò lei, mentre con una mano sollevava la gamba con il tutore per riaggiustarne la posizione sul cuscino.

"Magari il fatto di essere diversi è un valore aggiunto e non un qualcosa di negativo. Magari proprio quell'essere diversi ci permetterà di uscirne." ponderò il rapper, continuando a giocare distrattamente con la penna intrappolata tra le sue dita.

Gaia sembrò soppesare per qualche attimo le parole di Namjoon che, seduto immobile accanto a lei, trattenne il fiato, terrorizzato all'idea di essere rifiutato.

"E se avessi bisogno di spazio? Io non sono abituata a condividere le mie emozioni con qualcuno e potrei volermene stare per i fatti miei." Gli domandò quindi lei, sorprendendolo.

"A me lo dici? Vivo con sei sciagurati da quasi dieci anni. Probabilmente un madre single con due coppie di gemelli sotto i sette anni sarebbe meno stressata di me. Dio solo sa di quanto spazio ho bisogno io ogni tanto. Ti basterà farmelo sapere e io mi comporterò di conseguenza." Rispose ridacchiando lui, regalandole un sorriso e guardandola per la prima volta da quando quella conversazione era iniziata.

L'italiana, in risposta, si limitò a scuotere la testa con un leggero sorriso sulle labbra, altamente divertita dal velato sarcasmo del rapper.

"Quindi, che dici... siamo amici?" le chiese lui, dandole dei lievi colpetti con il gomito e sorridendole sornione.

In risposta Gaia aggrottò le sopracciglia.

"Pensavo che l'amicizia fosse compresa nel pacchetto 'Terremoto, sopravvivenza, coma & sticazzi.'... Se devo pagare altro per ottenere il pacchetto premium di Kim Namjoon, allora preferisco la solitudine! Sono povera, io!" rispose quindi sarcastica, volgendo uno sguardo perplesso all'idol nella penombra della stanza.

Sorpreso dal tono sardonico e arguto della ragazza, Namjoon scoppiò a ridere in maniera incontrollata, trascinandosi dietro anche l'italiana, che guardò con delizia gli occhi del ragazzo stringersi in due mezzelune, mentre due tenere fossette comparivano ai lati della bocca.

"Solo per lei sono felice di concedere il pacchetto premium di Kim Namjoon gratis. Cosa ne pensa?" domandò il rapper ammiccando con le sopracciglia.

"Mmmh..." rispose lei, picchiettandosi il mento con un dito "Nel pacchetto sono compresi i grattini, pizza delivery a qualsiasi ora e le favole della buonanotte?" 

Un sorrisino sornione prese possesso delle sue labbra piene, mentre, allungata una mano verso di lui, affondava un dito nella sua guancia.

Namjoon, in tutta risposta, deglutì a vuoto e poi si sfregò una mano dietro alla nuca.

"Ehm... Non ti facevo una tipa da favole della buonanotte" commentò, allontanandosi leggermente dal viso della ragazza.

Gaia scoppiò a ridere divertita dall'imbarazzo dell'idol e poi, tra i singulti, disse: "Infatti non lo sono. Ma se fanno parte del pacchetto non ho intenzione di rinunciarci! Anche se corro il rischio di ascoltare storie pessime sulla bellezza dei miei occhi."

"Yah! Sfacciata!" esclamò indispettito il rapper, dandole una piccola spinta sul braccio con sguardo offeso.

Mentre si lasciavano andare ad un'altra leggera sessione di risate, l'ansia e lo stress delle ultime settimane sembrarono scivolare via dalle loro cellule come acqua sulle rocce, lasciandoli liberi di respirare a pieni polmoni.

"Ok" esordì poi il giovane rapper, mentre, con una mano sul petto, cercava di controllare il respiro affannato "Però se vuoi davvero essere mia amica, devi rispondere ad una domanda fondamentale".

"Spara" asserì Gaia con sguardo serio.

L'idol le rivolse un'occhiata solenne, allungando il dito indice nella sua direzione per poi domandare: "Mangeresti mai un gelato al gusto di cioccolato alla menta?"

"Ew" rispose immediatamente la ragazza, disgustata "Qual è il problema di voi stranieri? Perché sentite la necessità di sputtanare ogni cibo italiano che vi trovate tra le mani?"

"Cazzo!" esclamò Namjoon, portandosi teatralmente una mano al viso e fingendo di svenire.

"Cosa?" domandò preoccupata Gaia "Ho sbagliato risposta?"

"No" mugulò disperato il rapper, spostando gli occhi sulla ragazza accanto a lui "Se avessi saputo prima questa cosa, ti avrei chiesto direttamente di sposarmi!"



"Imbecille!" 


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Buonaseraaaa!!

Piccolo capitolo per voi, come continuazione dell'episodio del capitolo precedente.

Sentivo il bisogno di approfondire questa strana connessione tra i due ragazzi che è nata in una situazione di pericolo, ma che deve trovare la sua normalità nella vita reale.

Mi scuso se è un po' corto...

Ma spero vi possa piacere!

Qui sotto lascerò il link per ascoltare la canzone citata nel testo, perchè se non l'avete mai sentita dovete ASSOLUTAMENTE farlo.

Come sempre, se vi va, lasciate un commentino e una stellina!

VVB,

C.

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Margherita - Riccardo Cocciante


https://youtu.be/KydRylshAV0


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