_Feels like an Earthquake_
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ore 9.15
Gaia aprì la porta a vetri di Starbucks, pronta ad ordinare il primo mocha della giornata.
Quella notte l'insonnia l'aveva colpita con forza e le sue ore di sonno ammontavano a circa due e mezza, minuto più, minuto meno.
Perciò aveva deciso, senza disperarsi troppo, che avrebbe affogato la sua stanchezza nella caffeina e nel dolcificante.
Si fece strada tra la gente e si mise in coda al bancone del bar, aspettando con pazienza il suo turno.
Non aveva fretta.
Era il suo giorno libero ed aveva deciso di passarlo al centro commerciale, per fare un po' di shopping e un salto dal parrucchiere, visto che i suoi capelli pregavano di essere liberati dalle doppie punte.
Si guardò intorno alla ricerca di un posticino per sedersi qualche minuto a fare colazione e si rese conto che molti occhi curiosi la stavano osservando intensamente.
"Ma cos'hanno questi coreani? Perché passano la loro vita a fissarmi come se fossi un alieno a tre teste?" pensò scocciata, mentre fulminava con lo sguardo un signore seduto ad un tavolo vicino al bancone.
L'uomo scostò lo sguardo come spaventato e lei si girò per ricevere l'ordine dal barista e dirigersi alla zona dello zucchero.
Quando, finalmente, si sedette ad un tavolino vicino alla vetrina, si lasciò scivolare lentamente sulla sedia e portò la bevanda calda alle labbra, godendosi il sapore dolce del caffè mischiato a quello della cioccolata.
Sospirò e si disse che non c'era assolutamente nulla di meglio dei giorni di vacanza.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ore 9.45
Namjoon sollevò la mascherina sul viso mentre scendeva dal Suv e si sistemò la borsa sulle spalle con un gesto automatico.
Aspettò che il bodyguard lo raggiungesse prima di dirigersi verso l'entrata del centro commerciale, dove aveva deciso di trascorrere alcune ore di quella mattinata di primavera.
Aveva bisogno di qualche attrezzatura nuova per il suo studio e Bang PDnim gli aveva dato carta bianca sulla scelta e anche una carta di credito aziendale per le spese.
Ridacchiò pensando che, solo qualche anno prima, lui e Yoongi producevano e registravano i loro pezzi in un garage nella periferia di Seoul, mentre ora avevano ognuno il proprio studio con attrezzatura che valeva più di una macchina da corsa.
Finalmente, dopo tutti i loro sforzi, il mondo conosceva i BTS e la loro fama aveva iniziato a crescere a dismisura, interessando ogni parte del globo.
"Seojun, ti dispiace se prima ci fermiamo un attimo in libreria? Voglio comprare l'ultimo libro di Dan Brown, almeno avrò qualcosa da leggere domani in aereo." Disse rivolgendosi alla guardia del corpo.
Uomo silenzioso Seojun, discreto ed educato a dismisura, ma che emanava un nonsoché di minaccioso che faceva intimidire le persone intorno a lui.
Namjoon si fidava di lui con tutto sé stesso ed era ormai abituato alla sua presenza taciturna, ma comunque, da buon ragazzo gentile qual era, voleva sempre essere sicuro che i suoi dipendenti fossero felici e a loro agio.
"Certo mr. Kim, nessun problema." Rispose secco quest'ultimo.
"Quante volte ti ho detto di chiamarmi Namjoon? Per favore Seojun, mi metti in imbarazzo con queste formalità." Lo pregò il rapper, guardandolo con le mani giunte.
"Mi dispiace Mr. Kim, non posso. Lei rimane comunque il mio capo."
"Nulla da fare, non riuscirò mai a fargli cambiare idea" pensò sconsolato Namjoon, mentre varcava la soglia del centro commerciale.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ore 9.58
Gaia era uscita da poco da un negozio di cosmetici, dove aveva comprato una marea infinita di prodotti per la cura della pelle, trascinandosi dietro una borsa di carta piuttosto pesante.
"Come al solito entro per comprare una cosa ed esco con la commessa nella borsa. Non ho più parole per descriverti Gaia Neri, sei irrecuperabile!" pensò, redarguendosi con forza.
Fu mentre passava davanti ad un negozio di elettronica che il pensiero delle sue Beats rotte la colpì come un fulmine a ciel sereno.
Qualche giorno prima, mentre tornava a casa dal lavoro in bicicletta, era quasi stata investita da una macchina e, nel frenare, le sue cuffie wireless erano volate dall'altra parte della strada, finendo, inevitabilmente, sotto le ruote di un taxi di passaggio.
Inutile dire che le sue fedeli compagne di pedalata non si erano slavate dalla tragedia e lei si era ripromessa di comprarne un nuovo paio il prima possibile.
Fu così che, ignorando i pianti provenienti dal suo conto in banca, si diresse verso il negozio, decisa a comprarsi un nuovo paio di cuffie.
-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ore 10.10
Namjoon si diresse a passo spedito verso il reparto audio del negozio di elettronica, mentre Seojun, alle sue spalle, si guardava intorno in cerca di qualche fan che potesse importunare il giovane idol.
Per questo motivo il rapper girava costantemente coperto da cappellino e mascherina e cercava di evitare i posti estremamente affollati, ma comunque, ogni tanto, poteva capitare che fosse riconosciuto da qualche ragazzina urlante che voleva un autografo.
Entrò nella corsia dedicata alla strumentazione per l'audio e si trovò davanti un'ampia scelta di casse, mixer, cavi e cuffie di ogni genere.
Nel corridoio era presente soltanto una persona che però, suo malgrado, era di sesso femminile.
La ragazza indossava una salopette di jeans lunga e una maglia a righe blu attillata, mentre i capelli biondi erano legati in una coda alta e mossa.
Da quella distanza era difficile distinguere i suoi lineamenti, ma Namjoon si domandò se la ragazza fosse occidentale, dato che la sua pelle era decisamente olivastra e il suo corpo aveva forme molto più abbondanti di una qualsiasi ragazza asiatica.
Onde evitare ogni tipo di problema, rimase fermo davanti allo scaffale dei mixer, leggendo qualche etichetta e valutando quale modello facesse al caso suo, mentre aspettava che la ragazza liberasse la corsia.
A peggiorare la sua ansia di essere scoperto, si rese conto che Seojun si era allontanato un attimo per controllare delle ragazzine vicino alla cassa che avevano guardato più volte nella sua direzione, lasciandolo così solo in balìa degli eventi.
"Scusami, potresti darmi una mano?"
Per poco il giovane rapper non ebbe un infarto e saltò sul posto spaventato dalla voce femminile che gli aveva rivolto la parola.
"Oddio, scusa. Non volevo spaventarti." Disse la ragazza con la salopette ad un metro di distanza da lui.
I grandi occhi celesti dietro alle spesse lenti degli occhiali da vista, confermarono la sua ipotesi sull'occidentalità della ragazza e il piccolo naso alla francese ricoperto da qualche lentiggine lo intenerì.
"Ehm... no, tranquilla. Ero solo distratto. Ti posso aiutare?" le chiese, avvicinandosi di un passo.
"Spero di sì. Mi sono trasferita da poco in Corea e la mia capacità di lettura della lingua Hangul è pessima. Molti vocaboli mi sono del tutto sconosciuti e questi sono fin troppo tecnici per una principiante come me. Potresti dirmi se queste cuffie sono adattabili ad un Iphone 5?" disse la ragazza, parlando con un marcato accento straniero e pronunciando alcune parole in modo errato.
Intenerito dalle difficoltà della giovane e rincuorato dal fatto che non fosse una fan, le sorrise prendendo la confezione dalle sue mani.
Proprio mentre si accingeva a leggere le informazioni sul retro del pacchetto, la terra cominciò a tremare e i lampadari sopra le loro teste oscillarono per momenti interminabili.
I mixer cominciarono a cadere dagli scaffali e le strutture non ancorate al pavimento iniziarono a spostarsi in varie direzioni.
Istintivamente la ragazza si aggrappò al suo braccio spaventata e lui, come per consolarla, le poggiò una mano sulla sua.
Seojun arrivò correndo nel reparto non appena la scossa terminò e nel negozio calò un silenzio tombale, nel quale tutti rimasero immobili, come se anche un minimo respiro avesse potuto spezzare l'equilibrio creatosi.
"Mr. Kim sta bene? Sembrerebbe ci sia stata una piccola scossa di terremoto." Gli chiese la guardia del corpo avvicinandosi.
Il rapper che, come tutti gli altri, era rimasto pietrificato con in mano le cuffie della ragazza, si riscosse solo dopo aver sentito la voce dell'uomo alle sue spalle.
"S-si sto bene. Mi sono sol-"
"AVVISIAMO I GENTILI CLIENTI CHE È STATA REGISTRATA UN LIEVE TERREMOTO IN QUESTA ZONA. VI INVITIAMO A MANTENERE LA CALMA E AD EVACUARE LA STRUTTURA CON ORDINE. RIPETO, DATO IL RILEVAMENTO DI UN EVENTO SISMICO VI INVITIAMO AD ABBANDONARE LA STRUTTURA CON CALMA E TRANQUILLITÀ." Disse una voce metallica attraverso gli speaker del negozio.
Le persone intorno a loro, come se fosse stato rimosso un incantesimo, cominciarono a correre con disperazione fuori dal negozio e si accalcarono all'uscita del negozio come un branco di animali selvaggi.
Seojun prese per un braccio Namjoon che, riconsegnate le cuffie alla ragazza, lo seguì a passo svelto.
Con la coda dell'occhio vide che anche lei, agitata, li seguì verso l'uscita, ma rimase incastrata nell'orda di gente all'ingresso.
Fu proprio il giovane Idol che, vedendola in difficoltà in mezzo a tutta quella gente che spingeva, la protesse con la sua altezza, infilandola nello spazio fra sé e Seojun, mentre si facevano spazio nella folla impazzita.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Ore 10.28
Per tutto il centro commerciale incontrarono gente che urlava e correva verso le uscite più vicine, urgendo per uscire.
La ragazza aveva deciso di rimanere con loro quando erano finalmente riusciti a farsi largo tra la folla e ora cercava di tenere il passo del rapper, camminandogli accanto.
"Dirigiamoci verso l'uscita est, è la più grande e sicuramente si intaserà più difficilmente" suggerì Seojun, mentre allontanava da sé un uomo che gli era corso incontro urlando.
Namjoon e la ragazza lo seguirono a ruota, cercando di stare al suo passo, che era diventato quasi una corsa.
Quando finalmente, dopo minuti interminabili, videro l'uscita est comparire dietro l'angolo, tirarono tutti e tre un sospiro di sollievo, pensando che in poco tempo l'incubo sarebbe finito.
Purtroppo per loro però, il destino aveva altri piani per quella giornata e, proprio mentre passavano sotto le scale mobili che conducevano al piano superiore, la terra fu sconquassata da un'altra tremenda scossa di terremoto, che fece oscillare talmente tanto il terreno da farli cadere a terra.
La struttura del centro commerciale emise rumori sinistri, che si mischiarono alle urla impaurite della gente accasciata.
Quando Gaia alzò lo sguardo verso la fonte di quei rumori inquietanti, notò delle crepe profonde farsi spazio nella struttura delle scale mobili.
All'improvviso, prima che potesse anche solo reagire a quello che aveva visto, si sentì trascinare verso un altro corpo da una mano premuta sul suo fianco e l'ultima cosa che vide prima del buio totale, furono un paio di occhi neri quasi nascosti da un cappello a visiera.
Poi un boato tremendo riempì le sue orecchie.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Udite, udite, non si sa come , ne perchè, questa storia si è classificata seconda nel contest: The Stars Awards 2020.
Classifica Idra.
E ha vinto il premio come miglior trama
Nonostante io sia ancora perplessa per questa vittoria, ringrazio tutti quelli che mi sono stati accanto nel mio percorso di scrittura e vi mando un abbraccio virtuale per dimostrarvi tutto il mio affetto!
VVB,
C.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro