5. Indecisioni
Go Mi Nam's p.o.v.
Dopo essere scappata via da Shin Woo, corro più velocemente che posso alla ricerca di Tae Kyung. Ho bisogno di parlargli, di dirgli tutto quello che è successo.
E devo anche capire in che rapporti saremo da adesso in poi.
Ieri mi ha baciata confessandomi il suo amore, ma oggi non si è ancora fatto vivo. Dove sarà finito?
Inoltre il tentativo di Shin Woo di baciarmi è stato molto azzardato, e vorrei confessare la cosa a Tae Kyung. Ho paura che, se avremo ancora dei segreti fra di noi, il nostro rapporto non potrà che peggiorare... ancor prima di cominciare.
Aish... La mia mente è così confusa che non ci capisco più niente.
Ho il fiatone per la corsa scatenata, e sto sudando, ma continuo senza fermarmi.
Prima trovo Tae Kyung, prima sistemiamo le cose. Non voglio sentirmi così indecisa, così strana.
Appena arrivata alla porta, mi precipito nella sua stanza in quattro e quattr'otto senza neanche bussare.
«Hyung-nim!» grido, ma poi mi accorgo che lui non c'è.
Il letto è sfatto, ed è pieno di roba in giro tutta in disordine, ma di Tae Kyung nessuna traccia.
Vado a vedere se la porta del bagno è chiusa... magari si sta facendo una doccia. Invece è aperta, e dentro non c'è nessuno.
Allora potrebbe essere andato a fare le prove di canto private, per esercitare meglio la sua voce? Oppure a fare una passeggiata mattutina?
In ogni caso, chiederò al manager o ai nostri autisti personali.
Ora è meglio che mi sbrighi.
Mi infilo una sua felpa per non dover ritornare in camera mia e affrontare Shin Woo, e mi metto le prime scarpe che trovo.
Mi stanno enormi, e sono vestita alla bell'e meglio, ma non importa. Adesso non è questa la priorità.
Mentre passo in cucina tutta trafelata per uscire di casa, tuttavia, noto qualcuno seduto al tavolo che sta bevendo da una tazza bianca.
È Jeremy, coi suoi capelli biondi perennemente spettinati, e quel suo sguardo ancora mezzo addormentato.
Potrei filarmela in fretta senza che si accorga di me. Però alla fine la mia buona educazione ha sempre la meglio.
«Ciao, Jeremy» lo saluto velocemente, per poi voltare lo sguardo e continuare a correre.
Ma non faccio in tempo a varcare la soglia dell'uscita, che sento la sua voce rispondermi.
«E così non ci hai mai voluto rivelare la tua vera identità...»
Mi blocco impalata, voltandomi lentamente.
Jeremy è ora in corridoio, a braccia conserte, e mi sta fissando.
Oh cielo... Come fa a sapere che in realtà sono una ragazza? Deve averglielo sicuramente Shin Woo, perchè, oltre a Tae Kyung, lui è l'unico altro che lo sa.
Ma perché avrebbe dovuto farlo? In fondo, noi siamo... amici.
«Perché ci hai mentito?» continua imperterrito Jeremy, avvicinandosi sempre di più.
I suoi occhi sono spalancati, e la sua espressione è piuttosto irritata.
Mi fa paura, e non è da Jeremy fare paura alle persone. Lui è sempre così solare e allegro.
In questo momento non so veramente cosa dire né cosa fare.
Sono bloccata qui, sulla porta, con Jeremy che mi sta venendo incontro.
L'unica via di scampo è uscire. So che passerei come una vigliacca, fuggendo così, ma non ho altre soluzioni.
«I-io devo andare, ciao» taglio quindi corto, uscendo e chiudendomi la porta alle spalle velocemente.
Mi metto a correre in giardino, nascondendomi poi dietro un grande albero.
Qui dovrei essere al sicuro, o almeno spero.
Estraggo poi il cellulare dalla tasca dei pantaloni del pigiama che indosso da ieri sera, e provo a chiamare Tae Kyung.
Ma lui non mi risponde.
Sento solo il familiare "tuuu tuuu" ripetersi all'infinito.
Riprovo di nuovo a chiamare.
Il cellulare continua a squillare, ma non ricevo nessuna risposta.
Decido allora di mandargli un sms, così magari non appena lo leggerà potrà rispondermi.
Penso attentamente alle parole che posso dirgli, per poi rendermi conto che in fondo non c'è più bisogno di comportarmi formalmente con lui.
Così, senza scervellarmi troppo, in meno di venti secondi scrivo il messaggio:
Hwang Tae Kyung, dove sei? Ho bisogno di parlarti urgentemente. Non appena leggi questo messaggio, chiamami, per favore.
- Go Mi Nam
Premo il dito sul tasto di invio, e, dopo aver tirato un lungo sospiro, rimetto il cellulare in tasca.
Il mio cuore batte a mille, un po' per colpa di Tae Kyung, ma soprattutto a causa di Shin Woo e Jeremy.
Mi ha fatto male aver saputo che loro due conoscevano già la mia identità, senza che fossi stata io a rivelarglielo.
Non è possibile che sia stato Tae Kyung, io mi fido di lui.
Quando si farà sentire, glielo chiederò senza tanti giri di parole.
Ma ora non mi resta che aspettare una sua risposta.
***
Shin Woo's p.o.v.
Sono stato respinto.
La ragazza che amo mi ha appena detto implicitamente un no secco, rifiutandosi di baciarmi.
D'altronde, è chiaro: lei ama Tae Kyung, e io non potevo minimamente pensare di poter competere con un tipo del genere.
Ma sto comunque troppo male, e non posso continuare a pensare a lei in continuazione.
Per sfogarmi un po' decido di uscire, senza una meta precisa.
Forse andrò a comprare qualcosa da mangiare, o semplicemente a fare una passeggiata.
So solo che ho bisogno di svagarmi, e non ci riuscirò di certo standomene qui dentro queste quattro mura.
***
«Un altro bicchiere»
Faccio fatica a parlare, così mi esce solo un grugnito indefinito.
Batto un pugno sul banco del barista, e cerco di reggermi ancora in piedi.
Sento dei rumori stranissimi, e ciò che vedo davanti a me pian piano si raddoppia, si triplica, si quadruplica.
Non ci sto più con la testa, so solo che sono qui, in questo pub, e ho bevuto qualcosa come dieci bicchieri da quando sono arrivato.
All'inizio avevo optato per una tranquilla passeggiata in riva al fiume, per poi rendermi conto che vedevo solamente delle coppiette sbaciucchiarsi, e il cuore faceva ancora più male. Non potevo continuare a guardarli senza che mi venisse da piangere.
Così, dopo qualche ora, sono finito qui. In questo pub pieno di gente ubriaca fradicia. Tra cui me.
Guardo fuori dalla finestra, e mi accorgo che il sole sta tramontando.
È ormai sera, così decido di tirare fuori il cellulare. Forse qualcuno mi ha cercato.
42 chiamate perse.
Per poter vedere meglio mi sfrego gli occhi, e mi accorgo che sono tutte chiamate perse da parte di Tae Kyung, Jeremy e... Go Mi Nam.
Allora, Go Mi Nam, ti importa di me quando non mi vedi più?
Sono una persona importante per te, ma solamente quando non ci sono?
Com'è possibile che succeda tutto questo?
Un colpo deciso mi fa capire che il barista ha appena appoggiato un altro bicchiere di alcol davanti a me, così allungo le mani per prenderlo.
Per fare questo, però, il cellulare mi scivola dalle mani, cade e si sfracella in mille pezzi.
Resto con lo sguardo fisso sul pavimento, ed è allora che mi sento cadere anche io.
Non ho mai avuto le vertigini in vita mia, forse perché non ho mai ingerito così tanto alcol in una sola volta.
Fatto sta che nel mio corpo sento una sensazione molto strana: come se mi stessi sollevando da terra, mentre in realtà sto cadendo. Anzi, sto precipitando.
Ma forse... È tutta un'illusione, la vita stessa è un'illusione.
Go Mi Nam. Credevo che anche tu mi amassi, e invece no.
Grido dal dolore non appena la mia schiena sbatte sul duro pavimento del pub, e sento il bicchiere di vetro spaccarsi in mille scheggie.
Sento poi che mi si stanno formando dei tagli qua e là, mi esce parecchio sangue, ed io urlo dal dolore ancora di più.
Dopo qualche secondo accorrono tre o quattro persone al mio cospetto, le uniche ancora sobrie ad essersi accorte di me.
«Oddio, quest'uomo sta male! È svenuto!»
«Deve aver sicuramente bevuto troppo!»
«Chiamate un'ambulanza, presto!»
Sono le uniche voci che sono in grado di udire, dopodiché non mi sento più il corpo.
Sto cadendo in un buco nero.
E non so se mi risveglierò mai più da questo inferno.
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