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Uno strano effetto che non scorderò mai

Rise up - Andra Day
Narratore esterno
Posto smarrito, 2022
Presente Alternativo

Non appena varcato il vialetto dell'immensa villa si soffermarono a guardare la porta d'entrata che sembrava più un vecchio rottame arrugginito.
Accanto vi era un campanello con un piccolo cartello in legno bianco sporco con sopra scritto 'Lasciate ogni speranza voi ch'entrate' no, scherzo vi stava inciso il nome della famiglia 'Krugher'.
Per quale strano motivo il cognome inciso sù non era proprio quello della madre, ossia Marryway, così spaventate suonarono.
Ad accoglierle vi era una donna alta dai capelli bianchi raccolti in una treccia e dall'aspetto di una povera vecchietta che aspettava con gioia il giorno in cui avrebbe lasciato la terra per sempre.
Alla vista di Natalie quasi non urlò di gioia《O mio dio... ma guarda chi è venuta a trovarci, la piccola Natiii!》disse con voce tremolante mostrando i denti gialli e quasi tutti caduti.
Natalie sorrise a malapena, la donna spostandosi di lato fece per farle accomodare all'interno della casa.
Non appena varcarono la soglia della villa, l'interno della casa che sembrava a pezzi come un palazzo dell'orrore si trasformò in una villetta così carina da pensare di passarci il resto della vita insieme alla famiglia.
Curiosa Marika si affrettò a togliere cappotto e la sciarpa per appenderli nell'appendi abiti davanti alla porta e andare dritta verso la porta finestra del soggiorno molto classico: grande atrio gotico con le colonne di un marroncino quasi panna affiancate alla parete in pietra lucida come il pavimento.
Appena entrati si poteva ammirare la scala a chiocciola in marmo a sinistra dell'entrata, davvero strana: al posto di una normale ringhiera vi erano delle ramificazioni che sembravano tante piccole onde immerse tra i loro fiori.
E sollevata la testa in alto un grande rosone a forma di rosa ornato dai colori del rosso brillante e dell'oro che riflettevano la luce sul pavimento.
A destra, quasi si dividesse il soggiorno in due stanze, invece la sala da pranzo con tanto di giradischi classico in nero accanto ad un carellino per il tè con il set di tazzine e brocche per l'acqua, il caffè e una teiera in porcellana.
E un'immensa tavolata piena di brelibatezze, al centro della Sala, quali biscotti fatti in casa e torte di mele, al cioccolato e qualche stuzzichino ovviamente posti all'inizio della tavolata del resto vuota.
Di fronte alla tavola, nella parete un'architettura ad arco trasversale tenuto da due pilastri all'inizio e alla fine dell'arco ossia della sala.
Sotto l'arco una statua di marmo rappresentante la Nike di Samotracia a opera di Rodi, ovviamente una rivisitazione.
Una giovane dea alata adorata dai Greci come personificazione della vittoria sportiva e bellica.
La dea era vestita con un leggero abito, nell'atto di posarsi sulla prua di una nave da guerra.
Protesa in avanti, a causa del vento come narrava la storia, il panneggio muovendosi creava un gioco chiaroscurale di pieghette valorizzandone il risalto dello slancio.
Tra la fine dell'arco e il giradischi c'era la grande porta finestra da cui Marika
affacciandosi notò come il giardino e il tempo lì fuori fosse divenuto normale e molto più accogliente.
Il sole picchiava in alto nel cielo e risplendeva nelle piante di Iris e nei grandi cespugli di rose bianche e rosse vicini all'entrata dalla parte destra del giardino, mentre dall'altra parte a sinistra vi era un giardino botanico con tutti i tipi di piante aromatiche e curative quali: aloe, foglie di tè verde, artiglio del diavolo, camomilla, salvia, ribes nero, biancospino, lavanda, eucalipto.
Serviva a qualcosa Erbologia allora.
《Oh, sì è un modo per tenere lontani...》si bloccò prima di aggiungere altro《Persone indesiderate, è una zona molto a rischio》《Ma se non ci abita nessuno》proferì Marika voltandosi a guardarla.
Adesso sembrava una donna in piena fioritura, dell'età della madre e completamente identica a lei.
I lineamenti, i capelli castani l'unica cosa ad essere diversa erano gli occhi ambrati della donna di cui ancora non sapeva nulla.
Spostando lo sguardo sulla statua la donna felice iniziò a parlargliene cambiando in fretta l'argomento《Le braccia sono rimaste perdute, ma alcuni frammenti delle mani e dell'attaccatura delle spalle mostrano che il braccio destro, secondo alcuni scultori, era abbassato a reggere probabilmente il pennone appoggiato alla stessa spalla.
Mentre il braccio sinistro era sollevato, con la mano aperta a compiere, secondo Marianne Hamiaux, un gesto di saluto, oppure a reggere una corona》sembrava essere una fanatica dell'architettura o semplicemente era il suo lavoro.
Riportando l'attenzione su di lei le poggiò una mano sulla spalla《Qualcuno ti sta aspettando》.
La condusse verso la scalinata a chiocciola, Marika non rischiò nemmeno a toccare la ringhiera, si limitò ad osservare come crescevano dei splendidi fiori al sol tocco della mano della donna davanti a lei.
Finirono in un corridoio dai colori chiari con ad ogni metro un pilastro composito cioè attaccato alla parete ornata da dipinti e per fino un ritratto illuminato dalla luce del sole che arrivava dalla grande finestra sul lato sinistro.
Marika si fermò ad ammirare il ritratto《Ehi, aspetti ma...》 disse bloccando la donna davanti di sé, le due si fermarono di fronte al quadro.
Raffigurata in tutta la sua bellezza era una donna con un maestoso abito bianco con dei ricami in merletto che teneva in mano un ombrello mentre sorridere gentilmente forse a chi aveva dipinto il quadro.
In oro in basso a destra del ritratto vi era una firma e una dedica 'Metvey Exsavior vostro fedele e amatissimo amante', un momento...
《Metvey... ma che significa?》la donna rispose ingenuamente《Oh, lei è Valissa Krugher una tua antenata e Metvey è un nome, quello di quello stronzo... ehm del suo amante prima di Jonathan Marryway nostro antenato》.
Marika quasi non urlò sorpresa《Quindi tu sei una mia parente?》si voltò a guardarla, lei con un sorriso divertito rispose《Beh, tecnicamente sono tua zia, ma mia sorella è molto riservata quando si tratta della famiglia》《Come contraddirla》disse una voce alquanto stanca dietro di loro interrompendo la chiaccherata.
In mezzo a loro si fece spazio una donna dell'età di quasi 70 anni《Estia lasciaci》disse a sua zia che annuì lasciandole da sole.
Da come suo padre e sua madre ne avevano parlato non sembrava di star per morire da un momento all'altro, non era neppure sul letto di morte.
La guardò negli occhi azzurri come il mare e i capelli bianchi sciolti sulle spalle che ricadevano nella veste da notte color rosa antico e le pantofole col pelo bianche.
Marika abbozzò un sorriso per la scelta delle scarpe《Seguimi abbiamo tanto di cui parlare》disse trascinandola alla fine del corridoio superando alcune camere da letto la condusse ad un'altra scalinata stavolta dritta.
Magicamente si ritrovarono nell'orto botanico della famiglia《Sai il potere che le piante hanno su questa casa?》《Non oso immaginare》disse cortesemente Marika pensando alla scala a chiocciola del soggiorno ornata di rami e fiori.
《Anch'io quand'ero giovane non prestavo loro attenzione, ma col tempo ci si convive》disse immergendo le mani nella terra di un vaso, Marika la guardò confusa《Soprattutto se sei una strega come lo è una Krugher o una Marryway》che diavolo voleva dire?
Uscì la mano destra afferrando uno dei suoi attrezzi per il giardinaggio, sembrava una paletta per spostare la terra da un vaso piccolo ad uno più grande《Ti sei chiesta perché quando tua zia Estia ha toccato le ramificazioni della scala sono nati nuovi germogli?》si voltò a guardare Marika all'in piedi dietro una parete da cui sgorgava l'edera《Immagino c'entri con il fatto che sia una Marryway》.
Sembrò scettica all'idea che ci potesse essere qualche collegamento a tutte loro con la terra e l'intera natura《Sei ancora così giovane per vedere cosa la natura ha da donarti in cambio di cure...》disse la donna amareggiata infilzando la paletta nella terra《Tuttavia come discendente di Valissa Krugher dovresti conoscere la sua storia, tua zia mi ha parlato dei tuoi amici o almeno mi sono informata》disse poggiando sul tavolino la paletta.
Marika annuì sorridendo mesta ovviamente c'era lo zampino di sua madre come al solito e quella chiacchierata con la cara nonna malata era tutta una farsa solo per convincerla a smetterla di allontanarsi da tutti come se fosse lei quella ad essere contagiosa.
Com'era potuta cadere più in basso di suo marito?
Infastidita si grattò il mento《E mi faccia indovinare è stata mia madre a chiederle di fingere di non sapere nulla di quello che mi è successo l'anno scorso?》chiese retoricamente e arrabbiata, la donna si voltò verso di lei《Oh, cara almeno fosse quello》《Scusi non ho ben capito?》chiese Marika iniziando a scaldarsi.
La donna afferrò l'alberello e lo poggiò dentro un terzo vaso in terracotta《Devi stare molto attenta di chi ti fidi, non sempre l'apparenza è tutto》sembrò quasi una minaccia contro di lei《Lei crede che dopo quella notte io non abbia pensato svariate volte a chi concedere e a chi no la mia fiducia?》.
Stava cercando di farle la predica su a chi avrebbe dovuto dare fiducia?
Si era già allontanata da chi le aveva mentito comprese le sue migliori amiche in combutta con Beker e Fallen nel mantenere segreta l'identità di quello stronzo di un Blake che adesso implorava di parlare con lei a tutti i costi.
《Sei come lei...》commentò sua nonna guardandola con tenerezza《Dopo che il suo vecchio amore aveva ucciso suo marito, lei non volle più vederlo per il resto dei suoi giorni》, solo dopo Marika capì si trattasse di qualcuno all'interno della famiglia《Mia nonna me ne parlava sempre, diceva che un giorno lei sarebbe rinata e avrebbe cercato vendetta per il marito che le era stato rubato... o almeno era quello che si tramandava nella famiglia all'epoca》le raccontò ricordando i vecchi tempi quando ancora era una bambina.
'New York, 1970
Casa Marryway
《Nonna chi è la donna nel dipinto?》a quell'epoca la piccola Artemide Marryway aveva solo 8 anni ed era molto curiosa sui quadri che circondavano le pareti di casa sua, ognuno di essi non era lì per puro caso, ognuno aveva un significato per la famiglia.
Ad esempio nello studio di suo padre, Dorian Marryway, vi era una strana scultura in marmo bianco di un tallone scheggiato da una freccia ... un certo Achille, per lui rappresentava un elemento fondamentale nell'uomo e che nessuno poteva farne a meno: la debolezza.
Sua madre, Anne Fikter, invece teneva in camera da letto un ritratto che suo marito le aveva fatto commissionare quando si erano sposati e per lei era tutto e significava molto, suo fratello maggiore invece riteneva sciocco affezionarsi agli oggetti materiali, e poi c'erano i dipinti della nonna...
I suoi dipinti erano pieni di misteri, ogni suo dipinto raccontava una storia o come diceva lei una leggenda, nessuno di quelle storie secondo lei sembravano vere nonostante fossero delle streghe.
Ma Artemide credeva il contrario, secondo quanto la nonna le raccontava su quelle storie di vampiri, demoni e ragazze condannate all'infelicità per l'eternità lei ci credeva veramente《Quella è un'inguaribile amante... un giorno si innamorò di un principe speciale che le promise di proteggerla per sempre, il suo nome era Metvey, avrebbe fatto di tutto purché il loro per sempre fosse divenuto la definizione stessa... ma non fu così》le narrò la nonna sedendosi nel divano del soggiorno.
Artemide la guardava con gli occhi pieni di gioia sperando che continuasse《I genitori di lei divorziarono e sua madre si risposò anni dopo con un uomo che aveva già avuto un figlio da un altro matrimonio, Jonathan Marryway, un donnaiolo come piacciono a te tesoro!》le disse ammiccando alla piccola che danzando sul parquet immaginava di essere trasportata da Jonathan.
《Inutile dire che lei si lasciò trasportare dal fascino del fratellastro così ferendo i sentimenti di Metvey finché non arrivò il giorno in cui lei si sposò con Jonathan... fu un vero colpo per Metvey tanto da commettere la pazzia di ucciderlo, lei non lo perdonò mai per quello che le aveva fatto, ma nonostante questo lei tenne con sé il ritratto che lui aveva dipinto con le sue mani》di quella storia ricordò che l'Amore, che Valissa credeva vero e per sempre, aveva prima o poi una fine... bella o brutta che sia.'
《Tu sei come lei... ti si è spezzato il cuore e adesso ne paghi tu le conseguenze e non chi dovrebbe meritarlo, ma ti dico una cosa... c'è un modo per lasciare andare il passato》disse una volta che l'alberello ebbe una nuova casa nel caldo terreno fresco.
Le puntò contro l'indice in modo che aspettasse un attimo, la sorpassò per dirigersi in un gran tavolo pieno di calderoni e erbe tagliate e molte altri ingredienti racchiusi in bottiglie piccole, con l'indice scorse tutte le etichette finché non trovò quella che cercava, la afferrò e ritornò da lei.
Le porse la boccetta《Quando ne avrai bisogno prendila e dì esattamente queste parole 'praeterita obliviscentes' ti aiuteranno a dimenticare il dolore che ti è stato fatto a prezzo dei ricordi》le disse, Marika incerta presa la boccetta tra le mani.
L'avrebbe mai potuta utilizzare? E soprattutto dopo quella minaccia avrebbe potuto fidarsi di lei?
《Sarai capace di gestire i tuoi sentimenti e riuscirai a far uscire la vera te alla fine della storia ne sono certa》ovviamente quelle parole non era proprio destinate a sua nipote Marika, o per lo meno sì, ma anche alla parte di Valissa che era rinata in lei inconsapevole di averla.
Ad interromperle fu proprio sua zia Estia che annunciò l'inizio della cena nella sala da pranzo, le tre in silenzio si precipitarono a prendere posto per cenare.
Quella sì che era la prima e vera cena tra famiglia da molto tempo.
L'unico problema era che il passato tormentava proprio tutti e distruggeva le famiglie a causa dei segreti che si era costretti a nascondere per il bene di altri.
Quella notte di fatti mentre tutti dormivano Artemide Marryway si alzò per andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua ma si ritrovò un ragazzo pieno di sangue sul pavimento della porta d'entrata《Buon dio ragazzo!》disse sgranando gli occhi al sangue《Che diavolo ti passa in mente smaterializzarti qui quando lei è al piano di sopra?》gli chiese preoccupata che qualcuno ma soprattutto sua nipote avessero lo avessero sentito.
《Lui è preparato... ha... ha un talismano che... lo protegge, qualcuno lo aiuta...》disse la voce di Thomas Blake trattenendo il sangue che gli usciva dal collo, quasi non si soffocò nel rivelare questo alla sua complice.
Artemide si morse le labbra preoccupata《Non lo aiuta, è stato minacciato è ovvio... nessuno aiuta Metvey Exsavior》rifletté su chi potesse essere mentre aiutò il ragazzo a sollevarsi《Non puoi restare qui, se lei si svegliasse... potrebbe essere pilotata da lui, potrebbe aggredirti e nemmeno lo saprebbe》《La prego mi aiuti, non ho nessuno...》la implorò Blake.
Non era vero che in quei sei mesi era stato sempre a Parigi, aveva pure cercato le tracce della strega che aveva creato la maledizione e che conosceva dall'ultima volta che si era fatto creare il paletto che avrebbe dovuto uccidere Metvey ma che era andato bruciato.
In quei sei mesi era stato accolto per la prima volta da una famiglia vera e propria con cui aveva organizzato la morte di Metvey nei minimi dettagli architettando un piano per farlo fuori con alcune riserve nel caso in cui il piano principale non andasse a buon fine.
Con tutto l'amore di una perfetta nonna lo portò nel suo orto e gli preparò una cura per l'enorme ferita sul collo e nel mentre faceva effetto prese diverse erbe e le frullò insieme creandone un infuso nel quale imbevve un braccialetto《Tieni portaglielo, mi racconterai i dettagli più tardi... devo parlare con Estia》disse porgendogli il braccialetto.
Lui la fissò confuso e alzò le mani in segno di resa《Cosa?!Vuole mandarmi a morire?》le chiese preoccupato, la donna sbuffò《Idiota, la proteggerà dalla compulsione》, gli mise con forza il braccialetto nelle mani e scomparve nel corridoio.
Rassegnato e a malavoglia la cercò nelle camere da letto finché non la trovò nella seconda camera a sinistra del corridoio.
Cercò di aprire la porta leggermente evitando di farla scricchiolare, a passo felpato si fece spazio nella stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Avvicinatosi al letto la ritrovò con la luce accesa, un libro sulle gambe scoperte, per via del vestitino di seta che la madre le aveva fatto comprare a Londra, fuori dalle lenzuola mentre dormiva serenamente con i soliti capelli castani sparsi sul cuscino e le labbra ad una fessura quasi non scoppiò a ridere.
Quale occasione migliore di indossarlo in un posto sperduto dove nessuno a parte Thomas Blake avrebbe potuto vederlo?
Ridendo le tirò via il libro, lo richiuse poggiandolo sul comodino poi delicatamente le tirò da sotto le gambe le lenzuola per coprirla.
Poi spense la luce prima che potesse vederlo e lanciargli addosso qualunque cosa trovasse lì vicino, prese il braccialetto e con delicatezza le prese la mano le mise il braccialetto in un attimo, spaventato dal fatto che per davvero fosse stata pilotata ad ucciderlo e che il braccialetto non funzionasse.
Un istante dopo però le posò di nuovo la mano sul letto... chinato su di lei si soffermò ad osservarla era così tranquilla quando dormiva che non sembrava neppure lei, ghignò ricordando che qualche tempo fa non sarebbe rimasto a guardarla così a lungo per ammirarla, ma solo per buttare qualche battutina a doppio senso ricevendo un'alzata di occhi e uno sbuffo o per sino uno schiaffo.
Una ciocca di capelli le cadde sul viso e fu quel momento a far dimenticare il passato《Vorrei potermi scusare in mille modi, ma non basterebbero perciò mi limito a fare lo stronzo...》le bisbigliò raccogliendole la ciocca e riportandola al posto giusto.
Lei scossa mormorò qualcosa nel sonno prima di aprire gli occhi e incrociare il suo sguardo nel buio aveva gli occhi assonnati e sembrava non comprendere di essere sveglia《Perché ritorni sempre nei miei sogni?》mormorò afferrandolo per la cravatta rosso-oro incollando le sue labbra alle sue portandolo a sdraiarsi con lei.
Lui turbato da quel suo gesto chiuse gli occhi un istante accettando la cosa《Dio sembri così vero...》disse lei poggiandogli una mano sul petto, sopra la camicia bianca, scendendo lentamente fino a quando lui non la riportò su prima di pentirsi di dove fosse arrivata a sentire la realisticità.
《Vorrei farti mille cose ma prima...》disse a fiato corto dandogli uno schiaffo forte, completamente sconvolto da quella ragazza lì che non sembrava neanche lontanamente Marika Jackson, non riuscì nemmeno a reagire dato che nuovamente gli si gettò addosso baciandolo come fosse il suo ultimo giorno sulla terra.
《Ti sei rovesciato qualcosa addosso? Fa niente non m'importa》riprese da dove aveva lasciato.
Era certo e approvato che l'effetto che il braccialetto avesse era quello di proteggerla dalla compulsione?
Perché in quel momento sembrava tutt'altro l'effetto.
Altro che a morire lo aveva mandato al Paradiso.

Ah, che colpi di scena sconvolgenti!
Domanda da un milione di dollari: chi vuole uno di quei braccialetti?
AHAHAH, si scherza!
~ Beauty_princess05

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