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Capitolo 9

The hardest part

Ariana Grande.

"Mi sono persa tipo tre volte, meno male" dice mettendo i capelli da una parte mostrando la sua dannata dentatura perfetta.

Dylan le sorride dolcemente "io abito alla casa qui accanto. Ti faccio vedere la casa, e se hai bisogno di qualcosa basta che mi bussi alla porta."

Faccio un viaggio mentale alla prima volta che io e Dylan ci siamo incontrati: sembra un vero e proprio paradosso messo a confronto con il loro incontro.

Le sta parlando gentilmente come un bravo vicino mentre con me si comportava sempre da stronzo, anzi, si comporta tutt'ora da stronzo.

"Grazie infinite" sorride.

Potrei dire che è una ragazza bella e dolce se non fosse per il fatto che mi da l'impressione di voler provarci con il mio ragazzo.

Mi avvicino "io sono Ally Rose, la sua ragazza" puntualizzo e sorrido come fa lei "abitiamo insieme quindi se hai bisogno di qualcosa puoi chiedere a me"

Anch'io potrei sembrare una brava vicina se non fosse per il fatto che ho pronunciato le mie parole nel modo più aspro possibile.

"Oh piacere di conoscerti! Sei gentilissima." Mi porge la mano.

Perché questa ragazza è così educata?

"Bene! Le fai vedere la casa e poi mi accompagni, giusto amore?" Sorrido falsamente al mio ragazzo che ha una faccia allibita dal mio strano 'attacco'

Annuisce e si avvicina come per darmi un bacio sulla guancia "dacci un taglio" sussurra e poi mi stampa un bacio.
Prima che si potesse rialzare lo blocco mettendo una mano sulla sua nuca e lo bacio sulle labbra.

Si allontana insieme a lei ed entra in casa non prima di avermi lanciato un'ultima occhiata.
Il mio gesto è stato palesemente tattico per marcare il territorio. Quella ragazza è gentile cosa che non sono io, è dolce e mille volte più bella di me. Cosa dico? Quella ragazza è praticamente perfetta ma mi sta antipatica nonostante non mi abbia dato motivo per non simpatizzarla.

Mi appoggio sulla sua jeep e l'ansia mi sale ogni secondo che passa. Ma perché ci mettono così tanto?

"Tieni!" Sento la voce di Dylan. Alzo lo sguardo e le sta porgendo le chiavi.

"Grazie mille siete stati gentilissimi"

Giuro che la sua gentilezza mi sta dando sui nervi.

"Niente di che" dice e la saluta.

Mi sposto dalla macchina e salgo al mio posto non appena la sblocca.
Appena si avvia sulla strada inizia a parlare "mi spieghi il motivo di quella scena?"

"Quale scena?" Faccio la finta tonta ben sapendo a cosa si sta riferendo.

"Siamo fidanzati e abitiamo insieme! Puoi chiedere le cose anche a me" scimmietta la mia voce.

"E allora? Non posso essere gentile con la nostra nuova vicina di casa?"

"Ti conosco cara mia, lo hai fatto apposta soltanto perché sei gelosa."

"Perché dovrei essere gelosa? Lo so che è miliardi di volte più bella di me"
Infatti! Perché dovrei essere gelosa?

"Io non credo proprio" non so a cosa si sta riferendo: se sull'essere gelosa o al fatto che è più bella di me.

Deve essere la prima opzione per forza.

"Non sono gelosa."

"Lo sei. Ah e tanto per la cronaca tu sei molto più bella di lei. Sei la ragazza più bella che abbia mai incontrato in vita mia." Dice facendomi venire la pelle d'oca.

"Puoi fermare un attimo la macchina?" Chiedo.

"Cosa?" Mi guarda strano.

"Accosta la macchina un secondo" mi mordo il dito.

Mi guarda totalmente confuso, mette la freccia, e accosta la macchina; slaccio  subito la cintura e gli salgo sulle gambe sotto il suo sguardo interrogativo.
Lo abbraccio inebriandomi del suo profumo "Dovrei preoccuparmi di questo assalto?" Mi circonda la vita.

Lo amo. Amo quando mi fa sentire così speciale, quando mi fa sentire bellissima, quando se ne esce con queste cose romantiche anche se è fermamente convinto di non esserlo.
Amo ogni sfumatura di questa nostra relazione, anche le più brutte, ma grazie anche a queste stiamo imparando a prenderci, stiamo imparando a provare sentimenti sconosciuti per noi.

"Ti amo. Non puoi capire quanto." Prendo il suo viso fra le mie mani e lo bacio.

Mi stringe a se e asseconda il bacio fino a farlo diventare più carnale, più passionale, fondendoci nel nostro strano amore.

"Vorrei fare sesso in macchina" ridacchio.

"Cosa?" Sorride divertito.

"Hai sentito."

Alza un sopracciglio "ti è già passata l'arrabbiatura per la guida?" Combatte per non scoppiare a ridere.

Lo schiaffeggio sulla guancia e credo di averlo tirato un po' forte di quanto avrei voluto "no sono ancora incazzata"

"scusa" sorrido per la sua faccia scioccata.

"Lo vedo che sei ancora incazzata"

Ridacchio e bacio la sua guancia leggermente arrossata "scusa scusa scusa"

"Perdonata. Ma tornando ai tuoi istinti sessuali nei miei confronti, so di essere così irresistibile, ma devi riuscire a contenerti" mi beffeggia.

"Ma senti..."

"Comunque per quanto mi fa impazzire l'idea devo andare agli allenamenti.. Perché non vieni con me?" Si lamenta.

"Devo andare da Jess te l'ho già detto"

Storce la bocca "Che palle"

"È una mia amica"

"Anche la mia ma non la posso più vedere dopo la festa"

"Non è colpa sua.. Caso mai il tuo amico è uno stronzo"

Sospira "non me lo ricordare.."

Scendo dalle sue gambe e in pochi minuti arriviamo davanti a casa di Jessica "chiamami quando hai fatto" mi avvisa.

Annuisco dandogli un bacio.

Mi avvicino alla porta bussando molteplici volte dato che nessuno si ostina ad aprire.
"Chi è?" Un urlo isterico proviene da dentro e riconosco subito la voce squillante di sua madre.

Apre la porta e rimane a guardarmi schifata per circa trenta secondi "ah sei tu?"

Non so cosa rispondere: mi sta palesemente squadrando da testa a piedi come se fossi un essere inferiore.

"C'è Jessica?"

"Si ma è in un punizione e lo dovresti essere anche tu ragazzina. Non so che genitori tu abbia ma non mi sembri una compagnia adatta per mia figlia, da quando ti ha conosciuta è uscita completamente di strada."

Le sue parole uscite dalle sua bocca sono come veleno per il mio petto. Io non ho genitori, e non ho fatto niente a Jess.
Sono troppo incazzata e ferita per replicare.

Ho le lacrime agli occhi "va bene" guardo in basso "me la saluti"dico e  faccio per andarmene ma poi mi giro tornando indietro "Non si tratta di me, forse non ho mai avuto dei genitori che mi insegnassero l'educazione ma semmai dovessi avere dei figli in futuro probabilmente mi preoccuperei sul perché hanno certi atteggiamenti e non sulle compagnie che frequentano" sbotto.

Detto il mio parere e aver visto una faccia di stucco mi giro per camminare per tornare indietro.

Sono come un vulcano sempre sul punto di esplodere. Odio i genitori che si fermano sulla superficialità, è troppo scontato e facile attribuire la colpa a qualcuno quando non si ha voglia di capire l'animo di una persona.

Io sono senza speranza: non ho una madre, e ho un papà alcolizzato che no conosce nemmeno cos'è la parola 'famiglia' ma almeno chi ha la fortuna di avere una famiglia unita che si degni di comportarsi come tale.

Mentre cammino penso alle opzioni che potrei fare in questa bellissima e noiosissima domenica quando il mio ragazzo non c'è.

Potrei andare agli allenamenti, ma non ne ho la minima voglia, oppure potrei tornare a casa il che è ancora più stressante.
Dopo aver esaminato la mia 'ampissima' scelta decido di andare in centro, tanto per cambiare aria e guardare gente che si diverte più di me.

Girando per le vie principali mi fermo davanti ad una vetrina dove è attaccato un annuncio di lavoro. 'Cercasi ragazza che possa badare ai miei due figli di cinque e sei anni per tre pomeriggio alla settimana'

Sotto è allegato un numero e decido di chiamare immediatamente, mi serve assolutamente un lavoro anche se piccolo.

"Pronto" la voce di una donna risponde.

"Salve.. Sono Ally Rose ho appena trovato il suo annuncio e sarei disponibile a fare la babysitter" dico divagando.

Odio parlare agli sconosciuti per telefono: non mi riesce.

"Si cara! Finalmente qualcuno mi ha chiamata" dice sollevata "potresti passare domani a casa mia per concordare tutto?"

Rispondo di si e mi segno il suo indirizzo.

"A domani" dico riattaccando.

Dopo aver girato a vuoto anche i negozi rendendomi consapevole che devo assolutamente cambiare il mio armadio, torno a casa a piedi dopo circa mezz'ora.

Continuo a pensare a Jess e dibatto se chiamarla oppure no.
Opto di si, dopotutto non me ne fotte proprio un cazzo di quello che ha detto sua madre, so che non è vero e lo sa pure lei.

La chiamo tre volte di seguito senza una risposta e alla quarta chiamata risponde

"Pronto?" Il suo tono è praticamente sussurrato.

"Jess.. Ho provato a cercarti ma."

"Non inventarti scuse dai" dice interrompendomi.

Eh?

"Ma cosa dici non mi sto inventando nessuna scusa-"

"Se volevi stare con il tuo fantastico fidanzato, bastava dirmelo. E non mi prendere per il culo, mia madre mi ha detto che l'hai chiamata apposta per farti inventare una scusa da lei"

CHE COSA?

"Jessica ma cosa stai dicendo? Tua madre ti sta mentendo, sono venuta da te circa due ore fa e ti dirò di più: mi ha letteralmente cacciata da casa vostra supponendo che sono una cattiva compagnia per te"

"Ma come ti permetti di dire queste cose su mia madre? Lei non lo farebbe mai" Urla.

"Ah e perché io si?"

"Ma almeno inventati scuse migliori. Mia madre non farebbe mai una cosa del genere quindi evita totalmente. Ma sai una cosa? Hai ragione, sei una cattiva compagnia per me, quando hai bisogno io ci sono sempre stata mentre tutto quello che hai fatto tu è stato mettermi nella merda con mia madre ieri e come se non bastasse le dai anche della bugiarda. Non voglio più vederti" dice e attacca.

Sono ghiacciata sul posto con le lacrime che solcano il viso. È l'unica amica che ho, e adesso pensa tutte queste merdate di me.

Il cellulare squilla di nuovo e quando abbasso lo sguardo vedo il numero di mio padre illuminarsi.

Vivere con questa costante paura di averlo addosso anche quando è lontano è straziante, non posso sopportare tutto questo sopratutto anche quando qualcuno bussa freneticamente alla porta.

Sono così: in bilico tra il dolore che provo per aver perso un'amica e il cellulare che suona freneticamente insieme alla porta.
Così, in preda ad un esaurimento nervoso, lancio violentemente il cellulare contro il muro spaccandolo in più pezzi finché non smette di suonare.

Vorrei urlare, urlare così forte come se non esistesse qualcun altro che possa sentirmi.
Scendo giù frustrata con il mascara sporco sulle guance e senza curarmi di chi ci possa essere dall'altra parte della porta, la apro di scatto urlando "che cazzo vuoi?" Urlo come una pazza.

Mi rendo subito conto dopo che davanti a me c'è quella Denise che mi guarda impaurita.
Non ho nemmeno il tempo per scusarmi che dietro di lei appare Dylan.

"Che succede qui?" Chiede confuso e terrorizzato nel vedere la mia faccia.

Succede che non ce la faccio più a sopportare tutto questo.

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:(((

Approfitto per fare pubblicità a una cara ragazza del gruppo di you're worth it family.
Si chiama:   Mi hai salvata http://w.tt/1KOdEPd

Pagina Instagram: @official_youreworthit

Profilo personale: @yousrarabah

See you next time!

Sabato e domenica farò il triplo aggiornamento:D
Vorrei postare subito i capitoli perché ho la mezza idea di inviare la storia a più case editrici (spero bene :')

Grazie per il supporto che mi date!

Yous

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