Capitolo 33
Sometimes when I close my eyes i pretend to be alright but it's never enough.
Jason Walker
La mia prima reazione alla sua uscita è ridere. Ridere talmente forte che mi escono le lacrime. Come le viene in mente di dire una cavolata del genere?
Le lacrime offuscano le mia vista e il mio stomaco inizia a farmi male dalle troppe risate. "Ma di che ti fumi Ashley?" Mi asciugo le lacrime e cerco di ricompormi ma è più forte di me.
La sua espressione non cambia, continua a fissare il vuoto con gli occhi rossi. Rossi di rabbia, di rammarico, di delusione.
Cesso la mia risata e continuo a guardarla mentre lei non accenna a muoversi. Sto soltanto aspettando il momento in cui lei si convince che ci abbia creduto per poi arrivare alla parte 'Stavo scherzando, idiota' ma non arriva. Rimane in silenzio, mentre io continuo ad aspettare, aspettare e fottutamente aspettare.
È uno scherzo, perché ci mette tanto ad ammetterlo?
"Ashley.." Faccio una risata nervosa. "Andiamo.. smettila, è divertente fino ad un certo punto" la mia voce si perde alla fine senza trovare motivo.
Odio tutta la serietà che ci mette per questa stupida recitazione. Mi sto dannatamente innorvosendo senza un motivo apparente.
I suoi occhi azzurri puntano sui miei dello stesso colore, e si muove dandomi di spalle prendendo qualcosa dal comodino. Tira fuori un foglio e me lo lancia in viso.
Lo afferro. Guardo il foglio e lei, confusa e nervosa allo stesso tempo. Deglutisco mentre apro il foglio piegato a metà. Leggo immediatamente che è un foglio delle anagrafe con tutti i trasferimenti dei dati.
'Ashley Rose Stewart figlia biologica di Rose Stewart e Aaron Stewart e figlia adottiva di Mary Hans e Gabriel Stone modifica il suo nominativo da parte dei genitori in affidamento, in Ashley Stone'.
Questo è tutto ciò che riesco a leggere prima che le lacrime causate dalle risate si trasformino in amare lacrime di disperazione. Non può essere vero.
"Mi stai prendendo in giro?" sento già il mio corpo smettere di funzionare.
Scuote la testa. "L'ho trovato insieme a tutta la mia documentazione della mia adozione. Mia mamma mi ha raccontato tutta la storia." Spiega.
Non ci capisco più niente. Sto guardando intorno cercando un senso alle cose, un senso alle parole che ha appena detto. Non è vero, lei non è mia sorella. Io non ho sorelle.
I miei non lo avrebbero mai permesso.
"Sei sorella del mio stesso sangue Ally." Fa un passo avanti e io ne faccio un altro indietro.
"Non prendermi in giro!" Urlo buttandole il cuscino addosso. "Smettila! Smettila" piango e le butto oggetti addosso.
Si mette le mani davanti per difendersi e la porta si spalanca. Continuo a lanciarle le prime cose che mi capitano alle mani finché non vengo tirata dalla vita. È suo padre, il suo antipatico padre.
"Lasciami. Lasciatemi" sono fuori di me. Il mio corpo non riesce a collegarsi al mio cervello.
Sento i familiari brividi percorrermi la schiena, le mani sudate, la scarica di adrenalina impossessarsi del mio corpo. Ho la testa pesante, il viso troppo bagnato, il cuore pulsare alla millesima pompando velocemente il sangue in tutto il mio corpo. Non riesco a respirare, fa troppo caldo, fa troppo male.
"Papà Lasciala!" Ashley urla cercando di avvicinarsi ma quando suo padre mi lascia le mie ginocchia cedono e cado immediatamente per terra iniziando a tremare troppo forte. I polmoni non mi aiutano, le emozioni mi mettono in crisi, l'attacco di panico è troppo forte. Non è come tutti gli altri. Il mio respiro si fa più affannoso e sento di soffocare.
"Merda!" Sento gli imprechi.
"Chiamo l'ambulanza" Avvisa il padre prima di affrettarsi fuori dalla stanza.
Ashley cammina davanti e dietro e mi osserva impotente. Si ferma immediatamente e tira fuori il cellulare.
È troppo forte il dolore al petto, non riesco a controllarmi, non riesco a ragionare, i respiri si fanno più affannosi e affrettati.
"Devi venire qui" sento.
"Ti prego, muoviti ha un forte attacco di panico" non riesco a vedere i suoi movimenti per la vista appannata.
"Non urlare" - "e cosa cazzo dovrei fare io? Non ho la minima idea di come si gestisce un attacco di panico." Il suo tono è disperato.
"Muoviti" si lamenta prima di buttare il telefono sul letto.
Si avvicina a me non sapendo cosa fare "sapevo che non dovevo dirtelo, porca merda" Impreca.
Mi tocca e io mi sento cedere "prova a non pensarci piu" dice stupidamente.
"Non ce la faccio a vederti così, Dio mio" si mette le mani sugli occhi.
È irrefrenabile. Vorrei smettere, vorrei poter avere il controllo sul mio corpo ma lui riesce sempre a dominare me, questa volta ancora peggio.
Tante persone si catapultato improvvisamente e immediatamente accanto a me, allontanando Ashley che si butta nella spalla del padre per piangere. È mia sorella... gemella.
Mi fa improvvisamente ancora più male vederla così.
Un signore si mette subito a misurarmi la pressione. Non voglio nessuno qui. Voglio rimanere sola ad affrontare questo. Non voglio nessuno che mi curi. Non mi rendo nemmeno conto di ciò che mi stanno facendo.
L'ansia impossessata su di me riesce soltanto a farmi vedere la morte. Il formicolio quasi brucia, ho paura di cadere nel vero vuoto questa volta. Ho paura di impazzire. Tutto questo è troppo forte, troppo instabile, profondo.
"È necessaria l'iniezione" sento le voci ma non le ascolto. Sono più forti quelle dentro la mia testa.
"Che cosa? No! Non le farete un iniezione" in una frazione di secondo sento il bisogno di quella voce. Lui. Voglio lui.
Sono al limite della follia.
"Mi dispiace ma è necessaria e sopratutto urgente " Ribatte.
"Posso risolverlo io" si intromette bruscamente.
"Questa volta no Dylan è davvero troppo forte, io ho paura."
Non mi rendo conto più di niente quando sento una strana sostanza agire dentro di me. Sono ancora sudata ma il mio corpo si è rilassato visibilmente, insieme alle mie palpebre che si stanno chiudendo. Questa volta si, sto collassando.
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