Capitolo 31
Wake up.
The vamps
È bellissimo tornare a respirare e tornare alla leggerezza alla quale ti eri abituata prima di tutto questo. Abbiamo sbagliato, entrambi e questa volta per far sì che le cose funzionino dobbiamo andarci piano e non rifare gli stessi errori. Io devo riuscire a controllarmi e lui deve fare lo stesso. So che il suo primo istinto quando è arrabbiato è di ignorarmi sapendo benissimo che questa é la sua arma vincente per farmi soffrire. Lo amo, più di qualsiasi cosa al mondo, più di qualsiasi persona abbia mai amato in vita mia. Non importa se questo dovrà costarmi tanto, io so che con lui tutto vale la pena, continuerà sempre a valerne la pena.
Il modo in cui mi circonda le spalle con un braccio e mi racconta di come ha urlato la vecchietta che abita di fronte a lui, dopo aver visto un paio di ragazzini abbassarsi i pantaloni mostrandole cose da censura, mi fa sentire libera e leggera. Adoro quando mi racconta di queste stupidaggini mentre camminiamo come una normale coppia nelle strade di Los Angeles.
"E poi hanno dovuto chiamare l'ambulanza perché si è sentita male da quanto ha urlato forte." Si asciuga le lacrime dalle risate.
"Ma come?!" Non posso fare a meno di unirmi alle sue risate.
"È andata bene fortunatamente. In realtà, da quel giorno si è chiusa in casa."
"Povera signora Kennet" esclamo.
"Già! Saresti dovuta esserci." Mi picchietta con un dito la punta del naso.
Alzo le spalle non volendo sfiorare l'argomento. Vorrei soltanto godermi questo fantastico pomeriggio con lui.
"So che probabilmente te l'ho chiesto milioni di volte ma ho bisogno di sapere dove abiti?" Chiede dopo un'infinito minuto di silenzio.
Mi strozzo con la mia stessa saliva. Non avrei problemi alle dirglielo se non fosse che abito a casa sua, e in ogni caso ho bisogno di un po' di tempo per 'digerire' la nostra relazione. Non voglio correre troppo.
"Tu non preoccuparti." Mi giro accennando un piccolo sorriso.
"Non ti fidi di me?" Chiede un po' preoccupato.
"Certo che mi fido di te, solo che dobbiamo andarci con i piedi di piombo, ricordi?" Gli picchetto il naso esattamente come ha fatto lui a me per alleggerire la situazione.
"Come vuoi.." mi fa un piccolo sorriso forzato ma lo apprezzo moltissimo.
"Sai che sei molto bella con questo nuovo cambio di look? Lo sei sempre, ovviamente ma con questi vestiti sei decisamente da stupro istantaneo" dice guardandomi con lussuria.
"Adolescente pervertito!" Rido ma sento accrescere la mia autostima.
Ho sempre avuto problemi con la mia autostima ma lui mi fa sempre sentire bella. Non ha mai criticato il mio aspetto fisico da quando lo conosco anzi.
"Penso che questa frase sarà il nostro nuovo slogan." Annuncia ridendo.
"Esattamente!"
Arriviamo davanti ad una pizzeria dove vendono anche da bere e ci catapultiamo dentro, saltando mezza fila. Ignoro il loro sguardo assassino e abbraccio da dietro il mio fidanzato odorando il suo fantastico profumo.
La fila scorre e a servirci c'é un ragazzo alto minimo 1 metro 85, occhi verdi, capelli biondo cenere lisci, un fisico palestrato e un sorriso dannatamente bianco. Il tizio inizia a fissarmi da quando mi vede e guardandomi intorno noto un gruppetto di ragazzine che fangirlano probabilmente sul cameriere. Non le biasimo, sembra un ragazzo direttamente uscito dalla copertina di cosmopolitan ed è praticamente il sogno erotico e proibito di ogni ragazza che mette piede in questa pizzeria.
"Ehi amico!" Dylan scocchia due dita davanti al modello. "Occhi a me." Dice infastidito.
Soffoco una risata quando il cameriere si riprende dal suo stato di trance e rivolge il suo sguardo a Dylan.
Deve essere sicuramente un donnaiolo se addirittura da attenzioni a me.
"Oh scusa" il modello si districa i capelli lucenti sembrando ad una pubblicità di shampoo.
Dylan alza gli occhi al cielo chiaramente irritato.
"Dacci una doppia mozzarella per lei, e una 4 formaggi per me. Da bere due birre. Ah e fammi il favore di non farmi trovare qualche capello sul mio cibo." Dice e io scoppio in una risata ormai troppo trattenuta da tanto tempo per fingere che rimanga tale.
Dylan mi prende la mano e mi accompagna al nostro tavolo. Volevo vedere la reazione del modello ma mi ha tirata via in fretta troppo presto.
"Fai il bravo bambino." Arriccio il naso e lui si abbassa per mordermelo.
Mi ritiro indietro e prendo il cellulare aprendo la mia app preferita in assoluto: snapchat.
La fotocamera si apre e io faccio subito un video sotto lo sguardo confuso di Dylan.
"Anche tu con questa stupida applicazione!" La sua faccia la dice lunga sulla simpatia riguardo a questa fantastica app. Non capisce niente.
Il video si ferma e io lo faccio andare a rallentatore vedendo ogni singolo movimento e ogni singola espressione cambiare sul volto di Dylan. Scoppio a ridere mentre lui chiude gli occhi indignato.
"Dai! È divertente!" Lo spintono.
"Se lo dici tu."
"Guarda, puoi mettere anche l'effetto dove sei un unicorno e vomiti arcobaleno." Gliela mostro fiera di questa invenzione.
Ho deciso che mi sposerò con l'inventore di snapchat.
"Dopo questa ti lascio. Non posso stare con una ragazza che si mette in fissa per queste cose.. quasi quasi era meglio se tenevi il tuo vecchio cellulare che a mala pena inviava i messaggi." Scherza guadagnandosi un colpo sul petto.
"Mi mancava la tua simpatia" ironizzo.
"Mi sei mancata tu" si abbassa e mi ruba un bacio.
"Come siamo romantici." Lo prendo in giro sapendo che gli da fastidio essere chiamato così.
"Come siamo fastidiosi.." Ribatte.
"Se sono così fastidiosa allora chiamo il modello barra cameriere a farmi compagnia" dico cercandolo con lo sguardo.
"Modello eh?" Fa il suo stupido ghigno stringendomi la coscia.
Il cameriere torna con le pizze fumanti e un paio di birre mettendole sul tavolo.
"Ecco a voi ragazzi" dice senza degnarmi di uno sguardo stavolta.
"Ehi" lo richiamo.
Il cameriere si volta immediatamente nello stesso momento in cui Dylan alza lo sguardo su di me alzando un sopracciglio.
"Come ti chiami?" Sorrido al cameriere che mostra abbastanza interesse nel parlarmi.
"Alessandro." Risponde come se fosse fiero del suo nome.
"Oh? Sei di origini?" Chiedo.
"Italiane." Risponde fiero. Ovviamente.
"Allora questa pizza deve essere assolutamente buona." Continuo col mio falso flirt sotto lo sguardo di Dylan che sta a dire 'vai continua, vediamo dove vuoi arrivare!'
In realtà non me ne fotte niente ma la cosa mi diverte parecchio.
"Certo! Mio nonno mi ha insegnato l'autentica ricetta per far riuscire una pizza buona e so per certo che questa ti piacerà." Si auto elogia mostrando la sua dentatura bianca.
Cavolo! Oltre al modello e testimonial di uno shampoo può anche fare la pubblicità per dentifrici!
"Si, molto bene ma non ce ne fotte un cazzo, torna al tuo lavoro e sforna le tue autentiche pizze italiane. Gradirei mangiare senza essere disturbato, grazie." Taglia corto Dylan congedando Alessandro con lo sguardo.
Lui sembra irritato dalla sua risposta ma non ribatte niente se vuole tenersi stretto il posto del suo lavoro.
Lui mi fissa con un sopracciglio alzato e poi mangia la sua pizza lamentandosi che si è raffreddata per colpa mia, perché sono stata io a trattenere Alessandro.
Dopo aver finito paghiamo subito e il cameriere che mi fa l'occhiolino all'uscita. Pensava che lo avessi notato solo io invece Dylan era già in fase di attraversare il balcone per tirargli un pugno. Ovviamente non gliel'ho lasciato fare.
Lo accompagno davanti a casa sua e dopo un lungo bacio del quale non avrei mai voluto staccarmi mi dice di lasciare il cellulare acceso perché vuole uscire fuori con me.
Prima di prendere un taxi una lampadina si illumina dentro la mia testa.
Ashley.
Cambio subito risposta quando il tassista mi chiede dove voglio essere accompagnata.
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Quando voglio posso essere buona ❤
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Los amo mis amores
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