Capitolo 28
Focus.
Ariana Grande.
Una settimana: sono esattamente sette giorni, 168 ore e 10080 minuti che vivo nel vuoto. Una settimana che non mi parla, una settimana che non mi rivolge uno sguardo neanche per sbaglio, che non chiede di me. Una settimana che lo vedo in lontananza parlare e ridere con Denise. È stato così semplice dimenticarmi?
Perché sono così sbagliata? Perché non riesco a capirmi? Perché le insicurezze riescono sempre a prosciugarmi avendo sempre la meglio sulle mie azioni?
Quando ho raccontato tutto ad Ashley stava per schiaffeggiarmi ritenendomi la persona più stupida del pianeta. E probabilmente è anche così.
"Vieni qui!" Mi tira da una parte Ashley mentre cammino sola per il corridoio.
"Che c'è?" Il mio sguardo è perso nel vuoto.
Mi schiaffeggia sulle guance per farmi riprendere e indietreggio presa alla sprovvista. "Hey!" Mi lamento toccando la mia guancia dolorante.
È impazzita: ha la fronte corrugata, le mani conserte e mi guarda come se volessi eliminarmi dalla faccia della terra con la sola forza del suo sguardo assassino.
"La smetti di guardarlo come una completa idiota?" Chiede a bassa voce per non farsi sentire.
"Che?"
"Li stai guardando e sembri un idiota." Mi indica Denise e Dylan che parlano animatamente come se fossero una vera coppia. Forse lo sono..
Distolgo lo sguardo e torno a guardare Ashley che mi fissa ancora in cagnesco. "Cos'hai che non va? Non finirò mai di ripeterti che sei stata tu a volerla questa situazione. Se solo mi avessi dato ascolto.." Si lamenta.
Sospiro, stanca di tutto questo. So di fare le cose sempre sbagliate ma non ci posso fare niente. Sta diventando un abitudine ormai.
Forse dovrei limitarmi a lasciare tutto come sta andando ma questo dolore che ho dentro fa così male. Peggio di qualsiasi dolore fisico.
"Puoi almeno far finta che non ti importa?" Chiede come se fosse la cosa più semplice del mondo.
"Non ce la faccio, mi dispiace ma è più forte di me."
"Sei proprio come tuo padre..." Sussurra ma io la sento lo stesso.
"Che hai detto?" Mi irrigidisco.
Tutte le volte mi dimentico che Ashley sa di mio padre ma non vuole mai dirmi niente.
I suoi occhi azzurri incontrano i miei e non riesco a fare a meno di vedere il luccichio che nascondono. Mi tiene sempre all'oscuro di questo, e il fatto che lei sappia qualcosa di quel mostro mi spaventa sempre di più.
"Niente." Si ritira indietro.
"Ashley dimmelo immediatamente!" Sto quasi urlando e piangendo per la disperazione e lo stress.
"Non ho detto niente!" Alza le mani in segno di difesa.
"Si invece. È da quando ho messo piede in questa scuola che non fai altro che mandarmi frecciatine segnali su mio padre. Cosa sai di lui e sopratutto come fai a conoscerlo?" Chiedo in attesa di una risposta.
Non riesco a trovare nessun filo logico che colleghi mio padre ad Ashley. Non capisco come fa a conoscerlo nonostante sia in uno stato diverso. Non può aver indagato su di me o qualcosa del genere perché mio padre non è nessuno di conosciuto che puoi andare a cercare su internet o qualche cavolata simile.
"Devo andare a lezione!" Scappa subito e si dirige nella sua classe.
Merda!
Calcio un piede sull'armadietto riproducendo un rumore assordante a causa dei miei tacchi ma poi decido di andarla a cercare dopo. Non potrà mai sfuggirmi per sempre. Devo sapere cosa sa e perché sa.
Le mie rotelline cercano di funzionare per immaginare cosa nasconde ma non mi viene assolutamente niente in mente. Posso soltanto sperare che sputi il rospo.
Mi giro per andare alla prossima lezione e vedo Dylan lanciarmi una piccola occhiata prima di baciare sulla guancia Denise.
Sto andando in fiamme e lui si diverte a vedermi bruciare. Riesco a mala pena reggermi in piedi e i miei muscoli si fanno più tesi. Lo sta facendo apposta, so che lo sta facendo apposta ma non devo assolutamente mostrarmi vulnerabile sopratutto non di fronte a loro due. Devo soltanto imparare a dissimulare la mia fragilità così come fa Ashley: camminare in modo confidenziale.
Faccio un piccolo respiro e cammino nel modo più civettulo possibile. Devo ammettere che questi vestiti mi piacciono e in tutta onestà m rendono anche più femminile. Sento qualche fischietto da qualche ragazzetto del penultimo anno e non posso fare a meno di sorridere. Forse non sto camminando come un llama in fase avanzata.
Seriamente, non so dove mi sia venuta questa.
Il professore di filosofia continua ad esporre le teorie di quei inutili studiosi che non si sono mai resi conto, che al succo, dicevano fondamentalmente la stessa zuppa, infilandoci cavolate come "Io so di non sapere" solo per giustificare le loro stupide idee riguardanti il mondo.
Non capirò mai perché ci fanno studiare queste cose.
Prendo le mie ultime cose e non considero minimamente Dylan che non sembra minimamente toccato dal fatto che non stiamo più insieme. Ride scherza con tutti e io nonostante provo a far finta di niente mi sembra praticamente impossibile.
Infilo le mie cose nell'armadietto e cerco disperatamente Ashley. Questa volta non mi scappa. Devo sapete assolutamente cosa mi nasconde e lo saprò oggi.
Il primo posto dove cerco è davanti al suo armadietto personalizzato rosa.
Seriamente. Il suo armadietto è l'unico di colore rosa in mezzo alla fila di armadietti azzurri. Perché?
Non la trovo, così cerco praticamente in tutti corridoi e poi fuori. Devo raggiungerla prima che possa partire con la sua macchina.
Vedo in lontananza la sua macchina partire, mi affretto subito sui miei tacchi minacciando di cadere per mancanza di abitudine, ma poi mi scontro addosso ad un corpo buttandomi all'indietro e stavolta riesco già a vedere me stessa spalmata sul pavimento. Due braccia mi afferrano alla velocità della luce e guardo immediatamente negli occhi il mio salvatore.
"Ally?"
No, non può essere.
"Kyle?"
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#KYLE
YEEEEE
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