Capitolo 24
Everybody lies
Jason Walker.
Non ha senso ciò che sta succedendo. Pensavo veramente di importargli qualcosa, credevo mi amasse e che non mi avrebbe mai lasciata. È tutto un casino in questo momento, e non so più cosa fare.
È stato uno sbaglio lasciare Seattle per rifarmi una vita qui. Non riesco più a trovare un senso alla mia esistenza.
Il dolore che provo nel petto non è neanche così tanto lancinante, forse perché ormai sono abituata ...
Perché mi ha fatto questo? È bastato una notte per dimenticarmi? È bastata la perfezione di quella ragazza per calpestarmi?
Cammino guardando i miei piedi muoversi e passo vicino ad una vetrata dove la mia immagine riflette. Mi avvicino e mi guardo da testa a piedi: cosa ha lei che io non ho?
È per questo che mi ha lasciata.
Non sono magra come lei, non ho la pelle perfetta, non sono alta, non ho i capelli splendidamente lucenti, non mi vesto alla moda.
Improvvisamente provo uno schifo verso ciò che vedo. Non mi è mai importato della mia apparenza per questo mi vesto come mi pare senza badare al giudizio degli altri. Ma mi rendo conto che la storiella della bellezza interiore è tutta una cazzata.
Non valgo un cazzo in mezzo a tutta questa gente monotona, anzi, la diversità mi fa emarginare sempre di più.
Faccio un passo indietro e decido di chiedere aiuto ad Ashley.
Non so perché mi sto fidando di lei ma al momento non trovo qualcuno disposto ad ascoltarmi.
Non so nemmeno cosa ne sarà di me e cosa farò in futuro ma visto che ho ancora le chiavi di casa torno indietro sperando che non ci sia nessuno.
Non appena arrivo guardo le finestre per vedere se c'è ancora qualcuno. Sembra di no, quindi giro la serratura ed entro.
Il salotto è in disordine: ci sono lattine di birra sparse ovunque, tre cartoni di pizza i cuscini per terra. Sembra che sia andata via da mesi.
Sorpasso tutte le cose sparse per terra e salgo in camera. Il cuore mi si stringe quando vedo il letto perfettamente a posto così come l'ho lasciato. Spero non sia andato a casa sua.. o forse ha semplicememte dormito sul divano. Con lei.
Non posso pensarci.
Prendo la valigia che avevo quando sono arrivata qui e metto tutta la mia roba alla rinfusa. Mi fa sempre più male restare qui dentro.
Chiudo tutto, e scendo al piano di sotto.
Il mio occhio cade subito su un paio di chiavi messe accanto al bancone della cucina e mi avvicino per prenderle. Le riconosco subito: sono le chiavi della casa davanti alla spiaggia. La stessa che Dylan voleva immensamente che io risistemassi. È passato un po' di tempo da quando la chiamava "la casa del sesso". Dove tutto più o meno ebbe inizio.
Le prendo ed esco rapidamente da questa casa prima che altri ricordi inizino ad offuscarmi la mente.
Fortunatamente non ho tanti vestiti, quindi non mi trovo in difficoltà quando arrivo davanti a casa di Ashley.
Ho deciso di andare a piedi per guadagnare tempo e nell'attesa inizio a smanettare con il cellulare. Ci sono un sacco di applicazioni che non conosco quindi decido di aprirle tutte e vedere di cosa si trattano. Apro subito la musica ma non c'è ancora niente, poi qualche gioco qualcosa tipo clash of clans di cui non ho capito minimamente come funziona, poi snapchat. Mi spavento quando vedo una fotocamera e non capisco l'utilità di questa app se ho già la fotocamera, giro a destra e sinistra e capisco che si tratta di una chat dove puoi inviare foto e video. Scopro anche con piacere che ci sono degli effetti come l'arcobaleno che esce dalla bocca o i video a rallenty, così passo un'ora come una demente a farmi video e foto di questo genere finché una voce acuta mi fa tornare alla realtà.
"Ally che stai facendo? " chiede Ashley guardandomi strano.
La vincitrice delle figure di merda sono io, non che mi importi qualcosa in realtà.
Il suo sguardo passa da me alla valigia. "Dove vai?"
"Me ne sono andata via di casa." Rispondo mettendo il cellulare in tasca. È così fragile questo oggetto..
"Ah.." dice, ed è sempre più confusa.
"Puoi accompagnarmi in un posto?" Chiedo e lei assume un espressione sospetta.
"Dove?"
"Puoi farlo e basta?" Chiedo facendo un sorrisetto falso.
Non ho intenzione di raccontarle della casa, ma per ora necessito di un passaggio. Sto quasi per finire i miei ultimi risparmi.
Annuisce poco convinta e apre il cofano per farmi mettere la valigia. Faccio il giro e mi siedo dalla parte del conducente.
Durante il tragitto fa partire un CD dei nirvana e mi stupisco subito che una ragazza come lei ascolti un genere come questo. Il mio preferito fra l'altro.
"Ascolti i Nirvana?" Chiedo stupefatta.
"Si perché?"
"Niente. Ti facevo una da sigla di High school musical" soffoco una risata ma è più forte di me.
"Ah ah divertente. E comunque per essere una persona che dice di guardare al di là delle cose sei una che ha i pregiudizi."
"Quando mai l'hai detto?" La guardo male.
"Nella classe di letteratura. Erano solo chiacchiere tanto per attirare l'attenzione del prof."
Sei ci penso bene si: ho i pregiudizi. Giudico sempre dell'apparenza delle persone ma è stata la vita ad insegnarmi che le etichette se le fanno da loro quindi non devo far altro che adattarmi. Sono una stupida a pensare così ma purtroppo non mi è più di mio interesse conoscere le persone. Probabilmente si rivelano molto peggio di quanto sembrino. Ne ho la prova.
Alzo le spalle in segno di indifferenza. Sfido chiunque a biasimarmi dopo tutte le teste di cazzo che ho incrociato nella mia inutile vita.
"Sono riuscita a convincere il preside. Domani tornerai a scuola." annuncia Ashley di punto in bianco.
Mi giro di scatto "che? Sei seria?"
"Si. Non ci è voluto tanto in realtà, i miei danno un generoso contributo a quella scuola, quindi porca miseria se non mi ascoltava." afferma soddisfatta.
"Be' ti ringrazio allora." non riesco a capire dove sia finita la Ashley che ho conosciuto ai miei primi giorni a Los Angeles.
"Dove devo girare?" Chiede quando siamo vicino ad un incrocio.
"A destra, poi alla rotatoria a sinistra." esegue quanto detto e accosta davanti alla grande casa.
Scendo immediatamente e così fa Ashley.
"Chi ci vive qui?" chiede osservando la casa da cima a fondo.
"Da adesso in poi io." Rispondo.
"Che? Tu ... ma com'è possibile?" dice incredula.
Be' si può sembrare molto strano in quanto sono stata appena cacciata di casa e non sto praticamente lavorando.
"Puoi entrare senza fare domande?" non esiste che le dirò la storia di questa casa. Nella maniera più assoluta.
Entro e sorrido quando vedo come tutto è esattamente al suo posto. C'è un odore di chiuso e di polvere così prendo subito l'occasione di spalancare le porte della terrazza. Sono innamorata della vista esattamente come la prima volta.
Ashley si guarda intorno sempre più confusa e poi si siede sul divano pelle bianco ma non prima di aver pulito con una salvietta che tiene in borsa.
"Tu mi fai paura.." ammette non potendo credere a ciò che vede.
"Starò qui solo per un po', sto prendendo in considerazione di andarmene a Seattle penso.." mi confesso con quella che credevo fosse la mia peggior nemica.
"Per quale motivo dovresti? Tuo padre è un alcolizzato e t-" si blocca immediatamente.
Ashley ha sempre saputo qualcosa su mio padre ma non ho mai capito come ne fosse a conoscenza.
"Come sai di mio padre?" chiedo immediatamente.
"Non posso dirtelo.." dice e io inizio ad irritarmi.
"Oh si che me lo dirai." affermo convinta.
"Non è importante. In ogni caso tu te ne stai andando per Dylan, non mi sembra una scelta intelligente da fare."
"Non me ne sto andando per lui" mento. O forse non del tutto.
"Stai soltanto lasciando campo libero a Denise." mi fa notare.
Sospiro "non è così. Non si tratta di questo: lui non mi ama quanto diceva di farlo. E lei è più bella di me quindi ci è voluto poco per calpestarmi. Non per nulla sono andati a letto insieme."
Allarga gli occhi dallo stupore "Sei sicura? "
No ma.. "Si. "
"Allora tu comportati di conseguenza" propone.
Che?
"Cosa no? Non andrò a letto con qualcun altro" ma è pazza?
Alza gli occhi al cielo. "E chi ti ha detto che devi farlo? Io pensavo a qualcosa tipo farglielo credere. Il beneficio del dubbio uccide i ragazzi" spara le sue pillole di saggezza fucsia.
La guardo poco convinta.. ho paura di stare ancora più male.
"Andiamo.. in oltre posso aiutarti a migliorare la tua immagine. Denise non è perfetta come sembra" propone cercando di invogliarmi.
È un'idea folle ma molto migliore di qualsiasi opzione possibile al momento.
"Diciamo. . Non sei così irrecuperabile, hai una buona base sostanzialmente-" mi esamina come una cavia dalla laboratorio poi mi guarda negli occhi "Ti vesti come mia nonna ma non sei assolutamente lontana d'essere migliore di Denise." mi elogia.
Alza un sopracciglio "ci stai?"
Prendo secondi per pensarci. Si è un'idea totalmente folle.
"Si, ci sto."
Spero non sia un disastro.
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#KYLE
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