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Capitolo 18

You're fucking perfect.

Pink.

"Ally ferma!" Due braccia forti mi prendono per la vita allontanandomi da lei.

Denise si rimette i capelli apposto senza reagire e rimane a terra.

"Cazzo! Sei impazzita?" Si mette nel mezzo tra noi due, poi aiuta la puttana davanti a me a rialzarsi. Le porge le stampelle e fa un movimento vano per zoppicare e prendere l'equilibrio.

Guarda Dylan e me con una faccia dispiaciuta. "Mi dispiace.. non dovevo venire." Dice con un tono che mi fa prendere la voglia di saltarle nuovamente addosso.

"Certo che non dovevi venire. Sei una stronza, smettila di fare tutta questa scenata perché mi hai veramente rotto. Sei contenta che adesso sono sospesa?"

"Ally.." Dylan mi avverte.

"Non sono venuta da te." Si giustifica.

Sta soltanto buttando altra benzina sul fuoco e in questo momento sto esplodendo di rabbia.

Cerco di venirle di nuovo addosso ma Dylan mi ferma per il braccio.

"È meglio se te ne vai." Le dice.

"Va bene. Ma ho bisogno di parlarti.." dice.

"Ma te ne vai via e basta!"Urlo. Sono fuori di me.

Dylan praticamente mi trascina dentro casa e chiude la porta per cessare a questa orribile situazione.

La odio, non c'è via d'uscita.

"Sei impazzita?"

"Non darmi della pazza." Avverto.

"E invece sei proprio matta da legare. Aveva le stampelle potevi peggiorare la situazione. Ti rendi conto che sei tu nella merda e non lei?"

"E tu vuoi capire che le stampelle sono tutta una sua invenzione? A questo punto non mi interessa più niente."

Sospira "Lasciala in pace. Lo dico per il tuo bene."

Faccio una risata sarcastica incredula da tutta questa situazione "chi è che deve lasciare in pace l'altro scusa? Piantala di difenderla."

"Non la sto difendendo. Questa volta hai torto marcio.. Non puoi picchiare così a caso la gente."

"A caso... a caso?" Sono indignata e non riesco nemmeno a trovare le parole da dire.

Senza aggiungere niente prendo e me ne salgo al piano di sopra chiudendomi in una stanza inutilizzata.
La stanza dove dorme Dylan non ha una porta visto che l'ha sfondata per colpa mia e io ho bisogno di privacy.

Mi distendo sul letto e le lacrime escono contro il mio volere. È così fastidioso non essere in grado di gestire le proprie emozioni. Più voglio qualcosa e più mi si ritorce contro.

Non capisco perché se la debba prendere con me quando la mia azione è pienamente giustificata. Io la odio come lui odia altre persone. Non me ne posso fare una ragione perché è praticamente inevitabile.

Dopo venti minuti passati a piangere e battere i pugni sul cuscino sento la porta bussare.

Mi asciugo velocemente le lacrime e sento la porta aprirsi. Giro velocemente la testa e guardo la finestra.
Il letto si abbassa e sento la sua presenza accanto a me "Possiamo parlare?" Mi chiede.

Alzo le spalle non guardandolo negli occhi.

La sua mano si appoggia sulla mia guancia e mi fa girare la testa costringendomi a guardarlo.
"Stavi piangendo?" Mi asciuga gli angoli degli occhi con i pollici ma io mi ritraggo.

"Si, ma non piangevo per te. Ho i crampi mestruali e mi fa male la pancia" mento.

Il mio orgoglio è quasi testardo quanto i miei istinti omicidi contro Denise.
Perché devo ricordarmi di lei?

"Non essere arrabbiata con me."

"Okay" Alzo le spalle e mi rigiro dall'altra parte.

"No non è okay. Guardami negli occhi." Ordina.

"Guardami negli occhi." Ripete.

Così faccio e mi ritrovo le sue labbra sulle mie. C'è qualcosa di forte in questo bacio, che mi fa reagire all'istante. Qualcosa di prepotente come se volesse dimostrare qualcosa.

"Ti amo. Lo sai questo, vero?" Dice con le mani a coppa sulle mie guance e gli occhi puntati sui miei.

"Ti porterà via da me." Dico nel panico.

So che succederà. È troppo facile superarmi e strapparmi via tutto ciò che amo.

"Non succederà piccola. Sono troppo innamorato per avere occhi per qualcun'altra. Troppo." Dice e io sorrido sollevata.

"Sei romantico e non te ne accorgi."

Fa un sorrisetto "Non rovinare tutto proprio adesso."

"Ti amo anch'io. . Tanto" Mi avvicino e gli stampo un bacio sulle labbra.

"Mi prometti di lavorare bene sulla tua impulsività?" Chiede.

Sarà difficile. "Si, cercherò di restare calma.. più o meno."

Mi guarda poco convinto ma mi abbraccia se buttando il suo corpo sul letto trascinandomi con lui.
"Perché hai aperto questa stanza? Non la apro da tanto." mi sposta una ciocca dal viso.

"Non lo so.. ma mi piace. È molto più spaziosa."

"Sei vuoi possiamo spostare tutta la nostra roba qui." Dice.

"Si sarebbe meglio. Mi piace questa di più."

"Allora facciamo come dice la principessa."

Faccio un ghigno "Romant-"

Vengo interrotta dalla sua battuta scadente "Sul pisello." Alza i fianchi per venirmi incontro lasciandomi scappare un gemito.

"Devo ridere?" Lo prendo in giro.

"No, devi scopare." Ghigna.

"Dobbiamo.. perché principalmente lo vuoi tu."

"Beh si, in effetti." Ammette.

Sorrido mordendomi il labbro "Prima voglio provare il mio nuovo telefono dico scavalcandolo e scappando prima che riesca a buttarmi di nuovo sul letto.

Prendo dal mio zaino la scatoletta e salgo tornando in camera.
Mi piace davvero questa stanza: è davvero grande, il letto sembra molto più morbido e io adoro i letti morbidi.

Risalgo a cavalcioni su di lui.
"Non puoi farmi questo. Mi stavo eccitando e tu te ne vai all'improvviso."

"Ti regalerò un orgasmo per il tuo compleanno." Lo prendo in giro mentre cerco di aprire la scatoletta.

"Stronza. E io che volevo farmi un piercing sul labbro e sul naso." Dice.

Ricordo ancora le molteplici volte che gli ho consigliato di farsi quei due piercing che a lui starebbero da dieci.

"Davvero?"

Annuisce.

"Quasi Quasi me lo faccio anch'io" dico prendendo in mano l'iphone 6 color oro e cercando disperatamente il tasto di accensione.

"Non che non te lo farai. Sei bellissima così non hai bisogno di bucarti la faccia."

"Cosa c'entra? A me piace. Credo proprio che mi farò il septum."

"Così al posto di una ragazza sarò fidanzato con un toro."

No.

"Dove cazzo è il tasto di accensione?" Cambio argomento.

Mi farò quel cavolo di septum.

"Da qua" me lo strappa dalle mani e in una frazione di secondo, lo accende e me lo restituisce.

"Grazie"

Mi sembra strano tenere un oggetto del genere in mano: sono sicura che ci metterò mesi a capirci qualcosa. Rimpiango il mio cellulare primitivo.

Inizio a tastare tutto le schermo e per sbaglio mi si apre la fotocamera. Gli scatto una foto sotto il suo sguardo interrogativo.

"Non ci capisco niente." Mi lamento.

"Lo vedo." Ridacchia.

"Dove diavolo si mette la sim?"

Mi riprende il telefono e ci mette la sim. Mi mette io codice di sblocco che secondo lui è essenziale sopratutto se hai un cellulare di settecento dollari in tasca.

"Ti metto la musica con il Mac. Poi ti faccio vedere come si fa.. hai due messaggi" dice.

Cerco di prenderglielo dalle mani ma lui si sposta e tocca lo schermo.
"Hardin?" Ringhia.

Merda.

"Che vuol dire 'mia mamma ti aspetta alle 4.00'?" Quasi urla.

Aiuto.

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ADDIOOOOO

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