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capitolo 14

I remember years ago someone told me i should take caution when it comes love, i did.

Shontelle.

"Tieni" mi porge una busta media sulle ginocchia.

"Cos'è?" Chiedo curiosa.

"Aprilo.." dice semplicemente.

Annuisco e apro la busta incollata tre volte con lo scotch. La mia curiosità è così grande che quasi mi sto irritando del tempo che ci sto mettendo per aprirla.

La apro per trovarci una scatoletta bianca di un telefono. La tiro fuori e mi rendo conto che mi ha appena regalato un iPhone 6.

"Hai avuto la bella pensata di distruggere quel catorcio di telefono che avevi, se così si poteva chiamare" fa una faccia disgustata.

"Quindi ho pensato di regalarti questo.. sicuramente non avrai problemi" prosegue.

Questo cellulare costa tantissimo.. perché me lo ha comprato?

"Dylan... non posso accettarlo.. dico sul serio"
È davvero troppo.

"E invece si. Prendilo e basta non devi fare nient'altro" dice semplicemente.

"Ti ringrazio ma no.. è troppo, già sto facendo la vita da mantenuta, se ci metti pure a comprarmi oggetti costosi.. mi fai sentire in colpa" mi lamento ed è la verità.

Sospira "che cosa ti frega se a me sta bene così? Se me lo rendi mi offendo." Dice facendo il labbruccio.

Stronzo. Sa già i miei punti deboli.

Guardo il cellulare e lui interdetta "va bene.. ma non mi comprare più niente per favore" Chiedo.

"Sai già che non accadrà" mi fa un ghigno.

Alzo gli occhi al cielo e mi siedo in collo a lui. "Grazie" sorrido.

"Non c'è di che.. dopo cosa vuoi fare?"

Sospiro "studiare per quel fantastico test di matematica"

"Tu studi?" Fa una faccia sconvolta, nel chiaro tentativo di prendermi in giro.

"Simpatico. . Dico davvero rischio l'anno se non mi metto sui libri"

"Infatti non voglio che tu ripeta l'anno. Quando andrò all'harvard university ti vorrei con me."

Harvard?

"Dopo il liceo andrai all'Harvard?" Mi mordo il labbro inferiore.
Sinceramente non ho mai pensato al mio futuro, nemmeno adesso, che è il nostro ultimo anno.

"Si, tu no?"

Alza un sopracciglio "sinceramente non ho mai pensato all'università dopo la scuola. E in ogni caso non frequenterei mai un università come quella di Harvard."

"Perché no?"

Odio quando mi fai queste domande.

"Molto semplice: prima di tutto non ho i milioni che spuntano dappertutto e anche se così fosse non sarei mai in grado di affrontare uno dei college più prestigiosi degli States"

"Io sarei disposto a pagarti gli studi" dice e mi alzo immediatamente dalle sue ginocchia.

"No no e no. Anzi, sai una cosa? Tieni il telefono non lo voglio"

Alza gli occhi al cielo "dai non arrabbiarti.. era solo una supposizione."

"Una supposizione che non accadrà mai. Non mi interessa andare all'università, appena uscirò da questa scuola mi troverò un lavoro con il solo diploma" spiego.

Si rabbuia e così faccio anch'io. Pensare a lui così lontano da me mi fa venire i brividi ma per adesso non voglio pensarci.

"Va bene.. calmati" dice con un tono offeso.

"Scusa- ..è solo che tu hai tutto e io niente. Non mi va che tu sprechi soldi per me.."

"Io non ho tutto. I soldi non riusciranno mai a restituirmi tutto ciò che ho perso" dice e io affondo nelle mie stesse paure.

Parla di sua sorella.. suppongo.
Dio che situazione di merda.. è partito tutto da un test di matematica.

"Scusami.. Non intendevo in quel senso, è solo che .. possiamo cambiare argomento? Non mi va di discutere." Dico esasperata.

Sospira "Vieni qui.. litighiamo praticamente il 95% del nostro tempo"

"Già.." dico risiedendomi sulle sue ginocchia e avvolgendo le mia braccia al suo collo.

"Dimmi un po' .. che facoltà vorresti scegliere all'università"

"Di legge." Dice sussurrando come per paura che qualcuno lo senta.
E probabilmente è proprio così.

"Wow" sono scioccata.

"Non prendermi in giro. ." Dice.

Ridacchio "ho sempre saputo che sei un secchione, è inutile che ti nascondi dietro questa maschera da bad boy" lo beffeggio.

"Non sono un secchione, semplicemente mi piace studiare"

"Sei un secchione, un romanticone .. cos'altro mi nascondi Wilde?" Ridacchio per la sua espressione.

"So scopare da Dio, ah già ma questo è risaputo da tutte" dice e mi ghiaccio sul posto.

Non può seriamente averlo detto.

"Scusa.." dice dopo qualche secondo rendendosi conto di aver fatto una grossa gaffe.

"Sei stronzo .. anche questo è risaputo"

Il solo pensiero di Dylan che è stato con tantissime ragazze prima di me, mi fa andare in fiamme. So già che è successo ma proprio non riesco a sopportarlo.

"Ti amo.. anche questo è risaputo" dice cercando di riparare il danno.

Sorrido "anch'io" appena unisco le mie labbra con le sue una voce ci interrompe.

"Dylan ho bisogno di parlarti, possibilmente prima che finisca l'intervallo"

Qualcuno può uccidere Denise al posto mio?

Mi giro verso di lei scocciatissima "stiamo parlando non vedi?"

"Si, ma è urgente" si mette i capelli da una parte.

Perché è bellissima anche con un solo semplice gesto?
Perché Dio ti sei permesso di donare tutta questa bellezza ad una persona così irritante come lei, perché?

"Puoi tranquillamente parlare davanti alla mia ragazza" dice e io vorrei fare salti di gioia e mandarla a fanculo.

Lei ci guarda non mostrando nessun fastidio e la cosa mi irrita ancora di più.
"Va bene.. stavo pensando .. potrei ridipingere le pareti della casa?" Dice in tono sensuale.

Sto per togliermi la scarpa e tirargliela sulla sua dannata testa.

"No, non puoi." Lo precedo io.

Lei mi lancia uno sguardo dolce ma di sfida "Non sei tu a decidere. Ho chiesto al proprietario della casa"

Hai ragione, ma cazzo, no che non ha ragione. Deve stare zitta e possibilmente stare lontana anni luce dal mio ragazzo.

Guardo Dylan che sembra nervoso "Io non ho problemi, basta che non mi rovini il parquet" dice infine.

Lei sorride "Grazie"

Mi rivolge uno sguardo trionfante e se ne va via sculettando come una fottuta troia.

Mi alzo da lui e senza rivolgergli lo sguardo me ne vado via.
Mi prende da un braccio impedendomi di proseguire "Non puoi arrabbiarti per questo."

"No? Sei sicuro? Sai quanto mi infastidisce quella ragazza e tu ti ostini a comportarti bene con lei."

Il mio ragionamento ha senso soltanto dentro il mio cervello, ma non me ne importa niente, deve starle lontano.

"Sei arrabbiata perché ho accettato dopo che tu hai detto di no? O semplicemente sei arrabbiata perché è venuta a parlarmi? "

"Sono arrabbiata della sua semplice esistenza."- spiego " Non deve parlarti, non deve guardarti non deve proprio considerarti figuriamoci toccarti o addirittura abbracciarti. Mi da troppo fastidio" quasi urlo attirando l'attenzione degli studenti.

Sono gelosa e disperata ma non me ne fotte un cazzo.

"Adesso me ne vado. Sono stufa di ripetere le stesse cose, di arrabbiarmi e di discutere in continuazione come un ciclo infinito." Dico e corro subito in classe udendo il suono della campanella.

Sono un disastro.

//////
HO PERSO LA MIA VOCE :(

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