Capitolo 12
Just gonna stand there and watch me burn.
Eminem ft Rihanna
Vogliamo scherzare?
Ho i nervi a fior di pelle e non so quanto sarò brava a nascondere la mia irritabilità.
Salgo in macchina nel sedile anteriore, figuriamoci se la faccio sedere anche accanto a Dylan, e sbatto la portiera.
No, non ce l'ho fatta. Sono troppo incazzata.
Denise sembra non farci caso, o forse fa finta, mentre Dylan mi guarda storto e confuso completamente ignaro della mia arrabbiatura.
Il tragitto passa silenzioso e scendo aspettando di entrare dentro casa.
"Grazie infinite Dylan, sei stato gentilissimo." Sorride- "Ci vediamo, ciao Eva"
Chiudo gli occhi "Sono Ally" cazzo.
"Scusami.. Sono un po' sbadata con i nomi"
"Immagino" sputo ironica, dato che ricorda soltanto i nomi che le fanno comodo.
Dopo che è completamente sparita dalla mia vista, entro in casa raggiungendo direttamente la cucina. Ho troppa fame, tutto questa nevrosi di stamattina mi ha fatto venire una fame da lupi.
Senza troppi ripensamenti faccio la pasta al sugo di pomodoro: mia nonna era di origine italiane quindi ho imparato a farla bene.
Dylan compare in cucina osservando ogni mio passo.
"Sei arrabbiata?" Chiede.
Che domande fa?
Ovvio che sono arrabbiata, sono incazzata nera che strapperei uno ad uno i capelli lucenti di Denise per smaltire tutta la frustrazione che ho subito negli ultimi giorni.
"No." Rispondo con tono duro.
"Okay." Dice e se ne va. Ovviamente non ha capito che il mio 'no' stava per un fottutissimo 'Si sono incazzata nera'
Butto la pasta e con un cucchiaio la giro immaginando Denise al suo posto. La sto letteralmente schiacciando: forse verrà proprio una merda. Forse.
Dopo che ho finito apparecchio mettendo due piatti pieni di pasta rotta e molle sopra il tavolo.
Con un sospiro lo raggiungo in salotto "vieni se vuoi venire a mangiare" dico e mi siedo mangiando.
Lui continua a guardarmi probabilmente rendendosi finalmente conto che sono furiosa.
Mangiamo in silenzio e dopo imbarazzanti minuti in quello stato tossisce "Cosa ho fatto adesso?"
"Niente." Infilo tre quattro penne rigate nella mia forchetta e mangio.
"La sai una cosa? Mi hai rotto il cazzo. Se hai qualcosa da dirmi, dimmela immediatamente non farmi stressare inutilmente con i tuoi fottuti monosillabi." Dice alzando il tono di voce.
"Ah si? Davvero non ti rendi conto della situazione?"
"Sinceramente no." Risponde incrociando le braccia.
"Allora vuoi che faccia il punto della situazione? Benissimo. Fino a qualche giorno fa volevi uccidere Jason per quello che ha fatto mentre adesso siete di nuovo tornati amici con due parole. Per non parlare poi di Denise. Viene ti chiede un passaggio e tu accetti tranquillamente non curandoti minimamente del fatto che possa avermi dato fastidio."
Apre la bocca incredulo dalle mie parole "come scusa? Per prima cosa Jason aveva i suoi motivi per farlo quindi non metterci più bocca. Secondo, cosa c'è di male se l'abbiamo accompagnata? Sta accanto a noi. Non capisco proprio il tuo fastidio."
"Va bene fai come cazzo ti pare con Jason. Se per te è perdonabile chi tradisce, per me no. E non usare il plurale, sei tu che hai accompagnato Denise."
Sospira "Va bene l'ho accompagnata io, qual è il problema."
Nessuno se non fosse per il fatto che gli piace il mio ragazzo e fa di tutto per parlargli.
"Non capisci qual è il problema?" È il colmo- "quindi se chiamo Hardin e mi faccio accompagnare da lui, a te sta bene, giusto?"
Lo vedo stringere i bordi della tavola "Cosa c'entra adesso quell'idiota? Hardin lo farebbe apposta per irritarmi. Non paragonare cose che non c'entrano niente." Urla.
So urlare anch'io "Rispondi: quindi se mi faccio accompagnare da lui a te non darebbe fastidio?" Ripeto la domanda ignorando la sua insensata teoria.
"Questa discussione deve cessare all'istante" È furibondo.
"Hai proprio ragione." Dico e lo lascio lì impalato, mentre salgo per farmi una doccia.
Per ginnastica e per aiutarmi a rilassare.
Mi metto il mio bruttissimo maglione color rosa antico e un paio di jeans. Sono troppo incazzata per potermi vestire bene. L'unica cosa positiva è che finalmente ho trovato un lavoro, almeno posso pagarmi l'esame e comprarmi una fottuta macchina. Forse cesserà il problema del passaggio.
Prendo una borsa, le chiavi e scendo giù.
Passo tranquillamente accanto a Dylan che guarda uno show demenziale in tv e non appena mi nota alza subito lo sguardo verso di me.
"Dove credi di andare?"
Lo ignoro mettendomi il giubbotto. Fa' dannatamente freddo in inverno nonostante l'aria arida della California.
"Ti ho fatto una domanda." Dice.
"Non sono affari tuoi." Dico e afferro la maniglia non prima di bearmi della sua faccia sconvolta alla mie parole.
Così impara.
Sono molto, ma molto sicura che se avessi anche solo pensato di chiedere un passaggio ad Hardin si sarebbe incazzato a morte. Bene, la stessa cosa vale per me.
Prendo un taxi e raggiungo l'indirizzo che mi ha dato la signora per telefono. Non appena arrivo rimango sconvolta nel realizzare che la casa che mi è stata indicata, è la stessa casa dove io e Jessica siamo andate per la festa.
È la casa di Hardin.
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OPS 🙊
I love you all
Yous 💕
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