Prologue
"LOUIS, SVEGLIATI!"
Louis mugulò annoiato e dolorante mentre si stiracchiava sul suo meraviglioso letto in legno sudicio. Il materasso era umido, bucato, malandato ed il ragazzo si chiedeva perchè diamine continuasse a vivere in quelle condizioni.
Si sedette sul letto poggiando i piedi a terra mentre si passava le mani ai capelli. Si guardò attorno ed i suoi occhi azzurri si soffermarono sulla sua stanza: un semplice buco con un letto, un comodino con una candela mezza ormai consumata e poi beh... la parte d'oro, la sua scrivania.
In quella scrivania c'erano tutti gli studi di una, seppur giovane, vita. Louis Tomlinson, il più grande viaggiatore di quel tempo, teneva lì le sue cartine disegnate approssimativamente secondo tutti i viaggi che aveva fatto. Curioso della vita, aveva sempre bisogno di andare via dal suo paese per conoscere tutto del Mondo... Arrivare fino alla fine di quest'ultimo se mai fosse esistito...
"LOUIS WILLIAM TOMLINSON, MUOVITI!" Urlò ancora la proprietaria della locanda più squallida del suo paese. Ma Louis pensava che quella locanda fosse la peggiore in tutto il fottuto mondo dato che Clarisse, la donna che gli stava inveendo da un'ora, gli aveva dato una perenne sistemazione in un buco dimenticato dal loro Dio.
Velocemente Louis si sistemò i suoi pantaloni in pelle stretti, si allacciò i suoi semplici stivali in cuoio, e si alzò mentre si passava nervosamente la mano sull'addome ben scolpito. Afferrò la sua camicia bianca in cotone leggera per poi sistemarsi la sua adorata cintura in pelle ai fianchi.
"Arrivo mia dolce e amata Clarisse" disse ironico Louis scendendo le scale salutando qualche ubriacone che già di mattina beveva come un cammello la birra scadente del luogo
Clarisse, nonostante l'odio, era la "mamma" di Louis. Si chiedeva spesso come mai l'avesse lasciato vivere, Clarisse si era ritrovata un Louis neonato davanti la locanda ventidue anni fa durante i tempi bui della guerra... Era come se gli occhioni azzurri del bambino l'avessero imbambolata costringendola a prenderlo con sé.
Louis ripensava spesso al suo passato, non nutriva odio verso i suoi genitori per averlo lasciato, chiunque loro fossero... L'unica cosa che lo legava al suo passato era la collana che aveva al collo con un ciondolo che rappresentava una mezzaluna, niente di particolare ma era pur sempre qualcosa che i suoi genitori gli avevano lasciato. Non si chiedeva neanche chi fossero perchè probabilmente la risposta non gli sarebbe piaciuta. La cosa che contava in quel momento per lui era quella di... Viaggiare e costruirsi una vita degna di essere vissuta.
Ma purtroppo Clarisse non gli permetteva tanto dato che doveva pagare "l'affitto" della camera ogni mese, ed il costo degli attrezzi che utilizzava per il disegno delle sue amate carte geografiche costavano... Louis era un grande viaggiatore, ma non ricco.
L'unica cosa che lui aveva, era il suo amato cavallo Arione. E poi il suo non era un normale cavallo... L'aveva incontrato in uno dei suoi primi viaggi da bambino con il marito deceduto di Clarisse... I due avevano legato tantissimo, tanto a che, Louis pregò il "padre" di portarlo con loro. Un bellissimo manto nero, una criniera blu notte, gli occhi scuri che incutevano terrore in un primo momento, Arione era lo spettacolo puro della razza.
Louis si bloccò non appena vide Clarisse seduta mentre leggeva una lettera davanti a due soldati. Deglutì e si avvicinò lentamente
"Salve, di grazia, potete spiegarmi che succede?" chiese Louis affiancandosi alla donna che in silenzio gli consegnò la lettera
"Messere Louis William Tomlinson, è richiesta la sua presenza al castello" disse uno dei soldati tenendo la sua mano ferma sopra la custodia della spada, quasi come se fosse pronta ad estrarla incutendo soltanto irrequietezza a Louis che si portò la mano al fianco maledicendosi del fatto di non aver legato la sua amata spada, come faceva sempre per essere pronto nei casi di pericolo.
"Per quale motivo?" chiese Louis incrociando le braccia al petto ed i soldati si guardarono per poi girare lo sguardo verso di lui
"E' il Re in persona a chiedere di voi, non faccia altre domande, dobbiamo metterci subito in marcia" disse il soldato e Louis si ritrovò leggermente spaesato
Cosa poteva volere un Re da un povero viaggiatore di Nephil, il paese sperduto dove viveva?
"Louis, muovi quel sedere o giuro che ti butto fuori di casa, e porta qualche soldo!" esclamò Clarisse mentre lo spingeva in stanza urlando come era suo solito fare
"Non voglio la testa mozzata a quest'età, Clarisse, ovvio che ci vado, è il re a chiedermelo" borbottò il ragazzo afferrando la sua spada e le sue cartine geografiche arrotolandole e mettendole subito dentro la sua borsa di cuoio leggera
"Chissà cosa vorrà da te" borbottò mentre Louis sorrideva come un bambino correndo felice come non mai di viaggiare dato che per raggiungere il Castello ci volevano tre giorni a cavallo "DATO CHE SEI UNA TESTA DI MULO!" Esclamò rincorrendolo fino ad affacciarsi alla finestra notando Louis mandarle un bacio volante
"Sempre così dolce la mia amata Clarisse" ironizzò divertito mentre le riservava un piccolo inchino, e Clarisse ruotò gli occhi rientrando facendolo ridere
Si sistemò e subito notò i soldati a cavallo guardarlo mentre tenevano le briglie di Arione
"Hey" Louis sguainò la spada "Lasciatelo" disse incazzato ghiacciandoli con i suoi occhioni azzurro chiaro
"Un semplice viaggiatore si mette contro due soldati del Re?" lo sbeffeggiò un soldato sguainando la spada puntandola contro Louis che sorrise
"Beh, se io muoio, voi tornate dal Re senza di me... Non credo sarà felice, e credo che per tirarsi su il morale vorrà mozzarvi le teste" usò la logica Louis facendo bloccare i due soldati "Il Re ha bisogno di me, non di voi, quindi se per favore potreste lasciare il mio cavallo, messeri" disse sorridendo acidamente. Louis non sopportava i soldati, erano rudi e sopratutto stupidi e snob.
Il soldato lasciò le briglie del cavallo e Louis rifoderò la spada per poi dare qualche carezza ad Arione sussurrandogli degli "Sono degli idioti, lascia perdere". Salì a cavallo e trottò fieramente davanti ai soldati
"Allora, si va?" chiese sorridendo angelicamente
I soldati trottarono insieme a lui mentre gli abitanti guardavano Louis che fiero e con un sorrisetto divertito andava a testa alta
"Oh, Tomlinson! Sempre tu ragazzino!" disse una vecchietta ridacchiando contagiando Louis
"Di cosa ti stupisci mia cara, è bello e giovane il nostro ragazzo, sempre pronto a viaggiare" disse un'altra con il cesto di frutta appena tornata dal mercato
"Ragazzo, mi raccomando, portaci nuove storie!" disse un uomo uscendo dall'officina asciugandosi il sudore della fronte con le mani coperte dai pesanti guanti
"Mastro Will, quello sempre!" disse Louis sorridendo come non mai dando il segno al cavallo di iniziare a cavalcare pronto ad uscire dal paese seguito dai due soldati che sobbalzarono non appena notarono il ragazzo già quasi fuori
Tutti i cittadini lo salutarono calorosamente e Louis sorrise come non mai dandogli un ultimo saluto per poi guardare oltre e respirare aria di... novità... Felicità di... vivere una nuova avventura
Tutti lo amavano, era così vispo, sempre pronto a ridere, a scherzare, ma ovviamente... Come tutti gli uomini, aveva il suo lato negativo che non lo dava a vedere tanto. Era come un raggio di sole per quel paesino. Così bello quanto maledettamente intelligente, era la perla di Nephil e lo sarebbe sempre stato.
"Comunque" disse il soldato avvicinandosi all'altro mentre osservava Louis
"Cosa?" chiese ed il soldato si schiarì la voce
"Più che conosciuto per i suoi grandi viaggi, io direi che è conosciuto per il suo grande culo, ma l'hai visto?" chiese ed il soldato si girò verso l'altro che rideva come un idiota per poi meritarsi una bella gomitata che lo fece mugolare dal dolore
"Sarà un viaggio lungo" borbottò il soldato notando quel ragazza cavalcare lontano da loro
***
"Principe Harry, principe Harry!"
Uno splendido ragazzo dai lunghi capelli ricci rideva facendo comparire, sul suo meraviglioso volto, delle fossette che rendevano quest'ultimo ancora più simile ad un bambino. Le adorabili orecchie a punta erano tese che ascoltavano le urla delle elfe disperate. Correva per i corridoi dell'enorme quanto splendido castello. I suoni dei suoi passi echeggiavano per tutto il luogo seguito da quelli delle servitrici che lo cercavano
Le guardie, immobili sul loro posto, osservavano il principe correre e cercarono di non ridere dato che era loro dovere stare ferme e concentrate
Harry entrò nella sua stanza e fece un grande salto di gioia quando sentì i passi delle servitrici correre chissà dove non pensando neanche un attimo che il principe si fosse rinchiuso nella stanza da letto.
Era ancora in camicia da notte e rise guardandosi allo specchio, quando deglutì notando sua madre seduta sulla poltroncina morbida rossa vicino la sua biblioteca personale
"Quèl re, Harry" lo salutò sua madre nonchè la regina degli Elfi, Anne. Addosso aveva uno splendido abito blu scuro con una grande gonna decorata con dei merletti semplici ma bellissimi. Al collo, una collana con un grande ciondolo che luccicava, splendeva, di luce propria, alle orecchie lunghe e a punta si notavano dei semplici orecchini dello stesso colore del vestito e sopra la sua testa, appoggiata sui suoi capelli lunghi neri, vi era la sua tiara composta da rubini e zaffiri incastonati in un cerchietto che rappresentava i rami dell'Albero della vita.
"Madre" disse Harry sorridendo nervosamente sentendosi già rimproverato nonostante la madre non avesse ancora spostato lo sguardo dal libro che stava leggendo a lui "Splendida giornata oggi, non trovi?"
"Harry" Anne chiuse il libro e sorrise al figlio che capì subito dove volesse arrivare, così si buttò sul suo enorme letto a baldacchino, rintanandosi sotto il suo lenzuolo bianco e coperte rosse, come per nascondersi da tutto "Non puoi ogni volta scappare dalle tue servitrici, cercano di fare il loro lavoro, ed invece le fai soltanto disperare" si alzò e fece qualche passo verso il letto facendo sospirare Harry
"Madre, mi stavo solo divertendo" si giustificò Harry e Anne si sedette sul letto poggiando la mano sui ricci del ragazzo facendolo sorridere istintivamente, amava le carezze di sua madre, lo rilassavano come non mai
"Hai ormai diciannove anni, ma rimani sempre il mio bambino" disse con un tono dolce che fece sorridere Harry "Ma lo sai, gli Dei ormai hanno spostato lo sguardo su di te, sei adulto, sai cosa significa, vero?" chiese dolcemente e lui annuì
"Lo so, madre" rispose "Fra pochi giorni c'è la cerimonia del Passaggio" sussurrò ricordandosi dell'enorme festa in onore dei suoi diciannove anni, per poi ritrovarsi le tre servitrici dentro la stanza
"Eccolo!" esclamò una servitrice con il fiatone e Anne e Harry risero leggermente
"Calma calma, stava con me" disse Anne dando qualche colpetto al riccio per farlo alzare
"Hiril nîn..." dissero in coro le servitrici inchinandosi e Anne sorrise dolcemente
"Quante volte dovrò ripetere che la nostra famiglia non pretende tutto questo?" chiese e le servitrici sorrisero timide mentre Anne usciva e guardava suo figlio assottigliando leggermente lo sguardo
Harry sorrise dolcemente per poi, appena sua madre gli dette le spalle, fare una linguaccia che fece sgranare gli occhi alle servitrici
"Principe! Non si fa!" disse una delle tre, ed Harry rise per poi essere buttato nel bagno e chiuso lì dentro "Si faccia il bagno che fra poco ci si riunisce per la colazione!" lo avvertì una da dietro la porta, e Harry sospirò divertito
"Va bene, Tera, Phidia, Lauren, siete le migliori!" disse il principe facendo sorridere imbarazzate le tre elfe che si mossero velocemente fuori dalla sua stanza
Harry sospirò guardandosi allo specchio, i suoi occhioni verdi scrutarono il suo volto così bambino nonostante avesse diciannove anni. Si spogliò della camicia da notte notando la sua vasca riempita con acqua calda e con oli profumati ai lati pronti per essere utilizzati. Sorrise mentre faceva qualche passo completamente nudo, e della leggera brezza gli arrivava in viso facendolo voltare verso la finestra che dava lo sguardo sul paesaggio meraviglioso della Terra degli Elfi, distese enormi di verde, montagne innevate all'orizzonte alte chissà quanto... Animali, creature fantastiche di un'infinita bellezza..
Sospirò rilassato non appena il suo corpo venne a contatto con l'acqua calda. Mentre si passava l'acqua ai ricci insieme agli oli profumati, pensava a come la sua vita potesse cambiare. Finalmente aveva raggiunto la maggiore età secondo la legge degli Elfi, non era più un bambino, ma un adulto che si doveva prendere le responsabilità della sua carica nobiliare: il Principe.
Sorrideva al pensiero di iniziare ad essere più libero nonostante sapesse che durante le sue uscite avrebbe sempre avuto le guardie come scorta, ma una sorta di felicità nel poter aiutare il regno a terminare i conflitti con gli Umani continuava a farsi spazio in lui
Sapeva che dopo la grande Guerra delle Tenebre, svolta ventidue anni fa con la perdita di tanti elfi e tanti umani guidati dall'avarizia e dalla distruzione, era arrivati ad un punto di stagno molto fragile. Harry aveva letto tanti libri riguardati la grande guerra, i Re umani sembravano così maledettamente cattivi, e sopratutto avari di potere... Talmente tanto da far scoppiare una guerra durata così tanto che portò soltanto rovina e perdite in entrambi i regni. Sapeva che degli umani, bisognava avere paura per il loro senso di superiorità, avarizia, fame di potere... Ma pensava che anche loro avessero delle potenzialità, delle cose... belle... E avrebbe cercato in tutti i modi di stabilire dei contratti di alleanza e di pacifica convivenza con loro così da poter uscire dal suo regno e sorridere agli umani senza avere paura di qualche possibile rivolta.
C'era equilibrio, sembrava tutto fermo. Elfi nel loro regno, Umani nel loro... C'era una quiete che gli Elfi apprezzavano, erano molto tranquilli e amavano parlare alla natura ancora spaventata dalla guerra... Ma gli umani... davvero non stavano tramando niente?
Harry non lo sapeva, l'unica cosa certa per lui era quella di voler fare la differenza, di poter sorridere e guardare oltre la finestra riconoscendo i luoghi che vedeva. Voleva vedere... C'era così tanto del suo mondo da sapere ancora, e tantissimo del mondo degli Umani.
Harry era come un bambino, era curioso del mondo, era curioso di conoscere tutto ciò che c'era ancora da sapere, da vedere e da vivere... E forse... forse si stava avvicinando quella possibilità
Peccato che... gli sarebbe costato la libertà.
- COSO AUTRICE -
Benvenute in questa nuova storia!
Prima che me lo chiediate, si, ci saranno ovviamente anche Liam, Niall e Zayn, ma si incontreranno dopo, mooolto dopo, gn.
Questa storia è fantasy, non l'avrei mai detto, e le colonne sonore saltano da Ed Sheeran (e quando mai Nene, rido), a The Fray, The Script, Nickelback e altri cantanti gn, adoro scrivere con loro, non giudicatemi.
Gli Elfi parlano la lingua internazionale, ma ovviamente alcune parole in elfico escono e quindi shish, troverete sempre la traduzione in un mio commento ahah. Tranquille, Harry non lo parlerà tanto se non in situazioni molto importanti gn, vedrete. Capitemi, la droga per sta storia è tanta.
Ma ovviamente succederà che tipo lo parlerà e non troverete il mio commento con la traduzione perchè lo spiegherà subito lui stesso nella storia
Che dire, spero davvero vi abbia un po' incuriosito la storia anche se qui si vede solo la presentazione dei personaggi principali
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Zau! *agita la manina*
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