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39 | Una vipera in più

Diana

Mi giro o faccio finta di niente?

Questo è il dilemma del momento, ma poi, alla fine, mi faccio coraggio e mi giro verso mio fratello Josh.

«Che ci fai qui?» lo trovo nel lato opposto della piscina con un'espressione seria a far da padrone.
«Sono uscito prima per controllare che stessi bene»

«Sto bene, ho solo bisogno di andare in spiaggia» abbasso lo sguardo per non incrociare i suoi occhi, altrimenti avrebbe riconosciuto immediatamente la mia bugia.

«Immagino che Ethan sia già venuto a portarti la collana che ha comprato»

I miei occhi scattano su di lui dopo quella affermazione e mi rendo conto che non è tornato prima per vedere come sto, ma per accertarsi di non trovarmi con Ethan.

«Quindi in realtà sei tornato per lui» incrocio le braccia sotto il seno e mi blocco con i piedi ben piantati al suolo.

«Beh, si è messo a litigare per ritirare subito il suo acquisto e mi è sembrato parecchio strano»
Assorbo quanta più aria possibile, immagazzino i polmoni di ossigeno per trattenere il respiro qualche secondo. Solo in questo modo non avrei dato di matto.

«Ascolta Josh, sei una delle persone più importanti della mia vita» mi passo una mano tra i capelli, prima di sollevare lo sguardo verso il cielo stellato, «ma non sono più una bambina, quindi non intrometterti nelle mie decisioni»

«Voglio solo proteggerti!» solleva le mani in un gesto esasperato, ma io non ho bisogno della protezione di nessuno.

Voglio avere il diritto di sbattere la testa contro il muro da sola, essere consapevole che qualsiasi ferita mi verrà inflitta sarà solo a causa mia.

«Josh, in questo momento voglio solo andare in spiaggia»
«Posso venire con te?»
«No, voglio stare da sola»

Non gli dò il tempo di replicare, perché mi allontano prima che possa aprire bocca. Ho mentito ancora una volta e questo mi fa sentire uno schifo. Nella nostra famiglia non esistono le menzogne, i nostri genitori ci hanno insegnato a dire sempre la verità, nel bene e nel male.

Quando si tratta della mia storia con Ethan, però, ci sono troppe persone a mettersi in mezzo per dividerci e non trovo altra soluzione che mentire.
Ho bisogno di vederlo, di capire cos'è successo e riuscire finalmente a trovare un equilibrio una volta per tutte. Se nemmeno questa volta saremo in grado di regalarci un po' di sicurezza e stabilità, sarò costretta a chiudere con lui in modo definitivo.

Guardo lo schermo del cellulare, come promesso Jared mi ha mandato l'indirizzo. Non è molto distante da casa mia, a piedi dovrei metterci mezz'ora. Mi maledico per non aver portato con me lo skateboard, ci avrei impiegato la metà del tempo.

Affretto il passo e, al tempo stesso, il cuore inizia la sua maratona. Se nei miei pensieri è presente Ethan non c'è niente che fermi il mio muscolo involontario, è l'unica persona che riesce a dargli vita.

Passo dopo passo scelgo me stessa, scelgo di perdonarmi per gli errori passati e anche per quelli futuri, che sono sicura arriveranno. Scelgo di seguire ancora una volta il destino, scelgo di affidarmi ad esso e accogliere quello che la vita ha da offrirmi.

Una volta Ethan mi ha detto che gli ho stravolto i piani, ma non sa quanto lui li abbia stravolti a me. Mi ha scombussolato la vita nell'istante in cui ha deciso di infilarsi nella mia testa, come se lo avessi invitato ad entrare.

Non riesco più a farlo uscire, per quanto in passato mi sia imposta di cacciarlo, lui è sempre rimasti lì, nel caos dei miei pensieri. Sono dell'idea che ognuno di noi entri nella vita delle persone per un motivo, lui mi ha fatto ricordare come si fa ad amare.

Quando si trova un amore così si deve lottare ad ogni costo, con le unghie e con i denti. Non avrei mai rinunciato alle sensazioni che mi fa provare, quando si assaggia un pizzico di felicità si finisce col pretendere una fetta più grossa, fino a prendere tutto il pacchetto.

Ethan ha tanti difetti, non mi basterebbe un'ora per elencarli tutti, ma è la persona più vera che conosca. Dietro i suoi sbalzi d'umore, i modi di fare arroganti, si nascondono tutte le ferite che lo hanno reso la persona che è oggi.

Mi rendo conto solo in quel momento di conoscerlo poco, non si è mai aperto con me, non al punto da confidarmi i suoi punti deboli, ciò che lo ha ferito così tanto da farlo diventare così ostile contro il mondo.

E mentre io mi perdo nei miei pensieri, arrivo davanti alla villa di destinazione. È leggermente più piccola della mia e non ha un cancello di protezione all'entrata, ma è altrettanto imponente.

Mi perdo qualche secondo ad ammirare i dettagli, prima di incamminarmi verso la porta principale. La facciata è bianca con le persiane nere opache che creano contrasto, proprio come la porta che sto fissando.

Supero i tre gradini in marmo che mi conducono alla porta e suono il citofono. Aspetto qualche secondo, sembra che non ci sia nessuno. Proprio quando mi sto per arrendere e andarmene, qualcuno arriva in mio soccorso: una ragazza giovane dalle origini Filippine.

Ha i capelli neri raccolti in uno chignon basso e gli occhi scuri mi osservano con dolcezza.
«Buonasera, come posso esserle utile?»
«Buonasera, sto cercando Ethan» sono così agitata da spostare il peso da un piede all'altro.

«Anita, chi è a quest'ora?» una terza voce arriva dalle spalle della ragazza, che ora so si chiami Anita.

Il suono dei tacchi riecheggia nella stanza silenziosa e mi crea una strana sensazione di disagio.

Anita si gira verso la signora che finalmente riesco a vedere. La prima cosa da cui sono attratta è il colore degli occhi: blu cobalto. Sono identici a quelli di Ethan, con l'unica differenza che quelli della signora in questione sembrano spenti, privi di emozione.

I lineamenti del viso sono dolci, arricchiti da qualche ruga d'espressione che cerca di camuffare con il trucco. È davvero troppo giovane per essere la madre di Ethan, ma è troppo simile a lui per non esserlo.

Dall'abbigliamento deduco che sia appena tornata dalla serata di beneficenza, non è nemmeno riuscita a cambiarsi che sono arrivata io.

Si blocca a qualche passo di distanza, per poi sollevare il mento in un chiaro gesto di superiorità. Mi squadra dalla testa ai piedi, ho la sensazione che mi detesti, ma io sono sicura di non aver mai avuto modo di incrociare la sua strada.

«Scusi se sono arrivata a quest'ora, devo parlare con Ethan urgentemente» ho la gola così secca che faccio fatica a parlare.

«Ethan se ne è andato» il tono di voce inviperito mi fa drizzare la schiena.
«D-dove?» balbetto in preda al panico, l'idea di non vederlo mai più mi fa contorcere le budella.

«Anita torna in cucina» ordina con arroganza alla domestica, nessuno della mia famiglia si è mai rivolto con un tono così sgarbato verso le persone che lavorano per noi.

Torna a rivolgermi la sua attenzione con uno sguardo in grado di trafiggermi. Fa qualche passo nella mia direzione, il rumore dei suoi tacchi segue il ritmo del mio cuore impazzito.

«Ascoltami bene, ragazzina. Non so cosa tu abbia in mente, ma non ti permetterò di rovinare mio figlio» la sua espressione diventa sempre più aspra, talmente seria da increspare le sopracciglia e puntarmi un dito contro.

«Non so di cosa stia parlando» faccio un passo indietro per ripristinare la distanza.
«Conosco la tua famiglia e non voglio che Ethan ne faccia parte» scandisce bene ogni parola velenosa che sputa fuori dalla bocca, con tutta l'intenzione di colpirmi nel profondo, «quindi, ora te lo ripeterò una sola volta: girerai i tacchi, te ne andrai e starai alla larga da mio figlio»

Fa dei passi nella mia direzione per farmi arretrare, quasi cado dagli scalini per allontanarmi dalle sue grinfie.

«Credo mi abbia confuso per qualcun altro, non ci siamo mai viste»

Le sfugge una risata nervosa che mi crea più confusione di quanta già non ne abbia.

«Oh no, piccola Lewis, so bene chi sei, tutta San Diego conosce la tua famiglia. Ho visto come mio figlio ti guarda, per non parlare del fatto che ha speso cinquantamila dollari per comprare la collana della tua famiglia e penso di sapere il motivo» cinquantamila dollari??

Le sue parole mi fanno barcollare, come se avessi bevuto un litro di alcol e mi fosse appena salita la sbronza. Mi guardo intorno confusa, cerco tra un respiro e l'altro le parole giuste per tranquillizzare la donna che messo al mondo il ragazzo che amo.

Ma quanti segreti ancora ci sono? Cos'è che non so che riguarda la mia famiglia? Perché lei la detesta così tanto?

«Ascolti signora Miles» sollevo le mani come segno di resa, «io non ne avevo idea, gli ridarò ogni singolo dollaro»

«A noi non servono i vostri soldi!» sbraita fuori di sé, ormai ha perso il lume della ragione, «Guardati intorno, pensi che ne abbiamo bisogno?»

Scuoto lentamente il capo, imbambolata dagli occhi più blu e spenti che abbia mai visto. Ripristina la sua posizione iniziale, ben dritta e sicura di sè, perché si è appena resa conto di aver ottenuto ciò che voleva: mi ha spaventata.

«Adesso vattene, non ho voglia di seccature maggiori» Mi guarda un'ultima volta con disprezzo, prima di voltarsi e sbattermi la porta in faccia.

Ho percepito il suo gesto ancora prima che lo facesse, ma il tonfo mi fa sobbalzare comunque.
«Che stronza!» ringhio a denti stretti.

Infilo le mani nelle tasche, osservo ancora una volta la casa di Ethan e spero che mi veda per potersi precipitare da me. Le luci nelle stanze sono tutte spente ed è un chiaro segno che: o non è davvero presente o sta già dormendo.

Non mi interessa come mi ha trattata, ci sono rimasta male, ovvio, spero solo che con Ethan sia diversa. Una madre amorevole e presente come lo è stata la mia, finché le è stato possibile.

In caso contrario, riesco a capire cosa lo abbia fatto soffrire da renderlo così duro.
Sto per allontanarmi, quando un rumore attira la mia attenzione.

«Pss, signorina, sono qui» Anita sbuca dal retro della villa, probabilmente per non farsi vedere.
Mi fa gesto con la mano di avvicinarmi, perché se avesse superato il muro l'avrebbero scoperta.

«Mi dispiace per come ti ha trattata» mi dice a bassa voce, una volta che siamo vicine.
«Tranquilla, non è colpa tua»

«Ethan è stato cacciato al ritorno della serata di beneficenza, proprio dai signori Miles. Non ho capito bene cosa sia successo, ma hanno litigato.» cerca qualcosa nella tasca del suo grembiule, finché non tira fuori un pezzetto di carta «Ethan ha un appartamento nel campus dell'università, ti ho fatto una piccola mappa per capire bene dove si trovi»

«Non so come ringraziarti» prendo il piccolo biglietto che mi porge, per poi abbracciarla come segno di gratitudine.
«Adesso vai, prima che qualcuno ci veda!»

• Angolo Hopeless •

Aiuto! Che incontro!
Vi aspettavate una suocera così dolce?🤣

Ci sono ancora tanti segreti che la nostra Diana non conosce. Chissà quando verranno a galla🫣

Abbiate pazienza... tutto si scoprirà a tempo debito!

Intanto vi ringrazio con tutto il cuore di essere arrivati fin qui, non sapete quanto ne sia felice!

⭐️ Se il capitolo vi è piaciuto mette una stellina per far crescere la storia di Ethan e Diana? ⭐️
A voi non costa nulla, per noi autori fa la differenza🥰

Per qualsiasi cosa mi trovate su Tik Tok e Ig❤️

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