You're my reason why (prima parte)
Premessa
Questa storia è divisa in due parti.
L'idea mi è venuta parlando con RosalineW, a cui dedico questa storia. Grazie Ros ❤
Questa storia è una fanfiction non sul modello di Tredici, ma ispirata a Tredici con i personaggi di Hunger Games. Potete tranquillamente leggerla anche se non avete mai letto il libro o visto la serie TV di Thirteen Reasons Why.
Ho specificato che è ispirata a Tredici perchè molte cose sono state cambiate: ad esempio, Katniss trova da sola le cassette e non le vengono spedite per posta. Le cassette non hanno due lati, e sono cinque. Inoltre i nomi dei genitori di Peeta sono inventati così come anche lo schiaffo di Gale. Insomma, è una specie di AU.
Buona lettura!
-
Katniss era sola. Dopo il suicidio di Peeta, avvenuto giusto tre mesi prima con un colpo di pistola alla tempia, era praticamente sempre sola. Stava nella casa riservata ai vincitori degli Hunger Games pensando. Tanto nessuno la cercava, nemmeno Gale. Si era fatto vivo solo al funerale di sua madre, e basta.
Da quanto era che non proferiva parola? Che non faceva un pasto per bene? Che non puliva quella casa, che era diventata quasi peggiore di quella di Haymitch?
Nemmeno lui la cercava più. Era lì, nella sua casetta, e da quando il biondo aveva deciso di darci un taglio aveva ricominciato a bere ancora più di prima. Katniss sospettava che ora facesse anche uso di stupefacenti.
La ragazza era sul divano a guardare la televisione (c'era un documentario sulla storia di Capitol City) e a pensare a Peeta e alla famiglia che le aveva promesso che avrebbero costruito, quando si sentì improvvisamente bagnata.
"No, non adesso" pensò, mentre correva al piano di sopra per cambiarsi. Il ciclo le era arrivato nel momento peggiore, e come se non bastasse faceva più male del solito. La pancia sembrava essere tamburellata da un mattarello, e per la disperazione si ritrovò a pensare che se Peeta fosse stato vivo, magari in quel momento lei sarebbe stata incinta, quindi niente ciclo.
Poi ricordò: le pastiglie della mamma. Sua madre le aveva insegnato a fare delle pastiglie con alcune erbe che alleviavano il dolore mestruale, e doveva averne ancora un po' sotto al letto matrimoniale in cui ormai nemmeno dormiva più, dove teneva tutto ciò che era rimasto della sua famiglia.
Saltellando a gambe chiuse arrivò nella stanza. Erano mesi che non la apriva, e sapeva di marcio. Si tuffò sotto il letto motivata dal dolore, prese una testata contro la ringhiera e fece per afferrare la scatola dove conteneva tutto ciò che non aveva buttato via.
Solo che ora c'erano due scatole adesso. Vicino alla scatola nera scolorita che Katniss riconosceva, ce n'era una verde brillante.
Il lato curioso della ragazza voleva tirarla fuori, ma i suoi pantaloni della tuta macchiati di rosso le ricordarono che c'era un'urgenza. Afferrò la scatola scolorita, prese le pastiglie e corse in bagno.
***
Pulita e profumata, dopo una bella doccia calda, Kat si ricordò della scatola verde. Superando un record, entrò nella camera per la seconda volta della giornata. Stette attenta a non prendere testate e trascinò la scatola nella sua direzione.
All'interno c'erano cinque cassette. Semplici cassette, con nessuna annotazione sopra. Ma Katniss non le aveva mai viste prima.
Incuriosita, prese la scatola (uno sforzo da non sottovalutare, data la sua indisposizione e il mal di schiena) e scese le scale, dirigendosi verso la televisione, che aveva un lettore appositamente per le cassette.
Poggiò la scatola per terra, e notò che guardandole da vicino alle cassette erano numerate: 1°, 2°, 3°, 4° e 5°. Prese quella più in alto e la infilò nel mangiacassette, che la lesse immediatamente. Dopodichè premette "play" sul telecomando.
*
"Ciao a tutti. Spero per voi che siate pronti, perché sto per raccontarvi la storia della mia vita. O meglio, come mai è finita. E se state ascoltando queste cassette è perché voi siete una delle ragioni. Non ti dirò quale nastro ti chiamerà in causa. Ma non preoccupatevi, se avete ricevuto questo bel pacco regalo, prima o poi il vostro nome salterà fuori... ve lo prometto."
Katniss sussultò. Come si poteva non riconoscere quegli occhi azzurri e quei capelli biondo cenere che erano comparsi davanti allo schermo?
"Le regole sono semplicissime. Sono solo due. Regola numero uno: ascoltare. Regola numero due: consegnare il pacco agli altri interessati. Mi auguro solo che nessuna delle due sia troppo facile per voi."
Non era possibile. No, Katniss stava sognando, sicuramente.
"Siete tutti liberi di sentire anche tutte le cassette, ma subito dopo averlo fatto riavvolgere e passatele al protagonista della successiva cassetta. Non mi importa chi troverà questa cassetta per primo, voglio solo che sappiate il motivo del mio suicidio".
Perfetto. Come rovinare una giornata by ciclo e Peeta.
"Qualora cerchiate di infrangere le regole, sappiate che ho provveduto a fare una copia di ogni nastro. Se la scatola non dovesse raggiungere tutti i diretti interessati, tali copie diventeranno subito di dominio pubblico.
Il mio non è stato un gesto avventato. Non datemi per scontato. Vi tengo d'occhio."
Seguì una schermata nera, che durò cinque secondi. Dopodichè la faccia di Peeta riapparve all'improvviso, facendo sobbalzare Katniss.
"La prima persona, la prima ragione del mio suicidio sei tu, Gale. Già, Gale Hawthorne. Tu mi hai sempre odiato, sempre. Credevi che facessi solo finta di amare Katniss? Io la amo da sempre, da quando ho visto il suo viso per la prima volta. È vero, durante i primi Hunger Games ho finto di star fingendo di amarla. E allora? Negli Hunger Games tutto è lecito. Tutto è lecito in caso di vita o morte. Non voglio sminuirti, so che tu e lei avete passato insieme un sacco di tempo, e che avevate delle famiglie da sfamare. Ma io non sono, volevo dire ero, la persona che tu credi. Credi che sia bello imparare a fare il pane a quattro anni? Credi che sia bello vedere tutti i bambini giocare, mentre tu devi lavorare se non vuoi dei colpi di bastone? Credi che sia bello cibarsi degli scarti e del pane venuto male per tutta la vita? Almeno tu avevi dei fratellini e delle sorelline da cui andare, persone che apprezzavano il tuo sforzo, persone per cui ne valeva la pena. Non mi voglio autocommiserare, figuriamoci, e so anche che tu amavi un sacco Katniss. So anche che lei ricambiava. Non dimenticherò mai quello schiaffo in piena faccia che mi hai dato, sai? E nemmeno le parole che hai detto subito dopo. "Stai lontano dalla mia ragazza, panettiere da quattro soldi". Ma credo che lei avesse abbastanza cervello da scegliere da sola con chi volesse stare. Lei sapeva che se avesse voluto stare con te, io non gliel'avrei negato. Lei ha scelto me, e tu non me l'hai mai perdonato. Grazie, Gale. Grazie di cuore. Benvenuto nella tua cassetta."
Katniss aveva ascoltato tutto come stregata, finchè lo schermo non si era annerito di nuovo. Era talmente perplessa: Gale? Che tira uno schiaffo a Peeta? Non se lo immaginava proprio... ma solo il pensiero del ragazzo la fece stare male. In fondo, era colpa sua se Prim non era lì a guardare le cassette con lei.
Rimosse la cassetta. Non era stato lunghissimo, ma era stremata. Nonostante ciò, infilò la seconda cassetta.
***
"Il secondo, o meglio i secondi motivi della mia morte siete voi, mamma e papà. O dovrei dire Jane e Mark? Non credo che dei veri genitori avrebbero soffiato l'infanzia al proprio figlio. Ero un bambino, volevo solo giocare, non fare pane ed essere bastonato se veniva sformato. Con i soldi che guadagnavamo, potevamo permetterci un pezzo di carne, anche una volta alla settimana. Perché mi avete privato di ciò? Perché ho dovuto mangiare pane venuto male o secco e vegetali per tutta la mia infanzia? Se devo essere sincero, mi avete solo fatto del male. Negli Hunger Games, in cui tra l'altro ho mangiato meglio che a casa, la mia corporatura non era abbastanza forte come gli altri. Ho vinto solo grazie a Katniss, perché se non mi avessero ucciso sarei morto di fame. Per fortuna, prima dei Giochi dell'anno dopo non ho vissuto con voi, ma non fa differenza. Il mio fisico non era abituato a mangiare tanto. Poi ricordo benissimo quando tu, papà, rubavi della birra e ti ubriacavi pesantemente per poi picchiare tua moglie e me. E mi ricordo anche quando ho chiesto di andare a giocare a nascondino con i miei amici, e voi che avete iniziato ad urlarmi che ero uno scansafatiche. Grazie, mamma e papà, grazie di cuore. Benvenuti nella vostra cassetta."
Katniss sapeva che Peeta non era mai andato molto d'accordo con i suoi genitori, ma non si sarebbe aspettato tutto ciò. Ecco perchè era così insicuro... lo avevano fatto crescere così, povero Peeta.
Una parte della ragazza le stava dicendo di continuare a guardare le cassette, ma l'altra le consigliava di andare a dormire. Dopotutto era quasi mezzanotte.
Decise di assecondare quest'ultima scelta. Posò le due cassette nella scatola, appoggiò la testa sul cuscino che aveva posizionato sul divano e si addormentò quasi subito. Protagonista dei suoi sogni? Peeta.
Fine prima parte
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro