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Ma Che Vi Importa?

Entrai in classe e mi misi al mio posto.
"Ciao Ashley!" Mi salutò Elizabeth, la mia compagna di banco da cinque lunghissimi anni.
Sfoderai uno dei miei sorrisi finti.
"Ma ciao Elizabeth! Ti trovo benissimo!" Lei ridacchiò cominciando a parlare del più e del meno, annuivo ma non la stavo nemmeno ascoltando.
Odiavo la sua voce stridula ma facevo finta di farmela piacere. Era nel mio gruppo di amici e quindi dovevo farmela piacere per forza.
"Quindi come va?"'domandò distogliendomi dai miei pensieri.
La guardai negli occhi verdi.
"Cosa?" Domandai piano, lei ridacchiò.
Aveva la risata di una gallina in calore.
Vidi Alessandro entrare dentro la classe.
"Ciao Sfigato!" Lo salutai ridendo, a ruota cominciarono a prenderlo tutti in giro.
Un ragazzo della classe gli fece lo sgambetto e lui cascò a terra come un pesce lesso.
"Che sfigato!" Urlarono tutti.
Sospirò.
"Alzati sfigato!" Lo prendemmo in giro.
"Ti sei fatto male Ale?" Chiese Riley, la sua migliore amica.
Che sfigati.
"N... No ... Sto ... B ... Bene" ripose Alessandro alzandosi da terra.
Si mise al primo banco, sorrisi e gli tirai una penna.
Non si scompose per niente, cominciò a tirare fuori i quaderni.
Ridacchiai lanciandoli un quaderno.
Non si scompose, a ruota cominciarono tutti a tirare una pallina di carta ai due sfigati di merda.
"Sfigato! Te la sei fatta sotto?!" Urlò Thomas entrando nella mia classe.
Stavamo insieme da quattro anni.
Alessandro lo guardò confuso.
"C .. Che? N.. No" in un momento Thomas gli tirò un palloncino pieno di acqua e altre cose scoppiando a ridere e lo seguimmo tutti.
Alessandro sospirò cercando di asciugare i fogli.
"Che sfigato" esclamò una ragazza.
Alessandro si fece aiutare da Riley.
Thomas venne accanto a me e mi stampò un bacio sulle labbra.
"Stasera ti va di andare in discoteca con gli altri?" Chiese sfiorandomi una coscia, annuii.
"Certo" risposi baciandolo a stampo.
Tutti fischiarono, essere i più popolari della scuola era straziante.
Mai un momento libero solo per noi due, ma eravamo la coppia più bella e a noi andava benissimo!
"Ci vediamo dopo" disse Thomas alzandosi dalla sedia, tirò una pacca sulla testa di Alessandro, facendolo sbattere al banco.
Scoppiammo a ridere tutti e Thomas uscì dalla classe.
Ad Alessandro sanguinò il naso, così Riley gli passò un fazzoletto.

Entrò la professoressa di latino.
"Harding cosa ti è successo?" Alessandro scosse la testa e fece un sorrisino timido.
"Nulla professoressa, sono cascato" lei annuì ma non ci credette.

Cominciammo la lezione e la professoressa mi chiamò alla lavagna.
"Williams, traduci il testo" sbuffai annuendo e guardai Alessandro.
"Non ho il libro Prof, posso mettermi accanto ad Harding?" Lei annuì e così mi misi accanto a lui.
"Qui c'è la traduzione" mi sussurrò impaurito, gli feci l'occhiolino annuendo e lui diventò rosso come un pomodoro.
Ridacchiai cominciando l'interrogazione.

"Molto bene Williams, ti meriti un nove" esclamò la professoressa, la ringraziai alzandomi dalla sedia.
"Grazie Sfigato" me ne andai al mio posto.

Le ore successive passarono in fretta, uscii dalla mia classe e feci lo sgambetto ad Alessandro e lui cascò a terra.
"Smettila!" Esclamò Riley guardandomi negli occhi, ridacchiai e la spinsi facendola cascare addosso ad Alessandro.
"Ciao sfigati" me ne uscii dalla mia classe e andai verso il mio gruppo di amici.
"Ciao piccola" esclamò Thomas baciandomi a stampo.
"Ciao"
"Tutto bene?" Annuii prendendolo per mano e lo trascinai fuori dalla scuola salutando i nostri amici.

Vidi Alessandro uscire dalla scuola.
"Sfigato!" Urlò un ragazzo, Thomas ridacchiò.
Alessandro se ne andò verso la sua macchina da quattro soldi, Thomas mi diede un bacio sulle labbra e poi andò dallo sfigato.
Lo spinse a terra e lui lo guardò impaurito, prese il suo zaino.
"Vediamo che ha lo sfigato" aprì lo zaino e buttò tutto in una pozzanghera.
"No! Quelli sono appunti sulla tesina!" Si lamentò, scoppiammo a ridere tutti e mi avvicinai al mio ragazzo.
Gli presi i fogli dalle mani e poi cominciai a leggere.
"Ma che bravo secchione che abbiamo qui! Questi appunti sono fatti benissimo" lui deglutì e così sorrisi strappando i suoi amati appunti.
Non disse nulla, si alzò e basta.
Prese il suo zaino e salì in macchina.

Thomas mi diede un bacio e andammo verso la sua macchina.

Mi accompagnò a casa e nel tragitto vidi Alessandro con un cane.
Era un cane bellissimo, era un aski.
"Thomas, ferma l'auto" il mio ragazzo la fermò.
"Scendo qui" dissi baciandolo.
"Okay, ci vediamo stasera" annuii uscendo dalla macchina e me ne andai verso lo sfigato.
"Ciao Sfigato" mi guardò impaurito.
Sorrisi inginocchiandomi e accarezzai il cane, che scodinzolò felicissimo.
"Si chiama Leo" disse Alessandro.
"Non te l'ho chiesto"
"Scusa ... Pensavo che lo volessi sapere" ridacchiai accarezzando Leo.
"È dolcissimo"
"Già" rispose alzando le spalle.
Mi alzai e presi una sigaretta.
"Hai da accendere?"
"Non fumo, fa male alla salute"
"Dio Mio! Che cazzo di sfigato che sei" borbottai incamminandomi verso casa mia.
"Dovresti smettere!" Gli feci il dito medio.
"Fatti i cazzi tuoi!" Urlai sbuffando.

Arrivai a casa mia ed entrai in cucina, il pranzo era già sul tavolo e così mi misi a sedere e cominciai a mangiare.

Appena finii di mangiare, lavai il piatto e il bicchiere e me ne andai in camera mia, presi Bubi che era il mio orsacchiotto da quando avevo cinque anni e lo strinsi forte al mio petto cominciando a piangere.

Inizio Flashback:
"Ashley prendi la palla!" Esclamò mio fratello gemello, scoppiai a ridere.
"No! Prendila tu!"
"Va bene!" Esclamò e vidi Samuel correre in mezzo alla strada.
Una macchina passò proprio in quel momento e vidi Samuel cascare a terra.
"No!" Urlai andandoli vicino.
Fine Flashback.

Faceva malissimo ricordare quel dannatissimo giorno.

Era solo colpa mia, i miei genitori mi odiavano per questo.
Tutti pensavano che la mia fottuta vita fosse perfetta, ma non lo era.
Nessuno sapeva di Samuel e nessuno sapeva dello schifo della mia vita.

Stavo aspettando Thomas da quasi mezz'ora e ancora non si era ancora deciso a venire, non sopportavo quando non manteneva gli orari che fissavamo.
Sospirai accendendomi una sigaretta e mi misi a sedere su uno scalino della mia villa.
Inizio Flashback:
"Dai Ashley! Per favore!" Guardai male mio fratello e scossi la testa.
"No! Non conto!" Risposi sbuffando, lui mi spinse a terra.
"Samuel! Sei cattivo!"
"Anche tu!" Rispose piangendo e corse per tutto il giardino.
Fine Flashback.
Mi asciugai delle lacrime il dorso della mano, mi mancava da fare schifo.
Mi mancava così tanto che mi stava distruggendo piano piano.
Finii la mia sigaretta e me ne accesi un'altra.
Pensare a Samuel mi faceva stare male e cominciavo a fumare come una dannata.
"Leo non correre!" Guardai davanti a me e vidi LO SFIGATO con il suo cane che lo allontanava dalla strada.
Mi alzai e feci uno dei miei migliori sorrisi, il cane mi vide e così mi corse incontro.
Scoppiai a ridere accarezzandolo.
"Non so come sia possibile, ma tu gli piaci" guardai Alessandro.
"Io piaccio a tutti" risposi facendo un occhiolino, lui scosse la testa.
"Non a tutti"
"Che c'è sfigato? Non ti piaccio?"
Lui scosse la testa e si mise a sedere su uno scalino.
"Peccato Sfigato, forse te l'avrei data"
"Non voglio una cosa che hanno avuto tutti" scoppiai a ridere.
"Pensi che sia una puttana?"
"Non ho detto questo, ma sei molto voluta dai ragazzi e per avere i compiti faresti di tutto" finii la mia sigaretta, non ero una troia.
Ero andata solo con Thomas.
"Pensala come vuoi Sfigato dal cavolo" risposi mettendomi a sedere sullo scalino, a distanza da lui.
Prese qualcosa dai Jeans larghi e lo diede a Leo.
"Tieni piccolo" esclamò Alessandro, Leo cominciò a mangiare il biscotto.
Finii di fumarmi la sigaretta e provai a chiamare Thomas, ma non rispose.
"Problemi adolescenziali?" Lo guardai male e gli feci il dito medio.
Mi accesi un'altra sigaretta.
"Ti rovini la salute"
"Dio, ma farti i cazzi tuoi?!" Chiesi cercando di accendermi la sigaretta.
Mi prese l'accendino dalle mani e sospirò accendendomi la sigaretta mettendosela tra le labbra.
Fece un tiro e me la diede.
La fumai, aveva appoggiato le sue labbra sulla mia sigaretta.
Sentivo un sapore di cocco e vaniglia, era un sapore molto buono.
"Se sei stressata, ci metti più tempo ad accenderla" lo guardai confusa e lui mi sorrise.
"Già ... Fumavo" scoppiai a ridere.
Uno sfigato del genere non poteva aver fumato.
Anche se non aveva tossito, quando aveva fatto il tiro.
"Certo, come no" risposi fumando.
"Ci avrei scommesso che non mi avresti creduto"
"Sei uno sfigato, non posso crederti" lui ridacchiò alzando le spalle.
"Mi conosci solo da due anni"
"Lo so e sei sfigato, quindi rompi meno le palle" risposi come se fosse una cosa ovvia.
Lui accarezzò Leo sorridendo, aveva un bellissimo sorriso.
Scossi la testa riprendendomi.
"Ehi piccola!" Alzai lo sguardo alzandomi dallo scalino e corsi verso Thomas.
"Ma ti sembra l'ora di arrivare?!"
"Che cazzo ci fai con quello sfigato?" Chiese irritato, lo guardai male e sbuffai.
"Rispondi alla mia domanda!"
"Avevo da fare, sali in macchina" Sbuffai annuendo e salii in macchina.
"Ciao sfigato!" Urlò il mio ragazzo salendo in macchina, mise in moto e sfrecciò in una pozzanghera bagnando LO SFIGATO.
Scoppiai a ridere prendendo una birra e ne bevvi un sorso.
"Cosa ci facevi con quello?"
"Il suo cane mi è venuto addosso"

Arrivammo davanti alla discoteca, sbuffai scendendo dalla macchina ed entrai dentro.
Un odore di birra, fumo e sudore mi invase le narici, me ne andai al bancone e ordinai una Vodka Lemon.
"Ehi bellissima!" Urlò una ragazza ubriaca, non ricordavo il suo nome ma avevamo parlato qualche volta.
"Ehi!" La salutai sfoderando un sorriso finto, bevvi la mia bevanda.

Cominciai a ballare con il mio ragazzo, ma non mi stavo divertendo.
La musica faceva schifo, così decisi di andarmene fuori per fumarmi una sigaretta in santa pace.
"Dai Sfigato! Reagisci!" Urlò qualcuno, mi guardai intorno e vidi Alessandro a terra e uno che teneva Leo per il guinzaglio.
"Non fare niente al mio cane, ti prego" rispose impaurito, mi avvicinai.
Nessuno doveva toccare gli animali.
"Ehi, cosa stai facendo con quel cane?" Il ragazzo mi guardò e sorrise.
"Lo Sfigato non vuole darmi i suoi soldi"
"Perché non li ho!" Rispose Alessandro sospirando.
"Lascia stare il cane" sussurrai maliziosa, lui obbedì e così lo baciai su una guancia e se ne andò.
"Non avevo bisogno del tuo aiuto, me la sarei cavata pure da solo"
"Uno sfigato del genere non se la può cavare da solo" risposi accarezzando Leo, mi leccò la mano e così sorrisi.
"Andiamo Leo" esclamò Alessandro prendendolo per il guinzaglio.

Se ne andarono, sospirai mettendomi seduta su un muretto e cominciai a fumare.

Le ore passavano, i pensieri erano sempre di più.
"Ehi piccola! Sono ubriaco fradicio"
Guardai Thomas e mi alzai dal muretto, lo feci sorreggere a me.
"Guido io per questa volta" mi strizzò una chiappa ridacchiando.

Lo feci salire in macchina, allacciai la cintura e poi salii.
Misi in moto e lui mi accarezzò una coscia.
"Finiscila, devo guidare" lui sbuffò non smettendo di accarezzare la mia coscia.
Mi costrinsi a guardare la strada.

Arrivammo davanti a casa sua, scesi dall'auto e lo feci scendere.
"Piccola, ho voglia di scoparti"
"Sei ubriaco fradicio" risposi sospirando, entrammo in casa sua e così lo portai in camera.
Mi baciò con foga, ma lo spinsi facendolo cascare sul letto.
"Cattiva!" Sussurrò ridacchiando.
Si mise sotto le coperte e si addormentò.

Uscii da casa sua e mi incamminai verso casa mia, sentii le urla di mia madre e di mio padre.
Entrai in casa e fui sbattuta al muro.
"Quando esci devi dircelo!" Urlò furioso mio padre, lo spinsi.
"Ma che vi importa?!" Me ne andai in camera mia e scoppiai a piangere.
Odiavo la mia vita!
Odiavo tutto della mia vita!
Mi chiusi la porta a chiave e passai una notte insonne a piangere con una felpa enorme che copriva tutto il mio corpo.
Copriva tutta la mia Anima che stava andando a farsi fottere piano piano.
Angolo Autrice:
Ehm ciao! Per chi mi conosce sa che se ho in mente qualcosa, la scrivo ahahah!
Spero che vi piaccia ❤️

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