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Capitolo 11

Ero appena tornato dalla mattinata con Noah e mi era arrivato un messaggio da parte di Yuri per vederci, ma avevo specificato che se voleva vedermi quella sera, sarebbe stato solo per bere qualcosa in compagnia.
"Ti sei innamorato?"
Mi chiese appena mi sedetti sul divanetto della saletta privata che aveva affittato di una discoteca.
"Perché questa domanda?"
Chiesi a mia volta, aprendomi una birra.
"Non vuoi scopare con me."
Il tono della sua voce sembrava tra lo scioccato e il disperato.
"Non voglio scopare con te, è esatto."
Scattò dritto, avvicinandosi a me.
"Perché no?"
Chiese con lo stesso tono.
"Perché mi sto frequentando con un ragazzo."
Ammisi.
"Nemmeno un'ultima botta di "addio"?"
Supplicò.
"Vedremo."
Gli concessi, iniziando a bere. In realtà non avevo intenzione di fare niente, non dopo quello che avevamo fatto e c'eravamo detti io e Noah quella mattina, ma non sempre le cose vanno come vorremmo, specialmente quando dentro di te senti uno strano vuoto, come se qualcosa mancasse, ma il bisogno di quel qualcosa è alle stelle.

Una birra, due, tre, altro alcol non identificato e boom. Vedevo Noah ovunque, avevo bisogno di lui, avevo bisogno di sentirlo. Yuri/Noah mi si avvicinò, posò una mano sul mio ginocchio, che salì alla mia coscia e che piano arrivò al cavallo dei miei pantaloni insieme alle sue labbra che arrivarono al mio collo. Mugugnai, non riuscivo a muovermi, a controbattere, a rispondere ai suoi gesti, ero semplicemente lì, fermo, a dargli la possibilità di far di me ciò che voleva.
"Finalmente..."
Lo sentii sussurrare sulla mia pelle, per poi avere le sue labbra sulle mie. Sapevano di birra, ma erano comunque dolci, calde, un po' taglienti perché screpolate. Mi fece stendere e mi si mise sopra, fra le gambe, levandosi la maglia e permettendomi di accarezzare il suo corpo caldo, come avrebbe dovuto essere.
"Noah..."
Gemetti appena il suo nome. Lo sentii mugugnare e muoversi contro di me. In poco tempo i vestiti di entrambi sparirono e rimanemmo noi, i nostri corpi, i nostri respiro affannato e i nostri gemiti. La mia pelle contro la sua, le sue labbra sulle mie, lui che si fece spazio dentro di me. Era come se fosse lì, ma non fosse lui, era come se finalmente riuscissi a sentirlo davvero, ma una parte di me era consapevole che quello non era lui, ma io volevo autoconvincermi del contrario, volevo credere che quello fosse Noah, forse per evitarmi problemi con la mia coscienza. Lo baciavo, lo toccavo, lo volevo, lo desideravo con tutto me stesso. Mi riempiva, mi completava, eppure sentivo ancora quel vuoto, perché sapevo che quello non era lui, l'alcol era riuscito ad ingannare i miei occhi, i miei sensi, ma non il mio cuore.

"Quindi si chiama Noah."
Una volta finito, volevo illudere me stesso ancora per un po', così mi accoccolai al suo petto, stringendo le braccia attorno ai suoi fianchi.
"Scusami... Ne ho bisogno..."
Dissi solamente.
"Tutto il tempo che vuoi biondino."
Mi concedette, stringendomi a lui. Per la prima volta sembrò davvero mio amico e gliene fui immensamente grato.

La mattina dopo io e Yuri ci ripromettemmo di non parlare mai più di quella notte, perché entrambi consapevoli che quello non era stato solo sesso, era stato amore, durante il quale io ero con la mente ad un'altra persona e lui troppo ubriaco per non lasciarsi trasportare da me. Non sarebbe più dovuto accadere, anche perché io avevo intenzioni serie con Noah e andare a letto con altri, compreso Yuri, non faceva parte dei miei piani.
"Eccoci."
Disse una volta fermatosi con l'auto davanti casa mia.
"Grazie di tutto."
Dissi solo, pronto a scendere, ma lui mi bloccò dal polso.
"Senti... Infondo, io e te, potremmo anche provare ad essere amici, sai se hai bisogno di parlare..."
Provò. Sorrisi.
"Un amico mi servirebbe in effetti... Ma perché ti proponi proprio ora?"
Mi incuriosì.
"Quel Noah deve averti preso molto... Il modo in cui mi baciavi e mi toccavi ieri era... Non so... Quasi disperato..."
Quelle parole mi colpirono.
"Forse..."
Dissi a sguardo basso, con un sorriso amaro.
"Se vuoi parlarmene..."
Lasciò la frase in sospeso.
"Ti terrò in considerazione e... Credo che la telefonata arriverà presto."
Gli confidai.
"Ho sempre delle birre pronte nel frigo."
Lo guardai male, pensando a quali potessero essere le sue intenzioni.
"Intendo... Nessuno si confida con un amico senza una birra in mano."
Vero, non aveva tutti i torti.
"D'accordo..."
Dissi solo, ma rimasi lì, fermo, non scesi. Sentii Yuri spegnere il motore.
"Stasera devo vederlo... Mi sento terribilmente in colpa..."
Ammisi.
"Ma vi state solo frequentando."
Annuii.
"E allora qual è il problema? Non è necessario dirglielo."
La faceva così semplice.
"Tu non capisci, lui è come se riuscisse a leggermi dentro, capirà che c'è qualcosa che non va e io, sottopressione e sentendomi una merda, sputerò il rospo."
Avevo già l'ansia.
"Quando dovete vedervi?"
Mi chiese di punto in bianco.
"Stasera... Avevo anche intenzione di fare qualcosa che potrebbe innervosirlo."
Inarcò un sopracciglio.
"Ovvero?"
Mi chiese confuso e curioso al tempo stesso.
"Portarlo in un ristorante."
Gli scappò una risata.
"Perché dovrebbe farlo innervosire?"
Chiese ingenuo.
"Perché a lui non piace la gente, i posti affollati, infatti mi porta sempre in posti più appartati e tranquilli."
Gli confidai.
"Ma così vi isolate e non va bene... Perché non lo porti a qualche uscita in discoteca con me e gli altri?"
Propose.
"Non so, vedremo, credo che inizierò dal ristorante ora."
Era un'opzione più tranquilla.
"Perché non me lo descrivi un po' questo fantomatico Noah?"
Mi chiese.
"È bellissimo..."
Dissi sognante.
"Magari qualche indizio in più."
Ridacchiò. Arrossii.
"Beh, ha gli occhi azzurri, ma di un azzurro particolare, a seconda della luce possono diventare acquamarina o grigi, un ciuffo castano morbidissimo, labbra carnose, anche se il labbro superiore un po' meno, piercing sotto il labbro, tatuaggi solo su tutte le braccia e mani, non esageratamente muscoloso, leggermente più basso di me..."
Non sapevo cos'altro aggiungere.
"Wow, mi ricorda tanto un ragazzo che conosco, ma hai detto che questo Noah ha tatuaggi solo su braccia e mani, mentre questo ragazzo che dico io li ha anche sul busto e ha il piercing anche al naso."
Alzai semplicemente le spalle.
"Forse si somigliano."
Ipotizzai.
"Probabilmente."

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