«Cosa?!»
Urlo correndo giù dalle scale.

«Quando?»        
Chiedo sbraitando.

«Domani mattina...»
Dice cautamente mia mamma.

«Domani mattina? E quando pensavate di dirmelo?»
Esclamo stupita.

«Non volevamo che ci pensassi troppo, volevamo che stessi tranquilla...»
Mi risponde.

«Tranquilla?! Vi prego, non fatelo...»
Imploro io.

«Sophie lo so che dopo tutto quello che è successo non ci dovresti più mettere piede...»
Mi dice mia mamma venendo verso di me.

«E allora perché mi portate lì?!»
Chiedo furiosa.

«Solo per un anno! Quando inizierai il College sarai già ritornata qui.»
Cerca di consolarmi papà.

«E sentiamo, perché mi dovreste lasciare a casa di mio zio per un anno?»
Chiedo sempre più arrabbiata.

«Io e tua madre dobbiamo andare per lavoro a Londra, ma ci dobbiamo spostare molto spesso per le città britanniche e tu dovresti cambiare scuola ogni mese...»
Mi risponde papà.

«Capiamo la tua situazione ma...»
Comincia mia mamma, ma non la lascio finire.

La rabbia si diffonde in ogni fibra del mio corpo e inizio a sentire quella sensazione, quella che odio tanto.

«No, voi non capite... Me ne sono andata per lasciarmi tutto alle spalle; la mia famiglia, quell'incidente! Ho chiuso ogni rapporto con i miei parenti ancora vivi per evitare un trauma, ma come sapete non ha funzionato. Io voglio solo vivere normalmente con i miei genitori, peccato che non sia possibile visto che sono morti!»
Sbraito io contro loro due.

La mia rabbia sta raggiungendo quel limite che è meglio non oltrepassi; e solo dopo mi rendo conto di ciò che ho appena detto.

«Io...io...»
Cerco di dire, ma le lacrime mi bagnano completamente le guance.

«Scusate.»
Dico frettolosamente salendo le scale e chiudendomi in bagno.

Mi guardo nello specchio sopra il lavandino e non mi riconosco, come ormai ogni volta.

Le lacrime salate continuano a scendere ininterrottamente e nemmeno il mio buon senso riesce a calmarle.

La rabbia e il ricordo di quella notte mi trasformano in qualcosa che non so controllare, che ferisce le persone.

L'idea di ritornare in quella città, Beacon Hills, mi terrorizza più di qualsiasi altra cosa.

Ho paura di ritornare nel luogo dove tutto è iniziato e dove tutto è finito; di ritornare a far parte di qualcosa più grande di me; di affrontare la cruda realtà; di ritornare ad essere ciò che non voglio essere.

 Quello di cui ho paura.

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💥IMPORTANTE💥
Hey ciao a tutti, sono _rebelfire_ e vi presento la mia nuova storia.

Innanzitutto inizio premettendo che NON sono una scrittrice quindi se vedete errori grammaticali e/o altri concetti non spiegati sufficientemente bene, capitemi, e se volete mi potete dare una mano a correggerli, ve ne sarei grata.

Ho deciso di fare questo prologo basandomi più sui dialoghi e sulle riflessioni della protagonista, Sophie.

Il libro continua dall'ultimo episodio di Teen Wolf (6x20) con una storia parallela raccontata in prima persona.

ATTENZIONE:
Per evitare spoiler vi consiglio, prima di leggere il libro, se state guardando la serie, di terminarla.

La storia può essere letta anche da chi non sa nulla di Teen Wolf e del mondo dei lupi mannari visto che spiegherò in breve cosa sta succedendo in quel momento e i vari personaggi.

Questa è una storia di pura fantasia nata dalla mia pazza mente e non voglio che sembri una cosa scontata o per forza che continui la fantastica serie.

Questo è solo il prologo e ci sono molte cose che vanno ancora raccontate nella storia di Sophie tra il suo passato e ciò che la condiziona tanto (e chi sarà mai suo cugino?).

Se ti è piaciuto fino a qui sono felicissima e spero ti piaccia anche il continuo.

Un bacione
_rebelfire_❤