Capitolo 20: Ti porto da lui
Tremo ancora incredula, con le mani sporche del sangue di quello che era stato il mio salvatore; la chimera antipatica; il mio Theo.
«Sono arrivato il prima possibile...»
Sento una mano accarezzarmi la spalla, è Stiles.
«Lui... Lui è...»
Balbetto cercando di spiegargli, ma le lacrime mi sopraggiungono, di nuovo.
«No... Non ancora.»
Mi dice Stiles, avvicinando il suo orecchio al petto sanguinante di Theo.
Appena sento le sue parole il grande peso che mi stava comprimendo si alleggerisce un po'.
Sì, sono sollevata.
Forse, c'è una piccola possibilità che c'è la faccia.
Ma dopo tutto quello che mi è accaduto non so... Se lo rivedrò ancora.
«Dobbiamo portarlo immediatamente da Deaton, l'argento sta facendo effetto.»
Mi avvisa Scott, venendo verso di noi.
«Certo... Sì.»
Rispondo, cercando di essere positiva, per una volta.
Scott e Stiles tendono le braccia verso il corpo di Theo ancora immobile, e lentamente lo tirano su.
Guardo mentre lo trasportano verso la porta, e non faccio altro che stare immobile e pensare.
Deaton riuscì a riportarlo indietro, da me?
Forse mi manca, forse ho bisogno di lui.
È sempre riuscito a consigliarmi la cosa giusta da fare in certi momenti; cosa farei se lui fosse qui?
E se fosse troppo tardi? Il suo corpo sembra così terribilmente... Morto.
Scott e Stiles escono velocemente dalla scuola e partendo a tutta velocità con la jeep di mio cugino.
«Cosa intendi fare?»
Mi chiede Malia, notando i miei canini, i miei artigli e i lucenti occhi blu.
«Nulla.»
Ringhio facendo spallucce.
«Ascolta, posso capire che sei arrabbiata per quello che hanno fatto a Theo, ma non fare cazzate, ti prego.»
Mi dice Malia, afferrandomi per un braccio.
Per qualche istante rimango sorpresa di questa sua preoccupazione; abbastanza strana da parte sua.
«E comunque non troverai nessuno. Monroe è stata morsa da Scott, e tutti quanti sono scappati.»
Mi racconta lei.
«Cosa?! È stata morsa?»
Dico io stupita ma anche felice, se l'è meritato.
«Oh sì! Ti basta questo per ritornare a casa?»
Mi dice lei, lasciandomi il braccio ed indicandomi le porte d'uscita.
«Ma questo vuol dire che diventerà presto come noi...»
Dico dubbiosa io.
«Tranquilla, abbiamo pensato a tutto noi. Andiamo?»
Mi dice Malia, aprendo le grandi perte.
«Avrei voluto avere io il piacere di rovinarle per sempre la vita, ma direi che è una buona motivazione.»
Le sorrido io, ritirando i canini e gli artigli, e uscendo con lei.
Saliamo nella macchina di Scott, e ci allontaniamo da quell'inferno chi amato "scuola".
Dopo vari minuti di silenzio il mio sospiro scatena una reazione in Malia.
«Stai tranquilla, ce la farà. Ce la fa sempre.»
Mi dice lei, tenendo gli occhi fissi sulla strada.
«Ma questa volta è diverso... E se non ce la dovesse fare io non sarò lì nei suoi ultimi momenti... Lo so che ti hanno costretto a portarmi a casa e non alla clinica veterinaria...»
Le dico, mentre lei continua a fissare la strada.
Riprendo a sbuffare, ma Malia esegue una manovra repentina a tutta velocità e si inserisce nella corsia opposta a cui stavamo poco fa.
«Ma cosa fai?»
Lei chiedo io stupita, aggrappandomi alla maniglia.
«Ti porto da lui.»
Mi risponde lei, guardandomi per un secondo, mentre io con un accenno di sorriso la ringrazio, non sapendo bene cosa fare.
Arriviamo nel parcheggio e subito ci dirigiamo verso la porta.
«Ma cosa?!»
Dice stupito Derek vedendomi.
«Sophie?»
Dice Stiles, stupito.
«Malia ti avevo detto di portarla a casa, ha sopportato già abbastanza.»
Dice Scott, rimproverando Malia.
«Sì glielo hai detto, ma lei non ti ha ascoltato.»
Ribatto io all'alpha, che con sguardo serio sbuffa.
«Dov'è lui?»
Chiedo subito.
Gli sguardi di tutti e tre ricadono verso il basso, e con il passare del tempo non ricevo nessuna risposta.
«Allora?! Dov'è?»
Chiede Malia arrabbiata, spezzando il silenzio che si era creato.
«E' dentro la stanza.»
Mi dice Scott, indicando con gli occhi la stessa stanza in cui sono dovuta stare quella sera.
«Quella stanza... Andiamo allora.»
Dico io, dirigendomi verso la porta.
«Ehi, non puoi.»
Mi dice Derek, proprio un istante prima che afferrassi la maniglia.
«E perché?! Non so se hai capito bene cosa sta succedendo, ma questi potrebbero essere gli ultimi istanti della sua vita. Io ci devo, ci voglio essere. Quindi lasciami andare da lui.»
Urlo a Derek, quasi non accorgendomi degli artigli e dei canini che piano piano stanno crescendo.
«E' proprio questo il problema. Forse è più grave di quanto pensassimo.»
Mi confessa Derek, urlando quasi quanto me.
«Cosa?!...»
Riesco solo a dire, mentre il grande peso del mondo mi affligge.
«Quando hai cercato di estrarre il paletto devi aver sfiorato il suo cuore. Deaton è li con lui e sta cercando di fare il possibile per...»
Mi dice mio cugino, avvicinandosi a me.
«Sta lontano! Sono stata io... E' tutta colpa mia...»
Ringhio, mentre fisso il pavimento immobile.
«No, no. Cioè, tu hai cercato di salvarlo.»
Mi dice Scott.
«Se solo non avessi ascoltato questa cazzo di voce che ho in testa lui sarebbe sveglio, sarebbe qui con noi.»
Continuo ad accusarmi, mettendomi gli artigli sulla testa.
«Non sei stata tu a ficcargli il paletto nella pancia, Sophie!»
Cerca di consolarmi Malia, ma anche la mia nuova amica non convince la mia testa che dopo tutto la colpa non è mia.
«No! No! State zitti! Basta!»
Ringhio alzandomi e graffiando il tessuto della poltrona vicino a me.
«Sophie.»
Mi chiama Derek, ma il quel momento un vaso che poco fa si trovava su un tavolino, viene rotto in mille pezzi sotto la forza dei miei artigli.
«Sophie, basta!»
Mi ordina Scott, ma nemmeno il suoi richiamo riesce a placare quella cosa che è in me.
Quella cosa, chiamata istinto, è la ragione di tutto.
Se non ce l'avessi ora Theo non sarebbe in queste condizioni, lo avrei vicino a me.
Se non ce l'avessi ora non sarei qui a distruggere questo fottuto studio veterinario.
Se non ce l'avessi non sarei così.
Sarei piena di amici che mi voglio bene e mi supportano.
Sarei un'umana; sarei migliore.
Ho una gamba di una sedia in mano quando dietro di me, la porta della stanza in cui c'è Theo si apre.
«Lo dovevo immaginare»
Mi dice Deaton, fissando i profondi graffi sulla poltrona.
«Come, come sta lui?»
Gli chiedo, buttando a terra la gamba di legno.
«Per ora le sue condizioni sembrano stabili, se va tutto per il meglio si riprenderà in fretta.»
Mi risponde Deaton, ancora perplesso.
«Grazie al cielo!»
Dico sollevata, tanto sollevata.
«Ah, scusami per tutto questo casino... Io non volevo...»
Mi scuso imbarazzata con il veterinario, ritirando artigli e canini.
«Non preoccuparti, me lo aspettavo da un omega, adolescente ed irrequieto.»
Mi risponde lui, accendo un sorriso.
«Ma a tal proposito, volevo chiederti una cosa da tempo, e credo che questo abbia suscitato la curiosità di tutti qua.»
Inizia a dirmi Deaton.
«Certo, chiedi pure.»
Dico io, perplessa dalla strana questione.
«Perchè i tuoi occhi sono blu? Cosa hai fatto di così terribile per averceli di quel colore così freddo?»
Mi chiede incuriosito lui.
«Io... Io non ricordo.»
Rispondo confusa, mentre lo sguardo di tutti ricade sui miei occhi, diventati ora di quello strano colore lucente.
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💥Note dell'autrice💥
Hey ragazzi, come state? Spero vi piaccia anche questo ventesimo capitolo.
Poco ma poco in ritardo mi dicono... Scusatemi tanto, ma in questo periodo tra scuola, casting e tatuaggio sono stata impegnatissima.
Questo è uno degli ultimi capitoli di questo primo libro.
Avete letto bene, sto già pensando al secondo e appena questo arriverà a 10k pubblicherò il primo capitolo del sequel.
Ricordatevi che tutto questo "successo" che sta avendo questa storia e anche mettiti vostro, che con tutto il vostro supporto, i vostri commenti e voti state facendo crescere piano piano questo libro.
Non vi ringrazierò mai abbastanza per questo.
[ uscita prossimo capitolo ENTRO domenica 08/04/18 ]
Un bacione
_rebelfire_❤
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