Capitolo 13: Mai fidarsi delle chimere
«Non ci accadrà niente... Andiamo a salvare Liam!»
Mi ripete Theo infuriato, ormai per la quinta volta da quando ci hanno incatenato a questa rete metallica attaccata al muro di questa buia stanza, illuminata solo dalla fioca luce della lampadina sopra le nostre teste.
«Cosa centro io?! Mica potevo sapere che nei sotterranei della scuola esisteva un posto simile!»
Gli urlo io, giustificandomi.
«Io ti avevo detto che era una trappola, ma tu ovviamente non mi hai ascoltato e hai preferito fare di testa tua! Forse dovresti imparare ad ascoltare gli altri... Quelli che molto probabilmente ne sanno più di te.»
Mi continua a rimproverare lui.
«Almeno io volevo salvare Liam, visto che ci tengo a lui...»
Ribatto a Theo, calcando di più sull'ultima frase.
«Ci sarebbero stati molti altri modi, ma uno di questo non era di certo fidarsi di un cacciatore!»
Mi rimprovera, proprio come fa un padre con la sua bambina, il problema è che io non lo sono più.
«Non potevo sapere che in realtà Nolan non aveva toccato un capello a Liam per tutto il giorno e che era andato a casa sano e salvo...»
Gli rispondo sicura; odio profondamente quando le persone sanno solo darmi colpe...
È sempre stata una mia caratteristica che purtroppo non sono mai riuscita a cambiare; odio avere torto, lo ammetto, ma non è sempre colpa mia.
«Ecco perché ti dovevi fidare di me! Pensi che io queste cose non le sappia?!»
Mi dice Theo, quasi offeso.
«Sinceramente di te non mi fido, non posso. Ti conosco appena; mio cugino ti odia per un motivo che ancora non so; ti chiamano fallimento e chimera, che non so cosa vogliono mai dire; non sei nel branco di Scott, e non riesco a capire il motivo per cui non ti ha accettato; e poi hai qualcosa... Qualcosa che non ti appartiene ma cerchi di tenere nascosto... Qualcosa di cui ti penti. Lo sento.»
Dico ritornando calma a Theo che, con i suoi occhi verdasri, mi sta guardando timidamente, quasi stupefatto dalle mie parole.
«Tappatevi quel muso!»
Entrambi sobbalziamo quando sentiamo una voce maschile provenire dal fondo della buia stanza.
Mi concentro sul quel buio per capire da dove viene quella voce, ma riesco solo a vedere degli strani scaffali, ma non contengono libri; sembrano contenere armi di tutti i tipi...
Dove siamo finito?!
«E perché lo dovremmo fare?!»
Lo stuzzica Theo.
Perché non se ne sta mai zitto e calmo?!
«Perché sennò vi conficcherò una pallottola nel cranio.»
Dice un uomo, un cacciotore, venendo verso la luce.
Sembra abbastanza giovane con i capelli mori e un paio di occhi azzurri molto belli; sono quasi ipnotizzata da questo ragazzo e l'unica cosa che mi fa ritornare alla realtà è la visione del fucile che tiene in mano e che forse è troppo vicino a me.
«Mi hanno detto che, nel caso in cui mi dovreste disturbare, potrei usare questo gioiellino!»
Ci dice, forse troppo entusiasta, il cacciatore, prendendo in mano uno strano telecomando giallo.
«E cosa sarebbe?»
Chiedo io ironicamente.
Sentendo le miei parole, il ragazzo si avvicina lentamente a me.
Riesco a percepire una strana sensazione nell'aria, come tensione; ma non proviene dal cacciatore.
«Te lo mostro subito!»
Il ragazzo non fa in tempo a finire la frase che subito una grande scossa pervade il mio corpo e quello di Theo.
Il cacciatore preme sempre di più quel grande bottone rosso proprio al centro del telecomando, mentre le nostra urla di disperazione coprono del tutto la sua risata.
Il dolore è intenso e costante e piano piano mi sento sempre più stanca.
«Sophie...Resisti!»
Mi urla Theo, riuscendo a mala pena a parlare.
«Ahhh!»
Urlo, mentre il cacciatore spegne quella macchina.
La rabbia mi pervade, gli artigli spuntano proprio come i miei lunghi canini.
«Ahhrg!»
Ruggisco con tutta la forza che ho in corpo, ma il cacciatore sembra divertito dal mio gesto.
«Povera illusa! Questa stanza è completamente insonorizzata, nessuno vi sentirà.»
Mi dice quel ragazzo con un ghigno.
«Non avete ancora capito che imprigionarci non porterà a nulla? Gli altri arriveranno e vi distruggeranno.»
Gli dice Theo affaticato.
«E se fosse proprio questo il nostro obiettivo? Raggruppare tutti i lupi mannari in zona, in uno stesso luogo pieno di cacciatori... Se vi stessimo usando solo come...»
Ci dice divertito il cacciatore, non riuscendo a finire la frase.
«...Esca.»
Lo interrompe Theo, stringendo i pugni.
«Lasciaci andare...»
Lo supplico io.
«E perché mai lo dovrei fare?...»
Mi risponde il cacciatore avvicinandosi sempre di più a me.
«Certo, se avessi qualcosa in cambio potrei anche pensarci...»
Ci dice, arrotolando i miei lunghi capelli castani tra le sue sporche dita.
Guardo Theo imbarazzata, nella speranza che dica o faccia qualcosa...qualsiasi cosa.
Sembra, invece, molto divertito del comportamento del cacciatore e del mio immenso disagio.
«Ok, va bene.»
Risponde Theo sicuro, guardando il ragazzo.
Io e il cacciatore ci giriamo sorpresi delle sue parole.
«Scusa?! No...No.»
Dico io stupita e arrabbiata del comportamento infantile di Theo.
«Perfetto direi...»
Dice lentamente il cacciatore, portando le sue mani verso i miei fianchi.
«Non toccarmi! Basta! Ho detto che non mi devi toccare!»
Gli ringhio in faccia, ma lui sorridendo mi ignora.
Sono disgustata. Disgustata dal comportamento lurido di questo "uomo" che sta approfittando della mia situazione eh no, questo non lo posso sopportare; ma soprattutto sono disgustata da Theo.
Come si è permesso a dire una cosa del genere e a far si che accadesse?!
Guardo furiosa Theo, mentre cerco di divincolarmi dalla presa del cacciatore.
«Scalcia èh?! Se vuoi la tengo ferma!»
Gli propone Theo, mentre io lo guardo disgustata.
«Così puoi scappare?! Ma certo che no!»
Gli risponde il cacciatore, in tono di superiorità.
«Ok, fai come vuoi allora...»
Ribatte Theo facendo spallucce, ma solo dopo vari secondi il cacciatore si gira di scatto e annuisce, andando verso Theo.
Il ragazzo sfila una piccola chiave attaccata alla tasca dai jeans e velocemente apre le manette che tengono intrappolato Theo.
«Ok, vediamo un po'...»
Dice Theo massaggiandosi i polsi irritati e venendo vicino a me.
«Mi fai schifo.»
Gli dico furiosa, guardandolo negli occhi.
«Shh... Fra un po' mi ringrazierai.»
Mi bisbiglia, accarezzandomi, forse troppo dolcemente, la guancia.
«Secondo me ha troppi vestiti, meglio se gliene togliamo qualcuno!»
Esclama il cacciatore eccitato.
«Ah, non te l' hanno detto...»
Gli dice Theo, voltandosi verso di lui ed avvicinandosi.
«No...Cosa?»
Gli risponde confuso il cacciatore.
«Mai fidarsi delle chimere.»
Continua Theo, e in un attimo i suoi artigli trafiggono la gola di quell'uomo sporcandomi di sangue.
Il corpo del cacciatore cade a terra provocando un tonfo che rimbomba in tutta la piccola stanza.
«Oh, grazie Theo!»
Dice quel ragazzo dagli occhi gialli lucenti e dalle mani insanguinate, imitando la mia voce.
«Tu sei un completo deficiente! Ma sei impazzito?! Come ti è venuto in mente?!»
Gli urlo scioccata e furiosa, così furiosa che quasi non mi accorgo che quel deficiente, mi ha appena salvata.
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💥Note dell'autrice💥
Hey ciao a tutti, spero che vi piaccia questo tredicesimo capitolo.
Mi sono messa avanti con i capitoli e credo che questo libro finirà fra un paio di mesi o anche meno.
Il finale l'ho pensato davvero da tanto e diciamo che è un po' "dolce-amaro".
Spero che continuiate a seguire la storia fino alla fine.
[ uscita prossimo capitolo ENTRO sabato 27/01/18 ]
Un bacione
_rebelfire_❤
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