"Don't tell me you're sorry"
Ultimo capitolo gente, grazie di essere rimasti con me fino all'ultimo. Spero che questo ultimo capitolo vi piaccia
10°Capitolo
"Don't tell me you're sorry"
Nina ripeté più volte nella sua testa le parole pronunciate da Patricia, come un mantra, le parole rimbombavano nella sua mente, un ecco lontano. Eddie, il suo fratellastro aveva fatto questo. Come aveva fatto a non capirlo? I continui sguardi, le battute sgradevoli che si rivolgevano, il disagio che provavano l'uno verso l'altro, e le assenze. La verità era a pochi passi da lei, letteralmente a un muro di distanza, nella camera accanto alla sua, la stessa in cui si trovava lui ora, incurante di quello che aveva fatto. Come aveva potuto fare una cosa del genere?
"Eddie?" Domandò Nina una volta ripresa dallo stato di shock.
L'amica annuì.
"Come. Quando è successo?" Le chiese sconvolta, ancora incredula a quello che avevo scoperto.
Patricia prese un lungo respiro, era giunto il momento di parlare."Ricordi la festa che ha organizzato il giorno in cui i vostri genitori sono partiti per il viaggio di nozze?"
La bionda non rispose, ma sapeva benissimo quale particolare festa intendesse.
Patricia continuò però il suo racconto. "Beh ricordi che a un certo punto ero sparita?"
"Si.."
"Non ero sparita, ero con Eddie, in camera sua, e non so come abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, e poi siamo tornati al piano di sotto come se nulla fosse successo. Ho perso la mia verginità quella sera, ho sprecato la mia prima volta per lui, e sai la cosa più ridicola qual è? Che mi è piaciuto!" Disse con un risata senza umorismo. "Sono così stupida, guarda come sono ridotta" Aggiunse guardando il suo ventre.
"No, non sei stupida"le disse Nina prendendole la mano.
"Lo credi davvero? Guardami aspetto un bambino per colpa delle mie stupide scelte.
"Non è affatto colpa tua, almeno non in parte. Siete stati in due a farlo, e ora è giusto che Eddie si assuma le sue responsabilità, che lo voglia o no."
"No, assolutamente no."
"Perché? Vuoi che resti impunito per quello che ti ha fatto? "
"Nina darò via questo bambino, entrambi continueremo con le nostre vite, e tutta questa storia sarà solo un ricordo" Sostenne la rossa, ormai irremovibile su questa sua decisione, ma era davvero convinta di ciò?
"E lasci che finisca cosi? Abbandonando tuo figlio?"
"Non lo sto abbandonando, gli sto dando l'opportunità di un futuro migliore, di una famiglia che possa dargli tutto quello che merita, e che io non posso mai dargli. "
"Come puoi essere sicura che tu non possa offrirgli niente?"
"Mi stai prendendo in giro? Guardami! Come posso prendermi cura di un bambino da sola? È ridicolo. "
"Non sei da sola, ti aiuteremo noi, e farò in modo che anche Eddie lo faccia." Dichiarò Nina prima di alzarsi e dirigersi come una furia nella camera a fianco.
La rossa tentò di fermala, ma invano. "Nina no!"
Nina aprì la porta, anzi la buttò giù.
"Ma che diavolo..non si bussa più in questa casa? La privacy è diventata un utopia." Proferì ridacchiando, per poi continuare a fare quello che stava facendo, non curandosi di Nina.
La sorellastra gli si avvicinò, e gli stampò le cinque dita sulla faccia.
Il ragazzo si toccò il viso dolorante. "Ahio! Che diamine ti è preso?"
"Trixie mi ha raccontato tutto, come hai potuto? Hai messo incinta la mia amica e poi l'hai abbandonata al suo destino!"Sbraitò Nina furiosa.
"Senti ha fatto tutto da sola, non pensavo nemmeno che lo avesse tenuto il bambino!"Cercò di difendersi Eddie.
"Questo non ti rende meno colpevole Eddie!Dannazione non è una delle tue solite bravate, c'è un bambino di mezzo! Lo capisci questo?"
"Non l'ho voluto io questo bambino, e neanche lei lo vuole."
"Lei lo vuole razza di stupido!"
"Sbagli, vuole darlo in adozione, è questo quello che vuole, ed è meglio così."
"Come puoi essere così stupido? Patricia vuole disperatamente questo bambino. Ha però troppo paura, e crede di non potercela fare." Prese un respiro profondo. "Senti non ti chiedo di amare Patricia, perché so che può sembrare assurdo, ma assumiti le tue responsabilità."
"A che prezzo? Se quello che voglio io non conta?"Affermò il ragazzo. Tutti a parlare di quello che voleva Patricia, ma nessuno che parlasse di quello che voleva lui, l'ego si faceva sentire.
La sorellastra gli inviò un'occhiataccia."Sai una cosa? Fai quello che vuoi, tanto è tempo perso con te,ma non usare più Patricia per soddisfare le tue voglie da ragazzino frustato."
Dopo quanto accaduto Nina raccontò ai suoi genitori che Eddie era il responsabile dello stato di gravidanza di Patricia. Inutili furono i tentativi dei genitori e dei suoi amici a convincerlo a cambiare idea, aveva preso la sua decisione. Così come Patricia avrebbe dato il suo bambino in adozione. Un giorno però le convinzioni crollarono. Lo stesso giorno in cui ebbe il suo bambino. Fu un parto difficile e doloroso per lei, ma mai quanto saper di doversi separare da quel paffuto adorabile bambino. Lo voleva disperatamente,voleva che fosse solo suo, suo e di nessun altro, ma era sola terribilmente sola.
"Congratulazioni, è un maschio." Disse Nina a Eddie comodamente stesso sul divano, come se nulla fosse successo. La ragazza s'incamminò verso la sua stanza, ma un tratto fece dietro fronte. "Dovresti andarla a trovare, sembreresti meno stronzo." Dichiarò, per poi continuare la sua strada.
Quando entrò in quella camera, la trovò distesa su un fianco, non seppe nemmeno lui cosa ci facesse li. Vederla in quel letto cosi fragile lo scosse. Si avvicinò a lei lentamente, quasi come se non volesse farsi sentire.
"Che cosa ci fai qui?"Domandò la rossa ancora distesa e rivolta verso un fianco. Aveva capito che era lui dai suoi passi, dai suoi respiri.
"Come stai?" Le chiese Eddie.
Patricia si voltò. "Mi stai prendendo in giro?"Gridò furiosa. Come poteva chiederle come stava, dopo tutto quello che aveva fatto?
"Mi dispiace" Mormorò il ragazzo.
"Non me ne faccio niente delle tue scuse Eddie."
Eddie la ignorò. Guardandosi intorno in cerca di qualcosa, o meglio di qualcuno. "Lui dove è?"
"T'interessa davvero?"Sputò acida la ragazza. Ridicolo, davvero ridicolo che si interessasse di lei solo adesso.
Eddie non rispose. Non poteva fare altrimenti, non sapeva nemmeno cosa dire.
"È alla nursery." Affermò la rossa, e poi non lo sentì più, se ne era andato chissà dove. Le importava davvero, dove fosse andato? No, poteva fare quello che voleva, non volle costringerlo a restare, ne di prendere decisioni che non voleva. Ormai quello che era fatto era fatto.
Eddie fu tentato di andarsene, uscire da quell'ospedale e non tornarci mai più, ma qualcosa lo fermò, cambiò direzione, dirigendosi in una specifica ala dell'ospedale. Lo riconobbe subito, aveva la targhetta con scritto sopra L. Williamson. Il suo cognome certo, lui non lo aveva riconosciuto. Lo osservò attentamente attraverso quel vetro. Con le sue buffe espressioni, le guancie paffute, la bocca che pian piano si apriva bofonchiando chissà quali versi. Sembrava cosi piccolo e fragile, ma allo stesso tempo forte e caparbio. Era suo, ma per il suo comportamento egoista l'aveva perso. Era ancora possibile tornare indietro? Tornare ai suoi passi? Forse non era ancora tardi.
"Non darlo via, per favore non farlo." Supplicò Eddie a Patricia incredula.
Fine
Don't tell me you're sorry io stra adoro questa canzone!
Colpo di scena! Cosa farà ora Patricia?
Commentate in tanti se volete un sequel, i drammi non sono ancora finiti.
lilydreaming <3 <3
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