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<Sono tornato!> passi pesanti rimbombavano in quella casa avvolta completamente nel silenzio.
Enji Todoroki era rientrato prima dal suo viaggio di lavoro e, sfortunatamente, il primo a vederlo quella mattina fu Keigo che stava tranquillamente tornando nella stanza dove aveva dormito con Touya, dopo essersi preso un bicchiere d'acqua.
Gli sguardi dei due si incrociarono ed il biondo si pietrificò sul posto completamente terrorizzato, Enji l'osservava, voleva sicuramente far si che il ragazzo davanti a lui prendesse fuoco per autocombustione e così, magari, Touya sarebbe finalmente rinsavito e gli avrebbe dato un nipote o forse anche più di uno dopo essersi sposato con una ragazza di ricca famiglia, invece che stare con un inutile merda come lui.
Il bicchiere che il biondo teneva gli scivolò dalla mano disintegrandosi sul pavimento in mille frammenti, alle sue spalle si palesò Touya visibilmente preoccupato.
<Kei, tutto bene?!> domandò completamente in ansia.
Nessuna risposta provenne dall'altro, era crollato in un silenzio tombale, troppo terrorizzato anche solo per rispondere al ragazzo che amava, l'uomo davanti a lui lo continuava a fissare e non osava parlare, voleva solo scappare, voltare le spalle e sparire dalla vista di quell'uomo imponente alto quasi quanto una montagna in confronto a lui.
<Che fai, non saluti il tuo amato padre, figliolo?> si rivolse l'uomo al primogenito di cui andava così orgoglioso, se solo non gli fosse piaciuto un essere inutile come quel pezzente.
Uno sguardo di puro disprezzo fu la risposta che ricevette il padrone di casa da parte di suo figlio, per poi essere ignorato e prestare la sua completa attenzione a Keigo mettendosi davanti al suo viso e con una carezza sul volto parlargli dolcemente <Ehi, amore, vai in camera, ci penso io, ce la fai ad andare da solo? Vuoi che chiami Fuyumi così che ti accompagni?>
Un lieve "no" venne fatto con il movimento del capo in senso di diniego, era lui quello indesiderato in quella casa, era lui che doveva andarsene ed era sempre lui che in quel momento stava arrecando fastidio e causando quel problema che si sarebbe semplicemente potuto evitare o rimandare se solo non fosse uscito per prendere un bicchiere d'acqua, perché diavolo aveva dovuto aver sete in quel momento? Perché proprio in quell'esatto momento? Si stava maledicendo, doveva morire di sete. Cos'era, un bambino per non saper aspettare almeno 5 o 10 minuti, giusto il tempo che anche Touya si svegliasse? Se fossero andati insieme a prendere dell'acqua probabilmente questo non sarebbe successo, no?
<Touya, da quando sei così maleducato figlio mio? Mi sembrava che fossi cresciuto in modo impeccabile, dove ho sbagliato con te? Eh?> una mano alzata pronta a colpire ma quel colpo al corvino non arrivò...
Keigo si era intromesso fra i due e si era beccato lo schiaffo al posto del suo compagno, d'altronde, stava per essere colpito per causa sua no? Quello schiaffo era diretto a lui, era destinato a lui non a Touya, non aveva fatto nulla di male, si stava solo preoccupando per lui, quindi che motivo c'era di colpirlo?
Le cinque dita stampate sul volto bruciavano da morire, si morse il labbro per non piangere, per trattenere il dolore, perché quell'uomo già pensava che fosse una merda umana, uno scarto, una nullità, non poteva di certo pensare che fosse anche un frignone senza palle...
<Tu...COME CAZZO HAI OSATO COLPIRLO?!>
Una furia, Touya era sul punto di esplodere, come cazzo si era permesso di colpirlo? Chi diavolo lo autorizzava a colpire il suo compagno? CHI DIAVOLO SI CREDEVA DI ESSERE QUEL PEZZO DI MERDA?!
Con uno sguardo omicida negli occhi, si buttò a capofitto contro colui che lo aveva cresciuto, quel mostro che fin da piccolo lo aveva sempre picchiato se non otteneva il massimo in qualsiasi materia o se non otteneva il primo posto in una gara di un qualsiasi sport.
<COME CAZZO TI SEI PERMESSO?! LUI È MIO! È MIO, CAZZO! NON DEVI AZZARDARTI MAI PIÙ A TOCCARLO, NON GUARDARLO, NON PARLARGLI, IGNORALO E COLPISCI ME PIUTTOSTO!> quelle urla disumane si susseguirono e mentre padre e figlio se le davano di santa ragione, tutti gli altri presenti in casa accorsero a causa del trambusto.
La scena che la moglie e gli altri 3 figli si trovarono di fronte era raccapricciante, Keigo fermo, catatonico in un angolo che si teneva la mano sulla guancia accasciato a terra, Touya con il viso completamente coperto di sangue, un occhio nero, il labbro spaccato e quasi sul punto di ritrovarsi con un braccio rotto, dato che Enji lo aveva costretto a terra con una mossa di Arti Marziali Miste (MMA).
<PAPÀ LASCIALO!> urlò Shoto fra le lacrime.
<Oh, ma che bello, la famiglia al completo, venite a salutarmi, il viaggio mi ha parecchio stancato sapete> rispose come se nulla fosse.
<Papà, per favore... lascia andare Touya> supplicò Fuyumi con le lacrime agli occhi.
Rei restò anche lei pietrificata, nello stesso stato catatonico di Keigo, sapeva che Enji non era un uomo eccellente, sapeva che non avrebbe mai ucciso Touya, certo, lo aveva picchiato delle volte, come aveva fatto con lei, ma nulla di più... perciò non lo avrebbe ucciso, vero? Questo pensiero le affollava la mente in modo persistente, talmente tanto da farla quasi ridere sul posto mentre si teneva le mani fra i capelli. In tutto ciò, l'unico a prendere coraggio ed avvicinarsi al padre fu Natsuo, che andò a salutarlo assecondandolo, nella speranza che addolcendolo un pò, avrebbe finalmente liberato il suo fratellone.
<Papà, sei tornato! Com'è andato il viaggio? Vuoi che ti prepari il caffè o gradisci un bagno caldo?> domandò abbracciandolo.
<Queste sono cose a cui dovrebbero provvedere tua madre e tua sorella in quanto donne, tu pensa a studiare, fare carriera ed allenarti, in compenso il viaggio è andato bene, abbiamo concluso l'affare prima del previsto per fortuna, non avevo nessuna intenzione di passare altro tempo lontano da casa insieme a quell'imbecille> concluse allentandosi il nodo alla cravatta.
<Mi fa piacere, che ne dici se andiamo a parlarne in cucina, dobbiamo ancora fare colazione, perché non ne approfittiamo per mangiare tutti insieme?>
<Certo> si alzò liberando Touya e dirigendosi insieme a Natsuo in cucina, ma prima di varcare la soglia della porta successiva si fermò pronunciando queste parole: <Con te non ho finito, ne riparliamo più tardi, e non azzardati a scappare come un coniglio, l'ultima volta ti ho lasciato andare per pietà, intesi Touya?> lasciò cadere la domanda nel nulla proseguendo a camminare al fianco del suo terzogenito, addentrandosi nella cucina e accomodandosi sulla sedia a capotavola.
Dopo qualche secondo lo si sentì urlare <REI, FUYUMI, STO ASPETTANDO!> le due donne tremarono sul posto a quel richiamo e corsero in cucina sapendo già che, se non si fossero trovate davanti a lui in tempo zero avrebbero subito lo stesso trattamento di Touya, se non addirittura peggio.
Il piccolo Shoto invece, rimase lì, a guardare 2 delle persone a cui teneva di più al mondo distese a terra sul pavimento... si avvicinò riluttante, con le lacrime agli occhi a Keigo per vedere se stesse bene, provò a parlargli ma non servì a nulla, niente lo avrebbe riscosso a tal punto da ottenere una risposta, così provò con un abbraccio, lo strinse fra le lacrime e i singhiozzi chiedendo scusa, chiedendo perdono per conto di quell'uomo che era suo padre.
Keigo sussultò e sembrò riprendersi, la scena di Touya steso a terra privo di sensi lo fece tremare, scansò Shoto con delicatezza dopo averlo rassicurato accarezzandogli i capelli e dicendogli che non era successo niente e che andava tutto bene, che il suo fratellone era forte e si sarebbe ripreso; così si avvicinò a Touya, si fece coraggio e lo prese sottobraccio per portarlo in camera, stenderlo sul letto e medicargli le ferite con il kit del pronto soccorso che il biondo sapeva avesse sempre nella sua stanza con una scorta di ghiaccio che teneva nel mini-frigo nascosto nel suo bagno personale.
E mentre lo medicava e gli posava del ghiaccio sul braccio, Keigo si ripromise di non uscire da quella stanza, si ripromise che quell'uomo non l'avrebbe più toccato, d'altronde, come può un padre trattare il proprio figlio in tal modo?... Che stupido... era inutile domandarselo, perché lui lo sapeva, lo sapeva bene, e diavolo... nonostante lo sapesse rimaneva incredulo tutte le volte, come se si stesse svegliando da un incubo terribile, un incubo che dal primo giorno di cui lui avesse memoria non era mai finito, ed era certo che non sarebbe mai finito...
Qui Touya a rapporto, penso che questo sia il capitolo più belli che abbia mai scritto, vi chiedo come sempre di farmi sapere cosa ne pensate, ci tengo veramente tanto.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Touya.💙
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