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<Ti aiuto...>
Quella frase, quelle due parole pronunciate da Touya, prima che si infilassero sotto le coperte lo riportarono indietro con la mente, e pian piano mentre si addormentava in sogno gli si palesò quel ricordo...
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<Che ci fai lì per terra? Dammi la mano, ti aiuto ad alzarti> un ragazzino con i capelli candidi come la neve pronunciò quella frase.
Lo guardo con sospetto e diffidenza.
Non so se posso fidarmi di lui, non mi piace per nulla, potrebbe esser stato mandato da un'altro di quei coglioni per infastidirmi.
<Perché ti sei seduto? Vattene e lasciami in pace>
<Non hai afferrato la mia mano perciò l'ho preso come un invito ad unirmi a te, tu sei Keigo, vero?>
<Ti ho detto di lasciarmi in pace, non sono interessato a dialogare con un moccioso>
<Moccioso? Io? Sono più grande di te pulcino>
<Complimenti, vuoi un applauso?>
<AHAHAHAHAHA, sembri il mio fratellino in questo momento, non fare il burbero con me, mi chiamo Touya, siamo nella stessa classe, l'anno scorso sono stato bocciato>
<Non mi interessa->
<Ti vedo sempre per i fatti tuoi, e anche io non ho poi così tanti amici, o per lo meno, non sono amici sinceri, sono tutti interessati ai soldi di mio padre, sono tutti una vera seccatura, ma tu sembri interessante, facciamo amicizia? Ti va? Dai ti offro il pranzo e ti presto la mia tuta sportiva così ti dai una pulita, sei tutto pieno di polvere.>
Tentennai un pò ma alla fine, dopo uno sguardo più attento non sembrava così male e con quel cerotto sulla guancia sembrava uno piuttosto maldestro ed indifeso.
<Se proprio ci tieni mangerò con te>
Mi fece un sorriso enorme, il più sincero che abbia mai visto nei miei miseri quattordici anni.
<Non ti esaltare troppo, un pasto gratis non si rifiuta mai>
<Allora andiamo! Oggi c'è la soba in mensa!>
Mi prese la mano e mi trascinò in mensa.
Ci sedemmo ad un tavolo e mangiammo con calma, o per lo meno io, quel ragazzino stava letteralmente divorando quel piatto come se non mangiasse da giorni, e con l'ultimo boccone una gocciolina di brodo sostò su un angolo della sua bocca che pian piano scendeva, e prima ancora che me ne accorgessi la mia mano si era mossa per pulirlo con un fazzoletto.
<Grazie uccellino> un altro di quei meravigliosi sorrisi, era il terzo che mi rivolgeva in meno di un ora, i primi due di essi non mi scalfirono minimamente, ma il terzo, il terzo di quei sorrisi mi aveva scaldato il cuore.
Ritrassi la mano alla velocità della luce e di prontezza risposi: <Certo che per essere più grande di me mangi ancora come un bambino>
<Mmmh forse, ma ho solo 15 anni, ho tutto il tempo per crescere ancora un pò, non credi? Inoltre, perché non mi chiami Hyung invece che rivolgerti a me senza un appellativo in modo indiretto?>
<Abbiamo finito? Grazie per il pasto, me ne vado.> mi alzai e mi diressi verso la porta d'uscita per tornare in classe e magari, fare qualche compito assegnato per portarmi avanti con quelli per casa.
La campanella suonò, la pausa pranzo era terminata ed il primo a fare il proprio ingresso in classe fù il ragazzino di poco fa.
<Facciamo i compiti insieme dopo scuola? Ho visto che sei bravo in inglese, mi servirebbe una mano, ti va?>
<No, non mi va>
<Peccato, ho già detto a mia madre che avrei portato un compagno di classe per fare i compiti insieme a casa, viene lei a prenderci, perciò non puoi tirarti indietro>
<Se hai già fatto di testa tua, perché chiedi se mi va di fare una cosa che ovviamente adesso mi toccherà fare anche se non ne avevo la minima intenzione?>
<Mi sembrava educato chiedertelo anche se avevo già deciso, a più tardi Uccellino>
<Smettila di chiamarmi così>
<Se vuoi che smetta chiamami Hyung>
<Scordatelo>
<Come preferisci> si accomodò nel posto dietro al mio e da quel momento non emise più un fiato.
Passarono le ultime due ore e finalmente era l'ora di tornare a casa.
<Andiamo, mia madre ci aspetta qui fuori> un altro sorriso e gli occhi brillanti di gioia.
Sospirai, mi alzai e lo seguii ormai arresomi al fatto che avrei passato altro tempo con lui.
<Sia chiaro, solo per questa volta>
Arrivammo alla macchina, una delle più lussuose che abbia mai visto, una giovane signora a sorriderci che ci chiedeva di accomodarci sui sedili posteriori.
<B-buonasera signora, m-mi chiamo Keigo Takami e ho 14 anni.>
<AHAHAH, che simpatico, grazie per aver accettato l'invito di mio figlio, non porta mai nessuno a casa tu sei il primo, sono voluta venire a prendervi perché è un occasione speciale. Oh ma che sbadata, mi presento anche io, sono Rei Todoroki, piacere di conoscerti.>
<Hey! Non corteggiare mia madre, piuttosto lascia che sia io a corteggiarti>
<Ma sei impazzito?!>
Le risate dei due riempirono la vettura lasciandomi interdetto per un pò
<Non preoccuparti per me non è un problema, amo il mio bambino così com'è, se lui è felice lo sono anche io> mi rispose sorridendo sua madre.
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Uno spostamento al mio fianco mi svegliò e mi alzai di soprassalto, Touya si stava alzando.
<Dove vai? Non mi lasciare> mi aggrappai a lui disperatamente.
<Perché stai piangendo? Hai fatto un brutto sogno? Stavo solo andando in bagno, non volevo abbandonarti, non lo farei mai.> mi strinse forte a sé con tutto l'amore di cui era a disposizione e che poteva offrirmi.
<Adesso vado in bagno e poi torno subito da te, così poi mi racconti perché stai piangendo, va bene?>
Annuì positivamente e lo lasciai andare asciugandomi le lacrime e pensando che alla fine non è così male stare con lui come pensavo questa mattina...
Ciaooo ragaaaa ci ho messo un pò vero, ma alla fine ne è valsa la pena, che dite?
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