Psycho
<Beh, sinceramente, sto morendo di fame. Che ne dici di cenare insieme?>
Ma fa sul serio?
<Sul serio, da quant'è che non mangi qualcosa? Infatti, sembra che tu non abbia una bella cera... E dai! Non ho alcuna intenzione di farti del male.>
Beh, non ha tutti i torti. Ormai saranno trascorse una decina d'ore dall'ultima volta che ho mangiato qualcosa.
<Se proprio insisti...>
<Bene!>
Soddisfatta dalla mia risposta, spegne la radio e apre la porta della stanza.
<Dopo di te.>
<Prima le signore.>
<Ah, un vero gentiluomo...che peccato.>
Esco dalla stanza dopo di lei che chiude la porta a chiave.
<Aspetta, devo avvertire Will del tuo lavoro svolto con X.>
Prende un cellulare dalla sua tasca destra dei pantaloncini e compone il numero.
<Will, ci sei? È fatta. L'ha ucciso! Non sto scherzando. Gli ha conficcato un cacciavite nella gola ed era rimasto a guardarlo mentre X stava morendo. Senti, ti posso chiedere un favore? Potrei cenare insieme a XIII? Lo so che non è il mio cagnolino ma, visto che Ramsey è malato, potrei cenare insieme a lui stasera e, dopotutto, non vuoi lasciarlo morire di fame? Grazie mille, Will. A dopo.
Bene, Will mi ha dato carta bianca. Se vuoi cenare insieme a me, seguimi.>
Infatti, non vedo altre opzioni se non quella di stare al suo gioco.
Ma ancora non ho capito chi diavolo è Will? Deve sicuramente essere a capo di tutta questa follia o alla pari di David. Ha dato l'ordine a quel maniaco, con la mazza da baseball, di smetterla di tortuarmi e poi deve avere un rapporto completo da Jessica sull'esito del suo piano.
Forse, mi servono altri dettagli per sapere se almeno l'ho già incontrato oppure no. Ma, soprattutto, per sapere se l'ho conosciuto prima di risvegliarmi nella "Queen's Room".
Dopo un paio di minuti ed aver sorpassato una decina di stanze, Jessica apre una porta rossa.
Faccio un passo indietro e tiro fuori, dalla mia tasca, il cacciavite che mi aveva dato prima.
<Oh, suvvia. Non crederai mica che sia tutta una pagliacciata solo per ucciderti lì dentro quando, invece, potevo ucciderti più facilmente nella stanza di X? Per favore, butta a terra quel cacciavite.>
Spazientita, Jessica si volta verso di me, puntandomi contro una pistola.
<Sai, non amo usare le armi perché sono troppo rapide. Non puoi assaporare quelle piccole emozioni che provi quando uccidi qualcuno. Vedi, io credo che, nei loro ultimi attimi, le persone dimostrano chi sono veramente. E sono curiosa di sapere chi sei tu. Ma mi piaci troppo per ucciderti, perciò butta a terra il cacciavite o ti sparo alla gamba o, magari, tra le gambe...>
Vedendo che ha tolto la sicura della pistola, capisco che le sue minacce sono vere, perciò butto il cacciavite a terra.
<Grazie mille.>
Entro dopo di lei.
Tecnicamente, la stanza è una cucina.
C'è un frigorifero in fondo alla stanza, due tavoli in mezzo e quattro sedie di legno, due per ciascun tavolo.
<Forza, bello! Che stai aspettando? Siediti, pure.>
Mi siedo al tavolo più vicino alla porta, nel caso quella pazza perdesse la testa.
Intanto, Jennifer apre il frigorifero e prende due sandwich.
<Voglio essere del tutto chiara con te. Ho rischiato molto ad avere una cena con te. Immagino che tu abbia già conosciuto Will e mio fratello Brian, vero?>
<Non credo di averne avuto il piacere...>
Sorpresa dalla mia risposta, Jennifer si volta e mi fissa minacciosamente. Che cosa ho detto?
Poi si volta verso il frigo, prende due lattine di Pepsi e richiude il frigorifero.
<Ma cosa dici? Will mi aveva detto che ti aveva fatto quello "scherzetto", facendoti aprire lo stomaco di XI e Brian è quello che ti ha torturato prima.>
Ma non era David? Quel pazzo che ha lasciato che uccidessi Alec. Meglio se sto al suo gioco...
<Si, scusami mi sono solo confuso.>
Irritata, si siede e mi da un sandwich e la Pepsi.
<Bon apetif.>
<Bon apetif.>
Dopo aver finito di mangiare il sandwich, Jessica posa la pistola sul tavolo mentre bevo un sorso di Pepsi.
<Sei fidanzato?>
Sorpreso, la Pepsi mi va di traverso a causa della sua domanda improvvisa.
Mi riprendo dopo un paio di secondi.
<Come, scusa?>
<Beh sai, come puoi notare, mi piaci ma non vorrei mai che tu tradissi la tua fidanzata.>
OK, è una pazza psicotica.
<In effetti si, sono fidanzato.>
<Ah, peccato... Mentre tu finisci la tua Pepsi, chiamo Will.>
Si alza dalla sedia e si siede sopra l'altro tavolo. Compone il numero e aspetta che Will risponda alla chiamata.
<Will, sono Jessica. Potevi anche dirmelo che è fidanzato. Lo so che sto con Ramsey, ma sai come mi piace stare insieme ad altri ragazzi. Ah, si? Ramsey sta per venire? Perfetto! Portalo da me, voglio che faccia una chiacchierata con il nostro nuovo amichetto... Ok? Grazie, Will. A dopo.>
Non so se dovrei preoccuparmi, visto che vuole farmi conoscere il suo fidanzato e non credo che sia più sano di lei. Spero solo che non sia un ragazzo geloso.
<Ti dispiace se ti faccio conoscere Ramsey? Credo che se vi conosceste meglio, sareste ottimi amici.>
<Beh, in effetti, preferisco essere torturato da tuo fratello che conoscere il tuo ragazzo.>
Ops... Mi è scappato.
<Come, prego?>
Scende velocemente dal tavolo, ma non è abbastanza veloce da prendere la pistola prima di me.
<Alza le mani e passami il cellulare. Lentamente.>
Mi passa il cellulare, alza le mani e si siede dov'era seduta prima.
<Wow, devo ammettere che non me lo sarei mai aspettato da te. Complimenti, davvero!>
Irritato dalla sua battuta, le punto la pistola alla mano destra e, contando che aveva tolto prima la sicura, le sparo sul palmo.
Sorprendentemente, non si arrabbia o non si spaventa.
<Scusami, ma mi ero dimenticato di dirti che dovevi stare zitta. Questo era un piccolo avvertimento sul fatto che non sto scherzando. Ah, prima che me ne dimentichi, conosci David Cornwell?>
Dopo aver sentito la mia domanda, prima sorride e poi ride di gusto.
<Ma certo. Ha usato il suo primo pseudonimo, ma è un nome falso. Il suo vero nome è Will.>
<Bene e adesso che ci siamo chiariti, che ne dici se chiamo Will?>
<Fa pure.>
Scorro tra le chiamate effettuate e clicco l'ultima in cima.
Sta suonando...
<Ciao, David. O dovrei dire Will? Comunque, ho preso questa stronza dai capelli blu e le ho sparato alla mano destra. Evitiamo altri spargimenti di sangue all'infuori delle tue vittime. Perciò, dì a Ramsey di non venire, voglio solo parlare con te. Fai presto o sparo in testa a questa troia!>
In meno di un secondo, Jessica si butta addosso su di me, cercando di strozzarmi.
<Non avresti dovuto chiamarmi "stronza dai capelli blu", ingrato bastardo!>
Cerco di fermarla, puntandole la pistola in testa ma non basta. Perciò, in un raptus omicida, premo il grilletto.
Ti sta bene, stronza!
Il problema è che Will si aspetta di trovarla ancora viva...
Note dell'autore:
Ops... Mi è partito un colpo.
Comunque, dovrei pubblicare il prossimo capitolo tra due settimane. Se sono fortunato, dovrei farcela entro venerdì sera. Lasciate la vostra opinione nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo!
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