La seconda prova
Essendo furioso con quel pazzo per averci lasciati qui dentro, non posso far altro che cercare di forzare la serratura con il coltello che ci ha lasciato... niente da fare.
Sapevo che non dovevo fidarmi di David, o qualunque sia il suo maledetto nome! Era una storia troppo bella per essere vera in una situazione del genere.
Forse è meglio se faccio il quadro della situazione attuale, prima che cominci a perdere la pazienza e la rabbia prenda il sopravvento.
Allora, David è entrato nella mia stanza, o meglio nella "Queen's Room", dicendomi che il pazzo, che ci ha rinchiusi e torturati, era ferito nella " Mad House", così potevamo liberare le altre vittime ed andarcene da questo purgatorio. Quando sono uscito dalla mia stanza si è preso gioco della mia amnesia, il ché sarebbe da veri bastardi. Mi ha convinto ad andare avanti, ricordandomi anche della mia fidanzata Alicia, siamo entrati nella "Black Room" ma era tutta vuota. Poi siamo entrati in questa stanza ma, quando avevamo visto che dentro c'era un ragazzo che stava dormendo, ho lasciato che quel pazzo lo schiafeggiasse per svegliarlo. Ed infine, David se n'è andato, rivelandosi come l'autore delle nostre attuali sofferenze e mi ha lasciato un coltello così che possa prendere la chiave della stanza che si troverebbe nello stomaco del ragazzo, almeno da ciò che ha detto David.
Sinceramente, non so cosa dovrei fare. Ormai vedo solo due opzioni fattibili. O prendo il coltello che mi ha lasciato David e cerco la chiave nello stomaco del ragazzo oppure lascio passare il tempo e aspetterò la prossima mossa di David. Preferisco seguire la seconda opzione, non vorrei mai diventare un folle come David. Cavolo, probabilmente, quel pazzo si è ferito al petto da solo solo per convincermi ad uscire dalla stanza.
Il ragazzo della stanza si alza da terra e si avvicina verso di me.
<Allora... che intenzione hai, bello?>
Mi volto e noto il suo volto furioso e spazientito. Dopo avermi dato un forte schiaffo, cado a terra, incapace di muovere le gambe, svengo nel giro di due minuti.
Accidenti. Non mi ha mai fatto così male la testa in tutta la mia vita. Alzo la testa e vedo quel ragazzo che mi punta il coltello vicino alla mia faccia.
Beh, forse David non è l'unico maniaco psicopatico che ho incontrato negli ultimi tre giorni.
<Scusami se ti ho fatto svenire, ma dovevo pur prendere il coltello per difendermi.>
Rimango stupito dalle sue "scuse".
<Posso capirlo, cavolo. Ti starai chiedendo che cazzo ti ho fatto per avere un coltello puntato in faccia? Beh, voglio che tu mi racconti la tua storia se vuoi rimanere vivo. E poi potremo discutere sul da farsi.>
Perché devo ripetere le cose più di una volta?
Dopo avergli raccontato il mio risveglio nella mia stanza, la mia amnesia, il mio incubo, la lettera e l'incontro con David; mi guarda stupefatto e incredulo da ciò che ha sentito. Si alza da terra e cammina lentamente, scegliendo cosa fare della mia vita. Perfino io sarei indeciso su cosa dovrei fare in una situazione folle come questa.
<Ah, che maleducato, non mi sono presentato come si deve. Mi chiamo Alec Malvo.>
Cosa? Ha detto Alec Malvo? Lo stesso nome del ragazzo del mio incubo che ho sognato dopo essermi risvegliato nella mia stanza? Oserei dire che sia una strana coincidenza, ma forse il destino è stato veramente bastardo. Basta che non ci riservi lo stesso finale come nel mio incubo.
Rimango senza parole per una decina di secondi, spero che non si agiti, se no potrebbe venirgli strane idee in mente.
<Perché mi guardi in quel modo? Oh, già... ho lo stesso nome del ragazzo del tuo incubo. Beh, ti avverto che solo tu muorirai in questa stanza...>
Solo quando capisco il significato della sua frase, mi alzo in piedi e gli sferro un calcio in faccia, facendogli sanguinare il naso. Il ché mi fa guadagnare il tempo per prendere il coltello e puntarglielo in faccia come ha fatto con me.
<Ora voglio essere del tutto chiaro con te, Alec. Non voglio ucciderti, ma non tratto con gli psicopatici. Perciò, stai fermo e zitto!>
<Beh, l'unico psicopatico che vedo in questa stanza... sei tu.>
Rimango inorridito dalle sue parole che mi rendono del tutto vulnerabile. Mentre lui preferisce sfruttare la mia vulnerabilità, cercando di togliermi il coltello dalla mia mano, ma senza successo. Non si arrende, anzi, mi colpisce con un pugno alla pancia. Inevitabilmente, il coltello cade dalla mia mano e batte contro il pavimento. Alec si butta a terra per prenderlo, ma non è abbastanza veloce quanto me.
In un ultimo atto di disperazione, gli taglio la gola e tutto il sangue schizza la mia maglia e i miei pantaloni. All'inizio rimango stupefatto da ciò che ho fatto, ma devo uscire da qui. Perciò gli apro la pancia con il coltello e cerco la chiave nello stomaco. Dopo averla trovata tra le budella, mi allontano dal suo cadavere ed evito di guardare il volto sorridente di Alec. Ma non posso arrendermi adesso.
Apro la porta con la chiave di Alec, per poi ritrivarmi di fronte David, sorpreso nel vedermi.
<Se devo essere onesto, non avrei mai creduto che l'avresti ucciso.>
Note dell'autore:
Sinceramente, all'inizio non avevo pensato ad un finale del genere ma dovevo pur far uccidere qualcun'altro. Comunque, dovrei pubblicare il prossimo capitolo domani. Vi ricordo comunque di lascire la vostra opinione nei commenti. Alla prossima, gente!
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