16. Tricheco
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Sono ancora io, Gioele Rota. Registro questo vocale per fare un po' il punto della situa. Io e Yassine stiamo mettendo a posto le ultime cose prima di partire in missione verso Milano. Non mi porterò dietro il cellulare perché non voglio rischiare di perderlo, ma dovrei comunque riuscire a lasciare qualche nota. In un appartamento del palazzo di fianco al mio ho trovato un astuccio con dentro tutta una serie di registratori mp3 che sono un po' vecchiotti ma funzionano ancora. Mi perdonerà la tizia se ho cancellato quel che c'era dentro, ma tant'è.
Tra parentesi, ho un vago ricordo di un vecchio walkman di mia madre, tipo degli anni Novanta, che secondo me aveva anche il tasto di REC. Ora, io in casa non sono riuscito a trovarlo, e ci sta pure che non ce l'abbiamo più, ma il mio prossimo obiettivo sarà procurarmi un coso del genere, perché quello andava a pile, e se restiamo al buio non potrò registrare altro che così. Dovrò farmi anche una bella scorta di cassette, mi sa. Qui a Sesto non ne ho trovate.
Altra parentesi. Ho capito anche di non poter fare in alcun modo affidamento su questo cellulare, perché – a parte che può fottersi da un momento all'altro, e se si fotte tutte le registrazioni vanno perse – se l'energia finisce, non posso farci più un cazzo. Quindi, ho pensato a questa soluzione.
Mi sono fatto una bella scorta di CD-Rom vergini. Con "bella scorta" intento tipo un migliaio. Sono andato al pc – che non è il mio solito, perché il mio è un portatile e non ha lo sportellino per leggerli, porca puttana – e ho trasferito i vocali lì sopra. Ho fatto tipo una dozzina di copie, tutte con la loro custodia, la loro etichetta, eccetera. Alcune me le tengo io qui, nella libreria del salotto, ma le altre le ho portate in giro, in punti strategici della città. Per la precisione, le ho piazzate nella sala d'aspetto della stazione e in uno scaffale della biblioteca comunale. Stavo pensando anche a un terzo posto, giusto per sicurezza, ma per ora non ho deciso. Poi, ho scritto sui muri tutte le indicazioni per trovarle. E il piano sarebbe questo, in pratica: che, finché ci sarà la corrente, continuerò a fare copie, e a metterle in tutti questi posti. Poi, se le cose si mettono male, passo alle cassette; e se si mettono malissimo passo a carta e penna.
Pausa.
Va be', tornando al discorso principale. Alla fine svaligiare il commissariato e non è stato poi così difficile, però abbiamo fatto bene a farlo adesso, perché per aprire l'armadio blindato c'è stato bisogno del trapano elettrico. Per farla breve, abbiamo preso tutto, ma per la missione abbiamo fatto una lista. Un attimo... Ce l'ho qui, sul telefono...
Pausa.
Okay, ci sono. Allora, avremo: sei pistole semi-automatiche, di cui quattro Beretta 92F6 e due Glock 17 Gen5; una mitraglietta Heckler & Koch MP5; un fucile a pompa Benelli M3 Super 90; due borse di munizioni... Non le abbiamo contate, a dirla tutta, e sinceramente non ci sembrava neanche importante. Comunque, la maggior parte sono da nove millimetri, ma abbiamo anche cartucce calibro dodici per il fucile a pompa. Poi: due giubbotti antiproiettile; due manganelli, di quelli col manico laterale; due coltelli seghettati da sopravvivenza; cinque walkie-talkie, tutti già carichi...
E poi abbiamo fatto uno scatolone con roba varia, tipo: la sega ad arco, un piede di porco, cesoie, tronchesi, torce, corda, spago, manette, cavi per la batteria. Cose così. Ah, e una tanica di gasolio. Anche se, in realtà, speriamo che i distributori funzionino come qui, e che quindi si possa rifare il pieno anche per la strada.
E per quanto riguarda il mezzo, invece... Be', anche se era piuttosto figa l'idea di andare là con una Stelvio o con un'altra macchina di lusso – c'è pure una Porsche, tra parentesi, nel parcheggio di Villa Torretta – il caso vuole che vicino all'Esselunga ci fosse un furgone commerciale, di quelli col megafono sul tettuccio, e questa cosa si sposava troppo bene con i nostri piani. Insomma: in teoria, stiamo andando a cercare altri superstiti, no? E non credo sia una cosa fattibile fermarsi a suonare tutti i campanelli uno per uno. Tra l'altro, tipo, se ora sentissi suonasse il campanello qui, penso mi cagherei in mano e col cazzo che mi farei vedere.
Va be', credo di aver detto tutto. Ora...
Pausa.
Ora scarico il vocale sul pc, faccio tre copie, bla bla, vado a posizionarle, e niente. Più tardi io e Yassine ci becchiamo a Villa Torretta, mangiamo, ci facciamo una dormita, e al risveglio si parte. Lascio qui il telefono, e... Basta. Se...
Pausa.
Se non dovessi tornare, e questa fosse la mia ultima registrazione... Be'. Non andate nella fottuta Milano.
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Ansima.
Gioele Rota. Registrazione numero dieci.
Ansima.
Siamo...
Risata nervosa.
Siamo tornati da Milano. E, purtroppo...
Singhiozzi.
Lascio questo messaggio per chiunque verrà, se c'è ancora qualcuno su questa Terra del cazzo che possa ascoltare, per avvisarvi, che c'è qualcosa, nel tempo fermo. C'è qualcosa–
Segnale sonoro. Segue voce distorta: Qui Yassine Djellali. Gioele, ma dove cazzo sei, ora?! Avevi detto che tornavi subito. Ti sto aspettando. Rispondi, brutto coglione. Passo.
Pausa.
Un... Un attimo. Faccio subito.
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Allora. Eravamo...
Riprende fiato.
Stavamo andando verso Piazza del Duomo. Non lo so il perché, e-era un posto come un altro, okay?! D-Dovevamo... Dovevamo metterci al centro delle piazze, a parlare nel megafono, così la gente ci avrebbe visto anche a distanza, fine. Solo che... Dio, non lo so, a un certo punto, mi è venuto in mente che così eravamo anche dei cazzo di bersagli con le frecce al neon, e che magari c'era gente armata come noi. Non è che volevo tirarmi indietro, Cristo. È solo che, che...
Sospiro.
Va be', quindi ho cominciato a fare un po' il coglione, tipo che Yassine stava dalla parte del passeggero, e io mi sono messo a interromperlo in continuazione perché quando parlava nel megafono mi veniva la strizza al culo, e mi immaginavo i cecchini alle finestre... e poi facevo di tutto per allungare la strada, mi infilavo nelle traverse, e... tutto così.
E a un certo punto, mi sono fermato in mezzo a Corso Venezia, così, a cazzo di cane, okay?! E gli dico, dai, facciamo una piccola tappa, prima.
Lì c'era tipo il Planetario, il Museo Civico di Storia Naturale, che è un posto dove ci hanno portato una roba tipo cinque volte tra elementari e medie, e quindi mi era venuto in mente di entrale...
E Yassine, ma che cazzo fai, bla bla bla, perché ti sei fermato. E io, dai, vieni, vieni, bla bla bla, che ti frega, abbiamo tutta la vita... E quindi alla fine siamo entrati tutti e due, perché, anche se stavo facendo lo stronzo di merda, comunque lui non voleva lasciarmi andare da solo...
E allora ce l'ho messa proprio tutta per essere insopportabile, tipo che io saltavo da una sala all'altra, con Yassine dietro che mi guardava male... E a un certo stavo pure dentro uno di quei cazzo di diorama, a cavallo di un tricheco, e Yas ha perso proprio le staffe, e ha cominciato a urlare.
Mi ha detto che sono un cazzo di psicopatico di merda, e che non ne poteva più di me, e che lui l'aveva capito perché facevo così, che cercavo in tutti i modi di sabotare la cosa, sin dall'inizio, e che l'unico motivo era che in realtà io non volevo affatto incontrati altri superstiti. Anzi, se ne avessimo incontrati, magari avrei trovato una scusa per ammazzarli.
E io, ma che cazzo dici, Yas?! E lui mi ha puntato il fucile addosso, Cristo, era impazzito, e continuava a urlare, sì, è per questo che volevi le armi! È per questo che hai fatto tutta questa manfrina, e mi hai riempito la testa di storie per spaventarmi, perché tu non volevi nemmeno uscire fa Sesto, volevi che restassimo solo noi due! Perché finché siamo solo noi due, tu puoi continuare a fare il Dio! Tu sei malato di controllo! Per questo hai tenuto nascosti i Motorola! Chissà da quanto cazzo di tempo ce li avevi, eh?! Ma finché io continuavo a credere che non ci fosse alcun modo di contattarsi a distanza, ero costretto a starti attaccato al culo tutto il tempo, no?! Così mi potevi controllare! Dillo, cazzo! E tu hai sempre voluto tutto questo sin dall'inizio! Sin dal momento zero!
E io, tipo, cercavo di formulare una risposta sensata, e gli facevo, abbassa il fucile, Yas, ti scongiuro. Ma intanto gli avevo puntato addosso il mitra, Cristo. E pensavo, porca puttana, non ne usciamo vivi. E, poi, di colpo...
Di colpo, dietro di lui, è comparsa un'ombra.
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