V
Chiudo la porta alle mie spalle con il peso di una promessa fatta a mia suocera e lo sguardo di incoraggiamento di papà che ha cercato di trasmettermi tutta la forza possibile.
Non credo basterà.
Salgo le scale fini alla camera da letto come se andassi al patibolo.
Anche se ad ogni gradino sono sempre più convinto di voler affrontare questo discorso.
Sono già stanco dell'aria pesante che si respira in casa e di questa sorta di guerra fredda con Manuel.
Voglio spiegargli che ha frainteso, che se oggi pomeriggio mi avesse lasciato parlare un attimo avrebbe capito.
E magari mi odierà lo stesso e non vorrà più vedermi ma almeno saprà che anche lui è la persona più importante della mia vita, al punto tale da desidera di avere un figlio assieme.
Condividere la vita, la cura, l'amore per un altro essere umano che ameremmo più di noi stess-
La camera da letto è vuota.
Vuota.
Il suo cuscino non c'è e le pantofole mancano dal solito posto.
Mi viene da vomitare.
Tanto lentamente sono entrato e tanto velocemente esco da questa stanza le cui pareti mi stanno precipitando addosso insieme al resto della casa, del palazzo, del mondo.
Se Manuel se ne va, nulla esiste. Io non esisto.
Un fascio di luce da un punto del corridoio completamente inedito mi riporta alla realtà facendo accelerare il battito del cuore in modo esagerato.
Quando abbiamo acquistato questo posto ci siamo subito resi conto che avesse a disposizione una camera in più rispetto alle nostre necessità, ma abbiamo provato a dare anche a lei un ruolo.
Prima doveva essere un secondo bagno, poi un secondo studio, poi persino un secondo salotto e, alla fine, su insistenza di Manuel, è diventata la stanza degli ospiti.
Ma, in tutto sto tempo, qua dentro non c'ha mai dormito nessuno.
Solo una volta Laura fuggì furibonda da casa di Pin per una litigata e la ospitammo lì per una notte finché lui non se la venne a riprendere la mattina dopo con tanto di mazzo di fiori e proposta di matrimonio.
E mo c'hanno na figlia. Loro.
Dopo st'episodio non ne so più capitati di "ospiti" e quindi abbiamo anche smesso di cambiare le lenzuola, di curarla, di entrarci.
Ci siamo semplicemente rassegnati alla sua esistenza inutile.
O meglio. Manuel l'ha fatto.
Io ho conservato una piccola flebile speranza, come una fiammella fioca, che quella potesse un giorno diventare una stanza da letto e basta. Senza etichette, specificazioni o altro.
«Come dovrebbe essere in una famiglia» mi suggerisce la vocina nella testa.
Ed è proprio perché ho sempre tenuto vivo questo piccolo desiderio che ora mi dirigo lì con gambe instabili e mani tremanti.
Le ante dell'armadio sono completamente spalancate mentre ancora precipitano le decine e decine di fogli, foto e documenti che ho accumulato di nascosto negli ultimi 2 mesi.
E Manuel è li, seduto a terra sotto le rovine di questa bomba che non sono stato in grado di detonare per tempo.
Il cuscino abbandonato sul letto e lui a gambe incrociate con una mano nei capelli mentre l'altra sfoglia freneticamente le pagine di un libro a me ormai familiare.
"«Cosa aspettarsi quando si aspetta»... ma che cazzo de nome è Simò?" solleva lo sguardo su di me mentre io mi abbasso verso di lui.
Finalmente siamo di nuovo vicini.
Non mi importa se adesso mi dice che sono uno schifoso bugiardo, che mi odia o che non può darmi quello che voglio. Io per un ultimo incontro con questi occhi qua sono disposto a sopportare tutte le pene del mondo e pure di più.
Mi aggiusto in ginocchio con i palmi aperti a terra a darmi sostegno. Un respiro ci separa.
Le dita sul libro smettono di scorrere e scendono a prendere le mie per intrecciarle.
E' il contatto freddo con la sua fede nuziale a far scatenare in me una scarica di brividi senza fine.
Abbasso gli occhi e osservo le nostre mani unite, gli anelli così vicini a creare il segno dell'infinito l'uno affianco all'altro.
Una lacrima mi scivola via e cade su di loro.
"scusa" mormoro a bassa voce. Mi sento come se ogni minima cosa potesse distruggere questo momento.
Il tocco sul viso arriva prima che i miei occhi possano tradirmi ancora.
Si spinge in avanti col busto e scioglie le gambe per far posto a me.
Non me lo faccio ripetere due volte e lasciandogli la mano mi lancio su di lui.
La testa nell'incavo fra collo e schiena e le braccia a cingergli la vita.
"Sei assurdo ti giuro" sussurra contro i miei capelli "una persona più stupida di te io non l'ho vista mai in tutta la mia vita... e si che mi guardo allo specchio tutti i giorni!" scoppiamo a ridere come due cretini mentre le sue mani fanno su e giù su di me.
Quanto mi era mancato.
Mezza giornata senza e già stavo per morire.
Le carezze si interrompono e "Simò, non mi fare mai più uno scherzo del genere" la voce trema "che pensavo sarei morto oggi ..." alzo gli occhi su di lui "non mi guardare così! Pensavo davvero sarei morto! Il pensiero che ci fosse qualcun altro" sospira "e poi io- io senza di te Simò!" mi scuote un po' "dove cazzo vado senza di te Simò?? A buttarmi al Tevere?? A schiantarmi in tangenziale??" le lacrime che ha trattenuto fino ad ora iniziano a precipitare senza sosta.
Le bacio via una ad una.
La sola idea di aver causato questo dolore mi devasta a livelli inspiegabili.
"Non sapevo come dirtelo..." provo a spiegare quando ci siamo un po' calmati.
"A parole Simò come altro o volevi fa? A gesti? Mo volevi far trová già qui magari ficcato dentro no scatolone con un biglietto tipo «Congratulazioni per il lieto evento!»?"
"Io non-"
"Tu non che?"
"Io non pensavo tu volessi..."
"E che ne sai te de quello che voglio io?" chiede fingendo di darmi una capocciata.
"Perché-" gesticolo un po' come se questa enfasi potesse avvalorare la mia tesi "per le cose che dici..."
"Le cose... che dico?"
"Si... che i bambini so immaturi, so fastidiosi, so-"
"Bambini Simò..." scuote la testa "ma tu" avvicina il viso al mio in modo da far toccare le nostre labbra mentre parla "dopo 10 anni di relazione e 2 di matrimonio... ancora stai a da' credito a tutto quello che esce dalla mia bocca?!"
Arrossisco lievemente e mi fisso le mani.
"Simo..." il cuore inizia a galoppare veloce nel petto solo per queste due sillabe e non riesco ad impedire alla bocca di distendersi in un sorriso.
"Guardami" tiro su gli occhi e lo osservo da sotto le ciglia.
Sospira.
Arriva con una presa salda e sicura a farmi pressione sulle guance.
"L'altro giorno" spiega "quando t'ho parlato dei marmocchi mi riferivo alle bestie che me so capitate a scola e basta. Hai capito? Magari stavo nervoso e avrò fatto sembrà il discorso più generico, ma te posso giurà su quanto ti amo" mi lascia un bacio fugace sulle labbra e il mondo ricomincia a girare di nuovo "che quando dico che con te farei tutto, so serio. Tutto Simò, pure n figlio."
Non so che dire. So solo piangere di nuovo e tremare mentre lui mi stringe ancora di più come a tenermi intero, ad impedirmi di esplodere in miliardi di pezzi.
"Te faccio vedé na cosa, va bene?" mi sussurra mentre estrae il cellulare dalla tasca "questa è a chat co' Laura de qualche giorno fa..." spiega passandomi il telefono fra le mani tremanti.
Mi scivola via in un attimo e lui lo prende a stento prima che si strafacci al suolo.
"Scusa" mormorò di nuovo.
Oggi non so dire altro a quanto pare.
Mi bacia la punta del naso e rivolge lo schermo verso di me:
«Certo che tu e tuo marito siete terribili...» leggo tra le lacrime che ancora mi appannano la vista
«non so a cosa ti riferisci 😇»
«smettila! ho trovato il pacchetto nella posta!! Se non la finite di comprare regalini ad Aurora la prima parola che dirà non sarà mamma o papà, ma zio Manuel o zio Simone»
«che ci posso fare se sono così bravo coi marmocchi...»
«guarda che non c'è niente da scherzare! Lo sai pure tu che saresti perfetto come padre...»
«Laura non so come avete fatto tu e Pin ma in genere ste cose se decidono in due...»
«si perché mo viemme a dire che Simone non o vole»
Il telefono viene girato dall'altra parte prima che possa vedere il resto.
"Hai capito Simò? Ce credi mo?"
Mi lancio su di lui come una furia facendo aderire le nostre labbra e spingendolo fino a farci capitombolare sul pavimento.
Torno a respirare solo quando mi bruciano i polmoni e non posso più resistere senz'aria.
La sua bocca è rossissima e i capelli vanno da tutte le parti.
Mi tiro su in ginocchio e lui subito si mette a sedere come se ci fosse un filo invisibile che impedisce che uno si muova senza l'altro.
Il telefono abbandonato tra i nostri corpi cade dal suo stomaco e picchia terra.
Lo raccolgo ridacchiando mentre sento un suo impropero.
Lo schermo è ancora sbloccato sulla chat con Laura.
Faccio scorrere il dito velocemente:
«non dico che non o vole... dico che magari... non o vole con me»
«a te comunque quella botta da piccolo t'ha segnato a vita non c'è che dire»
"Simo?"
Uh?
"Uh?"
"Ridammi il telefono..."
Ci sono due suoi messaggi vocali a distanza di 5 minuti l'uno dall'altro che fanno seguito alla risposta di Laura.
"Simò..."
Mi alzo di scatto dalle gambe di Manuel e cerco di creare quanta più distanza possibile fra di noi mentre premo play.
«Laura pensaci, ma che garanzie je posso mai da io che non ce l'ho manco mai avuto un padre??»
"Basta Simò, toglilo!"
«Metti che poi faccio come il mio?? Metti che so veramente lo stronzo che in fondo ho sempre temuto di essere??»
Parte il secondo.
«Comunque Laura smollame mo-» blocco lo schermo.
Il silenzio che ci circonda è irreale.
Arrivo a stento all'armadio vicino ai vari fogli sparsi.
Le gambe ora mi tremano troppo e sono costretto a lasciarmi scivolare di nuovo sul pavimento.
Manuel è ancora a terra con le mani in faccia.
Se quella di prima era una bomba, questo è un Big Bang.
E perciò da qua, ora, può solo che nascere vita.
"Manu-" mi avvicino a carponi a lui.
"Non dire nulla Simò." e mette una mano tra di noi come a bloccarmi.
"E invece io parlo!" sbotto "Parlo perché l'ultima volta che non l'ho fatto guarda come cazzo siamo finiti" indico la stanza attorno a noi "tu non sei uno stronzo. Non lo sei." gli sposto via le mani "lo capisci che non lo sei? Lo capisci che invece sei la persona più importante della mia vita?" alza di scatto lo sguardo "è così. Lo sei. Come io lo sono per te... solo che a volte ce lo dimentichiamo! E allora... bisogna ricordarselo! Quindi ascoltami bene testone" gli tiro il lobo di un orecchio "Lo capisci che io ti amo per tutto il bene che mi dai? Per come mi fai sentire protetto, sicuro, capito in ogni istante? Per come non mi abbandoni mai! Neanche ora che pensavi ti tradissi... hai preferito venirtene qua dentro" indico con un dito la stanza "a piangerti la tua sorte piuttosto che andartene via da me..."
Prendo fiato e "Manuel" una mano a tenergli il viso perché ho bisogno che i nostri occhi adesso si incontrino "lo capisci che sei nato per fare questo? Lo capisci che non saresti mai capace di fare come quel pezzo di merda? Che tu a noi" gli poso fra le mani la foto del piccolo Thomas sorridente "non ci lasceresti mai??"
I singhiozzi gli squarciano il petto e adesso tocca a me stringerlo per impedire che mi si spacchi tra le braccia.
Le lacrime colpiscono la diapositiva e scivolano via dalla sua superficie lucente e liscia non lasciando nessuna traccia del loro passaggio.
Io guardo lui e lui guarda Thomas.
"Simò..." mormora
"Dimme..."
Solleva gli occhi ancora lucidi e "togliti di dosso mo"
Eh?
"Eh? Ma perché?" domando confuso.
Allontana con forza il mio corpo dal suo e si rimette in piedi continuando a stringere la foto in un palmo "come perché?"
Mi offre l'altra mano per alzarmi e così ci ritroviamo al centro della stanza circondati da quello che potrebbe essere il nostro futuro.
Lascia la presa sulle mie dita per arrivare a intrappolarmi il viso in quella stretta così familiare.
I suoi occhi bruciano nei miei "dobbiamo iniziare a preparare la cameretta, no?" e prima che un singhiozzo possa spezzarmi di nuovo il respiro lui lo bacia via.
nota dell'autrice:
non so neanche quantificare a parole quanto ho penato per portare a termine questa storia.
La sto pubblicando con mani tremanti per quanto mi sento insicura.
P.s: il titolo è tratto dall'omonimo capolavoro dei Beach Boys. Chi ha visto 50 volte il primo bacio sa. Chi non l'ha visto, beh, straconsiglio di recuperarlo.
Grazie dell'attenzione e, come sempre, siate gentilə con i commenti se potete.
Ciao! 🧚🏼♀️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro