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II

Izuku strinse i denti, combattendo col breve dolore dell'intrusione, volgendo di poco la testa e gli occhi a osservare Kacchan che attendeva una sua risposta con espressione incuriosita.

«Così... Così sí.».

Non si aspettava di certo un bacio umido tra le scapole mentre Kacchan forzava e spingeva più a fondo quel maledetto dito.

Poi un morso sulla spalla, leggero, dolce, accompagnato da parole di velluto, forse troppo premurose per la bocca che pronunciava: «Allora ci andrò piano...».

Il gemito acuto che rilasciò Izuku non sembrava tuttavia seguire le parole di Katsuki, che affondò il dito fino alle nocche, ruotandolo per farlo abituare.

Un fremito percorse la schiena di Izuku, nell'udire le parole che Kirishima gli sussurrava all'orecchio, mentre lo toccava con decisione, un movimento lento sulla sua asta per aiutarlo a rilassarsi: «Ssh! É solo un dito alla fine.», e si spostò sull'altro orecchio. «Pensa a quando sarò io a scoparti.».

Un gemito che moriva assieme al suo fiato, la presa più forte sulle spalle del rosso e una scossa improvvisa alle reni a sentire il dito uscire e rientrare nella carne un paio di volte.

«Porca troia, Deku!», lo tenne fermo per un fianco e sputó di nuovo sul dito prima di farlo rientrare ancora, e ancora. «Quanto cazzo sei stretto, ah?», berciò mentre tentava di aggiungere anche l'indice a quella dolorosa tortura.

Erano solo dita, sicuramente; ma a Izuku sembrava di rompersi a ogni movimento, i respiri misurati e la mente che gli ripeteva di rilassarsi, come un mantra.

Non si accorse subito che Eijiro lo stava baciando, togliendogli con i pollici le lacrime che gli imperlavano le ciglia, provando a trasportarlo, a farlo rilassare come meglio poteva, mentre la mano libera di Katsuki vagava sulla pelle lentigginosa di Deku nel tentativo di aiutarlo a frenare i tremolii, piccoli baci che accompagnavano ogni spinta della mano, ogni movimento di dita in quel buco stretto e bollente.

E per quanto Deku fosse più alto di lui, le spalle ormai larghe e con una buona massa muscolare, Katsuki lo afferrò per la vita, staccandolo senza sforzo dalle effusioni del rosso e obbligandolo a stendersi di nuovo, la schiena sul materasso e lui in mezzo alle sue gambe aperte.

Si chinò su di lui, lo bació ancora, sulla bocca, su ogni centimetro di pelle che poteva, il salato del sudore leggero a solleticargli la punta della lingua, fino a leccargli la lunghezza gonfia e umida, mentre le dita tornavano ad allargare quel piccolo sfintere pulsante, mentre Deku inarcava la schiena e ansimava ad occhi chiusi, riempiendo quella palestra di dolci suoni osceni.

«Kacchan... Ti prego...», implorò, forzandolo a staccare la bocca dal suo membro o sarebbe venuto di nuovo per colpa di tutte quelle sensazioni che si diramavano dal suo ventre.

«Ti prego cosa? Mi devo fermare?», ma il ragazzo scosse la testa con veemenza, incurante della risatina lontana di Kirishima, perso chissà dove, abbastanza discreto da lasciare che si godessero quel piccolo momento da soli.

Katsuki aumentò il ritmo con la bocca e con la mano, le nocche che battevano contro la carne morbida di Deku e quel suono bagnato della frizione e i suoi gemiti che gli deliziavano i timpani.

Fu una carezza sui capelli disordinati a farlo rallentare, a staccarsi da Izuku con un mugugno contrariato, solo per afferrare il preservativo e il lubrificante che Kirishima gli stava porgendo con uno dei suoi sorrisetti sghembi.

«Nel tuo andarci piano vedi di darti una mossa, che non siete gli unici ad essere impazienti!».

Katsuki schioccò la lingua sul palato, infastidito da quella insulsa precisazione e strappò la bustina rossa del preservativo con gli incisivi, controllarlo prima di srotolarlo con cura per tutta la sua lunghezza.

Quel gesto era così carico di sensualità che Izuku, ad occhi socchiusi, non riuscì a guardare nient'altro: la sua concentrazione, gli addominali tesi, i muscoli delle braccia in tensione. Era ipnotico anche il far colare un filo di lubrificante sulla mano, spalmarlo un po' sul membro e poi passare il palmo e le dita sul suo culo arrossato ed esposto, le falangi che ora entravano senza resistenza, togliendogli il fiato e portandolo ad inarcare la schiena, esporsi di più a quelle attenzioni che ora desiderava fossero molto più profonde, più intense, più...

«Farà un male porco, ti avviso.», si premurò di dirgli Kacchan mentre allineava la punta alla sua entrata. «Se senti dolore respira a fondo e non pensarci. Non è come spaccarsi un osso.».

A quelle parole Deku spalancò gli occhi, tornando a balbettare parole incomprensibili come faceva al primo anno, mentre le mani ruvide di Eijiro passavano sulle sue spalle tese, costringendolo a mantenere la schiena incollata al materassino.

Contrariamente a quanto detto dal biondo, l'intrusione non gli fece male, forse perché al dolore era abituato già per via del suo potere. O forse perché era tutto preso dal volto concentrato di Kacchan, le sopracciglia corrucciate e il labbro inferiore stretto tra i denti, attento ad ogni minima espressione, stranamente premuroso in quelle prime spinte di accomodamento mentre si protendeva sopra di lui.

Il sentirsi riempito era strano.

Strano e bello. E bollente.

Ad ogni spinta c'era una nuova carezza, sulla pancia, sulle cosce, una sega leggera sul suo membro morbido per ridestarlo, per evitare che seguisse l'ondeggiare lento di Kacchan.

«Stai bene, Izuku?», soffiò Katsuki, tra un ansito e l'altro, gli occhi cremisi incupiti dal desiderio, mentre osservava la bocca arrossata di Deku spalancarsi maggiormente ad una spinta più forte.

«Sí.», mormorò tra i respiri pesanti, in quella piccola bolla effimera dov'è sembravano esserci solo loro due. «Tanto... Tanto bene.».

Katsuki rimase immobile a guardarlo, piantato nelle sue carni, mentre lo sentiva stringersi di nuovo attorno al suo membro. Un dolore piacevole per entrambi.

Izuku sentiva tutto il calore affluire dal ventre fino alla fronte e, forse, si aspettava pure un bacio in tutta quella premura.

Bacio che invece ricevette Eijiro e che lui vide da sdraiato, un mugolio di disapprovazione gli uscì prima di un nuovo gemito, prima che Eijiro si staccasse da Kacchan e lo baciasse, da quella scomoda posizione sottosopra che però adorava.

Ed Eijiro continuò a baciarlo anche quando Katsuki gli afferrò le ginocchia e gliele allargò, costringendole col suo peso verso il petto del povero Deku per darsi equilibrio in un'ulteriore spinta, più sgraziata e rude, il ritmo che aumentava e le dita che stringevano e spingevano quella carne piena di lentiggini. «Dio! Hai un culo fantastico!», ansimò Katsuki reclinando la testa, la gola scoperta che diventava scivolo per le gocce di sudore che gli scendevano dalle tempie finì all'incontro delle clavicole.

Eijiro aveva lasciato Izuku ad ansimare, a lanciare urletti, a pregare Katsuki di andare più veloce, più a fondo. Non avrebbe mai pensato che vedere Kat scopare il suo amico d'infanzia fosse così eccitante. Con lui aveva messo tanta delicatezza la loro prima volta. Comprendeva però che quello tra Bakugō e Midoriya fosse un rapporto del tutto diverso da quello che condivideva con Kat...

E sentiva di perdere lentamente il controllo mentre li guardava, la vista del sesso teso di Izuku che rimbalzava sugli addominali ad ogni spinta del biondo; non poté fare a meno di mordersi il labbro inferiore, osservando la flessione dei muscoli delle braccia di Kat, del suo torace e dell'addome.

Ogni affondo di Katsuki, ogni gemito di Izuku inviavano onde d'urto attraverso il corpo di Eijiro, mentre aspettava. Il desiderio di toccarli fu più forte del rispetto per quella specie di momento quasi magico che quei due stavano vivendo.

Gattonò di lato, prendendo la mano sinistra di Izuku, staccandola a forza dalla sua coscia dove già le mezzelune delle sue unghie avevano lasciato segni rossi sulla pelle e se la portò sulla testa, tra i capelli spettinati, lasciati volutamente senza gel.

Il ragazzo aprì a fatica gli occhi verdi per un'occhiata fugace verso il basso, dove quella mano gli stava ordinando di spingerlo. Il rosso glielo prese in bocca, mollando la sua mano affinché fosse Izuku a dettare il ritmo che voleva; la lingua calda e le guance bollenti lo accoglievano così bene da lasciarlo boccheggiante.

Eijiro guardò Katsuki, i loro occhi incupiti dal piacere che si scrutavano a cercare un accordo silenzioso. Katsuki si fermò in profondità, lo stesso fece Eijiro, succhiando quel cazzo fino a sentire la punta in gola, una mano a terra e la destra che vagava sul petto di Izuku ad accarezzarne la pelle accaldata, sfiorargli i capezzoli turgidi con tocchi distratti

I due si allontanarono assieme, prima di avvicinarsi ancora, una spinta secca e un risucchio umido in contemporanea, rifacendolo ancora, il ritmo che cresceva, le imprecazioni di Kacchan che arrivavano alle orecchie di Izuku ovattate dai gemiti e dal cuore che martellava nelle tempie.

La mano di Izuku strinse forte i capelli di Kirishima, unico movimento che riusciva a fare, troppo preso da tutte le sensazioni che si rimescolavano al suo interno. Il caldo, il sudore, il fastidio sordo ad ogni spinta... tutto passava in secondo piano.

«Kiri... Eiji...», ma gli risultava difficile parlare, la gola seccata dal troppo ansimare a bocca aperta, preda di sé stesso. Non fece in tempo ad avvisarlo. Si morse il labbro per non urlare per quella doppia stimolazione.

Fu come toccare il cielo con un dito, una scossa potente lungo tutta la schiena, le viscere che si contraevano ad ogni pompata, ravvicinata e febbrile.

Rabbrividì di piacere a sentire la lingua morbida di Eijiro che puliva gli ultimi residui del suo orgasmo, le gambe che tremavano sotto le mani di Kacchan che si teneva saldo alle sue ginocchia, i muscoli del biondo tesi a restare dentro di lui, intrappolato da quel tenero anello di carne che si contraeva ancora e glielo stringeva forte alla base in un piacevole dolore che lo fece ghignare. «Certo che non duri un cazzo!», lo schernì Katsuki.

Il ragazzo col fiatone gli rispose a tono una volta di più: «Vaffanculo!», berciò, indolenzito, il braccio piegato sopra gli occhi, le guance in fiamme. «Siete due stronzi.».

«Ehi!».

«Stavolta lo sei anche tu Kirishima!», e alzò braccio e sguardo per osservare l'espressione da finto offeso del rosso. «Altro che Kacchan!».

Il ragazzo preso in causa, divertito e ancora decisamente su di giri, lo rimbeccò a dovere: «Attento, Midobro...Non sei esattamente nella posizione di offendere. E, fidati stavolta ti è andata bene così.», e si leccò le labbra per umettarle e rivolgersi a Katsuki con uno dei suoi sorrisetti appuntiti: «Perché non mi hai detto che il tuo nerd aveva un sapore così buono?» e si avvicinò al biondo baciandolo, lasciandogli sulla lingua ancora il sapore di Izuku.

Izuku avvampò a quelle parole, sforzandosi di non ribattere e non dire nulla mentre si puntellava con i gomiti sul materassino, la parte bassa della schiena gli doleva. «Dio... Smettetela voi due!».

«Ah? Di fare che?».

«Di fare... questo! Come se fosse norma-», pronunciò con voce più acuta del previsto, le ultime sillabe portate su un tono più alto da una spinta improvvisa di Kacchan, tanto violenta da fargli strabuzzare gli occhi, prima che uscisse lentamente da lui.

«Che cosa? Dirti che sei buono in tutti i sensi, Izuku?», ogni volta che Kacchan pronunciava il suo nome con la stessa dolcezza nella voce roca come in quel momento, lui si scioglieva come neve al sole.

Lo vide scendere su di lui, puntellando con le mani sul materassino, naso contro naso, le labbra a sfiorarsi appena.

«È imbaraaa-», le vocali si tramutarono in un gemito urlato mentre lo sentiva spingere di nuovo, veloce, i denti bianchi che spuntavano da quel ghigno che adorava, che gli stava negando ancora il bacio che voleva da quando l'aveva preso per la prima volta. Invece si ritrovarono ad ansimarsi addosso, coi fiati caldi che collidevano prima delle loro labbra.

«Vuoi davvero vedermi fare lo stronzo?».

«Kat!», lo rimproverò a voce alta Eijiro, le sopracciglia aggrottate e lo sguardo incupito tutto rivolto al biondino, che si stava rialzando pian piano «Finiscila. Lascialo stare adesso.».
Katsuki non poté fare a meno di rabbrividire a sentire quella voce ferma accanto a lui, le dita di Eijiro che gli scorrevano lungo la spina dorsale facendogli accapponare la pelle per l'attesa. Le labbra del rosso trovarono il suo collo, mordendolo delicatamente per lasciargli piccoli segni arrossati sulla pelle candida prima di abbassarsi per stuzzicarlo e mordicchiargli la clavicola. Per tutto il tempo, la sua mano libera tracciava disegni lievi lungo la sua schiena. Mentre le dita di Eijiro scivolavano contro di lui, Katsuki sentiva l'elettricità attraversargli il corpo: la sensazione era intensa, travolgente e voleva di più di quel morbido trascinamento delle mani sulla pelle dei fianchi.

Le labbra di Kirishima si curvano in un sorriso seducente, la sua lingua si mosse per umettarle mentre lo osservava con una scintilla di malizia nello sguardo.

Katsuki non gliel'avrebbe mai detto in faccia, ma lo trovava davvero bello; era per lui l'emblema di tutto ciò che fosse sesso: gli occhi erano incupiti e affamati, le sue labbra morbide e leggermente socchiuse; i capelli, ormai troppo lunghi gli incorniciavano il viso e quasi gli sfioravano le spalle, donandogli un'aria selvaggia e ferale. E Katsuki lo voleva, tanto da attirarlo a sé con una mano stretta sul suo collo e baciarlo, gemendo in quel contatto, inarcandosi e spingendo i fianchi in avanti con calma, il gemito di Izuku che faceva eco ai loro durante quel movimento fuori programma.

«Kacchan!», lo richiamò, quasi allarmato durante una seconda spinta, le labbra dei due ragazzi che si baciavano si sollevarono all'unisono in un ghigno.

«Ora basta, dai.», sollecitò Eijiro con la voce bassa. «Così me lo consumi.», ridacchiò, un'occhiata fugace al ragazzo disteso sul materassino che ansimava, col petto arrossato che si alzava e s'abbassava velocemente, mentre la mano salda del rosso premeva contro il petto di Katsuki per allontanarlo piano, fargli strisciare le ginocchia sul materassino per staccarlo dal povero Izuku. «Lasciane un po' anche a me...», gli sussurrò all'orecchio prima di mordergli il lobo, lasciando l'impronta di un canino acuminato su quel lembo di carne tenera.

«Stai facendo un po' troppo lo stronzo.», mormorò il biondino, un'occhiata veloce alla sua erezione dolorosamente pulsante: «Devo ancora venire.».

Fu un movimento improvviso, non calcolato; Katsuki si sentì stringere le palle nella presa salda di Eijiro, un rantolo di dolore soffocato tra i denti e un'occhiata assassina all'amico: «Oh, anche io. E se non vengo io, non verrai nemmeno tu.».

Katsuki deglutì; lo sguardo che Eijiro aveva gli mise i brividi, più di tante altre volte in cui avevano giocato su quella cosa.

«Quindi sai che facciamo, Kat?», gli chiese a fior di labbra, mentre la mano si spostava lentamente lungo l'inguine fino a stringersi sulla sua erezione: «Facciamo che adesso tu e Midobro vi mettete qui davanti e il primo che mi fa venire potrà liberarsi a sua volta. Sta bene?», e mosse la mano a sfilargli goffamente il preservativo, un mugolio di fastidio per l'attrito da parte del biondino. «Rispondimi.».

Katsuki annuì con forza, gemendo per il movimento lento della mano sulla sua lunghezza.

«E a te sta bene?», si rivolse poi a Izuku, che si stava rimettendo seduto con un po' di fatica, attirando la sua attenzione.

«Ve-veramente io sarei a posto così...».

«Cristo che mezza sega che sei, Deku!», berciò Katsuki, strisciando con le ginocchia di fianco a lui, costringendolo per un braccio a voltarsi. «Non fare tante storie!».

Fu solo mentre i due si voltavano, dando la schiena a Eijiro che lui notò quel tenue luccichio tra le chiappe sode di Katsuki, chinandosi e inclinando la testa mentre il biondino si metteva carponi.

Allungò una mano, l'indice a sfiorare quel bagliore, che altro non era che una grossa gemma  rossa sfaccettata a forma di cuore. «L'hai messo!», esclamò, allargando gli occhi per la sorpresa.

«Era tutto calcolato, non hai detto così?», la voce aspra di Katsuki aveva una punta di divertimento, soprattutto nel vedere Deku che, confuso, si sporgeva a guardare cosa avesse attirato l'attenzione di Kirishima.

«Un... plug?», domandò Izuku. «Kirishima ti ha regalato un plug?».

«Ma tu non eri vergine?», berciò sorpreso il biondo, lanciando un'occhiata all'amico dietro di lui.

Eijiro ghignò alla risposta di Izuku, data con nonchalance e una scrollata di spalle, lo sguardo eloquente di chi sa il fatto suo: «Nel corpo. In realtà nella mia testa mi sono fatto scopare da te così tante volte che potrei essere più troia di voi due messi assieme!».

«E bravo Midobro!», rise Eijiro, una mano pesantemente poggiata tra i ricci verdi, mentre con l'altra carezzava già il fondoschiena di Katsuki. «Allora a Kat non dispiacerà se comincio da te, troietta...».

Un brivido.
Un unico brivido condiviso con lo stesso tempismo di uno sguardo. Verde e rosso.
Le guance di Izuku che si scaldavano come tizzoni ardenti a sentire la mano pesante di Eijiro che lo costringeva a mettersi nella stessa posizione di Kacchan: gomiti sul materassino, schiena leggermente inarcata e culo esposto di nuovo a una colata fresca di lubrificante.

Il suo gemito fece eco a quello del biondo alla sua destra, che se ne stava a occhi serrati e labbra dischiuse, mentre Eijiro lo torturava, provando a sfilargli il plug per poi lasciarlo andare. «Ti detesto...», mugoló.

«Oh! Aspetta che io abbia finito prima di farlo!» e, senza preavviso, gli tolse quell'oggetto infernale dal culo con un movimento fluido del braccio, lasciandolo cadere con un leggero tonfo sul materassino, il suono coperto da un mezzo urletto di Katsuki.

Eijiro spalmó un velo di lubrificante sul preservativo, prima di avvicinarsi a Izuku e strusciare tutta la sua lunghezza tra quelle natiche sode che avrebbe volentieri preso a morsi.
La punta si fermò alla sua entrata, spingendo appena, le dita che stringevano la carne morbida con forza e il mugolio sofferto di Izuku che gli riempiva piacevolmente le orecchie.

«Allora... Se uno di voi due viene prima di me, perde. E farà una piccola penitenza.», e spostò una mano a stuzzicare con tre dita l'entrata di Katsuki. «Invece, chi mi farà venire per primo vincerà un bel premio...», sorrise, penetrando entrambi nello stesso momento, un sospiro rilasciato da tutti e tre all'unisono.

Can't take it back once it's been set in motion
You know I need you for the oxytocin
If you find it hard to swallow
I can loosen up your collar
'Cause as long as you're still breathing
Don't you even think of leaving
~ Billie Eilish ~

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