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I


La palestra vibrava del potere di Eijirō e Izuku mentre ingaggiavano un'intensa lotta, con i loro corpi che si muovevano sgraziati tra piccole urla e grugniti dovuti allo sforzo. Il sudore gocciolava dalle loro forme muscolose, brillando sotto le luci al neon della sala, riflettendo il loro acceso scambio di colpi.

Katsuki aveva sempre ammirato il fatto che entrambi fossero combattenti di primordine, anche senza i rispettivi poteri. Ma questa volta c'era come una corrente di fondo, qualcosa che tra di loro rendeva il tutto ancora più intenso; ogni respiro, ogni tocco sembrava carico di qualcosa di più del semplice cameratismo o della pura competizione. E gli faceva battere forte il cuore solo a guardarli mentre si davano da fare.

Con la determinazione che gli balenò negli occhi, Eijiro si lanciò in avanti, con gli addominali duri che si increspavano mentre sferrava un potente pugno. Izuku lo bloccò senza sforzo, ma la potenza di quell'attacco lo fece indietreggiare di un passo. Tuttavia, riacquistò rapidamente l'equilibrio, sorridendo maliziosamente mentre Eijiro sferrava altro attacco. I loro pugni si scontrarono di nuovo, sbattendo la pelle contro la pelle mentre giravano l'uno intorno all'altro, alla ricerca di un'apertura. L'aria si riempì di tensione mentre si guardavano negli occhi, nessuno dei due era disposto a cedere di un centimetro.

I potenti pugni di Eijirō si scontrarono con gli addominali contratti di Izuku, lasciando segni rossi sulla sua pelle che sarebbero poi sbocciati in lividi. In cambio, il quirk di Izuku inviò vibrazioni attraverso il corpo di Eijirō che lo fecero grugnire dal dolore, ma sembravano solo alimentare la sua determinazione. Erano entrambi individui potenti da soli, ma insieme erano inarrestabili. Il loro legame era palpabile.

Dopo tutti quegli anni passati ad allenarsi assieme, conoscevano le mosse l'uno dell'altro prima ancora di farle, anticipando e contrastando con precisione ogni colpo. Era come se fossero un unico essere che si muoveva in perfetta armonia.
Katsuki attendeva pazientemente il suo turno, osservandoli da bordo campo, il fiato sospeso mentre assisteva alla dimostrazione di pura forza tra quei due idioti. E non poté fare a meno di sentirsi eccitato da quella vista: il modo in cui i loro muscoli si gonfiavano, si flettevano e si tendevano l'uno contro l'altro, la brutalità dei loro movimenti che riecheggiava nella stanza...

Si passò la lingua lungo il labbro inferiore. Poteva quasi sentire il sapore del sudore sulla loro pelle, il profumo della loro fatica. Desiderava sentire quelle mani ruvide che lo afferravano, lo bloccavano, lo colpivano, lasciandolo senza fiato e dolorante per averne ancora.

Improvvisamente, Izuku balzò in avanti, riuscendo a sferrare un pugno dritto nel petto duro come la roccia di Eijirō, facendolo inciampare indietro di un passo.
facendoli barcollare entrambi contro i tappeti accatastati da un lato della palestra.

Con un sorriso, Izuku approfittò della sua momentanea vulnerabilità e gli assestò un altro colpo sulla mascella, facendolo schiantare a terra.
Mentre Deku immobilizzava Eijirō, Katsuki non poté fare a meno di gemere ad alta voce, ma non era né apprensione per l'amico né tantomeno ammirazione per il suo rivale di sempre. Lui non desiderava altro che trovarsi al posto di Capelli-di-merda, in quella esatta posizione e in quel preciso momento: avrebbe voluto che quelle forti mani che lo tenessero fermo mentre veniva usato come quei due bruti meglio avrebbero ritenuto opportuno.

Il suono della pelle che sbatteva contro altra pelle echeggiò nella stanza altrimenti silenziosa mentre Izuku si avventava sopra Eijirō, intrappolandolo sotto di lui.

I suoi fianchi cominciarono a strisciare contro le cosce dure del rosso, quasi istintivamente, cercando una sorta di liberazione dal calore che si stava accumulando dentro di lui.

Le loro bocche si incontrarono avidamente, le lingue danzarono insieme in un bacio primordiale e appassionato che li lasciò entrambi senza fiato. Eijiro gemette nel bacio, sentendo quel fastidioso calore irradiarsi dall'inguine tanto da rendere i suoi pantaloncini da allenamento un impedimento.

La schiena di Eijirō si inarcò leggermente da terra, e Katsuki se lo immaginò come una dolce offerta per le loro labbra o i loro denti, qualsiasi cosa. Il cuore accelerò l'intervallo tra i battiti, i palmi sudaticci delle mani fremevano per toccare entrambi mentre si aggrappavano l'uno all'altro, i loro corpi stretti intimamente.

«Cazzo...», sussurrò sentendosi caldo e agitato solo a guardarli grugnire e ansimare come animali. Si leccò di nuovo le labbra, immaginando che sapore avrebbe avuto se si fosse unito al divertimento. Si sistemò meglio che poteva il cavallo dei pantaloni.
Da quando era così arrapato, Cristo santo?
Che fosse quella fantomatica aria di primavera che portava tutte le persone a rincretinirsi dietro qualcuno?

Katsuki non poteva fare a meno di notare quanto quei due stessero bene insieme, come sembrassero così giusti quando erano aggrovigliati in quel modo.

Fu per lui un lampo quel pensiero, arrivato e andato al tempo di un respiro, che gli fece muovere qualcosa nel profondo, qualcosa che non riusciva a localizzare né a definire.

Senza alcun preavviso, Eijirō si alzò a sedere, cogliendo Izuku alla sprovvista, e prima che potesse reagire, gli infilò una mano tra i capelli e lo tirò a sé in un bacio bruciante che gli rubò quel poco d'aria che gli era rimasta. Le loro lingue si aggrovigliavano affamate, i denti schioccavano e digrignavano mentre si divoravano a vicenda le bocche. Il bacio fu ruvido e delicato allo stesso tempo, lasciando Katsuki senza fiato quando finalmente finì.

«Tu sei il prossimo!», ringhiò Eijirō prima di alzarsi da terra, scostando Izuku in malo modo, rosso in volto per lo sforzo del combattimento e le labbra gonfie e lucide di saliva per quel bacio famelico appena terminato.

Il respiro di Katsuki si interruppe, le sue orecchie e le guance si arrossarono mentre veniva sollevato e trattenuto dal suo migliore amico, scaraventandolo al centro della palestra. Quel gesto l'aveva colto così di sorpresa, che non riuscì a bloccare la propria caduta e si ritrovò a fare un paio di metri scivolando con la schiena sul parquet.

Mentre cercava di capire che cosa fosse successo e provare a rialzarsi, si ritrovò con Eijirō a cavalcioni su di sé, bloccato tra le sue cosce forti e con una mano ad artigliare le guance arrossate di Katsuki.
«Tu devi finirla di fare quei versetti...», grugnì il rosso, strattonandogli il mento prima di lasciarlo andare, tirandosi su un poco, le braccia incrociate al petto e lo sguardo di rimprovero che gli mandava scosse lungo tutta la spina dorsale. «La prossima volta non ti invito ai nostri allenamenti.».

«Ah? - prese coraggio con un ghigno beffardo - Ficcargli la lingua in gola è un allenamento secondo te?».

«È cardio.», sentì dire da Deku che, in piedi di fronte a loro, li sovrastava con un sorrisino di scherno e le mani piantate nei fianchi.
Era una posizione in cui si sentiva vulnerabile, ma Katsuki non poté fare a meno di provare ancora quella sottile eccitazione data dal gioco di potere invertito. Il materiale dei pantaloncini da ginnastica di Eijirō sfregava contro i propri, creando attrito e calore che gli facevano scorrere ondate di desiderio nelle vene.

Eijirō sorrise maliziosamente prima di abbassarsi di nuovo su di lui, tanto da soffiargli calde parole all'orecchio prima di mordicchiargli il lobo, la voce ruvida di desiderio: «Sei invidioso, per caso? Volevi esserci tu al posto mio?».

Izuku si compiacque a vedere i suoi occhi cremisi spalancarsi a quelle parole e, preso da un irrefrenabile sentimento di rivalsa e prevaricazione, rincarò la dose. «Sei pronto per noi due, Kacchan?».

Un brivido corse lungo la schiena di Katsuki mentre spostava lo sguardo su Deku e sul suo sorriso, piagnucolando in risposta: «Per favore... Sono stato pronto per voi due tutto il giorno...».

Eijirō ridacchiò cupamente prima di chinarsi per afferrare uno dei suoi capezzoli tra i denti, tirandolo delicatamente assieme alla stoffa della canotta nera, succhiando forte. Katsuki sollevò la schiena da terra, mugolando di piacere, con la testa che premeva indietro, contro il legno del pavimento. Poteva sentire il calore delle labbra di Eijirō anche oltre la stoffa, mentre si spostava a torturargli pure l'altro capezzolo.

«Dio, sei così sexy...», sussurrò Izuku spostandosi dietro la sua testa, inginocchiandosi ad avere il capo di Katsuki tra le cosce, mentre con le mani ruvide gli accarezzava capelli e volto prima di chinarsi, l'alito caldo che gli fece venire la pelle d'oca lungo il tutto corpo. Poi lo baciò, così, sottosopra, la lingua di Deku a lambirgli la propria in un bacio tanto umido e ansimato che lo fece agitare sotto Eijirō, artigliargli le cosce sode, lasciando sulla sua pelle le piccole mezzelune delle sue unghie corte.

Improvvisamente, Eijirō si allontanò, lasciando Katsuki privato del suo calore e senza fiato per il bacio asfissiante di Deku. «Meglio se chiudo a chiave, che dite?», ma la domanda era retorica e i suoi piedi s'erano mossi in fretta sulle assi di legno, la serratura che scattava fece rimbombare nella palestra un suono metallico che per Katsuki fu come un campanello d'allarme.

«Ma sei idiota? - berciò, allontanando la faccia arrossata di Izuku dalla propria - Vuoi che ci scoprano?».

«Nessuno passa per il corridoio a quest'ora, né io ho mai sentito che qualcuno abbia mai usato la palestra alle undici della sera. - una carezza sul viso arrossato del biondino tra le sue gambe - Stai tranquillo, Kacchan. È tutto calcolato...».

«Ah? Come tutto calcolato?».
Ma non ricevette risposta, se non un sorriso pieno dal ragazzo dai capelli verdi che gli stava passando con dolcezza le mani sul torace.

Un tonfo fece girare a entrambi la testa in direzione di quel rumore, osservando Eijiro togliere dalla pila di materassi un secondo tappeto imbottito e avvicinarlo a quello già a terra. «Allora? Vi schiodate da lì o devo venirvi a prendere?».

«Sì.», sospirò Izuku, alzandosi controvoglia per andargli vicino, lasciando Katsuki a girarsi sul pavimento, dolorante, e raggiungerli con passo incerto solo poco dopo.

Il biondino si avvicinò ad Eijiro, scostando bruscamente Deku, afferrandogli la nuca e attirandoselo addosso in un bacio quasi disperato. Le loro lingue si aggrovigliarono l'una contro l'altra, i denti schioccavano giocosamente mentre esploravano le bocche l'uno dell'altro. Era come una danza: intima, potente ed erotica.

Eijiro infilò la mano sotto la canotta scura di Katsuki per fargli scorrere le dita su e giù per la schiena in modo scherzoso mentre approfondiva il bacio, i polpastrelli piantati nella sua carne liscia e morbida solo quando si separarono, ansimandosi a vicenda sulle labbra, lasciandosi sfuggire una risatina sommessa. «Siamo esigenti oggi, Kat?», chiese in modo suggestivo, la voce arrochita dal desiderio che gli grattava in gola per uscire.

«Non pensare che io abbia ancora finito con te, Kacchan!», sorrise minacciosamente Izuku prima di afferrare Katsuki per un braccio e spingerlo lontano dal rosso. Lo inchiodò al muro lì accanto con facilità, i loro corpi si scontrarono l'uno contro l'altro dal petto alle cosce.

Il respiro di Katsuki si interruppe per il contraccolpo alla schiena e per la sensazione dell'erezione di Izuku che premeva contro il suo ventre. Deglutì la poca saliva che aveva in bocca quando i denti di Deku gli tirarono il labbro inferiore, promettendo un bacio famelico che però si fermò solo ad uno sfiorare la pelle delicata della giugulare, costringendolo a piegare la testa in maniera quasi innaturale. Gli occhi assottigliati osservarono la figura di Eijiro a qualche passo di distanza che si stava già togliendo la maglietta sudata.

Si sentì strattonare ancora, dietro la schiena non aveva più il muro fresco ma la mano di Izuku che lo spintonava ora verso il petto nudo e bollente di Eijiro. «Non ho finito con nessuno dei due in realtà!», ridacchiò, prima di baciare Katsuki, strattonargli i capelli biondi all'indietro, per far ben vedere al rosso quel bacio umido e scivoloso, mentre con la mano libera afferrava l'erezione di Eijiro da sopra i pantaloncini.

Il pensiero che stesse succedendo tutto troppo in fretta gli aveva attraversato la mente per un istante, un flash che aveva gli stessi colori di un allarme, di una sirena, ma che lui aveva ben pensato di mandare a fanculo appena Deku l'aveva baciato con tutta quella foga, come se volesse divoralo. E questo lato un po' selvaggio del nerd gli piaceva. Gli era sempre piaciuto il suo perdere il controllo quando si trattava di lui.
Solo che, provarlo fuori dai combattimenti era tutta un'altra cosa.

Tornò a quella palestra e a quei corpi sudati quando sentì le unghie graffiargli leggermente i fianchi e l'elastico dei pantaloni fare attrito con la pelle nella sua discesa, trascinandosi dietro pure le mutande. «Piano!», ringhiò a Eijiro, che gli stava mordendo la pelle sottile delle anche con un sorrisetto sulle labbra e gli occhi rossi assottigliati che lo fissavano dal basso con insistenza.

«Agli ordini!», lo canzonò il rosso, mentre gli spingeva pantaloncini e mutande oltre le cosce, liberandogli l'erezione che pulsava fastidiosamente.

Un gemito gli morì sulle labbra a sentire il calore della lingua di Eijiro lambirgli la punta, raccogliere le piccole gocce di eccitazione che erano sfuggite al suo controllo, così come le sue gambe, che non la smettevano di tremolare dall'ansia e dal piacere.

Una mano calda passò la parte bassa della schiena, massaggiandola con calma, spingendo appena a volerlo quasi tenere in equilibrio, indugiando sulle natiche pallide del suo culo sodo, un fruscio indistinguibile con gli occhi chiusi e le orecchie piene dei propri sospiri.

Fece la cazzata di aprire gli occhi e guardare in basso quando sentì piccoli, teneri baci sul ventre.
Una fitta allo stomaco lo fece gemere nel vedere un sorriso strafottente sulle labbra di Deku ogni volta che le staccava dalla sua pelle, scendendo sempre più in basso, gli occhi di un verde più cupo del solito fissi nei suoi.

Le mani si mossero, aggrovigliandosi a capelli di due colori diversi, una nuova fitta al ventre quando pure Eijiro alzò lo sguardo verso di lui. Un veloce cenno di assenso con Izuku e a Katsuki toccó reclinare la testa all'indietro, la gola che custodiva un gemito più forte a sentire entrambe le loro lingue che si spostavano sulla sua erezione, le labbra umide che facevano a gara a chi lo bagnava di più, a chi lo vezzeggiava di più. A chi lo prendeva più a fondo, fino a fargli percepire ogni riga palatale o le pareti della gola sulla punta.

E Katsuki aveva il fiato così corto e spezzato che si chiese se sarebbe morto per iperventilazione.

Le dita si strinsero tra i capelli dei due ragazzi, un piccolo gemito di soddisfazione uscì da uno dei due, ma non gli importò nemmeno di capire.

Rimase solo estasiato quando, nell'abbassare il capo e tornare a guardare con occhi lucidi quel piccolo spettacolo volgare, li vide lanciarsi un'occhiata carica di voglia e scambiarsi un bacio sulla punta del suo cazzo, lambendola con la lingua, solleticandogli l'orifizio uretrale da cui sembravano partissero scariche fino alla punta delle orecchie ormai bollenti.

«Midobro attento con quella cosa!», farfugliò Eijiro allontanando la testa bruscamente, attutendo le parole con una mano premuta sulla bocca, gli occhi rossastri inumiditi da un paio di lacrime dopo aver provato sulla propria lingua la stessa frizzante energia scura che ora avvolgeva con guizzi lenti la lunghezza di Katsuki, che fremeva di fastidio a sentirsi addosso la potenza del Black whip di Deku che gli avvolgeva tutto il membro, fino alle palle, sfrigolando di più ad ogni leccata, ad ogni risucchio in quella bocca bollente, le dita di entrambe le mani che ora stringevano di più le ciocche verdi del ragazzo che gli stava regalando un piacere del tutto nuovo e inatteso e, Dio!, che lo rifacesse pure tutte le volte che voleva!

«Porca...», ma quell'imprecazione gli morì sulle labbra a sentire la canotta che veniva sfilata goffamente dalla testa e dalle spalle e, subito dopo, la lingua calda di Eijiro sul collo e sul petto, a succhiare ancora i capezzoli e a stringerli tra i denti con più forza, fino a fargli quasi male.

Non se lo aspettava.

In realtà da quella serata non si aspettava nulla, perché era solo nervoso ed eccitato da far schifo all'idea di essere conteso tra le uniche sue persone che lo sopportavano e che provavano una strana venerazione per lui, morbosa talvolta, come Deku, che sembrava gli stesse succhiando via l'anima dal cazzo per come stringeva le guance.

Ma era bella quella sensazione, come il lieve dolore ad ogni morso di Eijiro, come i suoi baci morbidi a lenire il rossore della pelle.

Si ritrovò a fare un rumore strano, di gola, come le fusa di un gatto appena percepì i baci di Deku lasciare l'inguine e spostarsi in alto, a raggiungere il suo povero collo, già preda delle attenzioni del rosso, e poi su, sulla mascella, la lingua calda a bagnargli le labbra dischiuse. Un bacio estremamente umido e dolce, con le dita ruvide del suo rivale che gli passavano sui fianchi, sulle braccia, sulla nuca, a portarselo contro, a prendere possesso di quella bocca invitante.

Un contatto che a suo avviso duró troppo poco e che gli fece osservare, dalle palpebre dischiuse, quei due idioti che avevano ripreso a baciarsi a un palmo dal suo naso.

Izuku era divertito da quel grugnito di disapprovazione che sentiva sotto i polpastrelli posati di nuovo sulla gola di Kacchan, che vibrava e si tendeva ad ogni respiro. Per quanto avesse pensato che quella sfida sarebbe stata tutta una follia, col senno di poi a disdire tutto, a tirare bidone, avrebbe fatto male. Malissimo.

Anche perché, se baciare Kacchan era al pari di un sogno proibito, lasciarsi baciare da Eijiro era su tutto un altro piano. L'aveva sempre ritenuto attraente (molto attraente!) e aveva sempre ipotizzato ci sapesse fare... Ma non così. Quasi si stava pentendo di doverlo condividere con Kacchan, anche perché l'idea malsana era stata tutta del biondino, la provocazione solo sua.

E a Eijiro non era dispiaciuta quella proposta fuori dagli schemi fatta dal suo migliore amico.

Alla fine avevano unito utile e dilettevole, giusto?

Allenarsi e picchiare duro Midobro era sempre stato uno dei suoi obiettivi. Anche scoparselo, in realtà, ma le possibilità erano sempre troppo basse, per cui ringrazió mentalmente Kat mentre afferrava le ciocche verdi con forza e mordeva il labbro di Izuku fino a farlo sanguinare, contro le proteste del ragazzo.

Che quei due fossero perfetti assieme e sprigionassero energia ogni volta che si sfioravano era ormai assodato per Katsuki che, preso dal calore del momento e da un improvviso moto di gelosia, cadde in ginocchio, un piccolo tonfo attutito dal materassino blu su cui stavano in equilibrio precario.

Con premura afferrò l'elastico dei pantaloni di Deku, tirandoli in basso con foga, graffiando la pelle diafana delle cosce costellata di piccole efelidi, prima di fare la stessa cosa con gli shorts di Eijiro, entrambi che avevano interrotto il loro scambio di lingue per osservare quell'improvvisa intraprendenza di Katsuki.

«Che cazzo avete da guardare, ah? Non stavate facendo altro?», berciò il biondino, mentre afferrava entrambi i membri e cominciava a muovere le mani con calma, su e giù, gongolando nel sentire piccoli gemiti che venivano da quelle bocche, incollate di nuovo in schiocchi umidi e lascivi.

Per quanto con Eijiro ci avesse già scopato e conoscesse perfettamente cosa lo mandasse letteralmente fuori di testa, quel lato così animalesco di Deku l'aveva sorpreso. Tutto di Deku l'aveva sorpreso, in realtà, perché era sempre stato piuttosto pudico durante i cambi negli spogliatoi, rifugiandosi spesso in uno dei bagni per cambiarsi. Ora, forse, ne comprendeva il motivo.

Passó la lingua di piatto su tutta l'erezione di Eijiro, in un gesto tanto improvviso che lo vide sussultare sul posto, complici anche le dita di Deku, che gli torcevano i capezzoli o gli artigliavano i pettorali lasciando segni rossastri sulla pelle.

Lo succhió, come lui aveva fatto poco prima, copiosa saliva che gli lucidava la pelle tesa dell'asta e rendeva poi il movimento della mano piu fluido, l'attrito quasi uno spiacevole ricordo.

Con Deku si prese più tempo, un leggero moto di apprensione o paura a stringerli le viscere, portandolo a deglutire e chiudere gli occhi, mentre: passava la lingua con calma dalle palle fino alla punta arrossata, raccogliendone gli umori e assaporandoli, per imprimere bene nella memoria quel momento, come se già non ce l'avesse indelebilmente stampato in testa. E gli piacque.

Non era strano, o salato come Kirishima. Solo... dolce.

E per essere il secondo cazzo che succhiava in vita sua, beh: si sentiva fortunato, ecco.

Così fortunato da voler sfidare la sorte ed aprire gli occhi, guardando in alto appena aveva sentito una mano posarsi sulla sua testa in una morbida carezza.

E li vide entrambi a guardarlo di rimando, le labbra di Izuku, vermiglie per i baci e il sangue, erano separate leggermente a formare una piccola apertura per i suoi gemiti sommessi, le guance arrossate facevano risaltare ancor di più le lentiggini e piccole perle di sudore gli adornavano la fronte corrucciata. Uno spettacolo.

Uno spettacolo che solo lui aveva il privilegio di vedere da quell'angolazione, che solo lui aveva avuto il potere di far accadere.

Fu solo quando la mano sulla sua testa lo spinse a prenderlo tutto, più a fondo, fino in gola, che il suo sguardo liquido di lacrime saettó con ira verso Eijiro e il suo sorrisetto compiaciuto, una goccia di sangue a sporcargli il mento.

«Andiamo, Kat. So che sai fare meglio di così!», e di nuovo gli spinse la testa fino a fargli toccare col naso il ventre caldo di Deku, combattendo contro un conato di vomito che gli faceva contrarre l'esofago. «Mostra anche al tuo stupido nerd cosa hai imparato a fare... Da bravo...».

Quel tono basso lo scosse tanto a fondo da tirare di più le labbra, inspirare dal naso e lasciarsi guidare avanti e indietro dalla mano pesante di Eijiro sulla nuca, le lacrime a bagnare gli angoli degli occhi e la saliva che colava dal mento fino al materasso, piccole chiazze scure sulla plastica blu che scricchiolava sotto le sue ginocchia nude, le mani affondate nella carne delle cosce di Deku per cercare una stabilità che stava via via perdendo.

«Cristo santo!», più che un'imprecazione sembrava una preghiera quella uscita, roca, dalla gola di Izuku, che tentava di aggrapparsi alla spalla di Eijiro, stringendo la presa sul muscolo ormai indurito dal suo quirk, l'altra mano non sapeva se metterla sulla testa di Kacchan e tentare di fermare quel movimento incalzante, o passarsela tra i propri capelli, tirarli per concentrare l'attenzione su altro che non fosse quella cavità calda e scivolosa che lo avvolgeva e lo risucchiava in un vortice di piacere in cui si stava lentamente perdendo, fluttuando, lasciandosi andare. «Kiri! Cazzo! - ansimó più forte - Fermo! Così vengo!», e tentò di scostarsi, invano, complice anche la mano aperta e ferma di Eijiro sul fondo della sua schiena.

Per quanto fosse frustrante lasciare quel pompino a metà, non desiderava venire così. Non subito, almeno.

Però la volontà lo stava abbandonando ad ogni leccata, ad ogni risucchio e alla fine le dita della mano di Izuku finirono per intrecciarsi a quelle di Eijiro, in mezzo alle ciocche bionde e arruffate di Kacchan, tirandoselo contro con un gemito più gutturale mentre veniva, sentendo chiaramente lo sforzo della sua gola contro la punta, i colpi di tosse attutiti dal battito impazzito del proprio cuore che rimbombava nelle orecchie.

«Cattivo, Katsuki. Sprecare tutto questo!», lo canzonò Eijiro, abbassandosi sulle ginocchia alla sua altezza, togliendogli da una guancia una lacrima mista a una goccia di sperma, portandosi il pollice alle labbra per succhiarlo. «Che figure mi fai fare, mh?», e gli strattonò i capelli, in modo che Katsuki lo guardasse dritto negli occhi, nonostante le lacrime e il respiro da recuperare. «Non è poi più grosso di me... Eppure, sembravi uno alle prime armi. Che ti prende, Kat? Era un modo per dire che ti vuoi tirare indietro?», ma il biondino scosse la testa, un ghigno sulle labbra ancora umide di seme e saliva, prima che passasse la lingua a raccogliere quanto più possibile.

Che fosse un piccolo gioco tra di loro, questo gli era stato chiaro fin dalle prime battute tra quei due, ma per Izuku, ancora frastornato dall'orgasmo, vedere Katsuki in quello stato, il volto arrossato e piangente, sporco di lui per essere stato così impulsivo... Si accasciò a terra, in ginocchio accanto a loro, e con dita ancora tremanti accarezzò il volto di Kacchan, forzandolo a voltare il capo e a guardarlo.
Non sapeva bene cosa leggere in quello sguardo di smeraldo, ma Katsuki sapeva di essere sorpreso quando sentì la lingua bollente di Deku leccargli il collo e il mento, poi gli angoli della bocca e le guance, portando via lacrime, sperma e saliva come se fosse una cosa normale. Balbettò il suo nome, preda di un'incredulità crescente nello sperimentare così tanta dolcezza in pochi gesti, che quasi ricomició a piangere, sopraffatto da un sentimento che non riusciva a decifrare.

«Non tirarti indietro, Kacchan. Ti prego...», gli sussurrò all'orecchio, le mani che lo accarezzavano sul collo e le spalle, sulle braccia fino ad arrivare ai polsi, trascinandoseli contro a forzare le mani calde di Kacchan sul proprio petto, premute lì dove il tessuto umido attutiva il martellare le cuore. Gli condusse le mani in basso, verso il bordo della maglietta, guidandolo nei gesti lenti e misurati per spogliarlo, un bacio per ogni centimetro di pelle scoperta.

E per Katsuki quelle labbra morbide e gonfie erano un dolce sollievo, tanto che socchiuse gli occhi e si lasciò guidare da Deku in quella svestizione che stava acquistando una strana sacralità, tanto era lenta e sentita, sofferta da ambo le parti a giudicare dai piccoli gemiti che le loro bocche soffocavano.

«Toccalo.». La bolla si ruppe alle parole basse di Kirishima. «Toccalo, Kat. Non era quello che volevi da sempre?».

Il biondino mugoló infastidito quando pure Deku smise di baciarlo per parlare.
«Davvero?».

«Sei proprio un tonto, nerd.», gli soffió contro, i polpastrelli che cercavano di affondare nei suoi pettorali, stringendo tanto da fargli male, mentre la lingua calda di Kacchan non smetteva di baciarlo, di succhiargli la pelle tenera della gola, lambirgli le clavicole con la lingua a seguire il contorno dei muscoli, il salato del sudore che lo spingeva a volerne di più, a non essere stanco di quel corpo caldo che ora si stava finalmente gustando come voleva.

Izuku gemette più forte quando la lingua di Kacchan premette sul morso ancora fresco che Eijiro gli aveva fatto poco sotto il capezzolo, ma il biondo sembrava solo tentare di affievolire il dolore man mano che andava avanti ad assaporarlo, ripassando ogni succhiotto, ogni arrossamento, come se volesse cancellare il passaggio di chi era stato sulla sua pelle prima di lui.

E una tale dolcezza da parte di Katsuki lo inebetiva a tal punto da non rendersi conto di aver allungato la mano ad avvolgere quella di Eijiro sul proprio membro, intrecciando di nuovo con lui le dita per quella sega condivisa che gli faceva alzare e abbassare il petto con maggiore frequenza, girare la testa verso il rosso e richiamarlo con lo sguardo.

La parte lucida della sua mente, minuscola parte in realtà, si domandò per quale ragione avesse accettato una sfida di Kacchan, sapendo bene che non avrebbe portato nulla di buono. O quasi.

Perché Eijiro era buono, il suo sapore quasi salato e la sua pelle un sentore di spezie, di cannella, che lo inebriava ogni volta che quel cazzo gli entrava in bocca e lui gli accarezzava i riccioli verdi con tenerezza. Gli gemette contro nel sentire le mani calde di Katsuki passargli sui fianchi e spingersi oltre ad afferrargli le natiche mentre gli martoriava collo e petto con piccoli baci umidi, prima di risalire e baciarlo nell'unico momento in cui Eijiro si era di poco allontanato, intuendo le sue intenzioni.

Il fiato era corto per entrambi, le labbra a sfiorarsi, a rubarsi l'aria a vicenda.

«Ho una voglia di scoparti che non hai idea.», ansimó Katskuki, piantando gli occhi cremisi in quelli verde cupo di Deku, che si sgranavano pian piano alle sue parole graffiate, mentre rivolgeva le attenzioni tutte a Eijiro, baciandogli con riverenza l'inguine, il ventre e le mani, che non volevano lasciare la presa, ma continuavano a segare l'erezione pulsante del rosso.

«É la tua punizione?», chiese Deku, incuriosito da quella dinamica, mentre Katsuki annuiva con uno sbuffo e un broncio.

«A volte Capelli-di-merda sa essere un vero stronzo!», e il soggetto del loro breve discorso ridacchiò.

«É solo perché a Bakugō piace farmi incazzare. Ma tanto sa che poi gli ritornano con gli interessi, vero?», e strinse le ultime parole tra i denti, mentre gli afferrava con forza le ciocche bionde e se lo portava contro, forzando la bocca di Katsuki per scopargliela come spesso amava fare.

Izuku trattenne un respiro e sentí di nuovo l'eccitazione crescere, spandersi in onde calde dal ventre fino alle dita dei piedi.

Aveva sempre visto Kacchan in atteggiamenti dominanti, ma questa sua sottomissione, il suo lasciarsi condurre da Kirishima...

«Perché? Perché si fa fare questo da te?», chiese, quasi piagnucolando, quando in realtà era nostalgia per quello che egli stesso gli aveva fatto, poco prima.

Eijiro gli rispose, tra un gemito e l'altro, senza neppure guardare in faccia Izuku, che lentamente aveva ripreso ad accarezzarsi: «Kat vuole sempre avere il controllo su tutto. Vero, piccolo stronzo che non sei altro?».

Katsuki annuí, un gorgheggio soffocato da una spinta più profonda, il muco che gli colava dal naso e si mescolava alla saliva. «Di me si fida. Sappiamo dove arrivare entrambi... Mh? Non ti sento, Kat.», e se lo staccó di dosso, un pop! osceno e bagnato quando il membro di Eijiro scivolò fuori dalle labbra arrossate di Katsuki, che stava tossendo, una mano alla gola e l'altra a pulirsi la bocca.
«Sembra di no, ma lo fa stare bene, il prendere ordini, il lasciarsi fare di tutto.», il rosso si chinò a prendergli il viso con le mani e a baciarlo lentamente, quasi quel contatto fosse un premio agognato dopo una gara.

«Guarda che io sono proprio qui, coglione.», pronunciò il biondino con la voce arrocchita e aspra, mentre con una mano gli spingeva via la faccia dalla propria. «Non parlare di me come se io non ci fossi.».

Eijiro, sbilanciato per un istante, gli tornò di fronte con un sorrisetto di sfida: «Se fossi tu a parlare di te stesso non dovrei essere il tuo portavoce, non credi?».

Izuku era in parte divertito da quel piccolo battibecco. Era una cosa che lo riportava tutti con i piedi per terra e, se fossero stati solo un po' più lucidi, probabilmente si sarebbero fermati lì.
Ma lui non era tipo da tirarsi indietro e quella atipica sfida voleva vincerla. Il premio? Kacchan, ovviamente.

Ma, in fondo, sia lui sia Kirishima avevano Katsuki in egual misura ed era stupido pensare che uno dei due avesse avuto l'esclusiva.

Si tolse goffamente le scarpe con i piedi, scalciandole poco lontano dal materasso con piccoli tonfi, facendo fare la stessa fine ai suoi pantaloncini e agli slip, liberandosi le caviglie per essere più comodo e allungarsi sul materassino blu, i gomiti puntellati sulla plastica imbottita e la testa inclinata per osservare Eijiro deporre i suoi indumenti e le scarpe su una panca per i pesi in maniera ordinata.

S'erano cambiati assieme in spogliatoio innumerevoli volte, erano pure andati alle terme assieme almeno una volta l'anno con tutta la classe, ma quella situazione era diversa e, in quel momento di calma, si sentiva in profondo imbarazzo, tanto che le guance gli si scaldarono improvvisamente e in maniera incontrollata nel vedere Eijiro che tornava di fronte a Kacchan, lo afferrava per la nuca e riprendeva a baciarlo con calma, mentre lo trascinava ancora sopra il materasso.

Era questo? Essere "Friends with benefits" come gli aveva proposto una volta Ochaco?

Si umettò le labbra e trattenne il respiro nel vedere Kacchan tanto appassionato, affamato di un contatto fisico che di solito negava a tutti.
Spostò il peso sul braccio destro, tornando ad accarezzarsi con lentezza, passare i polpastrelli della mano sinistra sull'inguine, poi di nuovo sull'erezione che si stava risvegliando nell'osservare Eijiro succhiare e leccare la gola liscia di Kacchan, che voltó il capo ad osservarlo, gli occhi rossastri appena visibili da sotto le ciglia bionde.

Non prestó attenzione al movimento che fece, accorgendosi solo di averlo ancora al suo fianco, in ginocchio, una mano calda premuta sul petto imperlato di sudore e la bocca che cercava la sua in un bacio quasi disperato, spingendolo con la schiena contro la plastica morbida e fresca del materassino.

«Oh! Scusa! Non volevo trascurarti, Deku.», lo canzonò, soffiandogli quelle parole sulla bocca, tornando ad assaporargli la lingua in una maniera tanto oscena che afferrargli le spalle fu l'unica cosa che il suo cervello gli permise di fare, i polpastrelli caldi di Katsuki che tracciavano i contorni di ogni muscolo del suo torso, fermandosi sulla vita, premendo la carne morbida del fianco, una pressione decisa e una torsione che fecero scollare Izuku dalla plastica con fatica, un grugnito soffocato dai baci mentre Katsuki lo invitava a girarsi, una posa innaturale per il collo per cercare di stare dietro a una foga sempre crescente.

Le dita premettero ancora nei fianchi del ragazzo, un sorriso compiaciuto sulle labbra gonfie di Katsuki mentre lo costringeva ad alzare il bacino, inarcare la schiena, il petto sul materassino e le ginocchia che facevano attrito sul tessuto plastificato.

Non l'avrebbe mai ammesso a voce alta, ma, cazzo!, quanto adorava il culo di Deku! Aveva quella forma che pareva sfidare la forza di gravità e rimbalzava ad ogni passo in un modo tanto invitante che gli era difficile trattenersi dal tirargli una manata e strizzarglielo a palmo pieno, anche davanti a tutti. E ora era lí, pallido e sodo, qualche piccola lentiggine ad adornargli le chiappe, un neo piu grande sotto la natica sinistra che sembrava chiamarlo come una sirena nel mare.

I polpastrelli che passavano sulla pelle accaldata lo fecero rabbrividire e Izuku si ritrovò dapprima a trattenere un sospiro e, poi, a rilasciare un urletto troppo acuto a sentire un improvviso morso sulla carne della chiappa destra, mentre la mano bollente di Kacchan si schiantava sulla sinistra con un rumore netto, uno schiaffo ben assestato che gli fece vibrare pure l'anima.

«Kacchan!», soffocó con le labbra tra i denti a sentire un secondo schiaffo, più forte del primo.

«Eh, no. Hai sbagliato Midobro.», intervenne Eijiro con una risatina, mentre percepiva una leccata e subito un lieve fiato che soffiava per dargli sollievo a quel colpo.

Alzò la testa e si raddrizzò con fatica, restando in ginocchio sul materassino, il viso arrossato e uno sguardo truce verso Eijiro che gli si era affiancato ed ora gattonava di fronte a lui.

«Questo non me lo meritavo.».

«Un piccolo schiaffo se lo meritano tutti!», gli sorrise il rosso, prendendogli il volto tra le mani e strofinando i loro nasi in maniera giocosa prima di stampargli un bacio morbido sulla bocca e far collidere le loro fronti,
Lo sguardo che gli rivolse fece quasi fermare il suo cuore per un attimo: gli occhi rossi assottigliati e le labbra sottili tirate in una specie di ghigno: «Ma chi fa soffrire Katsuki se li merita un po' di più gli schiaffi.».

A tale frecciatina Izuku provò a staccarsi dalla sua presa salda, senza successo.

«Mollami, Kiri!», provó a ringhiare, ma la mano che gli spingeva con decisione sulla schiena lo fece sbilanciare in avanti, aggrapparsi al rosso, finendo con la fronte nell' incavo del suo collo, il fiato accorciato dal movimento ritmato della mano di Kacchan sul suo membro, una carezza lasciva nel solco tra le natiche.

«Lascialo stare, idiota.», gli ordinò Katsuki, prima di raccogliere la saliva in bocca e fargliela colare, abbondante, nella piega di quel culo invitante, passandoci due dita sopra, forzando col medio inumidito quel piccolo anello di muscoli che Deku continuava a presentargli, muovendo impercettibilmente i fianchi nella sua direzione.

«Lascia che almeno la sua prima volta sia un po' piacevole.», aggiunse a mezza voce, prima di fermarsi per un momento, alzare la testa mentre la prima falange entrava in quel buco stretto e bollente.

«Perché è la tua prima volta, vero?», borbottò infine, le sopracciglia aggrottate e gli occhi ridotti a due fessure indagatrici.


You're pissing me off just a little bit
You're making me hot just a little bit
If you keep it up, I'm not having it
I'm doing some shit that I never did
The good and the bad side are 'bouta split
bludnymph

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