3.3
Lewis quell'anno finì per vincerlo realmente il mondiale, così come quello seguente, raggiungendo così il record che fino ad allora sembrava indistruttibile, di Michael Schumacher.
Isabella era lì, al suo fianco, sotto il podio più importante.
Quel settimo mondiale non fu complicato da conquistare per Lewis, che potè festeggiare il settimo Campionato con tre gare di anticipo.
Quel giorno, però, per la famiglia Hamilton acquistò un colore ancor più particolare, perchè il pilota, sul gradino più alto, si inginocchiò e davanti a tutto il mondo chiese la mano della ragazza che gli aveva rubato il cuore.
"Non ho mai creduto a questi cliché" Disse durante la promessa, alle nozze "Ma Isabella ha stravolto tutto. Ha portato nella mia vita il desiderio di fermarmi, di riflettere, di amare e di mettere radici. Se me l'aveste chiesto un paio di anni fa avrei riso al solo pensiero del matrimonio, eppure oggi non c'è nulla che baratterei con questa sensazione".
Di lì a pochi mesi i neo coniugi Hamilton annunciarono l'imminente arrivo del loro primogenito, Aaron Lando Hamilton Holland.
Inutile dire che Lewis non prese bene il secondo nome che Isabella volle a tutti i costi dare al bambino, ma finì per farsene una ragione.
Dopo di lui, Charlie Hamilton Holland e la principessa di casa, Diana Hamilton Holland.
Diana nacque in una fredda giornata d'inizio inverno, in una clinica privata londinese, riempiendo di una rinnovata gioia la famiglia.
Contemporaneamente dall'altra parte del mondo, più precisamente ad Abu Dhabi, Lando Norris arrivò secondo nella gara più importante della sua vita, la gara che gli consegnò il primo, ed unico, titolo di campione del mondo, di pochi punti davanti al quarto classificato in gara, George Russel.
Il primo campione inglese dopo Hamilton, la cosa fece molto sorridere il ragazzo, ormai uomo, che guardò il cielo emozionato, non riuscendo a trattenere le lacrime.
Isabella, così felice per l'arrivo della sua bambina, si dimenticò perfino di congratularsi con il pilota.
Per anni, poi, i due non si videro più.
Lando continuò ancora per molto le corse, ritirandosi all'arrivo della sua prima ed unica figlia, Victoria.
Hamilton, dal canto suo, non abbandonò mai totalmente il mondo della Formula 1, continuando a recarsi spesso ai Gran Premi per sostenere i nuovi giovani piloti, che vedevano e vedono tutt'ora in lui un eroe, un idolo e un esempio da imitare.
Ma il suo più grande orgoglio è senza dubbio suo figlio, Aaron. Salito sul primo kart a due anni, ha seguito le orme del padre in tutto e per tutto, vincendo al primo colpo ogni categoria in cui abbia partecipato e ritrovandosi da un paio d'anni in Formula 1.
Silverstone, 2042
LANDO
"Norris, è un piacere rivederti nella tua pista. Sappiamo che qui hai conseguito il tuo maggior numero di vittorie, qualche consiglio per i connazionali che oggi proveranno a prendere il gradino più alto?" Sorrido ripensando alla mia prima vittoria a Silverstone, forse il ricordo più caro che ho, dopo il mondiale, l'ultima vittoria e la prima gara...Già, a dirla tutta ho una bella collezione di ricordi.
"Onestamente, ho sempre creduto che Silverstone scelga il suo vincitore prima che si scenda in pista, quindi non ci resta che sperare sia uno dei nostri! Certo, se i ragazzi si ricordassero di non alzare il piede in partenza non sarebbe male".
I giornalisti ridono, così come il sottoscritto, prima di essere interrotti dall'arrivo del 'Re d'Inghilterra', com'è stato soprannominato anni fa.
"Ma abbiamo due campioni al prezzo di uno! Hamilton forza unisciti a noi, in fondo oggi ci sarà anche tuo figlio a giocarsi il podio" Lewis sorride, stringendomi la mano cordialmente e sedendosi al mio fianco.
"Ho sentito cosa ha detto Lando, non posso far altro che sperare la pista riconosca il sangue degli Hamilton" Ride divertito, facendo nascere un sorriso anche sul mio viso.
"Lando, tu che ne pensi del tuo mini ononimo Aaron Lando?" Prendo un profondo respiro di aria fresca, portandomi il microfono vicino alla bocca "Credo che Lando abbia un gran potenziale, sono sicuro non deluderà le aspettative. E poi sarebbe un bene per l'Inghilterra avere un altro Hamilton, no? Lewis, non temi che ti soffi il record sotto il naso?" Domando ridendo, voltandomi verso il mio ex collega.
Lui sorride, scuotendo la testa prima di rispondere "Ad Aaron dico sempre di fare un passo alla volta. Ha fatto la sua prima pole in Italia lo scorso anno, ora deve pensare alla prima vittoria e al primo mondiale. Per conquistarne 7 oppure 8 ha sempre tempo".
La mia intervista termina di lì a poco, lasciando spazio a Lewis.
Mi alzo salutando i presenti ed incamminandomi per il paddock.
Inizia a piovigginare, il che mi costringe a ripararmi nell'Hospitality più vicino, sperando smetta a breve o quantomeno si riduca l'intensità.
Estraggo il cellulare sentendolo squillare, notando una chiamata da parte di Victoria.
Vic dimmi
Ciao papà! Senti, ti dispiace tanto se non guardo la gara nel box McLaren con te?
Aggrotto le sopracciglia confuso.
Fin da quando è piccola il gran premio lo vediamo insieme, nel mio vecchio box.
Aver compiuto 18 anni ieri ti fa sentire indipendente?
No, è che Aaron mi avrebbe chiesto di andare nel box Williams a tifare per lui
Già, Aaron Hamilton corre in Williams, ma a differenza dei nostri tempi, la scuderia và infinitamente meglio.
A dirla tutta si gioca con l'eterna Ferrari il campionato da qualche anno ormai, sorprendendo un po' tutti. Specialmente chi, come me, si ricorda il baratro in cui entrambe le scuderie sembravano essere sprofondate vent'anni fa.
Ah, quindi tu e Aaron fate sul serio?
Papà andiamo! È inglese, è un pilota, è simpatico...Cosa puoi volere di più?
Alzo gli occhi al cielo sorridendo
Va bene niña, vai pure con Hamilton
Grazie dada!
Chiudo la telefonata ridendo, il solo pensiero che un'altra donna della mia vita scelga un Hamilton mi risulta esilarante.
Mi guardo alle spalle solo ora, notando come l'Hospitality in cui mi sono rifugiato, o per meglio dire la sua tettoia, è quello della Mercedes.
Ho corso gli ultimi anni della mia carriera qui, benchè il mio cuore sia sempre rimasto con la McLaren, che mi ha regalato il mondiale.
Senza pensarci su due volte mi decido ad entrare, salutare qualche vecchio amico che so essere ancora in circolazione, rivedere un po' la struttura.
"Signor Norris, è un onore conoscerla di persona!" Mi giro di scatto, nessuno si rivolge mai a me con questo tono, neppure ora che sono un uomo adulto e rispettato.
Sono pur sempre Lando, non troppo diverso dal ragazzino di qualche anno fa.
Un ragazzo biondo mi si avvicina entusiasta, porgendomi la mano che stringo con forza.
"Io sono Michael signore, Michael Vettel!" Gli occhi mi si illuminano di colpo, prima che una stridula e divertita risata mi esca dal cuore.
"Vettel? Ma sono l'unico pilota a non aver seminato la Formula 1 con i miei eredi?!" Il ragazzo ride, lievemente imbarazzato.
"Ho sempre ammirato le sue gare, posso dire di aver iniziato a seguire la Formula 1 proprio nell'anno in cui ha vinto il Campionato" La sua voce quasi trema nel parlarmi, segno di un rispetto che non pensavo di meritarmi, non fino ad ora.
Tutti amano Hamilton, tutti lo esaltano, tutti lo ammirano.
Ma io, io sono solo Lando, normalmente e semplicemente Lando.
"Michael, tuo padre era un campione, di quelli veri. Io mi sono divertito, certo, ma se proprio devi ammirare qualcuno, fallo con chi hai in casa" Ridiamo in contemporanea, prima che proprio Sebastian compaia alle mie spalle.
"Lando! È un piacere rivederti, come ti và la vita?" Mi posa una mano intorno al collo, sorridendo prima a me e poi a suo figlio, che ci guarda con occhi sognanti.
Io e il tedesco iniziamo a parlare, ad aggiornarci sulle rispettive realtà e perfino a ricordare i bei vecchi tempi.
Chi l'avrebbe mai detto che sarei diventato anche io uno di quei piloti in pensione a cui luccicano gli occhi ripensando al passato.
Rimaniamo a chiaccherare per una quantità di tempo che direi infinita, non fosse che veniamo risvegliati da quello stato di trance d'improvviso.
ISABELLA
"Aaron stai attento a quello che fai, alza il piede se devi, non fare mosse azzardate e porta a casa il tuo bel collo sano e salvo" Passo una mano sulla testa di mio figlio, guardandolo fiera.
Assomiglia spaventosamente a suo padre, alto e fisicato, con lo sguardo duro e l'atteggiamento da campione.
Sappiamo tutti che vincerà e vincerà tanto, ma per me rimarrà sempre e solo il mio bambino.
E poi, per fortuna, almeno gli occhi li ha presi da me.
"Mamma, sono due anni che corro in Formula 1, non ti sei ancora abituata?" Scherza, lasciandomi un rapido bacio sulla guancia.
"Aaron ascoltala, ti prego" Mi volto sentendo la voce acuta e perennemente allegra di Victoria.
Lei, per mia fortuna, somiglia poco a suo papà, se si escludono gli occhi azzurri e il fantastico senso dell'umorismo.
La prima volta che l'ho vista non sapevo chi fosse, eppure se avessi dovuto scommettere non avrei sbagliato.
Ha da subito legato con Diana, che ha solo un anno in più di lei, per poi innamorarsi di Aaron.
I cinque anni di differenza fra i due sembrano non pesare e vederli insieme mi fa ancora ad oggi uno strano effetto.
Le sorrido mentre si avvicina a lui e lo bacia delicatamente, mentre Diana appare dietro di lei.
"Mamma, papà è a fare qualche intervista credo. Noi possiamo passare in Mercedes? Michael mi ha detto che suo papà è qua" Afferma mia figlia, avvicinandosi alla sottoscritta e prendendomi la mano.
"Zio Seb è qui? Devo salutarlo anche io!" Esclama Aaron, come risvegliatosi d'incanto.
"Tu pensa alla gara scemo, lo zio te lo salutiamo noi" Si intromette Charlie, ricevendo uno sbuffetto da parte mia.
"E va bene, andiamo da zio Seb. E tu, Aaron Lando Hamilton Holland, prova a fare qualche cazzata e ti rompo tutte le ossicina che io stessa ti ho creato!" Una risata generale si scatena nel retrobox, accompagnando la nostra uscita.
***
Ehyy :)
Come state? Spero tutto bene❤
Volevo chiedervi una cosa: ho preparato un capitolo speciale Instagram, per illustrarvi chi avevo pensato nei ruoli di questi nuovi personaggi. Che ne dite, lo volete o preferite lasciare tutto alla vostra immaginazione?
P.S.
So di essere sparita, vi prego non odiatemi🙃🙏🏻
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