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Seonghwa

Una volta arrivato nella stanza, Hongjoong si era andato a fare una doccia dal momento che da quel che avevo capito vivendo così allo sbaraglio non ne aveva potute fare moltissime nelle ultime settimane, io invece mi ero steso sul mio letto esausto da quel viaggio.

Era circa una settimana che lo cercavo ovunque, per cielo, per mare, per terra, e non ero riuscito a crederci quando avevo visto una testa bianca per la strada, quella mattina. Mi ero avvicinato al punto in cui lo avevo scorso e poi avevo guardato l'interno della macchina dove avevo adocchiato subito alcuni dei suoi vestiti. Avevo capito quasi subito che si fosse stabilito in quell'auto e non avevo potuto non provare pena per lui. Sicuramente aveva passato delle giornate infernali, sia a livello fisico che mentale.

Eppure, quando lo avevo visto di nuovo, non ero riuscito a tenere la lingua a freno e mi ero avventato su di lui come uno stronzo. L'incontro me lo ero aspettato molto diverso da quello, infatti ora mi stavo sentendo parecchio in colpa, anche per il fatto di aver preso una camera con due letti separati. Come diavolo mi era saltato in mente.

Non appena spensi il telefono, la porta della stanza si aprì rivelando il ragazzo dei miei pensieri mentre entrava dentro con solo un accappatoio, conoscendolo probabilmente aveva dimenticato i vestiti in camera e perciò si era fatto l'intero corridoio mezzo nudo e sgocciolando per terra.

Non appena alzai la testa anche lui mi guardò ed arrossì, non capii bene il motivo di quella reazione ma quando poi parlò ci arrivai.

«Pensavo stessi dormendo.»affermò avvicinandosi al suo letto e prendendo una maglia e un pantalone della tuta che stava usando come pigiama da qualche giorno. Magari sperava che stessi dormendo perchè in quel modo si sarebbe sentito meno in imbarazzo nello spogliarsi davanti a me, nonostante lo avessi già visto nudo un centinaio di volte almeno.

«Non riesco a prendere sonno.»confessai e mi trattenni dal dire che non riuscivo ad addormentarmi a causa di tutti i pensieri che mi ronzavano in testa anche a causa sua. Lo fissai mentre prese a stirare con le dita il tessuto dei due indumenti, come se stesse aspettando che io facessi qualcosa.

«Vuoi che...mi giri?»gli chiesi allora e poi lui alzò lo sguardo su di me facendo incastrare i nostri occhi per l'ennesima volta. Però quella volta fu diverso dalle precedenti, c'era qualcosa nel suo sguardo che non riuscivo a decifrare e il fatto che non mi diede nemmeno alcun segno di una risposta affermativa o negativa mi mandò in completa crisi.

«Senti, mi dispiace per quello che ti ho detto prima. Non avrei mai voluto trattarti così, davvero, è che...»ma mi interruppe immediatamente con un gesto della mano e chiudendo gli occhi, come a non volermi nemmeno guardare.

«Non fa niente, sono io quello che ha fatto lo stronzo con te scappando, non tu. Sono io che ti devo chiedere scusa.»ribattè con una scrollata di spalle prima di iniziare a guardarsi attorno per la stanza. Osservai ogni suo più piccolo dettaglio, gli occhi ancora bagnati dalla doccia, il naso lucido che tanto amavo baciare, e le labbra che adesso erano messe a formare un piccolo broncio adorabile, quasi nemmeno visibile, ma che io notai perfettamente.

Mi alzai dal mio letto e mi diressi verso il suo, per poi sedermi sul materasso proprio accanto al suo corpo ma pur cercando di mantenere le distanze. Non ci toccammo ma sentii il suo respiro bloccarsi e io ebbi tanto la voglia di girarmi e abbracciarlo stretto a me.

«Vuoi comunque sposarmi?»le parole mi uscirono spontanee e in un fil di voce, non mi accorsi nemmeno che fossi stato io a pronunciarle finchè non vidi la sua testa voltarsi di stacco e fissarmi intensamente. Mi sentii tremare come una voglia a quella vista, poi quando sorrise giurai che la felicità che mi travolse fu maggiore di quella che sente un bambino la notte di Natale.

«Si, Seonghwa, voglio ancora sposarti.»rispose poi con un tono di voce basso quanto il mio. Allora non resistetti più e gli posai una mano sulla guancia prima di avvicinare il volto al suo e far unire le nostre labbra. Per un attimo tutto quello mi parve solo un sogno, dopo giorni che nemmeno lo sfioravo non potevo crederci che ora ci stavamo baciando dopo così tanto.

E pure se non era passato nemmeno troppo tempo, per me quei giorni erano stati infiniti ed erano stati difficili da far trascorrere senza di lui. Mi era mancato come l'acqua nel bel mezzo dell'arido deserto ed ero arrivato alla conclusione che io senza lui non potevo davvero starci.

«Mi dispiace tanto, mi dispiace...»mormorò staccandosi dalla mia bocca di qualche centimetro, io gli accarezzai il viso e mi sporsi per lasciargli un bacio sulla punta del naso ancora calda dalla doccia.

«Shh, va tutto bene, adesso siamo di nuovo insieme.»gli risposi con altrettanta premura, prima che lui mi mettesse la mano dietro la nuca e mi spingesse di nuovo a riunire le nostre labbra. Se quello di prima era stato un semplice accarezzarsi come se volessimo dirci "ben tornato" questo era pieno di amore represso, tutti i sentimenti che non eravamo riusciti a dimostrare durante quei giorni di assenza stavano lentamente esplodendo tra quei baci.

In poco tempo infilai la lingua nella sua bocca e lui fece lo stesso, facendole sfiorare e ballare di una danza tutta loro, tutta nostra, qualcosa che non sarei mai riuscito a rifare con nessuno. Il modo in cui ci adattavamo perfettamente l'uno all'altro mi mandò i brividi per tutto il corpo anche se, quando mi infilò le dita nel colletto della maglia, sentii la mia pelle bollente a contatto con la sua mano, al chè lui prese i lembi dell'indumento e iniziò a tirarmela su.

Ci staccammo per qualche secondo e io approfittai chinandomi verso di lui e sfacendogli il nodo dell'accappatoio per poi aprirlo e farglielo cadere lungo le braccia, lasciandolo completamente nudo di fronte a me. Non appena i nostri petti si scontrarono un mugolio uscì dalle sue labbra e nello stesso istante le sue mani si spostarono sul mio busto, prima mi accarezzò gli addominali e poi le fece scendere verso i miei pantaloni, iniziando a sbottonarli lentamente.

Rimasi seduto mentre lui si alzava in piedi mettendosi in completa mostra del suo corpo, il corpo che tanto amavo e che volevo vedere ogni giorno per il resto della mia vita. Lo guardai dal basso mentre si metteva in mezzo alle mie gambe mi accarezzava i capelli, con io che iniziavo a lasciargli dei bacetti sulla pancia e sui fianchi.

Lo guardavo mentre gli lasciavo quelle lievi carezze, le quali lentamente si trasformarono in piccoli morsi e che poi, guidato dai suoni che emetteva la sua splendida bocca, divennero dei veri e propri modi per segnargli la pelle. Volevo vedere i miei segni, avevo bisogno di sapere che fosse di nuovo mio in tutto e per tutto e proprio per questo iniziai a succhiare alcuni suoi lembi di belle e a torturarli con la lingua. Ogni qualvolta lo facevo sentivo i muscoli della sua pancia ritirarsi e le sue mani stringersi attorno ai miei capelli, cosa che mi portò a carezzargli i fianchi e il sedere, cosa che provocò dei brividi su tutto il suo corpo.

Quando mi ritenni soddisfatto guardai il mio operato e ci lasciai sopra degli ultimi baci prima di guardarlo negli occhi. Mi accarezzò il viso e poi si abbassò per iniziare a lasciare una lunga scia di baci che partiva dalle labbra e che poi passava per la mascella, il collo, le clavicole, il petto e poi la mia pancia, dove rimase per qualche attimo in più, intento a far passare la punta della lingua tra le linee dei miei addominali. Questa volta furono le mie di mani a finire tra i suoi capelli, tirandoglieli indietro e andando a formare una vera e propria coda.

🔞

«Posso fare una cosa?»gli domandai rendendomi conto di quanto mi si fosse abbassata la voce. Lui si staccò dalla mia pelle e mi guardò confuso prima di annuire curioso. Allora io mi allungai sul mio letto e catturai un elastico per capelli che fortunatamente mi portavo sempre con me, ripresi le sue ciocche e feci in modo che si creasse un piccolo ciuffo, che poi legai facendogli una piccola coda di cavallo.

«Perchè?»mi chiese soltanto con un sorriso sul viso e io scrollai le spalle ricambiandolo, prima di accarezzargli una spalla nuda.

«Non lo so, mi piace.»risposi semplicemente e lui anche fece spallucce prima di riprendere a dedicare attenzioni al mio corpo. Prese a sbottonarmi i pantaloni con lentezza e poi, in un colpo solo, mi privò sia del primo indumento che dei boxer, facendomeli scivolare per le caviglie e sfilandomeli del tutto.

Mi piaceva il fatto che anche durante i momenti così intimi riuscivamo a scambiarci qualche battuta, rimaneva tutto nella stessa atmosfera calda ma donava un'aura in più, quasi come se fossimo in una bolla in cui soltanto noi potevamo fare quel che più ci pareva.

Una volta spogliato del tutto Hongjoong avvicinò la mano al mio membro e, dopo averlo circondato con le dita, prese a frizionarlo lentamente. Mi piaceva da matti quando ci trovavamo in una situazione del genere, la sua piccola mano mi faceva impazzire e quando mi toccava non potevo far altro che gemere, proprio come successe in quel momento.

Mi toccò lentamente, quasi sembrò come se si stesse accertando che esistessi davvero, e io mi sentii impazzire quando avvicinò il viso soltanto per far cadere delle gocce della sua saliva sulla punta; l'improvviso contatto con il liquido caldo mi fece salire dei brividi lungo l schiena e istintivamente portai la mano sulla sua testa, afferrandogli il codino.

Aumentò di poco la velocità. dopo aver lubrificato per bene l'intera superficie, e poi avvicinò le labbra ad esso, leccando con dei piccoli colpetti la punta e lasciandoci poi dei baci per tutta la lunghezza. Stavo per imprecare a causa del piacere negatomi quando mi sentii avvolgere totalmente dalla sua bocca.

Sospirai e buttai la testa all'indietro, stringendo inevitabilmente la presa sui suoi capelli quando prese a muovere la testa su e giu, cercai di guidarlo a mio piacimento e lui si lasciò andare completamente al mio volere. Nel frattempo che mi inglobava tra le labbra continuò a toccarmi i punti in cui non riusciva ad arrivare con una mano e con l'altra mi toccava i testicoli. Quando poi guardai verso in basso e incontrai i suoi occhi scuri capii che a breve sarei venuto, perciò pur con malavoglia lo tirai per la coda e lo costrinsi ad alzarsi.

«Sul letto.»ordinai con la voce bassa mentre lui si puliva la bocca e il mento dalla sua saliva e da anche il liquido che aveva iniziato a fuoriuscire preventivamente dalla mia punta. Deglutì nel sentirmi comandare e poi si alzò di nuovo in piedi, facendo per sdraiarsi sul materasso, quando lo bloccai.

«No, mettiti sulla pancia.»aggiunsi e lui arrossì per poi semplicemente eseguire senza fiatare. Non era capitato spesso che io gli ordinassi cosa dovesse fare, ma ora mi sentivo troppo eccitato e bisognoso di lui che nemmeno pensai a se a lui desse fastidio quel comportamento o meno.

Comunque anche io mi spostai e allargai le sue gambe per mettermi in mezzo ad esse, poi mi misi in ginocchio e mi allungai sulla sua schiena, facendola aderire al mio petto mentre gli iniziavo a lasciare dei baci nell'incavo tra collo e spalla, poi sulle scapole e scendendo sempre più in basso. Decisi di voler lasciare dei segni anche sulla sua schiena e così feci, iniziando a suggere alcuni pezzi di pelle tra i denti e mordicchiandone altri, facendolo mugolare sotto di me.

Una volta arrivato sul suo sedere non persi un attimo a prenderglielo tra le mani per tastarlo e stringerlo tra le dita. Non avevo mai adorato guardare il corpo delle persone, i canoni di bellezza non erano interessanti per me, eppure il corpo di Hongjoong sotto il mio punto di vista era perfetto in ogni parte, ma se dovevo ammetterlo, il suo sedere era stupendo: morbido e piacevole al tatto nonostante fosse un ragazzo, amavo toccarlo e anche a lui piaceva ricevere delle carezze su quei punti di pelle.

Tremò quando gli diedi un lieve schiaffetto sulla natica prima di iniziare a lasciargli baci su di essa. Avrei voluto così tanto riempire di baci ogni sua porzione di pelle, mi piaceva così tanto baciarlo che avrei passato ore intere a farlo senza mai stancarmi.

Lentamente arrivai nella spaccatura tra le due e, quando fui su di essa con la bocca, non persi tempo ad infilare la lingua in mezzo e iniziai a tracciarne il contorno fino ad arrivare al suo buchetto. Allora non persi tempo a iniziare a stuzzicare la sua entrata con essa, lui iniziò a muoversi sotto quelle carezze e si lasciò andare in dei mugolii sommessi dalla sua faccia premuta sul cuscino. Gemette con un tono di voce più alto quando, insieme alla lingua presi a toccarlo anche con la punta dell'indice che, grazie a tutta la mia saliva, riuscì facilmente ad entrare al suo interno.

Inarcò la schiena quando fu del tutto all'interno, lo mossi di qualche centimetro verso fuori e poi di nuovo dentro, feci questo gioco per qualche secondo prima di infilare anche il dito medio.

«Seonghwa...»mugolò il mio nome e io mi sentii riempire di brividi nell'ascoltare quanto fosse bello sentirlo sulle sue labbra dopo così tanto tempo. Mossi le dita per almeno un paio di minuti e, quando mi accorsi che voleva di più e che si stava spingendo verso di me col bacino per essere accontentato, le sfilai provocando un suono che in un altro momento mi avrebbe fatto schifo ma che in quello mi mandò in tilt il cervello.

Mi allontanai dal suo sedere e misi le mani sui suoi fianchi, tirandolo su e facendolo mettere sulle ginocchia, alzando anche il busto e puntellandosi sui gomiti. Avvicinai poi il mio bacino al suo sedere e con la punta della mia erezione sfiorai la sua apertura più volte prima di penetrarlo lentamente. Appena mi fui completamente spinto al suo interno, in modo tale che il mio pube fosse direttamente in contatto col suo corpo, sospirammo pesantemente entrambi e io rimasi fermo ad aspettare che si abituasse a quella familiare intrusione.

Quando poi annuì presi a muovermi al suo interno con dei movimenti lenti ma profondi allo stesso tempo, avevamo tutta la notte davanti e non volevo di certo sprecare tutte le mie energie in quel momento. Presi i suoi fianchi tra le mani e li feci adattare ai miei movimenti e, quando lo feci, emise un gemito più alto degli altri.

Mi chinai sulla sua schiena e avvicinai il viso al suo, facendogli poi girare la testa per unire le nostre labbra in un bacio a cui però lui non riuscì quasi a rispondere a causa di tutto il piacere che stava provando in quel momento. Gli morsi il labbro inferiore mentre aumentai la velocità delle spinte e a quel punto gli sfuggì un mezzo urlo di gola che portò le sue braccia a cedere.

Tornai allora nella posizione iniziale e gli misi una mano sul sedere e l'altra la portai ai suoi capelli, tirandogli la coda verso di me in modo tale da fargli inclinare la schiena.

«Hwa!»urlò quasi quando cambiai angolazione dei movimenti e capii che avessi trovato il suo punto magico proprio per quel motivo. Continuai allora in quel modo, sfiorando ogni volta quel punto e facendolo gemere sempre di più. Anche io d'altro canto grugnii e buttai la testa all'indietro mentre continuavo a tenere la sua in alto tramite la stretta sui suoi capelli. Mi avvicinai al suo viso ma questa volta soltanto perchè volli farlo impazzire gemendogli nell'orecchio e mordicchiandogli il lobo.

«Dopo tutte queste volte sei ancora stretto, mh?»sospirai poi mentre uscivo quasi del tutto dal suo interno e poi riaffondavo completamente con spinte rudi e secche, creando il tipico rumore delle pelli che sbattono tra loro. Lui gemette ancora a quelle parole e lo sentii stringersi attorno a me come risposta, cosa che mi fece capire quanto gli piacesse quando gli parlavo in quel modo e quanto in realtà fosse vicino all'orgasmo.

Allora senza nemmeno pensarci mi fermai dato che volevo far durare il più possibile quel momento e mi sfilai dal suo interno, prima di dargli un altro schiaffo sul sedere, questa volta più forte, tant'è che risuonò nella stanza.

«Perchè ti sei fermato? Stavo per venire!»mi chiese con un tono nervoso quanto affannato, io non gli risposi e semplicemente gli afferrai le spalle e lo feci girare sulla schiena con la forza, separandogli le gambe e mettendomi in mezzo ad esse. Non ebbi nemmeno bisogno di toccarmi perchè la mia erezione non aveva accennato nemmeno per un attimo a cedere, cosa che spesso nemmeno mi capitava con altre persone prima di lui. Arrivai alla conclusione in mente mia che accadde perchè ero innamorato di lui e mi interessava soddisfarlo il più possibile.

Allineai di nuovo la mia erezione al suo interno dopo avergli piegato le gambe e poi entrai di nuovo dentro di lui, stavolta senza nemmeno alcuna resistenza. Mugolò all'avvertire di nuovo quella piacevole sensazione e questa volta non aspettai, semplicemente presi a muovere il bacino verso di lui con la stessa velocità e forza di prima. Affondai tra le sue gambe con sottofondo i suoi gemiti, lo scricchiolare del letto e il rumore delle nostre pelli.

Abbassai lo sguardo per guardare il punto in cui eravamo uniti fisicamente e mi sentii ancora più avvolto dal piacere, se possibile, di quello che ero già. Il modo in cui entravo dentro di lui e come anche il suo corpo involontariamente mi veniva incontro mi mandava in pura ecstasy e proprio a quel punto sentii il mio orgasmo avvicinarsi.

«Hongjoong, Dio santo, continua così piccolo...»mormorai quando poggiò le braccia sul materasso per spingersi verso di me e ottenere maggiore frizione tra noi. Buttò la testa all'indietro e io misi una mano vicino alla sua testa e l'altra la portai tra i nostri corpi, per poi andare ad afferrare la sua erezione prontamente, cominciando a stimolarla col pollice.

«Mio Dio, Hwa!»urlò quel nomignolo che tanto mi faceva impazzire e, nello stesso momento, lo sentii stringersi come non mai attorno a me, prima di venire sul mio stomaco mentre ancora lo masturbavo con la mano. Per quella sensazione probabilmente anche io riuscii a venire al suo interno e lo riempii del mio liquido come avevo fatto tutte le volte precedenti a quella.

Continuai a spingermi dentro di lui per un'altra manciata di secondi prima di smettere e crollare completamente sul suo corpo, fregandomene del suo umore sulla pancia e del sudore che ci stava avvolgendo. Prendemmo a respirare profondamente insieme, prima che io alzassi la testa e unii di nuovo le nostre labbra.

🔞

Lo baciai con tranquillità e con l'intenzione di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui. Gli accarezzai la guancia con la mano pulita e lui mi circondò il collo con le braccia prima di staccarsi da me e sorridermi.

«Ti amo infinitamente, Park Seonghwa.»mormorò sulle mie labbra con quel leggero sorriso che non riuscii a non ricambiare sentendo quelle parole.

«Ti amo infinitamente, Kim Hongjoong.»risposi prima di riprendere a baciarlo. Quella notte la passammo in quel modo, tra coccole, baci e amore, come sarebbero state le prossime notti a venire quando saremmo tornati a castello.

Manca un solo capitolo alla fine di questa storia, non sono pronta :((

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