Cap 31
ALEXANDER
La notte si fa sempre più buia man mano che il tempo passa; faccio sempre più fatica a scorgere lo stretto ambiente attorno a me.
Eppure sulla riva del laghetto i mercenari rumoreggiano ancora, e hanno acceso un fuoco. Serro le labbra, frustrato. Davanti a me Derek fa una risatina.
-Hai fretta, per caso?- domanda, il sarcasmo ancora acceso nonostante la voce fievole.
Lo guardo male. -Ci tieni così tanto a morire?-
-Nah- lui scrolla le spalle anche se, lo so, anche questo gesto gli risulta difficile. Ormai non sta più neanche in piedi da solo, è quasi totalmente appoggiato a me -Non posso morire. E poi è molto più divertente seguirti e guardare i tuoi sforzi per ricongiungerti alla tua bella di quanto lo sarebbe stare qui e diventare cibo per la sirenetta-
Scuoto il capo, sbuffando. -Dobbiamo uscire-
-Usciremo quando saranno tutti a nanna. Non ci vorrà molto-
Fuori dal crepaccio qualcuno intona un canto, facendomi serrare le labbra dal disappunto. -Ci vorranno ore--Appunto. Non ci vorranno molte ore- ghigna lui -E che sarà mai?-
-La tua morte- rispondo, lapidario -Il sangue non si ferma, dovrei cauterizzarti la ferita, o almeno ricucirla. Sembra che tu ti sia reciso qualcosa di serio, un'arteria forse: come hai fatto a riaprirti il braccio a tal punto?-
-C'è uno spuntone di roccia molto affilato dietro il mio piede. Ti ho aiutato a schivarlo quando sei entrato- risponde lui, tranquillamente. -Io invece ci sono andato dritto addosso, come i pelosi quando puntano un cosciotto-
Impreco. -Dobbiamo uscire ora. Reggerai pochi minuti-
-Reggerò molto di più, e lo farò solo per il gusto di contraddire le tue conoscenze mediche- ridacchia lui per tutta risposta.
Serro le labbra, contrariato dalla sua cocciutaggine. Tuttavia sono consapevole che, nonostante quello che dice, crollerà fra un quarto d'ora al massimo. So di non potere trascinarlo fuori con la forza; non ci riuscirei. Così come non sarei capace di farlo passare da quella fessura se fosse svenuto, cosa che succederà a breve. Se aspettiamo troppo non avremo possibilità di uscirne entrambi vivi, e per quanto Derek sappia essere irritante non ho intenzione di lasciarlo morire qui.
Chiudo gli occhi, ma più ci penso più non trovo altre soluzioni. Devo essere impazzito.
Prendo uno, due respiri forti. I miei polmoni hanno bisogno di essere preparati a dovere per compiere lo sforzo che sto per obbligarli a fare; dopotutto non sono un lupo.
Riempio una terza volta la cassa toracica di aria e sento le corde vocali vibrare, tese. Poi socchiudo la bocca e lascio uscire un ululato.
Ashton! Fratello, sono qui!
Derek sobbalza, sorpreso, e prima che io possa ululare di nuovo mi tappa la bocca. -Hai deciso di farci ammazzare?- sibila.
Al di fuori del crepaccio il canto smette, sostituito dapprima dal silenzio e subito dopo da un brusio frenetico.
-Avete sentito? Era un lupo. Sembrava vicino- dice qualcuno.
-Ma no che non era vicino- Lo rimbrotta qualcun altro, bruscamente -Era solo un'impressione. Dev'essere da qualche parte nel bosco.-
Per nostra fortuna, appena finisce la frase, arriva l'ululato in risposta di Ashton. Dove sei? Come posso aiutarti?
Chino il capo. Non posso credere di star facendo una cosa simile; far correre un rischio ad Ashton per salvare Derek. Si, devo essere impazzito.
Scosto bruscamente la mano del rosso dalla mia bocca. -Lasciami fare, o non ne usciremo- dico, bruscamente. Al che prendo fiato per un altro ululato.
Devi distrarre gli uomini in riva al lago! Non fargli guardare l'acqua o la riva opposta a dove sono accampati. Ma sii prudente, ti prego.
-Era di nuovo vicino- esclama uno dei mercenari, spaventato.
-Prendete le spade. Se attaccherà lo abbatteremo- ribatte quello che sembra essere il capo.
-Se il tuo brillante piano era quello di renderli vigili e armati, i miei complimenti. Enorme successo- tenta un ghigno Derek.
-Zitto- rispondo, sebbene impallidito al pensiero che un gruppo di mercenari fra poco cercherà di uccidere il mio partner -Fra poco saranno distratti da Ashton, e potrò portarti fuori-
Segue un attimo di silenzio rotto poi dalla voce di Derek, ricca di stupore, sarcasmo e qualcos'altro. -Hai chiesto al pelosone di mettersi in pericolo per me?- domanda -Perchè potrei essere commosso-
-Dacci un taglio- ribatto, tendendo le orecchie verso l'esterno in attesa di un qualsiasi rumore.
-No, davvero. Sono commosso- continua lui in modo melodrammatico, imperterrito -Non sono credibile, per caso?-
-Non lo sei mai. E ora taci, Derek, prima che decida di lasciarti qui-
Lui ridacchia. -Non lo faresti-
Sospiro. Purtroppo ormai mi conosce.
-Non importa. Taci-
I successivi due minuti trascorrono in un assoluto silenzio, sia da parte nostra che dei mercenari, in attesa. Sono il primo a sentire il ringhio di Ashton, perchè per me rimarrà sempre più chiaro e evidente che per gli altri, però dal momento che lui non fa nulla per nasconderlo, presto lo avvertono anche i guerriglieri.
-È qui!- Urla qualcuno. E subito è il caos.
Cerco di ricostruire quello che sta succedendo fuori basandomi solo sull'udito, sia per capire quando uscire sia per preoccupazione per Ashton.
Poi il brusio diminuisce. -Dov'è andato? Dov'è andato?- urla qualcuno.
-È scappato nella foresta!-
-Quel bastardo ha ferito Crad. Seguiamolo! Voglio ammazzarlo!-
Tiro un sospiro di sollievo.
È a dir poco impossibile che raggiungano un lupo nel bosco, soprattutto uno come Ashton, che è cresciuto imparando a nascondersi e mimetizzarsi, e che farà perdere le sue tracce in pochi minuti. Inoltre, non c'è più nessuno al campo.
-Usciamo. Ora- ordino.
Derek mugugna. -Perchè mai? sto così comodo qui- ridacchia piano.
Impreco. -Non perdere coscienza. Resisti ancora un po', usciamo di qui-
-Ti ho già detto che non svengo- ribatte lui -Vado prima io. Nel caso, dammi una spintarella-
Faccio un rapido cenno di assenso, al che lui prende un respiro e si abbassa sotto il livello dell'acqua. Per qualche secondo lo sento muoversi accanto alle mie gambe, cercando la fessura da dove siamo entrati, poi scivola via. Mi affretto a seguirlo.
Mi sento sfiorare la spalla dallo spuntone di roccia che ha ferito Derek, ma riesco a evitarlo abbastanza da non ferirmi gravemente, e mi procuro solo un graffietto.
Scivolo fuori.
Individuo quasi subito il corpo di Derek, che galleggia riverso a faccia in giù, e mi affretto a raggiungerlo. Alla fine deve essere svenuto.
Lo afferro per un braccio e riemergo tirandomelo dietro. Appena fuori prendo un grande respiro, poi inizio a nuotare verso la riva opposta al falò, sempre trascinando Derek.
Faccio appena in tempo a toccare la riva che vengo raggiunto da Nive.
Sta bene? chiede preoccupata guardando il ragazzo, facendo dondolare le bisacce che tiene fra i denti.
Faccio un cenno di diniego, tossendo. -Puoi abbassarti? Dobbiamo portarlo via, non riesco a caricartelo in groppa se stai in piedi.
Lei si sdraia subito e sta immobile, per facilitarmi l'operazione. Appena sono sicuro che Derek non cadrà mi allontano, permettendole di alzarsi.
-Entriamo nel bosco e troviamo un posto sicuro. Devo medicarlo al più presto- dico solo.
Seguimi propone la cucciola con la sua voce musicale, e si gira scomparendo fra gli alberi. Nonostante la situazione critica mi sfugge un piccolo sorriso nel notare che, anche se solo pochi giorni fa si muoveva come un lupo soldato, in pochi giorni ha già adottato lo stile più sfuggente e flessuoso di Ashton, più adatto alla vita nelle foreste.
La seguo mentre mi guida sicura fra gli alberi, affrettando il passo, fino a quando arriviamo a una piccola caverna nascosta nel bosco.
Subito si china di nuovo per permettermi di scaricare Derek dal suo dorso. Lo adagio a terra senza troppe cerimonie, per poi tornare da Nive, che ha lasciato a terra le bisacce.
-Dove le hai prese?- domando, aprendo quella dove ho stipato ago, filo e erbe mediche.
Quelle persone le avevano rubate. Quando hanno seguito Ashton io le ho riprese, E ho distrutto alcune delle armi che avevano lasciato lì. Ho fatto male? Chiede lei, preoccupata. Nonostante tutto è ancora una cucciola.
Sorrido e le gratto la gorgiera. -Tutt'altro. Sei stata fantastica-
Ma non ho tempo di perdermi a farle le coccole.
Frugo nella borsa fino a trovare la crema emostatica che stavo cercando, poi corro a inginocchiarmi di fianco al mio amico, gli strappo la manica bagnata e mi affretto a spalmargli la pomata sul braccio. Quasi subito il flusso sanguigno rallenta fino ad arrestarsi quasi del tutto, facendomi tirare un momentaneo sospiro di sollievo.
Ma non posso comunque prendermela comoda.
Estraggo l'acciarino e un ago dalla borsa e accendo un fuocherello. So che sto correndo un rischio; un fuoco è visibile da grandi distanze. Ma ormai è notte, e io ho bisogno di luce per poter compiere l'operazione che devo fare.
Aspetto che il fuoco scoppietti, poi vi avvicino l'ago per sterilizzarlo.
Posiziono il filo e faccio una rapida analisi alle mie mani; non tremano.
Mentre mi accosto di nuovo al braccio del mio amico e inizio a mettere i punti con quanta accuratezza possiedo mi torna in mente quanto invece tremavano la prima volta che mi sono apprestato a ricucire una ferita. E anche la seconda volta. Poi, con il tempo, ho imparato a controllare la paura e il tremito, e ora rimane salda. Non trema quando tiro con l'arco, non trema davanti a una ferita da curare.
La prima avevo nove anni, e Ashton era stato ferito da una tagliola per cervi. Non avevo mai cucito nessun taglio, ma nell'anno in cui ero vissuto con quelli che ormai chiamavo genitori avevo visto mia madre farlo molte volte. E lo avrebbe voluto far lei anche in quella occasione, solo che Ashton non le aveva permesso di toccarlo. Non lo permetteva mai a nessuno, tranne a me. Così ero stato costretto a prendere l'ago io. Ricordo ancora quanto ero nervoso.
Allora mia madre mi aveva rassicurato e, come allora, sento la sua voce risuonare nella mente.
"Va tutto bene, tesoro. Tieni ferma la mano. Respira. Procedi punto dopo punto"
E io eseguo. Procedo con calma, punto dopo punto, incurante di qualsiasi cosa accada intorno a me e del sudore che mi bagna la fronte.
So che ad un certo punto Ashton ci raggiunge e che viene accolto con gioia da Nive, ma non mi giro a salutarlo. Quando fisso l'ultimo punto dopo un tempo indefinibile tiro un sospiro di sollievo; solo allora il mio lupo si avvicina per salutarmi con una leccata. Lo accarezzo, stanco.
-Stai bene? Li hai seminati?- domando, sinceramente preoccupato.
Si risponde solo lui, in un basso mormorio di gola. Sospiro. -Bene-
Stappo la borraccia e prendo un lungo sorso d'acqua; ne faccio prendere un sorso anche a Derek, poi gli spalmo una polvere antiinfiammatoria sulla ferita e gli faccio una fasciatura asciutta. Al che spengo il fuoco.
Subito il freddo mi assale, ricordandomi che i miei vestiti sono fradici.
Derek lancia un gemito. -Egan...- mormora -Eg-
E poi -Ti prego, padre, no. Non ha colpa. NO!-
L'ultima parola è un urlo e mi affretto a tappargli la bocca, mentre lui si dimena, matido di sudore.
Allungo una mano a sfiorargli la fronte e impreco nel trovarla rovente. Per la perdita di sangue gli è venuta la febbre, e ora sta delirando.
-Dannazione!- esclamo, cercando nelle bisacce una polvere che disciolgo in acqua, al che lo faccio bere di nuovo, poi lo tengo fermo fino a quando i suoi spasmi rallentano fino a sparire. Al che mi sposto, lo faccio bere una terza volta e gli strappo del tutto la maglia, sia per evitargli il contatto con l'indumento bagnato sia per preparare un impacco bagnato da mettergli in fronte; Poi guardo Nive.
-Ha bisogno di calore, o non passerà la notte-
Ci penso io dice lei dolcemente, e si sdraia sopra di lui, scaldandolo ma stando attenta a non schiacciarlo.
Sospiro. Ho fatto quello che potevo, ora devo vedere se supererà la notte.
Devi riposare anche tu dice Ashton. Scuoto la testa.
-Sto bene-
Non è vero ribatte lui. Dormi. Ti avviso io se il rosso tira le cuoia.
Mi sfugge un mezzo sorriso. -Chiudo gli occhi solo cinque minuti- prometto, appoggiandomi alla parete di roccia; poi scivolo nell'oblio. Quando riapro gli occhi è l'alba.
Balzo in piedi, prima di vedere Derek già sveglio, seduto, che mi guarda con un ghigno.
Alza il braccio per indicarmi la fasciatura che gli ho fatto. -Tutte queste premure, e poi dici di non essere mia moglie- ridacchia.
Gli lancio una delle occhiate peggiori del mio repertorio. -Taci, Derek- rispondo, mio malgrado che sia tornato tutto alla normalità. È ancora pallido, ma alzarsi non sembra provocargli fatica, e non sembra ricordarsi nulla di quello che ha urlato stanotte.
Nel notare che lo sto scrutando lui ghigna con più convinzione, in un gesto di pura irriverenza. -Quindi? Non ti prepari?-
Aggrotto le sopracciglia. -Di che parli? E dovresti stare sdraiato. Sei quasi morto, ieri.-
-Nah. io non posso morire, te l'ho detto- ridacchia lui, scrollando le spalle. -E comunque, non hai molta scelta. Principessa è in pericolo, ricordi? Orsù, parti al suo soccorso come cavaliere senza macchia e senza paura quale sei. Potrei scrivere una ballata sulle tue gesta; ti ho già detto che la mia grande vocazione è fare il menestrello?-
-Fino a ieri era il cameriere- ribatto, ma la sua frase ha risvegliato del tutto me e la mia preoccupazione. È vero; Lux è in pericolo se è vicino al Generale. Non ho tempo di stare qui a poltrire. Controllo l'arco e la faretra per verificare che sia tutto a posto; alcune frecce sono rovinate, ma la maggior parte no, e l'arco è intatto.
Non avrò problemi in questo campo.
-È anche il cameriere. Sono un uomo dai mille talenti- blatera intanto il rosso, aggiustandosi meglio la spada alla cintura -Accidenti, non l'hai asciugata? Questa piccolina va trattata bene. Rischia di arrugginire, altrimenti-
-Ero troppo impegnato a salvarti la vita. E non puoi sperare di maneggiarla, con quel braccio-
-Fortunatamente sono fantastico anche con la sinistra- ghigna lui.
Lo guardo storto, mentre salgo su Ashton fluidamente -Ti parlo da medico: non dovresti venire. Sei ferito-
-La febbre è passata, mammina, e io sono in piena forma- ghigna lui, mentendo spudoratamente mentre dà una carezza a Nive per chiederle il permesso di salirle in groppa.
Lo fisso, serio. Da una parte non dovrei permettergli di venire. Eppure, anche se non ho idea come rallentare quei mercenari, so che da solo avrò molti più problemi piuttosto che con lui.
Sospiro. Non posso esitare: la sicurezza di Lux deve venire prima, in questo momento.
-Va bene- decido quindi -Andiamo-
Ashton e Nive partono di corsa.
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