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Cap 25

-Lux-
La voce mi arriva ovattata, coperta da dolore e un gran senso di debolezza.
Chi è che parla? Dow? Deve essere lui.. È sempre stato mio fratello a prendersi cura di me quando sto male.. Lo sta facendo anche ora..
-Lux, mi devi ascoltare. Forza, manda giù questo-
Sento le parole, ma fatico a recepire il significato. Qualcosa mi viene spinto in gola. Non so come, deglutisco.
-Brava, Lux. Brava piccola.. Vedrai, starai meglio presto..-
Le ultime parole si perdono, mentre sprofondo di nuovo nell'oblio.
Mi risveglio aprendo gli occhi di scatto, e alzandomi. Mi scappa un urlo di dolore sentendo una fitta lancinante all'attaccatura del braccio e mi piego su me stessa, portando contemporaneamente la mano destra a coprire il punto leso.
Subito due mani forti mi avvolgono le spalle, tenendomi ferma.
-Buona, buona- mi dice una voce nota.
Alexander.
Smetto all'istante di divincolarmi dalla sua presa, e lascio che mi aiuti a rimettermi sdraiata.
-Come stai?- chiede poi. Sta simulando indifferenza, ma sembra seriamente preoccupato.
-Bene..-
Mi guardo in giro. Siamo di nuovo accampati nel bosco, con una coperta tesa su di noi in stile tenda; una seconda coperta era avvolta intorno a me, ma è caduta quando mi sono alzata.
Avvampo d'imbarazzo.
A parte una larga fasciatura, che mi avvolge tutto il torace per avere una buona presa sulla spalla, nella parte superiore del corpo sono totalmente nuda.
-È mai possibile che ogni volta che svengo con te presente mi ritrovo senza vestiti?- sbotto.
Alexander diventa di tutti i colori. -La freccia si era conficcata sotto la spalla.. Ho dovuto tagliare la maglia per toglierla.. E poi dovevo fasciarti-
-Dovevi trovare un altro modo- insisto.
Lui si passa una mano fra i capelli, senza guardarmi. -Senti, non ti ho guardato.. Cioè.. Un po' si perchè ti stavo curando ma.. Non ti ho guardato in QUEL senso! Ero troppo occupato a fare in modo che non morissi!-
Scuoto il capo. -In questi momenti vorrei davvero che tu fossi una femmina-
-Non sapevo di queste tue tendenze-
La frase gli è uscita così naturale, così neutra, che ci metto qualche secondo a realizzare che mi sta solo prendendo in giro.
Quando ci arrivo, non riesco a non scoppiare a ridere. Una risata cristallina, limpida, che si spande nel bosco.
Un giramento di testa mi costringe a fermarmi per riprendere fiato.
-Oh mio Dio- ansimo -Tu hai fatto una battuta! Proprio tu! Ti ho sentito!-
Mi rivolge un sorriso sghembo -Non lo avresti mai detto?-
Scuoto la testa un'altra volta. Non solo sa fare battute, continua.
Lui mi guarda un attimo, poi si alza e sparisce dalla mia visuale. Pochi attimi dopo è di ritorno, con in mano un piatto di carne.
-Tieni- mi dice, porgendomela. -Ma non è molto cotta. È stato un rischio già accendere un fuoco.. L'ho tenuto vivo il meno possibile-
-Ti ringrazio- dico, riconoscente -Mi aiuti a mettermi seduta?-
Annuisce, e mi solleva delicatamente la schiena.
Quando inizio a mangiare è come se a ogni boccone mi ridasse energia.
Spazzolo il piatto.
-Dov'è Nive?- chiedo subito dopo.
Alexander sorride.
-È a caccia con Ashton. Quella che hai mangiato era la sua prima preda. Ci ho messo un giorno intero per convincerla a staccarsi per un po' dal tuo cappezzale.. E senza Ashton di sicuro non ci sarei riuscito. Comunque, deve aver sentito che ti sei svegliata. Fra poco sarà qui-
Annuisco, poi mi blocco di colpo assalita da un pensiero. -Un giorno intero? Alexander, ma noi da quanto siamo qui?-
Lui sospira e mi guarda solo di sfuggita, come se temesse la mia reazione. -Sei stata svenuta tre giorni, Lux-
Impallidisco mortalmente. Tre giorni.
Non è possibile.
Non possiamo avere perso tanto tempo per un motivo così futile.
Prendo un respiro profondo. Tre giorni. Dobbiamo rimetterci in viaggio subito.
-Lux, calmati- dice Alexander posandomi di nuovo le mani sulle spalle. -Va tutto bene-
-Non va tutto bene- esclamo, con voce strozzata -Abbiamo perso troppo tempo. Mio fratello potrebbe..-
-Lux, sei quasi morta accidenti!- mi interrompe il ragazzo, improvvisamente arrabbiato.
Mi zittisco di colpo, basita.
Il silenzio viene rotto da un suono di corsa, e pochi secondi dopo appare Nive. Inchioda davanti alla tenda, e fissa lo sguardo preoccupato su di me, uggiolando.
Il sorriso si fa di prepotenza strada verso il mio volto.
-Vieni qui cucciola- Dico, tendendo il braccio che non mi fa male per invitarla. Lei mi affianca.
Si sdraia a metà su di me, stando bene attenta a non pesarmi sulla ferita, e inizia a leccarmi la faccia.
Ridendo la lascio fare, e la abbraccio.
Sento quasi i suoi sentimenti avvolgermi.
È felice di vedermi, sollevata oltre ogni dire di sapermi sveglia; ma anche ancora incredibilmente preoccupata per me e triste e arrabbiata con se stessa, perchè non ha saputo proteggermi.
-Va tutto bene- la rassicuro, passandogli la mano sul pelo candido -Va tutto bene-
Lei mi lecca ancora e sorrido.
Poi la guardo meglio.
-Nive, ma che ti è successo? Quanto sei cresciuta?- esclamo, basita.
Alexander deve avermi mentito, non posso essere stata priva di sensi soltanto per tre giorni. Non può essere cresciuta così in tre giorni.
Il pelo si è fatto meno soffice, le membra si sono allungate. Se prima era più piccola dei suoi compagni, ora è come se avesse un mese in più.
Mi giro verso il ragazzo, già arrabbiata e pronta a chiedere spiegazioni, ma lui mi precede.
-È così per quello che ti è successo-
La mia rabbia sbollisce. -Come? Spiegami-
-Lux, io.. Te l'ho detto. Sei quasi morta- sospira -Ho dovuto mettere un emostatico, cucire la ferita, curarla continuamente perchè rischiava di infettarsi e non ha idea di quante erbe per far rigenerare il sangue hai mandato giù.. Ci sei andata davvero vicina- abbassa la testa.
-Il fatto è che i lupi.. Quando succede una cosa di simile al proprio partner, quando questi sfiora davvero la morte.. Subiscono come una trasformazione. Non so cosa sia. Forse la paura, l'impotenza, o il desiderio di essere più forti. Fattostà che diventano più grandi, più agili e più forti dei loro simili. Come è successo a Nive ora. Come.. Come è successo ad Ashton dieci anni fa-
China la testa. Non lo forzo a spiegarsi. È la cosa più vicina a una confessione sul suo passato che mi abbia dato, e so che se facessi altre domande si chiuderebbe a riccio. E poi, mi ha dato una notizia difficile da digerire.
È vero, Ashton è davvero enorme, anche per i suoi simili. Più grande di lui forse c'è solo Jeis.
Mi incupisco. Che Jeis fosse così è sempre stato motivo d'orgoglio, per me e Dow. Forte, maestoso, fiero. Ecco come lo abbiamo sempre visto.
Eppure, ora capisco che la sua superiorità agli altri è dovuta alla morte di papà.
La sua più grande forza è il suo più grande dolore.
Mi stringo a Nive. -Scusa- singhiozzo -Scusa se ti ho fatto preoccupare così tanto!-
Lei mi dedica un mormorio basso di gola, rassicurante.
Alexander ci guarda in silenzio. -Lux devi riposare- decide poi -Non ti sei per niente rimessa in forze, ancora-
-No.. Abbiamo perso troppo tempo. Dobbiamo andare- provo a protestare.
Lui sospira e si inginocchia di fianco a me.
-Lux- ripete -È quasi l'alba. Non potremmo viaggiare comunque. E in queste condizioni non potresti fare nulla per tuo fratello.
Il tuo scopo è tirarlo fuori da li per tornare insieme a casa, non restare rinchiusa a tua volta. Senza contare che prenderebbero anche me, Ashton e Nive. Quindi ora riposa. Ci muoveremo quando starai meglio-
Sospiro e chiudo gli occhi, riconoscendo che ha ragione, con il peso caldo di Nive che mi tiene compagnia.
Inaspettatamente, sento la mano di Alexander scorrermi fra i capelli.
Mi sta trattando come tratterebbe un cucciolo di lupo, ma da quello che ho visto è solo ai lupi che sa dare affetto.
Eppure, ora lo sta donando anche a me.
Inconsapevolmente sorrido.
-Buonanotte..- mormoro poi.
-Dormi bene piccola Lux- risponde lui, dandomi senza saperlo lo stesso nomignolo che usa mio fratello -Sarà la prima notte di sonno per tutti noi, dopo tre giorni-
Inspiegabilmente calma, lascio che il sonno mi avvolga nelle sue spire

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