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Caccia

Giorgio accese la luce del garage, illuminando il piccolo spazio con un lampo debole e sfarfallante. L'armadio dove teneva l'attrezzatura da caccia era proprio davanti a lui, appena dopo l'auto parcheggiata. Aveva sistemato da poco il materiale, acquistato poche ore prima che Viola tornasse a casa, e si era assicurato di avere il vecchio fucile funzionante in caso quello nuovo si fosse accidentalmente inceppato; aveva controllato che la canna non fosse otturata dai residui di sparo.

Gli avevano comunicato l'orario in cui avrebbero cacciato il lupo, doveva presentarsi al mattino presto davanti al grande edificio che ospitava l'impresa, e poi da lì sarebbero partiti con un furgone tutti insieme per non usare troppi mezzi, dando così sospetti a chiunque avessero incontrato.

Sentiva una nota di tensione, forse era la consapevolezza di star per compiere un gesto ignobile, la coscienza del fatto che di giusto, in quel compito, c'era ben poco. Giorgio aveva sempre praticato caccia protetta, non aveva mai privato un animale della propria vita ingiustamente, solo per gli scopi loschi di guadagno di una donna che non aveva riguardi tranne che per i propri interessi. Aveva pure scavato nella sua vita senza permesso, mirando all'unico punto debole che non avrebbe mai dovuto toccare, l'idea che potesse fare qualcosa a Viola lo attanagliava e lo spingeva ad andare fino in fondo.

Sospirò, mettendo la chiave dentro la serratura dell'auto per aprirla, quindi aprì il bagagliaio infilando dentro la borsa con le esce e le munizioni. Aveva sperato fino all'ultimo di poter trovare una soluzione alternativa, ma dovette rassegnarsi a lasciare i sonniferi e i sedativi leggeri nell'armadio.

Chiuse il bagagliaio cercando di fare meno rumore possibile, era ancora molto presto e non voleva svegliare sua figlia. Non sapeva bene con che faccia sarebbe tornato a casa, come le avrebbe confessato il lavoro - se mai lo avesse voluto fare - né sapeva come l'avrebbe presa Viola. Per lei la caccia era sbagliata in tutte le circostanze, non importava se fosse fatta dentro zone protette dove non era possibile fare più del necessario ordinato.

Adesso tutto quello che doveva fare era sistemare il gilè e mettere in moto. Si avvicinò alla clare e fece scattare piano la serratura.

Quei minuti intanto sembravano diventare infiniti, ogni movimento contribuiva solo ad allungare l'attesa e Giorgio sentiva il sudore freddo minacciare di bagnargli la fronte e i vestiti. Si sedette sul sedile del guidatore, si prese qualche secondo per tentare di scaricare la tensione respirando profondamente; doveva solo pensare che non era nulla di diverso dalle solite battute di caccia, in fondo quante volte aveva dovuto prendere qualche animale per conto degli altri? Ormai aveva smesso di contarle. Era sempre stato disponibile su quel genere di favori purché non fosse andato contro alla legge.

Uscì dal garage in retromarcia, aspettando ad accendere i fari perché in quella posizione puntavano alle finestre delle camere. Mosse le ruote delicatamente, a passo d'uomo, era ancora molto presto e voleva fare meno rumore possibile. Fece manovra e si fermò davanti al cancellone, che dovette aprire a mano slegando la catenella. Non era ancora riuscito a farlo riparare, i soldi che aveva risparmiato erano stati investiti per altre spese e purtroppo aveva dovuto rimandare.

Non appena l'auto oltrepassò il cancello, Giorgio dovette ripetere la stessa azione con la catena, una a ritroso per chiuderlo.

La strada in quell'orario era insolitamente buia e deserte, o forse era il punto di vista del cacciatore a farla sembrare più tetra di solito, più isolata e del tutto priva di un possibile aiuto esterno che potesse farlo desistere dal suo intento. In fondo sembrava un presagio, ormai aveva accettato e doveva smetterla di farsi tutti quei dilemmi per niente, non se ne sarebbe andato a mani vuote né con la coscienza pulita. E pensare che il fine di tutta quella messa in scena doveva solo essere dare un futuro più roseo a sua figlia... lo avrebbe odiato a morte non appena avrebbe saputo da dove venissero i soldi. Ecco perché aveva deciso che non le avrebbe detto niente, avrebbe insabbiato tutto e si sarebbe fatto finire in mente un'altra idea per mascherare il trasferimento di denaro. Ma sarebbe riuscito?
Girò all'ultimo incrocio. Il grande edificio era l'unica cosa illuminata e subito riconoscibile già dopo pochi metri di strada. Giorgio poté notare subito un furgone bianco, senza scritte di nessun genere e solo i regni di fango sopra alle ruote. C'era un gruppo di uomini vicino al mezzo di trasporto, avevano un abbigliamento che dava più l'idea di dover organizzare una battaglia a Paintball piuttosto che una battuta di caccia. Accostò appena dietro, prendendosi qualche secondo per valutare la preparazione che Amanda aveva architettato.

Meno male non dovevano dare nell'occhio... poteva almeno evitare di fornire un mezzo di trasporto tanto riconoscibile.

Poco dopo senti bussare al finestrino, il rumore improvviso lo fece sussultare: "Sta ammirando la bellezza del mostro Van e si è imbambolato?" chiese uno degli uomini sfoggiando uno sguardo divertito.

Giorgio emise un verso perplesso: "Non dovevamo... essere poco visibili?"

"Saremo in mezzo a fitti boschi, chi cazzo crede che possa vederci?"

Giorgio sospirò, buttando un altro sguardo verso il furgone, poi aprì la portiera e scese: Quindi, come è stato deciso il piano?

"Noi ci dirigiamo sul posto, prendiamo il lupo, lo uccidiamo, e lo portiamo qui. Molto semplice, non trova?"

"E se dovesse avere un piccolo branco con sé? I lupi non sono bestie solitarie".

"In quel caso la signorina Rainolds avrà un bel po' di pellicce da trasformare in tappeti. Se un lupo solo le dà tutto questo guadagno, tre o quattro saranno solo un affare migliore".

Non era un'affermazione che avrebbe certo trovato tutti d'accordo, specie sapendo che non era una soluzione in programma. In questo momento era più importante togliere il dente il più velocemente possibile e andare a casa con meno sensi di colpa possibile, si vedeva però che Giorgio non era portato per fare il criminale.

"Allora? Siamo pronti o dovete andare in bagno?" chiese un altro uomo che stava picchiettando le nocche sul furgone bianco.

Zita aveva fiutato un coniglio nelle vicinanze. Poteva avvertire ancora l'odore nei pressi dei cespugli rigogliosi dopo la nottata di pioggia che avevano avuto. Il terreno umido aveva permesso di scovare le tracce, i segni dei saltelli erano ben visibili nonostante le diverse ore di distacco.

I cuccioli stavano fintanto in giro, la loro forma lupo pareva ben stabilizzata al momento, ma qualcuno aveva avuto dei problemi a trasformarsi in modo omogeneo e senza dolori forti. Ci voleva molto ancora prima che potessero abituarsi al cambiamento di postura e di aspetto fisico, oltre che avrebbero dovuto imparare a sopportare il dolore delle ossa che cambiavano forma e dimensione.

Qualcuno aveva urlato, per poco non li avevano sentito due passanti intenti a correre al mattino presto, quando le luci del mattino ancora non si facevano vedere. Lira aveva provveduto a rassicurarli, a fargli capire che non era un male e che andava tutto bene, che presto quel dolore non lo avrebbero più sentito. Zita comprendeva bene quelle urla, le aveva provate fino a poco tempo prima ed era il motivo per cui aveva deciso di non passare più da una forma all'altra, aspettando che la natura la stabilizzasse definitivamente. Ma le due leader ancora non avevano trovato la forma completa, per quanto riuscissero a mantenere un ottimo controllo; il loro corpo si era semplicemente adattato alla vita da quadrupedi e il loro cervello non invitava segnali di cambiamento, non ne aveva la necessità.

La lupa bianca era poco distante adesso, fintanto l'aria e cercando di ritrovare il percorso delle piccole prede in modo che i cuccioli ne seguissero i residui di odore, così da poter affinare meglio le loro abilità di fiuto e di caccia. Per un bel numero di piccoli, ormai non mancava molto alla loro fase finale, presto sarebbero stati in grado di muoversi da soli e di formare un branco tutto loro.

Simon era tra le due lupe, non smetteva di scodinzolare e il suo pelo caramellato risaltava in mezzo a tutto il verde che lo circondava. Respirava velocemente e in modo affannoso, tenendo la lingua in vista, simulando un sorriso. A volte aiutava i cuccioli a ritrovare le tracce, per poi perdersi di nuovo nei suoi pensieri.

"Sei troppo contento..." sbuffò la lupa nera passandogli accanto, in quel momento evidenziando la differenza di statura tra i due animali, "Prevedo brutte notizie quindi".

"Brutte notizie solo per te. L'incontro è andato benissimo. Voglio conoscerla a fondo, voglio avere un rapporto con lei".

"Sei cocciuto? Non devi avere niente..."

"Zita! Presta attenzione ai piccoli, non distrarti" la lupa bianca richiamò all'attenzione la sua vice, forse stanca a sua volta di sentirla lamentarsi di una libera decisione. A dirla tutta, nemmeno Lira condivideva la scelta del ragazzo a voler restare fedele alla sua forma umana, ma sapeva che Simon adesso aveva bisogno di essere lasciato libero di vivere secondo i suoi desideri. La natura, comunque, lo avrebbe chiamato a sé quando sarebbe stato il momento.

"Spero solo che non ti sia venuta la brillante idea di raccontarle da dove vieni, sei veramente un irresponsabile..." Zita emise un lieve ringhio, che non ammetteva repliche di nessun genere. Decise di far cadere il discorso subito, non aveva voglia di perdere ulteriore tempo con quell'argomento, e si concentrò sui cuccioli che sembravano disorientati dal gran numero di odori diversi nell'aria.

Simon si sedette, senza smettere di scodinzolare per la felicità che stava percorrendo le sue vene e il resto del suo corpo. Per lui l'incontro con Viola era stato un ottimo momento per potersi relazionare come un umano in mezzo agli umani, senza doversi preoccupare della sua doppia natura, e in questo non ci aveva visto proprio nulla di male. Forse sarebbe anche riuscito a comandare la sua forma umana, facendola diventare quella prevalente; pochi soggetti erano riusciti a rimanere umani tempo addietro, e lui poteva fare parte di quella piccola cerchia.

Improvvisamente le sue orecchie captarono qualcosa, dei rumori in lontananza che non facevano parte dei suoni naturali che spesso inondavano lo spazio circostante. Non era il fruscio delle fagli mosse del vento e il branco si trova troppo distante dal torrente in quel momento.

Quei rumori lo misero in allerta: era un motore, ormai con il passaggio regolare delle automobili lo aveva imparato a riconoscere. Però era un veicolo che non aveva mai sentito, sembrava più grande di una macchina.

Si alzò in piedi, correndo tra i cespugli per raggiungere Lira. Doveva avvertire le due leader in caso di un imminente pericolo, così avrebbero portato in salvo i piccoli.

"Zita" guaì una volta raggiunta la lupa nera, "Sento movimenti umani avvicinarsi".

"Ma a quest'ora non vi sono passaggi umani. Com'è possibile?" la domanda di Zita però non ebbe bisogno di una risposta da parte del lupo, le sue orecchie captarono lo stesso rumore che aveva scorto Simon. Un motore che si avvicinava sempre di più e sembrava appartenere ad un mezzo piuttosto grande. Li avrebbero sicuramente visti.

"Dobbiamo portare via i piccoli..." uggiolò con un suono impercettibile, e si mise ad ansimare ferocemente per avvisare Lira, poco distante, di un pericolo in avvicinamento.

Ma com'era possibile? Non era mai passato nessuno a quell'orario, si erano sporti tante volte in punti sempre più lontani. Possibile che fosse qualche vettura che, in via del tutto straordinaria, avesse dovuto cambiare rotta oppure percorrere quel tratto di strada per qualche motivo particolare?

Poi Simon sentì qualcos'altro che lo allarmò di più: un forte odore pungente, che si mischiava al gas emesso dalla vettura in avvicinamento. Il vento aveva portato le scorie gassose verso di loro, ma lui era riuscito a sentire un odore inconfondibile: era un odore emesso dalla canna di un'arma da fuoco.

Gli era già capitato di sentire in quella zona, un paio di volte; non era mai stato un effettivo bersaglio, ma aveva potuto vederne gli effetti vi quelle occasioni, quando un gruppo di cacciatori avevo deciso di organizzare una battuta di caccia che era caduta nello stesso periodo di migrazione di animali terrestri e volatili. In nessuno dei due così, però, i cacciatori si erano dimostrati più pericolosi del necessario: non avevano ucciso molti esemplari, ma solo quel tanto che basterà per cibarsi. Aveva anche appreso che esistevano dei momenti specifici per cacciare, ed era stato il principale motivo per cui aveva visto poche volte dei cacciatori e del suo improvviso stato di allerta.

Il Van si fermò in una piccola piazzola di servizio, l'ultima prima della lunga fila di guardrail. Giorgio scese respirando l'aria frizzante della foresta e guardandosi bene intorno per essere sicuro che nessuno li avesse visti.

Durante il tragitto aveva avuto modo di apprendere che, essendo l'unico a capirci veramente di caccia, il gruppo dei leccapiedi di Amanda si sarebbe affidato alle sue indicazioni. Giorgio in realtà non era sicuro di potersi fidare della loro parola, ma avrebbe fatto di tutto perché venisse ucciso solo il lupo designato e nessun altro.

Il posto gli parve incredibile. Quel bosco da vicino era ancora più fitto, un ottimo rifugio per chi voleva preservare la propria specie senza che qualcuno potesse trovarlo con facilità. Probabilmente se avesse fato un passo falso si sarebbe ritrovato nella rete fitta e ingarbugliata di tutti quegli arbusti. Era incredibile, poi, come il verde risaltasse tantissimo dopo la pioggia notturna, quasi l'acqua contribuisse ad accendere i colori della natura.

Indubbiamente il lupo bianco aveva scelto un ottimo posto dove nascondersi. Nessuno avrebbe osato addentrarsi tanto in profondità, a un certo punto il sentiero si interrompeva e tutto quello che si poteva vedere era un misto di conche e buche dovute alle pozzanghere e qualche erosione antica. Il terreno non era regolare di natura, molti solchi erano di sicuro dovuti ai cambiamenti ambientali.

Giorgio mosse qualche passo, scavalcando con difficoltà alcuni cespugli che impedivano un cammino regolare: "Dove lo avete visto l'ultima volta?" chiese voltandosi verso il gruppo che aveva scaricato tutto il materiale necessario.
Uno degli uomini che lo aveva accompagnato, un ragazzotto di statura minuta e dallo sguardo perso, si portò una mano al mento: "Più o meno... sì in queste zone. Avevo visto le orecchie..."

"Le orecchie... così non mi è di nessun aiuto" sospirò Giorgio portandosi una mano in fronte, doveva ammettere che quei soggetti non erano molto portati per certi compiti.

"Non lo ascolti. È l'ultimo arrivato. Di solito si aggira poco più in là di così, tanto per assicurarsi che nessuno lo veda. Ma noi, per sua sfortuna, lo abbiamo visto benissimo" intervenne un altro, robusto e dalla folta barba scura.

"Poco più in là... cosa c'è di preciso, qualcosa che lo aiuta a nascondersi?" chiese l'italiano osservando il bosco più verso l'interno.

L'uomo robusto si portò accanto a Giorgio: "Poco più in dentro c'è una vecchia baracca abbandonata. Probabilmente un tempo doveva essere un rifugio o qualcosa del genere. Avevo piazzato una telecamera, ma i vigili mi hanno costretto a rimuoverla. È così che Amanda ne è venuta a conoscenza".

Almeno avevano un punto di partenza, non restava che trovare la vecchia baracca e setacciarla. Un lupo non era certo un animale piccolo di dimensioni, e con un pelo tanto particolare trovarlo sarebbe risultato molto più facile.

Giorgio a questo punto si sistemò il fucile sulla spalla, cercando di non farlo cadere, e ordinò al resto della battuta di restare accanto a lui e di non allontanarsi. Lo spazio del sentiero non era molto ampio, si vedeva che nessuno lo aveva percorso a lungo e forse non aveva visto grandi affluenze di persone volenterose di passeggiare. Era addirittura abbastanza trascurato come bosco, di solito vi erano dei periodi di disboscamento che servivano a conservarlo e a preservarlo in modo che gli alberi non morissero soffocati dalla troppa presenza reciproca. Che fosse colpa della grande presenza di lupi ad aver impedito questo processo annuale? Era possibile, aveva sentito in effetti che in quel luogo i lupi si erano ripopolare davvero molto negli ultimi decenni.

"Vi prego di ricordare" si voltò verso la spedizione, "Che dobbiamo SOLO prendere il lupo bianco. Nessun altro animale deve essere ucciso. A meno che... be' non si presenti la necessità".

Un terzo uomo, alto e muscoloso con lo sguardo sicuro, ridacchiò: "È difficile che non si presenti la necessità, signor Torre. Ma vedremo di fare il possibile".

Un rumore fece voltare di scatto Giorgio verso un punto colmo di cespugli e rovi. Notò lo stesso qualcosa muoversi, anche se in modo quasi impercettibile. Degli occhi. Lo stavano osservando con fare diffidente, il respiro inconfondibile di un canide lo attirò. Dietro quei cespugli si nascondeva un lupo.

Giorgio mosse piano la mano verso gli altri uomini. Fece loro cenno di non fare movimenti bruschi, essendoci un predatore proprio davanti a loro che forse aveva intenzione di rivendicare il proprio territorio.

Non aveva il manto bianco, lo poteva vedere dal poco di pelo che fuoriusciva dai buchi lasciati dall'assenza di foglie nel cespuglio. Era un colore marrone, molto chiaro, come caramello. Era molto grande e dallo sguardo attento, non era il caso di colpire subito. Poteva sentirlo rischiare ed era meglio mostrarsi innocui, o almeno salvarne l'apparenza. Per un attimo lupo e cacciatore si guardarono come a comunicare in modo silenzioso dove finisse la libertà del primo e iniziasse la libertà del secondo.

Ma fu un passo falso di uno dei leccapiedi di Amanda a far attaccare il lupo. Quello inesperto è non particolarmente robusto, decise di allontanarlo prendendo un sasso e lanciandolo addosso alla creatura. Il Lupo a questo punto doveva essersi per forza sentito in pericolo, ballando fuori dal cespuglio con un latrato feroce mentre puntò agli uomini. Era molto grande di stazza, dal manto caramello e con qualche sfumatura bianca o marrone scura, saltò addosso a due uomini cercando di afferrare il fucile con la sua bocca.

"VIA! FERMATELO! SPARATEGLI!" gridò l'uomo sotto all'animale, cercando di toglierselo di dosso dimenandosi compulsivamente. Giorgio per un momento rimase raggelato, era sicuro fino a pochi secondi prima che il lupo potesse colpire lui, che avesse voluto attaccare lui. Per un momento lo aveva visto addosso a sé come invece aveva fatto all'altro uomo.

"SPARATEGLI HO DETTO!"

A questo punto Giorgio agì d'istinto: caricò un colpo mirando il lupo. Non poteva però mirare direttamente l'animale, avrebbe colpito anche il collega, quindi fece in modo che il proiettile sfiorasse la schiena del lupo, così da spaventarlo. Il colpo andò a segno, il proiettile provocò un graffio ma troppo profondo, ma comunque evidente. Gli lasciò un segno piuttosto ampio lungo tutta la larghezza della schiena. Il lupo guaì di dolore e lasciò la presa dal fucile, saltando giù dalla sua preda.

"SPARAGLI, SPARAGLI!"

Giorgio però non voleva ucciderlo, era stata colpa loro e avevano solo un compito da fare. Il lupo fece dietrofront e corse via, ma la spedizione decise comunque di seguirlo, avrebbe potuto portarli dal loro lupo prediletto.

Simon fece di tutto per seminarli, correndo in più direzioni ed evitando la linea retta. Non era stupido, non li avrebbe condotti al rifugio mettendo in pericolo tutta la Comunità. Cercò di deviare il più possibile, conosceva quei sentieri e quelle zone meglio dei suoi inseguitori e sapeva che li avrebbe condotti lontano dalla parte più profonda del basco così da disorientare: Uno dei cacciatori dovere aver preso male il suo attacco, Simon stava cercando di evitare quanti più proiettili possibili. La ferita alla schiena gli faceva ancora parecchio male, una era deciso ad ignorare il dolore. La Comunità veniva prima di tutto.

Uno degli uomini di Amanda però commise un'azione del tutto inaspettata. Lui era il responsabile delle telecamere che avevano fatto togliere tempo prima, e purtroppo per la Comunità lui sapeva benissimo in che zona si fossero addentrati. Richiamò il gruppo dicendo loro di lasciar perdere quel lupo, non aveva senso inseguire per niente, non li avrebbe portati a loro destinazione. Piuttosto percorse un piccolo sentiero non molto visibile, finendo davanti alla rampa di scale di pietra e legno consumate che sopra mostravano la baracca.

Zita uscì, puntando un altro cacciatore e ringhiando ferocemente. Qualche cucciolo più grande degli altri la affiancò, deciso a proteggere quella che avrà la loro casa e nessun proiettile li avrebbe fermati.

"Sono un intero branco quindi..." disse il ragazzotto inesperto, osservando gli occhi feroci di Zita con terrore.

"Sono ostinati più che altro. Ma dove c'è il branco, esiste il capo giusto?"

"Credevo che i lupi fossero patriarcali".

Giorgio a questo punto dovette riconoscere che evitare ulteriori uccisioni sarebbe stato impossibile. I lupi avevano creato una barriera che impediva loro di oltrepassare l'entrata, ringhiando e latrando minacciosi come a voler evidenziare che nel loro territorio non avrebbero messo piede. Imbracciò quindi il fucile e fece fuoco in un punto vuoto, sperando di disperdersi almeno un po' per potersi fare strada. Ma come il primo lupo, anche quelli al suono dell'arma si lanciarono all'attacco puntando principalmente il gruppo di Amanda.

Simon si accorse dopo, forse troppo tardi, che i cacciatori non erano più sulle loro tracce. Il loro odore era lontano e nell'aria aveva iniziato a sentire anche quello del sangue. Fece dietrofront il più in fretta possibile correndo aduna grande velocità. Non aveva idea di come avessero trovato il rifugio, si era assicurato di tenerli il più distante possibile anche solo dalla visuale. Le foglie dei cespugli gli schiaffeggiavano il muso ma riuscì lo stesso a raggiungere la sua casa.

Giorgio era intanto riuscito ad addentrarsi dentro la baracca. Aveva un aspetto molto consumato, forse il peso di un uomo adulto avrebbe rischiato di farla crollare. Sentì però dei cuccioli uggiolare e notò qualche presenza negli angoli, che tremavano dalla paura. Vide delle scale che lo avrebbero portato al piano superiore, e mentre fuori i colpi dei fucili continuavano a echeggiare rompendo il silenzio breve e il vento, sporgendosi vide la figura del lupo bianco subito sopra di lui.

Lira si ritrovò in trappola subito dopo, purtroppo l'unico è breve rifugio che poté avere era la sua stanza dove non era possibile fuggire. La finestra dava in un punto a strapiombo che l'avrebbe di certo uccisa per la caduta. L'uomo che la inseguì bloccò l'uscita, impedendole di sgusciare via.

"Niente di personale, piccolo" disse Giorgio puntando il fucile, "Sappi che mi dispiace..." ma non fece in tempo a premere il grilletto che sentì una fitta lancinante al braccio che stringeva l'arma. Si voltò urlando, scoprendo che il lupo che aveva ferito prima adesso lo stava attaccando con cattiveria. Lo obbligò a indietreggiare piazzandosi tra lui e la lupa. Mostrava i denti, in un ringhio assassino. Gli occhi sbarrati e pronti a mettere a fuoco i punti deboli del suo avversario. Ma il suo rinforzo non fu sufficiente: Simon fece un balzo verso di lui ruggendo, ottenendo però un forte colpo in faccia dal calcio del fucile che lo fece sbattere contro la parete. L'uomo fu anche abbastanza veloce, troppo veloce, da premere il grilletto subito dopo.

"Simon..."

La voce di Zita lo risvegliò qualche lasso di tempo dopo. Non aveva idea di cosa fosse successo dopo il breve scontro, ma sentiva dei forti dolori al corpo.

Non sentiva più alcun novecento al piano di sotto. I colpi si erano fermati, ma non avvertiva più nemmeno gli altri membri della Comunità. E cosa peggiore...

"Dov'è!? Lira!" latrò guardandosi intorno, cercando il suo odore nella stanza.

"... l'hanno uccisa, Simon. Lira è morta..."

"No! Non è possibile, io l'ho protetta!" non voleva credere che fosse successo davvero.

"Non è stato sufficiente. Non siamo riusciti a fare molto di più. Erano troppi..."

Simon prese ad ansimare, sentendo poi il corpo cambiare aspetto. Il pelo caramellato si ritrasse mostrando la pelle segnata dai graffi dei rami, e sulla schiena la ferita del proiettile fu ancora più marcata.

"Gerard? Diana almeno? Dove sono gli altri?"

"Li hanno uccisi... hanno difeso il rifugio fino all'ultimo".

Simon si portò le mani al volto, cercando di nascondere le lacrime che stavano scendendo copiose e pesanti. Aveva cercato di proteggere la sua famiglia, e invece erano morti. Aveva tentato di salvare Lira, ma non era stato capace di sconfiggere quel crudele cacciatore.

"Simon, vendicato la nostra Comunità. Loro ci hanno portato via ciò che amavamo di più. Proveranno lo stesso dolore..."

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