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Capitolo ventitre: Balli e Furti

Posso affermare, con assoluta certezza, che la vita è ciò di più meraviglioso che abbiamo.

E non lo dico perchè ho appena preso a calci Potter, anche se la soddisfazione di averlo fatto mi farà dormire sogni tranquilli, ma perchè capisco poco a poco ciò che ho sottovalutato in questi anni.

Amo la mia disfunzionale ma felice vita, anche solo per il fatto di averne una. Nessuno pensa mai a cosa accade fuori dalla porta della nostra stanza, nessuno prova mai ad andare oltre. Forse perchè non è mai facile entrare nella vita di qualcuno, senza stravolgere la propria.

La verità è che abbiamo paura di rimanere coinvolti in qualcosa che potrebbe ferirci, quindi alziamo barriere e abbattiamo gli estranei che si avvicinano troppo a noi. Eppure io ho permesso a molte persone di attraversare la mia barriera. Non ho la presunzione di dire che non ne sono mai rimasta scottata, ma sono felice.

Perchè nella mia vita sono entrare persone come Alice, Luke e persino i Malandrini.

E ammetto che si, vedere Potter sdraiato a terra, completamente dolorante, mi fa sorridere alla vita.

-Evans, come fa il karma a non trovarti dopo tutto ciò che fai a questo povero ragazzo?- mi domanda Black, indicando l'amico senza però fare nulla per aiutarlo. Questo perchè, a detta sua, le sue mani sono troppo delicate per sporcarle di sudore.

Alzo un sopracciglio, sistemandomi la gonna leggermente piegata.

-Il karma è dalla mia parte, credo che probabilmente mi darebbe il cinque se fosse una persona.- esclamo io, tutta sorridente.

Black mi fa un gesto sbrigativo della mano, passandosela poi in faccia.
Sento la mano di Potter afferrarmi la caviglia e urlo spaventata, tirandogli un calcio in faccia che lo mette definitivamente al tappeto.

-Godric, quando saremo sposati dirò a mio figlio di non mettersi mai con una rossa. Siete estremamente aggressive!- urla Potter, con voce decisamente poco virile.

Roteo gli occhi quando finalmente vedo arrivare Alice con un sorriso abbagliante.

-È successa una cosa fantastica!- mi urla, rompendomi praticamente un timpano.

Porto la mano sull'orecchio, agonizzante. Potter esclama un "ah ah!", felice della mia sofferenza ma smette subito quando Alice inizia a battere le mani.

-Cosa? A Frank è finalmente cresciuto il...- non finisce la frase visto che, grazie ad un abile gomitata di Alice, finisce seduto a Terra proprio accanto a Potter.

-James, perché in cinque anni non siamo ancora riusciti a non farvi mettere i piedi in testa da loro?- sussurra Black, cercando inutilmente di non farsi sentire da noi.

Potter, assecondandolo, si porta una mano davanti alla bocca e borbotta un: -perché i piedi c'è li mettono in faccia e sulle nostre zone delicate,- conclude, mentre Black sembra appoggiare la sua decisione.

Ma ad Alice non è ancora concesso di poter parlare di ciò che la rende così felice visto che Remus le cade letteralmente addosso

-Sputala! Sputala subito!- urla lui, scuotendo ripetutamente Alice a terra.

James è Sirius alzano i pugni in aria urlando incitazioni mentre io rimango lì, maledettamente confusa.

-Remus, ma che diamine le stai facendo?!- lo spingo di lato, mentre Alice tossicchia, senza però perdere il sorriso.

-Perché lui può essere chiamato per nome ed io no?- mi domanda Potter, velenoso fino alla fine.

-Perché lui non è un'imbecille come te. Te l'ho già spiegato Potter: diventa meno imbecille e considererò l'idea di respirare ad un metro da te.-

Potter annuisce spalancando la bocca, determinato.

Remus guarda male Alice, per poi riservarmi un'occhiata più dolce.

-Si è bevuta una fialetta intera di Felix Felicis! Secondo te, con i voti che ha ed un fidanzato che inciampa sull'acqua potrebbe mai essere così tanto felice? La risposta è: no.-

Resto a bocca aperta, schiaffeggiando Alice che intanto se la ride beatamente.

-Ma si può sapere cosa passa in quella testa vuota che ti ritrovi?- sbuffo, sedendomi a terra anche io.

-Ehi, il terreno è posto mio e di James, quindi alzate le chiappe e cercatevi un altro posto!-
**

Okay.

Uno,
due,
tre!

No, non ce la posso fare.
-Oh andiamo Evans, la mia è una domanda facile!"Cosa ti rende felice"-mi dice Potter, mordendomi la lingua.

Potter è seduto comodamente sul divanetto della Sala Comune, con le gambe incrociate e il labbro inferiore che sporge leggermente.

-Non so, picchiarti?- chiedo, assottigliando gli occhi con aria innocente. Potter rotea gli occhi, stancamente.

-Solo perché io te lo permetto Evans, solo perché te lo permetto.-

Lo assecondo, alzando in aria il pollice come a sbeffeggiarlo.

-Mi piace ballare, con Luke lo facevo spesso. Io gli salivo sui piedi perché non sono brava a ballare, e lui mi guidava.- racconto, con la testa appoggiata ad un cuscino.

A differenza di ciò che credevo, non fa più male parlare di Luke. Mi lascia però una sensazione amara, che mi scalda il cuore come a ricordarmi che lui c'era ed ora no.

Una specie di promemoria, insomma.

Ma lui me ne ha lasciati molti, di promemoria. Nel vero senso della parola.

Quando sono tornata ad Hogwarts, dopo che il suo funerale era ormai terminato, ho trovato il mio letto e il muro a cui si appoggia tappezzato di post-it.

Su di essi c'erano le più svariate frasi come:

"mangia un budino anche per me,"

"ricorda che il rosa non ti dona, usa l'arancione!"

"ricordati di sorridere un po' di più,"

"trova qualcuno per cui valga la pena sorridere,".

Queste sono solo alcune delle frasi che mi ha lasciato. Le ho prese tutte e le ho accuratamente messe in un piccolo baule quadrato.

Ne leggo una a giornata, e nella mia mente sento il suono della sua voce.

-Allora balliamo.- mi dice Potter, afferrandomi la mano. Lo guardo, aspettandomi che esca fuori Sirius urlando un "scherzetto!", ma non succede.

-Ma io non voglio ballare con te,- gli dico, rimanendo seduta al mio posto.

Potter mi pesta un piede, non mettendoci troppa forza.

-Ma se ti rende felice allora non è il caso di provare?- mi domanda, anche lui sul punto di gettare la spugna.

-Okay ma ad una sola condizione,- alzo il dito in aria, afferrando la bacchetta con un gesto veloce. Gliela punto in viso, concentrandomi sull'incantesimo.

Due secondi dopo la faccia di Potter è coperta da un sacchetto di carta, che gli lascia intravedere solo gli occhi e la bocca.

-Solo una domanda: perché?- Potter si indica, forse contrariato. -stai cercando di coprire la mia bellezza perché ti senti a disagio, Evans?-

Gli do uno schiaffetto sul collo, facendolo ridacchiare amabilmente.

Volevo dire: odiosamente, odiosamente si.

Potter mi afferra per i fianchi, facendo combaciare i nostri piedi. Ci metto più forza possibile per pesargli, ma lui sembra non accorgersene.

Inizia a muoversi a destra e a sinistra, facendo ondeggiare entrambi. Quindi alla fine mi arrendo, portando le braccia dietro il suo collo.

Dopo dieci minuti di solo ondeggiare inizio a chiedermi se Potter sappia qualcosa del ballo.

-Fai davvero schifo a ballare, sai?- borbotto, poggiando mestamente il mento sulla sua spalla.

-Non tutti hanno avuto un maestro eccezionale come Luke.- mi da un colpetto sulla fronte, mentre io gli salto sul piede con espressione arcigna.

Già, io sono stata fortunata.

-Potter,-

-Mh?-

-Puoi toglierti il sacchetto.-

Angolo Me:
Cioè, sono l'amore.
Non ho nulla da dire, stranamente!
E quindi manca un capitolo e l'epilogo. Non mi aspettavo di arrivare a questo punto quindi: grazie.

Anche se vi annoio a me non importa nulla, vi ringrazierò sempre.

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