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Capitolo ventiquattro: Viaggio di Ritorno

L'ultimo giorno ad Hogwarts è sempre piuttosto movimentato, e questo non è un'eccezione.

Il tavolo dei Grifondoro è stracolmo di cibarie e l'aria è così fitta di parole che non si riesce nemmeno a sentire i propri pensieri.

Però sono felice di questo, visto che in questo ultimo mese ho avuto molto tempo per pensare, forse troppo.

Black tiene in equilibrio sul naso un'arancia, con le braccia allargate e una gran concentrazione.

Vedo Potter soffiare di nascosto verso l'arancia, cercando di farla cadere. E, inaspettatamente, lo fa anche Remus mentre Peter si limita a mangiarne una.

Colpisco la spalla di Remus con il dito, decisa a chiedergli cosa stiano facendo.
-Che c'è?- mi chiede lui, sorridendomi amabilmente.

Remus ha sempre avuto quel tipo di sorriso che ti fa rilassare le spalle, come se fosse intrisa di dolce miele. Forse perché trasmette la morbidezza della sua voce anche nello sguardo, ti fa sentire importante. Spero proprio che continui a sorridere così ancora per molto tempo, perché il Mondo ha bisogno di sorrisi come il suo.

-Cos'è che sta facendo Black? E perché state cercando di sabotarlo?- sussurro, con la mano davanti alla bocca, per non far capire a Black il motivo della nostra conversazione.

Prima che Remus possa pensare anche solo di pensare ad una risposta, interviene Potter. Come sempre.

-Facciamo una gara a chi tiene in equilibrio per più tempo un mandarino.- mi spiega, mentre Remus ed io ci scambiamo uno scambio obliquo.

-Ma quella è un'arancia, non un mandarino.- cerco di spiegargli io, con pazienza, mentre Remus gli posa una mano sulla spalla come a dirgli che si, è stupido ma a lo accetta così com'è.

-C'è differenza?- ci chiede, con il capo inclinato e l'espressione infantile.

Mi sorride, poggiando le mani sulla panca su cui è seduto.
Il sorriso che ostenta Potter è più affilato, più derisorio o forse ironico. È quel tipo di sorriso che non vuoi vedere ma di cui non puoi fare a meno.

-Si, altrimenti non avrebbero nomi diversi.- mi massaggio la fronte, sbuffando.

Potter si stringe nelle spalle, passandosi, ovviamente, la mano tra i capelli.

-Chi sta vincendo?- chiedo a Remus, indicando Black a cui sta calando la bava dalla bocca.

-Peter non ha resistito e ha mangiato la sua arancia dopo circa dieci secondi, io ho resistito due minuti, poi Sirius mi ha fatto il solletico e mi è caduta. James invece ha resistito per tre minuti, dopo sei arrivata tu e ha lasciato perdere per sistemarsi i capelli e lanciarti sguardi che, a mio parere, erano piuttosto inquietanti. Sirius sta quasi per battere James e, se vincesse, ci costringerà a girare in mutande durante tutto il viaggio verso la stazione. Aiutaci.-

Remus incrocia le mani, e Potter fa lo stesso, mentre io guardo sconvolta Potter.

-La tua unica abilità è tenere un'arancia in equilibrio sul naso per un tempo relativamente lungo? Non ti senti ferito nell'orgoglio?- gli domando, ridendomela sotto i baffi.

Potter apre la bocca, per poi richiuderla velocemente.

-Sono una stella del Quidditch, in quello ho molto talento!- abbassa il capo, poggiando svogliatamente il mento sul palmo della mano.

Alla fine sospiro, alzandomi dal tavolo mimando a Remus un: "mi devi un favore", dopo di che mi sporgo verso Black.

-Oops,- urlo, facendo cadere con la mano l'arancia. Black mi guarda come se avessi appena rovinato il lavoro di tutta una vita.

-Tu..-

-Io?-

-Lei?- conclude Potter, indicandomi con un'enorme ghigno in faccia. Remus si contiene di più, nascondendo l'aria soddisfatta dietro la sua bevanda.

-Non l'ho fatto apposta,- gli dico, rimettendomi a sedere, senza tentare di nascondere l'ironia nelle mie parole.

Black mi fulmina con lo sguardo, decidendo poi che non valgo il suo tempo, quindi fa apparire uno specchietto, guardandosi il naso.

-Quel mandarino mi ha rovinato il naso!- esplode lui, mentre io e Remus gli urliamo di rimando un: -è una caspita di arancia!-

**

James POV

Sono indeciso.
Probabilmente sono la persona più indecisa del mondo.

Ci sono solo due cose che sceglierei sempre, senza esitazioni: il Quidditch e i Malandrini.

Ma in questo momento non so davvero cosa scegliere.

-Sei lì da quaranta minuti, ancora non hai deciso che boxer metterti?- mi domanda Sirius, passandosi l'asciugamano sui capelli bagnati.

Poi alza l'indice, interrompendo la mia risposta. Spalanca la finestra, mentre un gruppo di tre ragazze arrossiscono, sulle loro scope.

Sirius ed io ci scambiamo uno sguardo, terrorizzati.

-Ehm,- dicono loro, con i volti completamente rossi. Sirius decide di risolvere la situazione, sporgendosi verso di loro.

Tocca i capelli di una delle ragazze, soffiandole leggermente in faccia. Inarco le sopracciglia,  tra il divertito e l'inquietato.

Quelle ragazze hanno visto i miei Boxer con i folletti disegnati sopra? Penso, terrorizzato.

Mi affretto a nasconderli sotto il cuscino di Sirius, così se dovessero chiedermi qualcosa accuserei lui.

Questo è per aver appesi i miei boxer fortunati al Platano Picchiatore, cagnaccio.

-Donzelle, cosa ci fate qui?- domanda, poggiandosi di profilo sul lato della finestra. Se non fosse per i suoi boxer di Titti penserei che potrebbe quasi affascinarle.

Ma queste ragazze sono più concentrate sulla quasi nudità di Sirius per accorgersi che indossa anche delle ciabatte a forma di coniglio.

Una delle tre, con folti capelli biondi, deglutisce.

-Facevamo... un giro?- lo dice come se fosse una domanda, mentre le altre due annuiscono.

Sirius alza un lato delle labbra, nascondendo un sorrisetto derisorio.

-Ma ragazze, non vorrei davvero che qualcuno vi vedesse qui, potrebbero punirvi.- dice con tono lagnoso, quando in realtà sappiamo entrambi che le trascinerebbe volentieri dalla Evans, per chiedere di punirle per molestie sessuali.

Le tre ragazze si stringono nelle spalle, guardando tutto tranne che Sirius. Lo sguardo della bionda si posa interrogativo sui boxer con i disegni di folletti. Indico silenziosamente Sirius, stringendomi nelle spalle per poi fare una smorfia.

Dio, sono un genio.

-Noi stavamo davvero solo facendo un giro.- mormora una ragazza che credo sia di Tassorosso. Porta i capelli legati in una coda alta e degli occhiali ovali le cadono sgraziatamente sul naso.

Sirius fa un veloce gesto della mano, forse spazientito.

-Va bene, ma credo che ve ne dovreste andare prima che qualcuno vi veda, potrebbero pensare male.- dice Sirius, chiudendo subito dopo la finestra con tanto di tende.

-Godric, sono profondamente turbato,- mi dice, portandosi la mano al cuore.
La verità è che si vanterà per sempre di ciò che è successo oggi, reclamando le loro attenzioni come sue. Ma in realtà so bene che erano qui per me, dopotutto sono io il belloccio della comitiva.

-Dovremmo dirlo alla Evans?- gli chiedo, stendendomi.

-In realtà non credo che avrebbe molto senso visto che è il nostro ultimo giorno ad Hogwarts.- mi do dello stupido per non averci pensato prima.

-Ma sarebbe una scusa per vedere la Evans.- affermo con convinzione, alzando allegramente il pugno in aria.

Sirius rotea gli occhi, specchiandosi allo specchio con aria adorante. Se dovesse scegliere un Dio da pregare, probabilmente sceglierebbe se stesso.

-Vorrei che la Evans mi guardasse come tu guardi te stesso.-

**

Lily POV

L'ultima notte ad Hogwarts, di solito, è piuttosto tranquilla. Questo perché gli studenti si occupano di insonorizzare le camere e noi Prefetti e Caposcuola gli diamo l'illusione di essere all'oscuro di tutto.

-Vai da qualche parte?- domando ad Alice, piegando i vestiti che indosserò domani per la partenza.

La diretta interessata si siede goffamente sul suo letto, sporgendo le labbra.

-Potrei farti la stessa domanda.- mi dice, pensierosa. Roteo gli occhi, preparando con ordine il mio baule.

Non voglio finire come l'anno scorso: con la valigia ancora da preparare e Potter che frugava tra la mia biancheria, mentre Sirius cercava di capire cosa fosse un fondotinta.

No signore! Quest'anno preparerò la valigia in anticipo e domani eviterò qualsiasi contatto con i Malandrini.

E con questo non intendo dire solo durante il viaggio, ma per tutta la durata delle vacanze visto che sospetto che, come l'anno scorso, Potter mi scriverà lettere infinite che userò per alimentare il camino di casa.

Ma con "Malandrini" non intendo solo Potter visto che anche Black, probabilmente stressato dalle lamentele di Potter dopo il mio ignorarlo, ha iniziato a scrivermi, pregandomi di rispondere all'amico.

In tutto questo, Peter mi scrisse solo tre volte, per chiedermi di comprargli dei dolcetti Babbani. Con Remus scrissi per gran parte delle vacanze dell'anno scorso, anche se di argomenti futili.

-Dormirò in un'altra stanza, questa notte.- le spiego velocemente io, chiudendo il baule.

-Dimmi che Potter non ti ha davvero convinta a farlo con lui.- mi supplica Alice, facendomi venire i conati di vomito.

-Andrò a dormire nella camera di Luke, ma cosa vai a pensare?!- strabuzzo gli occhi, facendo una smorfia.

Alice ammutolisce, distogliendo lo sguardo dal mio come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.

Afferro la scatola dove ho riposto tutti i post-it che mi ha lasciato Luke, aprendo la porta della camera.

-E non fare entrare Frank dalla finestra! L'ultima volta ho dovuto riaggiustarla, ed erano le tre di notte.- l'avverto io, facendola ridere istericamente.

Dopo dì che esco dalla stanza.

La camera di Luke non è situata esattamente nel dormitorio maschile, quindi mi è facile arrivarvici.

Apro la porta, questa volta senza esitare. L'interno è completamente ordinato, con i vestiti di Luke impilati perfettamente sulla scrivania.

Il suo baule è aperto, nell'attesa che qualcuno lo riempia. Il suo odore imbratta l'aria come vernice sulla tela.

Poggio la scatola dei post-it sul letto, l'unica cosa ancora in disordine, per poi aprirla.

Credo che questa sarà una lunga notte.

**

-Sai, tu e Alice potreste venire nel nostro scompartimento.- mi dice Remus, mentre saliamo sulla locomotiva.

Black lo guarda come se fosse impazzito, mentre Potter è tra il condividere l'idea di Remus e tra il picchiarlo a morte.

-Da quando avete un vostro scompartimento?- inarco un sopracciglio, affiancata pigramente da Alice.

Stringo tra le mani il termos contenente il mio amato caffè, trattenendomi da berlo. Alice mi ha imposto un limite di assunzione di caffè, perché secondo lei divento irritabile e violenta. Naturalmente Potter è intervenuto dicendo che io sono di natura violenta e irritabile.

-Da quando l'abbiamo reclamato il nostro primo anno!- esclama Black, orgoglioso di se.

-E nessuno si è mai seduto nel vostro scompartimento, oltre a voi?- domanda Alice, dubbiosa. Potter, Black e Remus alzano gli occhi, riflettendo.

Peter invece si limita a riempirsi la bocca di cioccorane.

-Si, un paio di volte, peccato che dopo essere stati scoperti da noi hanno passato il restante del viaggio appesi fuori dal treno.- mi dice pazientemente Potter, mentre io sbianco.

-Sono sempre più convinta che tu sia evaso da un'ospedale psichiatrico.- gli dico, guardando subito dopo Alice.

Sono sinceramente esasperata.

Alla fine, io e Alice scappiamo di soppiatto verso una cabina libera, tirando un sospiro di sollievo.

Dopo qualche minuto ci raggiunge anche Frank, il quale inizia subito a parlare con Alice.

Non mi sento esclusa da quel quadretto, perché se entrassi nella conversazione probabilmente ne sarebbero più che felici, ma non voglio davvero passare il tempo a parlare di Quidditch e di strane mutande con dei folletti che sono state ritrovate nella Sala Comune.

Chiudo gli occhi e lascio che il sonno mi stringa a se.

Quando li riapro mancano dieci minuti all'arrivo. Allungo le gambe per stiracchiarmi, colpendo sul ginocchio Frank.

Quest'ultimo si lascia andare ad un urletto di dolore, mentre Alice lo fulmina con lo sguardo.

-Soffri in silenzio amore, se i Malandrini ci trovano per colpa dei tuoi urli ti daremo in pasto a loro come vittima sacrificale.- gli dice lei, puntandosi l'indice davanti alle labbra sottili.

Lui annuisce, tenendosi il ginocchio senza però far uscire nemmeno un suono dalla bocca.

Il treno si arresta con uno scossone, facendo sobbalzare tutti e tre. Mi affretto ad uscire, cercando con lo sguardo i miei genitori.

-Evans, te ne vai senza nemmeno salutarmi?-

Oh Godric, cos'ho fatto di così orribile per meritarmi Potter anche durante gli ultimi cinque minuti che mi separano dal viaggio verso cada mia?

-Già.-

Potter si esibisce in un'espressione scandalizzata, inarcando un sopracciglio. Lo imito, battendo ritmicamente il piede a terra.

-Non ti mancherò nemmeno un po', Evans? Questo bel faccino non potrà non venirti in mente.-

Sembra così sicuro di ciò che dice che per un momento mi trattengo dal constatare ciò che ha detto. Ma poi mi riprendo.

-Hai ragione, vedrò in sogno la tua faccia,- gli dico, mentre lui sorride raggiante.

-la tua faccia mentre la prendo a calci, si.- concludo la frase con un'espressione neutra.

Potter posa le mani sulle mie spalle, sotto il mio sguardo inquisitore.

-Potter.-

-Evans?-

-Perché le tue mani sono sulle mie spalle?- domando, mentre le porte del treno si aprono.

-Perché voglio salutarti nel modo giusto.- fa un sorriso, sporgendosi per abbracciarmi.

Quindi alzo il mio baule, facendoglielo cadere con poca grazia sul piede.

-Buone vacanze, Potter.- agito la mano, scendendo dal treno con un sorrisetto soddisfatto.

-Ti scriverò, Evans!- sento urlare Potter, mentre io scuoto la testa.

Non so cosa sia questa sensazione artigliante che si muove nel mio stomaco, è come se non volessi andarmene.

Come se Potter potesse mancarmi, il che è ridicolo visto che per la seconda volta in un anno gli ho fatto cadere sul piede il mio baule.

Eppure quella sensazione di vuoto si propaga, facendomi sbuffare.

-Ehi, Evans!- mi giro, scocciata, vedendo Potter farmi una smorfia.

-Ci vediamo presto.- mi urla, tenendosi il piede dolorante. Lo guardo come se avesse appena detto una cosa terribile, ed effettivamente è così.

Dovrò passare altri due anni con un'imbecille, e la cosa non mi alletta più di tanto.

-Mi mancherai,- aggiunge Potter quando non sente una mia risposta.
Sospiro, rilassando le spalle con aria sconfitta.

-Anche a me mancherà toglierti punti, Potter.- lui ridacchia, alzando il pollice verso di me.

-È già qualcosa Evans, è già qualcosa.-

Angolo Me:
E anche il penultimo capitolo è stato scritto! Se penso che ho scritto due libri su i Malandrini, e che sono riuscita a portarli avanti, mi viene quasi da piangere.

Non sono una persona particolarmente intraprendente ma questi due libri, tra cui The Marauders, sono forse una delle cose più belle che io abbia mai fatto.

So che non sono perfetti, e so che magari non piaceranno a tutti ma vado orgogliosa di ciò che ho scritto.

Tra due, massimo tre, giorni pubblicherò l'epilogo e successivamente i ringraziamenti, quindi spero che non toglierete questo libro dalla vostra biblioteca.

A presto🌸

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