(4)
Flowey:"Forse le ho forzato troppo il nervo..." senti, socchiudendo appena gli occhi.
L'ultima cosa che ricordi è la figura che avevi visto mentre cercavi di scappare.
L'avevi persino sognato, quello scheletro, mentre ti parlava, ma tu eri troppo concentrata a studiarlo per ascoltare le sue parole.
Apri lentamente gli occhi, per poi posare il tuo sguardo su Flowey.
Abbozza un sorriso, venendoti vicino.
Flowey:" Stai... Stai bene (t/n)?" domanda, fissandoti incerto.
Annuisci, leggermente stordita, per poi sollevare la testa.
Solo ora ti accorgi di essere completamente immersa nel buio, assieme al tuo amico petaloso.
La tua momentanea gioia svanisce di colpo, cominciando a fissare con ansia e terrore tutto di quello spazio.
«Che posto è questo?» domandi, in un mormorio, abbastanza sorpresa che lo scheletro non ti abbia lasciata nella neve.
Flowey sospira, arrampicandosi lentamente sulla tua spalla inerme.
Flowey:" Ci ha portati qui lui." spiega, evitando di rispondere alla tua domanda.
Probabilmente non conosce la risposta.
«Lui?» ti da fastidio quando le persone omettono i soggetti, facendoti sentire stupida a non capire il senso della frase.
Flowey:" Si, lo scheletro che abbiamo visto all'inizio di Snowdin." continua, soffermandosi con lo sguardo perso nel vuoto.
«Ah... Ora però dovresti dirmi perché mi hai fatta svenire senza motivo.» ordini severa, incrociando le braccia al petto.
Flowey sospira, abbastanza affranto quanto divertito al ricordo dell'accaduto.
Lo osservi spazientita dal suo comportamento.
Flowey:" Beh... Come dire... Speravo che quel tizio ti avrebbe lasciata in terra a congelare, ovviamente dopo ti avrei risvegliata io... Invece, questo strambo, ha avuto la grazia di portarci qui." dice, lamentandosi dello scheletro.
Ti sta venendo la pelle d'oca; perché mai qualcuno avrebbe avuto voglia di portarti via, senza lasciarti al tuo destino?
Tremi senza sosta, nonostante quel luogo sia tutt'altro che freddo.
Percepisci del movimento alle tue spalle, ti volti s guardi se c'è qualcosa o qualcuno.
Non vedi nessuno, quando il tuo viso torna in posizione normale, ti ritrovi davanti lo strano scheletro.
Sussulti, è pericolosamente vicino al tuo viso.
Ti fissa serio, con quella spirale al posto dell' occhio sinistro che gira lentamente.
Ha un paio di occhiali scuri da pilota e dei guanti alle mani.
Continua a guardarti negli occhi, senza far trasparire alcuna emozione.
Cerchi con gli occhi Flowey, in cerca di aiuto, ma con scarsi risultati: è paralizzato dalla paura.
Sostieni lo sguardo dello scheletro, il silenzio è angosciante.
"Come stai?" domanda, all'improvviso, molto velocemente.
Strabuzzi gli occhi.
«Come?» chiedi, avvampando.
"Ho chiesto come stai." ripete lentamente, senza distogliere lo sguardo dai tuoi occhi sorpresi.
«Be-bene, grazie.» balbetti, imbarazzata.
Sembra soddisfatto della risposta.
Si ritrae lentamente, lasciandoti tornare a respirare normalmente.
Flowey è ancora di più sotto shock.
«Cometichiami?» domandi, tutto d'un fiato, senza nemmeno respirare.
Ti guarda, aspettando il momento giusto.
"Io sono Tzal." si presenta.
Vorresti fargli così tante domande.
Chiedergli cosa ci faceva a Snowdin, cosa ha fatto a Sans e perché non ti ha lasciata nella neve.
Lui non ti stacca gli occhi di dosso, ti sta studiando attentamente, sta vedendo la tua paura, la tua ansia e tutto il resto.
Vi state osservando insistentemente a vicenda, mentre Flowey vi guarda più che allibito.
Stai ancora stringendo fra le mani il tuo ciondolo luminoso.
Flowey:" Hmm... Non vorrei interrompere questo amorevole quadretto, ma... Posso sapere perché ci hai prelevati e portati qui, in mezzo al nulla?" domanda, guardando infastidito lo scheletro.
Lo scheletro osserva Flowey, confuso dalle parole del fiorellino.
"Non capisco il senso della tue parole.
Avreste preferito morire congelati?" domanda, appoggiando le mani alle ginocchia.
Ti affretti a scuotere la testa in modo più che veloce.
Flowey sembra ancora dubbioso.
Lo preghi con lo sguardo di smetterla, non sai come, ma hai perso la facoltà di parlare in modo chiaro e conciso.
Flowey:" Cosa ci facevi là?" domanda, freddo e distaccato, cercando con lo sguardo preziose informazioni.
Tzal si incupisce, i suoi occhi si illuminano, ma lui rimane serio e impassibile.
"Non sono affari tuoi fiorellino." dice, per poi alzarsi in piedi.
Flowey sbuffa rumorosamente, mentre lo scheletro torna a guardarti, ti sembra che il suo sguardo si addolcisca.
"Preparatevi, tra poco vi porto da alcuni amici." dice, per poi sparire in una fitta nebbia nera.
Guardi Flowey, stizzita, mentre ti prepari a gridargli in faccia.
Flowey:" No, no, non parlare, non parlare non parlar-" lo blocchi.
«MA PERCHÈ?» domandi, innervosita.
Flowey:" Eeee... Ha parlato."
«Cioè, non potevi aspettare? Stavo cercando di vedere se avevo qualche possibilità di impietosirlo, ma tu nooooo, dovevi per forza farlo arrabbiare, vero? E ora ci porterà chissà dove. Se io vengo stuprata, giuro che ti strappo i petali uno ad uno. Se mi fanno male io giuro ti uccido!» urli, con tutto il fiato che hai in gola, arrabbiata.
Flowey ti guarda inflessibile, sta analizzando le tue parole.
Flowey:" Aspetta... Avresti provato ad impietosire lui? Senti, ho visto il tuo sguardo 'da cucciolo', fidati più che impietosire fa innervosire." dice sarcastico, per poi girarsi.
Ma che cosa...? pensi, sei scioccata.
L'hai appena minacciato di morte e la sua unica riflessione è questa, da non credere.
Rimani ogni volta sempre più stupita da quel fiore.
Ti alzi in piedi, per poi sistemarti la salopette e passarti una mano tra i capelli.
Metti a posto anche il ciondolo.
Flowey:" Ma cosa fai?" domanda, fissandoti.
«Mi sistemo, ovvio.» dici, scalzante.
Flowey:" Io non ho bisogno di sistemarmi, sono bello anche quando mi si minaccia di morte." dice, passando una foglia tra i suoi petali.
Ridacchi tra te e te.
«No, Flo. Non hai bisogno di sistemarti per il semplice fatto che anche con mille sedute di bellezza rimarresti lo stesso fiorellino brillantinato.» dici, sfoggiando la tua sfrontatezza.
Lui ti guarda, acido.
Flowey:" Haaa, divertente. Ridi per ora, poi sarò io quello a ridere a crepapelle, cara."
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