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VIII.

Erano passati esattamente quattro giorni da quando Louis fece uscire Niall dalla tomba ed erano cambiate talmente tante cose da quel giorno. Come, ad esempio Niall disse ad Harry come riuscire a non essere più lo zimbello dei bulli, e, Dio santo, Niall era la persona più adatta per dare consigli. Cambiò il fatto che adesso Louis e Harry erano più intimi, scambiandosi abbracci e baci sulle guance come se nulla fosse, come se tutto quello che stavano facendo non fosseanormale. Ma nessuno - soprattutto Harry - badava al fatto che sia Louis che Niall erano morti e, di solito, coi morti non si parla, ne gli si bacia una guancia e non ci si innamora nemmeno di questi. Ma ognuna di queste ipotesi, successe. Cazzo, si, Harry era innamorato di Louis come ci si innamora dell'alba, o del sole, o persino di quei piccoli gesti, seppur insignificanti, come i fiori. Erano cambiate talmente tante cose che Harry non si accorgeva dello sguardo furbo di Niall quando Harry restava fin troppo incantato a osservare Louis. Fin da vivo Niall aveva la capacità di capire ogni singola cosa passasse per quella testa vuota del suo Harry. Come, ad esempio, quella volta che erano in un bar in pomeriggio inoltrato e, con sguardo chino, Harry sorseggiava il suo cappuccino. Niall aveva capito immediatamente che qualcosa non andasse nel suo amico e capì anche il motivo quando posò lo sguardo sul cellulare; sua madre. Anne era solita assillarlo per ogni cosa, dal togliti i calzini quando sono sudati, Harry al Non arrivare tardi a casa, massimo le cinque. E quella volta non l'aveva fatto andare con Niall il quale l'aveva invitato, e Niall era subito pronto, in quelmomento, a confortarlo e a dirgli che ci sarebbero andati una prossima volta. E adesso - come poteva non accorgersene? - aveva immediatamente capito i sentimenti che provava Harry per Louis. Si era solamente chiesto se sarebbe stato giusto, un amore così.

Qualcosa era cambiata pure a Louis che non riusciva a non pensare al riccio e di come si immaginasse il suo cuore prendere a battere forte se ne avesse avuto uno. Perchè quei piccoli gesti che si scambiavano mandavano Louis alla tomba, letteralmente. Un bacio sulla guancia, un abbraccio, una stratta di mano che facevano impazzire Louis e lo convincevano un po' di più del sentimento strano che incominciava a provare. Zio Werther lo convinceva che anche lui aveva provato delle sensazioni simili quando era ancora in vita, con sua moglie Maria, e che quel sentimento non era altro che l'amore. Amore. Cos'era l'amore? Louis se lo chiedeva tante volte, ma poi guardava Harry che gli sorrideva eauto-convinceva che l'amore era proprio lui; con le fossette, gli occhi smeraldo e i capelli ricci.

Ed un altro singolare esempio era quello di Anne, che si era ovviamente accorta dei mancamenti la notte del figlio. Restava sveglia la notte quando sentiva la finestra aprirsi e contava le ore e i minuti di quanto il figlio stava via. Anne era mortalmente preoccupata; che faceva il figlio quando andava via? Di certo, la sua idea, non era quella di seguirlo a zonzo - «E se lo trovassi a combattere con uomini adulti per un po' di soldi? No, meglio che resti a casa.» -, la sua idea era semplicemente restare sveglia ad aspettare che smettesse con quella routine. Si stendeva sul divano e resta lì, ore, finchè non sentiva il rumore della finestra chiudersi. Poi aspettava, in silenzio, e andava a letto con un po' più di rabbia dentro ogni giorno. Spacciava, forse? O, in lato positivo, andava a trovare la fidanzatina? Ma perchè farlo di nascosto, allora? Perchè non di mattina, al pomeriggio o invitarla a casa? E, dopo quattro giorni di questa tortura, Anne decise che sarebbe arrivato il momento di discutere perchè, per Dio, era infuriata! Suo figlio avrebbe smesso con questa pagliacciata.

«Beh? Non è l'ora che dovresti andare?» Niall gli mise una mano sulla spalla, guardando la luna che pian piano si nascondeva nella valle. I tre giovani ragazzi stavano parlando di come sarebbe bello organizzare una caccia al tesoroinsieme, che si sarebbero divertiti tantissimo e che potevano tranquillamente giocare in tre. Harry aveva detto a Louis come si giocava e gli aveva raccontato quanto adorava questo genere di cose, e a chiunque altra persona poteva sembrargli così banale, ma a Louis sembrò tanto un ragazzo così semplice. «Penso di si.» Harry rispose per poi alzarsi dalla tomba di zio Werther e, con fare impacciato, rimase un po' in piedi non sapendo cosa fare. Non voleva di certo andarsene, voleva rimanere con Louis - anche con Niall, certo. Il biondino si alzò e lo abbracciò e, facendogli un'occhiolino di cui non comprese il senso, si allontanò salutando anche Louis.

«Buona notte Harry.» Louis gli sorrise e poi lo attirò a sé per stringerlo in uno dei loro soliti abbracci. Gli diede un bacio sulla guancia e con sguardo dolce, Harry si incamminò a casa. Era stanco, certo, molto stanco, ma mai si poteva stancare di andare a trovare il suo migliore amico - seppur mezzo morto - e il suo... suo? E Louis, ecco. Un sacco di volte si era chiesto se Louis potesse mai diventare realmente suo, e certe volte ci sperava anche, ma poi scuoteva la testa e realizzava che mai un morto e uno come lui potessero stare insieme. No.

Dopo un ultimo sguardo incantatore, Harry si allontanò dal ragazzo che amava e sperando che la notte successiva arrivasse presto così da rivedersi. Superò il cancello, e, non sapendo esattamente cosa si aspettava oltre le ante della sua finestra, superò la soglia del giardino di sua madre. Si arrampicò con cura sulla staccionata e arrivò alla sua finestra con facilità - ormai era abituato a questo. Aveva il sorriso stampato sul volto quando mise una gamba oltre la finestra e, un attimo dopo, quello non era più presente. Anne era seduta sul suo letto a braccia incrociate. Ad Harry gli crollò il mondo addosso. E ora? Cosa si sarebbe inventato?

«Harry? Già di ritorno?» Il tono ironico fece pensare a Harry che sua madre era molto più che arrabbiata. Riprese l'equilibrio e cercò di aprire bocca, col cuore a mille, ma Anne lo fermò, alzando una mano in segno di fare silenzio. Era furiosa! «E' più di quattro giorni che ti sento uscire, Harry. Questa pagliacciata deve avere una fine, e credo proprio che sia questa. Sono terribilmente preoccupata per te Harry, e non so il motivo per cui tu te ne vai sempre! Ti stai drogando? Vai a combattere con gente sconosciuta? Se hai bisogno dei soldi, io posso darteli tranquillamente! Ma, per adesso, sei in punizione per due settimane, non uscirai dalla tua stanza se non per mangiare e andare la mattina a scuola. Ci siamo intesi?» Anne lo guardò con sguardo quasi sofferente e preoccupato ma Harry non interessava che si preoccupasse per lui. Aveva appena detto che non poteva vedere Louis per due settimane!

Harry andò nel pallone e cercò di balbettare qualcosa che non fosse stato «Ma- mamma, io... tu non puoi. Ti prego... io-», ma Anne si alzò dal letto di suo figlio e lo guardò dritto negli occhi. «Ci siamo intesi, Harry?»

Harry rimase pietrificato, fin troppo consapevole del fatto che niente e nessuno potesse smuovere quella decisione. Non poteva certo dirgli la verità! Come sarebbe andata a finire? «Hey, mamma, devo andare via tutte le sere per incontrare il ragazzo che amo e il mio migliore amico morto. Ah, anche l'altro è morto ma possono respirare!»Probabilmente l'avrebbe mandato dallo psicologo oppure sarebbe svenuta per, soprattutto, aver scoperto che suo figlio fosse gay. Quando Anne incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio, Harry si decise a rispondere. «Si, mamma.» E abbassò la testa.


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E da qui iniziano i problemi.
So che sono stata un po' cattiva ma poi vedrete cosa succede lol

Oggi non ho avuto molto tempo per aggiornare quindi scusatemi il piccolo ritardo.
E, uhm, niente di nuovo insomma.

Chi si immagina la faccia di Louis quando non vedrà arrivare Harry?
Io mi sarei presa a mazzate se avessi vito un finale così, ma vabbè hahah

A Domenica!
Un bacione
Charly Baby

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