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XI.

Scusate il ritardo! Ho avuto molti impegni ma c'è l'ho fatta. E... non odiatemi dopo aver letto questo capitolo!
Spero a presto,
Charly



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«Buongiorno, tesoro.» la voce di Harry lo richiamò sussurrando, suono che lo fece sorridere tra le lenzuola.

Sentì la mano dell'altro scendergli lungo la schiena, soffermandosi sui fianchi tondi, per poi risalire lentamente lasciando qua e là dei segni immaginari. Louis rabbrividì e si gustò quel tocco, fingendo di dormire.

La mano di Harry cominciarono a giocare con i suoi capelli, prendendo qualche ciocca e tirandone alcune. Louis socchiuse un occhio e vide l'altro che osservava ciò che stava facendo con le mani; l'altra sua mano era sotto la sua testa e, appoggiandosi ad essa, lo sorreggeva. Il volto era ancora assonnato ma aveva gli occhi vispi di qualcosa che Louis riconosce come eccitazione.

Mmh.

Continuò a fingere di dormire, godendosi appieno quelle carezze, facendolo rilassare.

La sera prima era tornato a casa stanco, con ancora quel peso dolorante sulla schiena e con più problemi che consigli.

Fortunatamente Niall non aveva notato i suoi occhi rossi, troppo intendo a guardare la sua ormai fidanzata che, poco più in là, giocava con qualche fiore. Alysha Thompson era cambiata, in meglio o in peggio non poteva definirlo; nonostante si fosse subito abituata a quella nuova vita che le era stata permessa, adesso si comportava proprio come se il tempo, per lei, scorresse ancora e avesse davanti una vita da ragazza indipendente, da futura mamma e poi da nonna. Louis era sempre stato un ragazzo restio in quell'argomento, ma ora sperava che quella storia non andasse oltre: Alysha non aveva un futuro da donna lavoratrice e non poter avere né nipoti né figli. Niall l'aveva avvertito; «Vuole dire tutto a suo fratello,» aveva detto, «gli vuole bene e anche lui ne vuole a lei. La viene a trovare alla tomba quasi ogni giorno, le porta dei fiori e le racconta qualcosa. Quando se ne va, invece, posa un delicato bacio sulla foto. Alysha lo guarda sempre, di nascosto, e ora vuole dirgli tutto. Mi racconta sempre di lui, di come aveva una fidanzata, di come gli piacesse particolarmente il gelato con il gusto al pistacchio quando c'era freddo e il lavoro da poliziotto che crede che ancora stia praticando. Ma, Lou, non posso permetterglielo, è pericoloso e non sappiamo come potrebbe prenderla.»

Perciò, per tutto il giorno, si erano dedicati particolarmente a quella conversazione e Louis, non volendo offendere l'altro né fargli intendere che fosse lì solo per dei consigli sulla sua vita, non aveva fatto parola di quello che, in realtà, era venuto a fare.

Un soffio proprio vicino al suo orecchio lo fece quasi spaventare, facendolo cadere dalle nuvole. «Amore, sveglia.» Harry aveva passato dalle dolci carezze a piccoli morsi lungo il collo, passando per la clavicola e su per la mascella - si era fermato un po' più di tempo a mordicchiare il lobo, mandando scariche elettriche giù e su per tutta la schiena di Louis. «So che non stai dormendo.» una piccola risata gli sfuggì dalle labbra e Louis, sentendo quel suono delicato, lo fece sorridere di rimando. Era stato beccato, ma non gli importava più di tanto.

«Mi stavo godendo le tue carezze, mmh.» le ciglia sfarfallarono sotto la luce del sole che entrava prepotentemente dalle persiane semiaperte. Arrossì sulle guance quando, senza accorgerne, aveva mugugnato di piacere davanti ad un Harry sorridente e gongolante.

«Sei un approfittatore. Ed io che pensavo volessi passare del tempo con me, invece che starsene a dormire.»

Louis si tirò su col busto lentamente e, mettendosi nella stessa posizione dell'altro - ovvero sollevato dalla mano appoggiata sul cucino - gli lasciò un piccolo bacio a stampo.

«Ma io voglio passare del tempo con te. Fuori e dentro le coperte.» rise da solo per la sua affermazione, accompagnato subito dopo dall'altro che avendo esclamato «Ah si? È così?» aveva incominciato a fargli il solletico lungo i fianchi.

Harry si mise velocemente a cavalcioni sul corpo del castano che, intrappolato, rideva e si dimenava sotto la sua presa.

Fu il campanello a farli smettere. Louis mise immediatamente un broncio adorabile, appuntandosi mentalmente che la persona al citofono avrebbe fatto compagnia alle altre persone annotate sulla sua lista nera.

«Vado ad aprire. Mettiti una maglietta e vieni giù, okay?»

Poi Harry gli lasciò un lungo e profondo bacio, davvero lungo e profondo, sulle labbra prima di cercare di andarsene. Ma Louis cercò in tutti i modi di tenerlo stretto a sé per qualche altro minuto, allacciandogli le gambe intorno al busto e baciandolo con più passione possibile, passandogli la lingua sui denti e accarezzandogli il palato sinuosamente. Credette di aver vinto quando Harry gemette sulla sua bocca, senza la minima intenzione di staccarsi, iniziando a far scendere le mani dal suo petto alle sue gambe, fino alla patta dei sui pantaloni. Glieli strinse, facendolo gemere. Si staccò dalla morsa delle sue labbra per respirare con l'affanno. Chiuse gli occhi dal piacere mentre Harry gli accarezzava l'intimità da sopra i pantaloni e gli mordeva ferocemente il collo, grugnendo soddisfatto.

Ma il campanello suonò un'altra volta.

Harry si staccò dalla presa ferrea delle sue gambe e lo guardò intensamente prima di lasciargli un altro bacio. «Scusa.», gli disse per poi alzarsi.

Una volta solo, Louis osservò in che condizioni era, sbuffando e mugugnando di rabbia quando vide la sua quasi erezione. Si mise velocemente una maglietta trovata nella stanza, e poi rincorse l'altro che già aveva aperto la porta e stava salutando chi fosse entrato.

Sfortunatamente Louis vide che quella persona aveva già preso spazio sulla sua lista, ed era ad uno dei primi posti.

Edward. Stranamente l'uomo non era accompagnato da Anne che, solitamente, gli era sempre appresso quasi fosse un cagnolino.

Se non si fosse capito, a Louis quell'uomo non andava proprio a genio. Non era colpa sua, ma di Edward e della cattiva impressione che gli aveva fatto la prima volta.

Harry e il patrigno stavano chiacchierando mentre camminavano per arrivare in cucina, Louis si affrettò a raggiungerli e salutare Harry con un bacio sulla guancia e Edward con un sorriso. Anche se gli stava antipatico doveva pur sempre fare bella figura.

Harry gli strinse un fianco con una mano, stringendolo a sé. L'uomo, impassibile, gli aveva rivolto un goffo gesto col capo. Louis non diede conto all'espressione infastidita e quasi disgustata che aveva in volto, anzi, si andò tranquillamente a cercare qualcosa da mangiare nel frigo.

«Dicevo,» ripresero a parlare, «oggi Robert, il mio bagnino, avendo solamente diciannove anni è partito per una vacanza studio e ho subito pensato a te, figliolo, per rimpiazzarlo. Avendo appena perso il lavoro, per te è un sollievo, sbaglio?» Louis portò il viso fuori dal frigo e si girò verso Harry con una espressione di completo smarrimento e confusione.

Sapeva del licenziamento di Harry?

«Come fai a sapere che sono stato licenziato?» infatti, l'attimo dopo, Harry boccheggiò completamente paralizzato sul posto.

Appunto!

«Lo so e basta.» Edward apparve infastidito dalla domanda posta dal riccio, facendo una smorfia e un gesto con la mano che lasciò Louis confuso. Non l'avevano detto a nessuno! Solo Wornie poteva sapere, e poteva giurare che Harry non l'avesse ancora presentata ai suoi genitori, ma che, prima che tutto questo accadesse, gli aveva rivelato volesse farlo un giorno. Quindi era impossibile che potesse sapere, e, se non fosse stato per le persone presenti nel bar, che oltretutto non conoscevano, dubitava qualcuno fosse andato proprio da Edward a dirglielo, nessuno poter aver fatto la spia.

Ad interrompere gli ingranaggi nel cervello di Louis, ci pensò nuovamente il campanello, che però questa volta fu apprezzato, togliendolo di mezzo in quella situazione imbarazzante. Andò lui stesso ad aprire, non badando tanto al sorrisetto che Edward gli riservò.

Che hai da guardare?!, pensò facendo una smorfia quando non poté vederlo.

Sbuffò oltrepassando Harry e andando in salotto. Aprì la porta subito dopo, guardando chi avesse di fronte mormorando un'imprecazione tra i denti.

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