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IX.

Buona Domenica, tesori 🌸 Fatemi sapere se vi è piaciuto il capitolo e se Louis ha ragione di comportarsi così, mi farebbe piacere.
Charly


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Per qualche minuto, Louis pensò di dire tutto a Harry, di farsi rincuorare da quell'amore che l'aveva già salvato una volta e cercare di togliersi un po' il peso che già cominciava a pesargli sulle spalle. Ma, pensandoci, Harry cosa avrebbe potuto fare? Se avesse solo peggiorato la situazione? E se Harry l'avesse detto a Zayn? C'era stato anche un momento in cui Louis dubitò di Harry, ma aveva scartato immediatamente il pensiero. Anche se, pero, l'idea non aveva abbandonato la sua testa. Harry conosceva Zayn e Liam anche quando lui era un non-morto, erano stati amici per molto tempo e Louis sapeva che gli amici, come lui e Niall dopotutto, si rivelavano i segreti, le pazzie, i momenti imbarazzanti per rendere quel rapporto più unito. Harry avrebbe fatto una cosa del genere? Decise quindi di seguire il consiglio datogli da Zayn; tenne la bocca chiusa.

Passò l'intera giornata a girarsi e a rigirarsi nelle coperte, cercando una scusante per dirlo a Harry. Avrebbe davvero voluto dirglielo, nonostante quell'idea. Onestamente già non ce la faceva più a restare con quel segreto intrappolato dalla lingua, pronto ad uscire fuori.

Verso l'ora di cena ritornò Anne con quattro buste della spesa ed Edward, al seguito, che ne portava altrettante. Il viso della donna era il ritratto della felicità, e Louis si incantò a guardarla e a invidiarla per quel sentimento che, ora, gli era stato rudemente strappato via dalle mani. Ora che doveva mentire al suo ragazzo, ora che doveva costruire un muro di mattoni tra lui e l'altro, per non fargli vedere quell'ansia, quella paura e quella tristezza che adesso lo avvolgeva. Aveva davvero paura che sarebbe potuto cedere davanti ad Harry, proprio ora che tutte quelle emozioni si erano mischiate. Il fatto che poi Harry non era ancora tornato a casa lo sconvolgeva. Dove diavolo si era andato a cacciare? E perché aveva deciso di evitarlo? Il pensiero di andare fino da Wornie a vedere se potesse trovarsi lì gli aveva attraversato la mente, ma non sapeva la strada e, anche se l'avesse saputa, sapeva che a piedi c'avrebbe messo l'eternità.

«Tesoro!» Anne lo salutò con un carezza sulla testa e un bacio in fronte. «Hai dormito tutto il giorno?»

Louis vide Edward ghignare di nascosto ma non ci fece caso, ritornando con lo sguardo verso quello caloroso di Anne.

«Si.» mentì.

«Sei pallido in volto, caro.» Anne lo guardò con uno sguardo che solo una mamma preoccupata poteva rivolgerti. Louis, senza accorgersene, sorrise intenerito.

«Sto bene, davvero.» quella volta, mentire non era stato troppo difficile.

Dopo quattro chiacchiere Anne incominciò a cucinare della pasta al sugo, mentre Edward, ancora in silenzio, stava leggendo il giornale seduto sul tavolo in cucina. L'atmosfera tranquilla che si era creata veniva spezzata dall'espressione di smarrimento che Louis aveva impresso in volto. Si era seduto sul divano in silenzio, con il televisore accesa come sottofondo.

«Sai qualcosa di Harry, Lou?» La donna ai fornelli gridò per farsi sentire.

Louis sentì una stretta al cuore prima di ingoiare faticosamente. Negò con la testa.

«No, mi dispiace.»

«Non dispiacerti caro, sarà sicuramente al lavoro per degli straordinari.»

Louis si morse il labbro. Anne non sapeva del licenziamento. Si torturò le mani e dovette mentire ancora una volta alla donna che l'aveva ospitato e trattato come un figlio senza porsi domande. Era terribilmente contrario, ma soltanto Harry si sarebbe permesso di rivelare la verità dell'accaduto di ieri. Ovviamente, solo se Harry sarebbe stato intenzionato a farlo. E se fosse tornato a casa...

«Probabilmente.»

Finita quella piccola conversazione, incominciò a pensare all'"uccellino" che aveva spifferato tutto a Zayn. Gli unici a conoscenza erano Niall, Alysha, i due vecchi innamorati al cimitero e Harry. Ma, se fosse stato un "non morto" a dire tutto, ovvero le prime due coppie, nessuno avrebbe detto di lui, e l'avrebbe di sicuro saputo in qualche modo.

Aveva bisogno di Niall, di un consiglio, di una mano per risolvere tutto quel casino, e magari, se fosse stato lui, si sarebbe fatto dire il perché. Ma ne dubitava; Niall, il suo migliore amico, non avrebbe mai fatto una cosa simile.

Alysha? Ma, se lo avesse odiato a tal punto da rivelare tutto il passato, perché aiutarlo a stare con Harry? Perché distruggere quell'armonia?

Werther, quindi? Mai!

E allora... Harry?

«È pronto!»


Harry, ignaro di tutto, ritornò a casa sul tardi. Louis sentì la porta della camera chiudersi con delicatezza e un colpo, seguito subito dopo da delle imprecazioni a bassa voce.

Louis stette immobile per qualche minuto, sentendolo muoversi al buio e cercando qualcosa nell'armadio.

Sospirò silenziosamente, cercando di non pensare a cosa fosse successo quel giorno. Pensare a cosa sarebbe accaduto se Harry fosse stato lì con lui. Forse tutto questo non sarebbe successo.

Louis accese la luce che posava sul comodino, osservando l'espressione di Harry cambiare da imbarazzata a sorpresa.

Il volto di Louis non era né arrabbiato né deluso dal suo comportamento. Aveva il viso stanco e scavato da piccoli e invisibili segni di lacrime asciutte.

Qualcosa dentro Harry, gli fece intendere che quelle lacrime non erano causate dalla sua assenza.

Harry non fece domande e anche se la curiosità gli mordeva lo stomaco, si tolse la maglia e i pantaloni in silenzio e si stese dietro Louis che ci si rannicchiò contro. Gli accarezzò i capelli con delicatezza, lasciando baci sulla testa dell'altro cercando di coccolarlo.

Restarono per un po' nelle tenebre della stanza, in silenzio, abbracciati uno all'altro.

«Non andartene mai più via così.»

«Lou...»

«Ti prego.» l'ultima parola fu balbettata trattenendo un singhiozzo.

Le lacrime avevano inconsciamente ricominciato a scorrere lentamente.

«Okay, non lo farò più.» Harry incominciò ad accarezzargli delicatamente i capelli, ed anche se il castano era rinchiuso nella morsa che erano le sue braccia, sapeva che stava piangendo. «Che è successo, Lou?» continuò, interrompendo il fiume in piena che Louis aveva tra i pensieri.

Si sentì solo il silenzio che durò due battiti di ciglia, un lungo silenzio che mise Louis in difficoltà.

Glielo devo dire?

Ci fu un dibattito ardito dentro Louis, tra il "Non dirglielo, è lui la spia." e il "Diglielo, lui potrà aiutarti. È Harry, non ti tradirebbe mai.". Non sapeva a chi dar ragione, non poteva buttarsi e fregarsene della risposta - anche perché, se fosse stato per lui, avrebbe subito detto a Zayn dell'accaduto -, e non poteva ignorare le parole di Zayn. Avrebbe dovuto tenere la bocca serrata, o ci sarebbero state delle conseguenze ai suoi amici. Quindi, rischiare di far male al suo migliore amico e alle persone che amava, o far male solo a... Se stesso?

«Mi mancavi.» mentì. «Tutto qui.» sapeva di non essere stato convincente, ma Harry sembrò ignorarlo, o non glielo fece notare.

Ci furono altri momenti di silenzio, in cui Harry si prese cura dell'altro, stringendolo tra le sue braccia e sussurrandogli delle varie scuse. Gli portava i capelli dietro le orecchie e lo baciava dappertutto facendo ridacchiare il castano che si meritava quell'attimo di pace.

A Louis non interessava dove fosse andato, ma che ora fosse lì, tra le sue braccia a consolarlo.

«Ti amo, Lou.»

Era da molto che non glielo diceva, e lo fece sentire più sollevato. Inconsapevolmente gli aveva tolto un poco di quel peso che adesso si portava addosso.

«Anche io.»

Sperava solamente che non fosse stato lui a dire tutto a Zayn.

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