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II.

Capitolo minimo e di passaggio, che serve per introdurre la piccola Alysha. Da questo capitolo in poi tutto cambierà, soprattutto la lunghezza dei capitoli. Festeggiate con me :3
Ho voluto aggiornare oggi perchè a) i compiti li ho finiti e non avevo niente da fare, b) perché volevo fare uno scherzetto a Angi (salutiamola! Rydo) e c) almeno vi dicevo che d'ora in poi, aggiornerò il SABATO (ovviamente domani no, lol)

Ringrazio chi sta continuando a leggere la storia e tutti quelli che hanno incominciato adesso. Grazie :D

Ricordo che questa storia è presente anche su EFP e a chi andasse a vedere, vi avviso che ho una One Shot lì, che mi ero dimenticata di mettere anche su Wattpad, col personaggio di Zayn (l'ho scritta e pubblicata molto prima che lui uscisse dalla band, piango.)

Commentate e votate! A Sabato belle bimbe :)
Un bacione
Charly

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Quando il sole tramonta, Niall è il primo ad uscire dalla tomba. Il sole gli illumina gli occhi e gli accarezza il viso. Il vento soffia forte, e alcune foglie si appiccicano sui suoi vestiti; di questo Niall non si preoccupa molto e si dirige con passo svelto dall'altra parte del cimitero. Quel via vai sta diventato quotidiano e i suoi piedi ormai sanno la strada da soli, tanto che potrebbe proseguire ad occhi chiusi. La foto della bellissima Alysha risplende e Niall, quando si siede davanti alla tomba, la ripulisce con le mani - come sempre, d'altronde. Le sorride e poi resta un po' in silenzio. Certe volte non sa mai cosa dire quando è davanti a lei, come se fosse davvero lì in carne e ossa - probabilmente più ossa che carne; certe volte, invece, quando incomincia a parlare non lo ferma più nessuno, e quando è l'ora di andare all'appuntamento dei due suoi migliori amici, quasi ci rimane male a dover smettere con quella parlantina. Molte volte si è anche ritrovato imbarazzato davanti a tanta bellezza, e alcune volte rimane imbambolato a fissarla contemplando la sua bellezza senza essere interrotto da nessuno.

«Ciao.» Quel giorno è uno dei quali si diletta a strappare le erbacce vicino alla tomba, giocandoci poi ad aggrovigliarle. Di solito aggiusta i fiori che un ragazzo moro il mattino le porta ogni giorno. Si è ritrovato a fissarlo molte volte, costatando che è molto simile a quello raffigurato nella foto della ragazza, e che probabilmente è il fidanzato o il fratello, data la somiglianza tra i due. Ogni volta le parla di ogni cosa gli passi per la testa, Niall si è ritrovato a ridere qualche volta ascoltando le conversazioni che intraprende con se stesso.

«Come va oggi?» Non alza la testa quando parla, perchè qualche volta si vergogna a parlare con una pietra. «Io non molto bene.» Sussurra, per poi continuare. «Ho capito che tutto questo è così... strano. Io non ti conosco, e tu non conosci me. Non capisco perchè ogni volta mi preoccupo di venire sempre qua, ma mi sento così solo. Harry adesso ha Louis che gli tiene compagnia, e certe volte mi sento solamente il terzo in comodo. E... E quando ti ho vista, ho sentito che a te piacerebbe avere un amico. O forse no? Forse ti sto rompendo, e tutto ciò che vuoi è liberarti di me. Lo so, scusami. Ma voglio solamente qualcuno con cui parlare.» Sospira, mettendosi le mani davanti al viso. «Dio, sono così stupido.»

Rimane in silenzio, ascoltando il vento fischiare tra gli alberi, guardandosi intorno con fare smarrito. L'aria è cupa, e si sente in imbarazzo, quindi si alza e va a farsi un giro salutando prima di tutto la bella ragazza di cui è segretamente innamorato. Passa tra le tombe con le mani dietro la schiena e con lo sguardo puntato in basso. Cammina senza pensarci due volte, non guardando dove si sta dirigendo e non alzando mai lo sguardo, perso tra i suoi pensieri. Solo quando una foglia gli si appiccica sul viso, si sveglia dai suoi pensieri e si guarda attorno. Non ci sono molte tombe qui, il vento sembra si sia alzato di molto e la notte è calata. Tutto quello che vede è nebbia e una tomba poco più in là, in lontananza, solitaria, come lasciata sola per l'eternità. Si avvicina per non so quale strana ragione e tutto ciò che c'è scritto è STREGA a caratteri cubitali, come se fosse un richiamo a chi si avvicina a quest'ultima. Robbie è il nome che si legge sotto l'altra scritta; poi, nient'altro. Non un nome di una data di nascita, ne uno di morte. Niente.

Niall, un po' spaventato decide di andarsene, quindi corre da dove è venuto sbagliando certe volte la via e perdendosi, per poi riacquistare il senso dell'orientamento e dirigersi alla sua tomba. Quando decide di andare un po' da Zibet e far compagnia al piccolo Lou, costata che l'appuntamento tra i tre è più tardi e quindi Harry non sarà con loro ancora per un po'.

Da Zibet, tutto sembra normale, se non per dei piccoli singhiozzi che risuonano in tutta la tomba, alcuni mormorii e frasi sconnesse escono dalle labbra di Louis accovacciato in un angolo. Niall subito corre da lui, abbracciandolo stretto, sussurrandogli che si sistemerà tutto. Dopo pochi attimi, Louis smette di piangere, confortato dall'abbraccio del migliore amico, e subito Niall domanda cosa gli fosse successo.

«Harry, lui- lui mi ha detto delle cose e io-» si interrompe, non volendo ricordare le parole di Harry.

«Cosa ti ha detto Harry, Lou?»

«Che se non stessimo insieme non ci sarebbero tutti questi casini. Mi ha detto che siamo diversi, che lui ha un cuore e io no. Mi è sembrato che si fosse reso conto che tutta questa situazione è anormale, ma io non voglio abbandonarlo. Non voglio, Niall.»

Niall non rispose, non riuscendo a capire bene la situazione e non credendo cosa avesse detto Harry a Louis. Perchè poi? Per quale scopo? Lo strinse solamente a se, cercando di far smettere a Louis di piangere. Pensava a cosa fosse preso a Harry per dirgli certe cose; forse Louis aveva capito male? Forse aveva frainteso tutto? Oppure Harry voleva far finita con quella relazione? Tutto quello che sapeva è che ora Louis stava a pezzi e probabilmente questo casino si sarebbe risolto con molta fatica. Louis si calmò più tardi sulla spalla di Niall, attendendo l'arrivo di Harry, svegli - dopotutto loro non potevano dormire. Restarono ore a guardare fuori, cercando una minima traccia del ragazzo. C'era solo il silenzio assoluto.
Quella sera Harry non arrivò.

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