Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo ventotto

Ci sono stati dei problemi con la pubblicazione del capitolo, rileggetelo dall'inizio.

Tre mesi dopo...

Senza che me ne accorga, l'inverno volge finalmente al termine, e comincia la primavera, che puntuale come la morte, mi porta la solita allergia.

Non parlo molto con i ragazzi, e non credo che la situazione migliorerà a breve.
Le uniche persone con cui riesco ad avere una conversazione sincera, quindi senza preoccuparmi di quello che potrebbero pensare riguardo alle mie decisioni, sono Travor, Sophie e Nash.

Valerie e Malody devono aver parlato con Cameron -o con chiunque altro sia dalla sua parte- e ora sono diventate un po' fredde nei miei confronti.
Per quanto mi possa dispiacere, è giusto che credano a ciò che vogliono.

Evidentemente sono contrarie alla mia scelta, ma io sento di aver fatto la cosa giusta. Forse.

Ho chiesto a Cameron di non dire a nessuno di quei messaggi, e lui mi ha risposto con un semplice 'okay'.
Da una parte forse è meglio così, ma dall'altra mi ferisce il fatto che si sia arreso tanto in fretta.

Sono settimane che abbiamo chiuso, e ogni giorno che passa mi sembra che mi manchi sempre di più.
In tanti si lamentano della distanza, di non poter incontrare molto spesso la persona che riesce a renderti felice anche dietro ad uno stupido schermo.
Rispetto il loro dolore, ma nelle ultimi tre mesi ho imparato che avere la persona che ami a solo qualche metro di distanza, e nonostante la possibilità di poterla abbracciare, sai che non puoi farlo...è ancora peggio.

Mentre la mia mente viaggia in un altro universo, sto uscendo velocemente da scuola.
L'allergia mi porta tanta stanchezza, soprattutto per via degli antistaminici che prendo tutte le mattine.
E' un vero schifo, ma cerco di sopportare il più possibile.
Non vedevo l'ora che le lezioni di oggi finissero, e adesso che ho la possibilità di dileguarmi da quest'inferno senza farmi notare, non perdo un solo minuto.

"Audrey!" Una voce alle mie spalle impedisce il mio progetto di fuga.
Evviva.
Scocciata, mi volto all'indietro.

La seccatura di qualche secondo prima viene all'istante sostituita da uno stormo di farfalle che volano libere nel mio stomaco, fino a che una sensazione di calore non si irradia in mezzo al petto.
Una dolce scossa mi scorre nelle vene, mentre Nash viene verso di me a grandi passi, con il solito, favoloso sorriso dipinto sulle labbra.

"Vai a casa?" Mi chiede, una volta che mi ha raggiunto.
Annuisco, regalandogli un sorriso sincero.
"Sì, sono molto stanca. Odio questo periodo dell'anno." Alzo drammaticamente gli occhi al cielo, e Nash ridacchia.

Ci incamminiamo uno di fianco all'altro verso il cancello della scuola, e continuiamo a chiacchierare allegramente finché non arriviamo davanti alla macchina di Nash.
"Vuoi un passaggio?" Domanda, facendo un cenno verso la sua auto.
Scuoto leggermente la testa, sentendomi costantemente osservata.
"Non preoccuparti, chiederò a Travor di accompagnarmi a casa. Dobbiamo comunque finire un progetto di scienze." Scrollo le spalle, sempre con il sorriso sulle labbra.

In questi ultimi tre mesi io e Nash abbiamo legato tantissimo. È diventato un punto fisso nella mia vita, e soprattutto nella mia testa.
Non smetto di pensare a lui nemmeno un secondo, e non so cosa pensare di tutta questa situazione. L'unica cosa di cui sono certa è che nessuno -nemmeno un ragazzo spiritiso e bello come Nash- riuscirà mai a prendere il posto di Cameron.
Sul mio cuore c'è inciso il suo nome. E non si cancellerà mai.

Nash annuisce distratto, guardandosi attentamente attorno.
Mi acciglio. "Cerchi qualcuno?"
Nash si riscuote dai suoi pensieri, e mi rivolge un piccolo sorriso che, tanto per sottolineare, non mi convince nemmeno un po'.
"No, nessuno. Ora però devo andare. Stasera ci sei al cinema con gli altri?"

Stringo forte la tracolla della mia borsa, scavando nella mia mente per trovare una scusa plausibile.
"Ehm...io in realtà...devo...ho promesso a Leslie che...che avremmo passato una serata solo noi due. Sì, è quello che le ho detto." Mento, evitando i suoi occhi cristallini.
Sono una pessima bugiarda penso, mentre Nash mi afferra il mento per far incrociare i nostri sguardi.

"Tu odi passare del tempo con Leslie." Osserva, aggrottando le sopracciglia.
Stringo le labbra, mentre nella mia mente non passa nemmeno una semplicissima bugia che potrebbe salvarmi da questa situazione.
"Sto cercando di recuperare il tempo perso."
Nash inclina la testa di lato, guardandomi con disapprovazione. "Audrey."
"No, sul serio! È pur sempre mia sorella" I suoi occhi continuano a fissarmi, inquisitori. "Le voglio bene." Aggiungo, sperando che mi lasci andare.

"Sei una pessima bugiarda." Ridacchia, scuotendo leggermente la testa.
Mi porto il labbro inferiore fra i denti, e lo mordichio nervosamente.
Nash abbassa lo sguardo sulle mie labbra, e mi riscuoto all'istante.
"Scusa." Mormoro, e per un attimo credo che nemmeno mi abbia sentita.
"Non fa niente. Però fatti trovare pronta alle otto in punto, ti passo a prendere e andiamo con tutti gli altri al cinema!"

Nash fa un grosso sorriso, prima di lasciarmi andare e correre spedito verso la sua macchina.
Chiamarlo non serve a nulla, e sicuramente tirargli insulti nella mia testa, per quanto possa essere d'aiuto, non cambierà la determinazione di Nash. Se ha detto che alle otto in punto sarà da me, sono più che certa che sarà così.

Mi barrico in casa, senza nemmeno avvertire i miei di essere tornata.
Sono andati -mamma, papà, Leslie- a trovare mia nonna Clarisse, che vive in un piccolo paesino europeo.
Io mi sono rifiutata categoricamente si seguirli.
Non che non voglia vedere la nonna, ma sono sommersa di studio a causa dell'avvicinamento degli esami finali, e inoltre sto aspettando con ansia -molta ansia- che arrivi la lettera del college. Ho scelto Stanford, semplicemente perché è l'università dove sognavo di andare da bambina.

Ho discusso a lungo con la mamma perché non volevo andare al college. Volevo rimanere qui a Miami, restare insieme a Cameron, e fregarmene di tutto.
La scuola non era il mio progetto per il futuro.
Poi le cose sono cambiate.
Grazie a Sophie, ho capito che non devo permettere a nessuno di condizionare scelte al posto mio. Cameron mi aveva detto che non sarebbe andato al college, e io mi ero fatta prendere dal panico: non sarei riuscita a sopportare la lontananza.

Da quando non stiamo più insieme, mi manca terribilmente, ed è inutile mentire a me stessa.
Cameron rappresenta un capitolo importante della mia vita. Il problema è che è giunto il momento di cambiare libro. E sono più che certa che Stanford sia la scelta adatta, almeno per ricominciare.
Voglio farlo.
Voglio cambiare stile di vita, rimboccarmi le maniche ed intraprendere una strada tutta mia. Non voglio consigli, suggerimenti, critiche. Voglio sbagliare, e poi avere la possibilità di correggere i miei errori. Da sola. Proprio come deve essere.

Appena mi sdraio sul letto, mi arriva un messaggio da parte di Travor, in cui mi avvisa di essere arrivato.
Non mentivo quando ho detto che dovevamo finire un progetto di scienze.

Scendo le scale, stando attenta a non fratturarmi nessun osso importante.
Sono davvero maldestra, e lo dimostra il fatto che inciampo, e per poco non mi ritrovo col sedere per terra.
Raggiungo il portone di casa, e giro la maniglia per aprire a Travor.

"Ciao, bellezza." Sorrido, prendendomi gioco di lui.
Qualche giorno fa Sophie gli ha scritto un messaggio davvero dolce, l'unica cosa che stonava era il 'bellezza' alla fine di quel poema.

"Bellezza?" Gli ho chiesto, rimanendo il più possibile lontano da lui.
Travor ha alzato gli occhi al cielo. "Se non mi ridai il cellulare entro due secondi ti picchio. E no, non mi importa se sei una ragazza."
Sono scoppiata a ridere, facendo qualche passo all'indietro.
La bella giornata al parco si stava traaformando in un piccolo incubo, per Travor. E il fatto che avessi incrociato Katleen e Matt rendeva il tutto ancora più spiacevole.
"Sophie dice che ti ama."
Travor sorride, leggermente in imbarazzo. "Lo so."
"Non credo sia così. Se ti amasse veramente non ti chiamarebbe bellezza, zuccherino."
Alla fine ho dovuto ridargli il telefono, ma ho continuato a prenderlo in giro, giorno dopo giorno. E non ho intenzione di smettere.

"Dio, la smetterai mai?" Si lamenta Travor, entrando nel mio salotto.
Scuoto la testa, ridendo. Prenderlo in giro è divertente.
"Ti dà fastidio?"
"Parecchio, sì."
Mi fingo offesa. "Ah, quindi lei può chiamarti così, e io invece no? Credevo fossi il mio migliore amico, Travor. Ma okay, se questo è ciò che vuoi."
Lui alza gli occhi al cielo, poi mi prende per i fianchi e mi solleva, come se non pesassi nulla.
Mi posiziona sulla sua spalla ossuta -decisamente con poca delicatezza- e poi inizia a salire le scale saltellando ogni tanto.
"Travor! Falla finita, stupido!" Squittisco, tirandogli pugni sulla schiena, che invece di fargli male lo fanno ridere.
"Su, bellezza, è arrivato il momento di studiare."

Dopo un lungo e stressante pomeriggio di studio, io e Travor portiamo finalmente a termine il progetto di scienze.
Avremo la rappresentazione fra qualche giorno, giovedì, e spero proprio di prendere almeno una B. Devo mantenere la media alta il più possibile.

Alle otto in punto, proprio come aveva detto, Nash si presenta davanti alla mia porta, bello come sempre.
Gli sorrido, mentre afferro una felpa dall'appendiabiti all'ingresso.
Sono vestita con dei semplici jeans neri strappati, e una maglietta a mezze maniche bianca, e nonostante sia aprile inoltrato, non vorrei che la mia salute peggiorasse. Già ho l'allergia, ci manca solo che mi venga la febbre.

"Sei bellissima." Sussurra Nash, mentre mi chiudo la porta alle spalle.
Sembra quasi intimorito, e vedo le sue guance accendersidi un rosso scuro quando gli rivolgo un sorriso.
"Grazie, Nash. Anche tu non sei niente male."
Indossa un paio di jeans e una camicia azzurra, con i primi bottoni slacciati.

Saliamo nella sua macchina, e per tutto il tragitto non facciamo altro che parlare del più e del meno.
Lui fa domande a me, e io ne faccio a lui.
Ogni volta che parliamo, che abbiamo una conversazione, mi sembra sempre di scoprire qualcosa di più su di lui. È una bella sensazione, ma in qualche modo mi mette a disagio.

"Eccoci." Annuncia, parcheggiando in una dei posti auto più vicini all'ingresso.
Mi slaccio la cintura, e appena esco dalla macchina vengo travolta dalla melodica risata di Sophie.
Mi guardo alle spalle, e vedo tutti i miei amici che parlano allegri davanti all'ingresso del cinema.
Faccio un sospiro, cercando di regolarizzare il battito cardiaco.

Le ginocchia non smettono un attimo di tremare, fino a quando io e Nash li raggiungiamo.
Ci sono tutti. Non ne manca neanche uno.
"Ciao." Sorrido timidamente, mentre sento il suo sguardo bruciarmi ardente sulla pelle.

Sono terribilmente a disagio, e la sensazione aumenta ancor di più quando entriamo nella sala numero 8, dove proietteranno il film che abbiamo scelto.
Le mie certezze cadono quando l'unico posto rimasto libero è accanto a Nash e Cameron.
Sono costretta a sedermi lì in mezzo, più che certa che tutti quanti si siano messi d'accordo per far si che dovessi per forza sedermi accanto a lui.

Non so di preciso cosa succederà, sarà una lunga serata.
Non dovrei essere così nervosa.
Eppure non riesco a togliermi di dosso la sensazione che succederà qualcosa di terribile.

Spazio Autrice

Mi scuso infinitamente per il ritardo! Ho avuto un'interrogazione dietro l'altra, e trovare un minuto per scrivere mi è risultato veramente difficile.
Spero che il capitolo vi piaccia, e mi scuso in anticipo per eventuali errori grammaticali o di battitura.
Sto inoltre lavorando alla nuova storia, e spero vivamente che vi piacerà! Dovrei pubblicare il prologo in settimana, ma prima di iniziare con gli aggiornamenti voglio finire questa storia e anche l'altra, "Dear Best Friend". Passate a leggerla, se vi va.
Ci sentiamo presto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro