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Capitolo trenta

Pronte?

Ci sono momenti in cui l'unica cosa che vorresti fare è scomparire.
Rinchiuderti in una stanza, dentro te stessa, nel tuo silenzio.
Quei momenti arrivano spesso quando meno ce lo aspettiamo. Come le cose belle. Quelle emozioni che aspetti da sempre, e appena smetti di pensarci un attimo loro ti piombano davanti agli occhi. E tu non te ne accorgi nemmeno.

La differenza fra questi due momenti, è che uno ti soprende, ti coinvolge all'improvviso, facendoti sentire felice. L'altro momento, invece, ti fa sprofondare nelle tue insicurezze, in quelle paure di cui credevi di esserti liberato.
Ma non è mai così. Certe cose, certe persone, semplicemente non passano mai.

Faccio un profondo respiro, cercando di regolarizzare il battito del cuore.
Galoppa veloce, senza sosta.
Sento l'ansia crescere in me, i nervi tendersi sotto tanta pressione.
Ho paura.
E di solito io non ne ho mai.

"Cosa stai dicendo?" Mormoro con voce tremante, anche se una parte di me ha già capito ogni cosa.
L'altra parte però, quella ingenua e terribilmente ferita, si rifiuta di crederci.
Non posso credere che Nash sia capace di fare una cosa simile. E io stupida che per un attimo avevo creduto di potermi innamorare di lui.

Katleen fa un ghigno, prima di rivolgere uno sguardo a Matt.
Non riesco a decifrare la sua occhiata, e più tempo trascorro qui con loro, più sento le mie certezze cedere, come un castello di carte.

Chiudo gli occhi per qualche secondo, focalizzandomi sul battito irregolare del mio cuore.
Sento che potrei avere un attacco di panico da un momento all'altro, e, sinceramente, è una delle ultime cose che spero mi succedano.

"Fai un profondo respiro." Ordina dolcemente Matt al mio orecchio, tenendomi saldamente contro il suo petto.
Eseguo l'ordine, ma d'un tratto mi rendo conto dell'assurda situazione.
Do uno spintone a colui che una volta era il mio migliore amico, la persona di cui più mi fidavo.
Matt, preso alla sprovvista, mi lascia andare, barcollando all'indietro.

"Non toccarmi!" Esclamo, facendo dei passi indietro.
Vado a sbattere contro il petto di Nash, che mi blocca per evitare che io cada a terra come una stupida.
Mi divincolo dalla sua presa, cominciando ad urlare.

"Statemi lontani! Siete tre stronzi, mi avete presa in giro! Non vi è bastato distruggermi la vita una volta? Dovevate per forza togliermi l'unica cosa che-" La mia sfuriata viene interrotta dalle mani di Katleen che si posano sulle mie spalle.
Con una mano mi tiene fermo il polso.

"Audrey, adesso calmati" Mormora, e il mio corpo reagisce all'istante. "Ti prego, non vogliamo farti del male. Ammetto che Nash si sia leggermente fatto prendere la mano con quei messaggi, ma lo scopo di tutta questa storia è farti sapere con chi hai a che fare da una vita. Fidati, i cattivi non siamo noi."

Le scoppio a ridere in faccia, sarcasticamente.
Non sono loro i cattivi? E' ridicolo. Tutta questa situazione lo è.
"Sai cosa c'è, Katleen? Non mi importa. Non voglio sapere nulla."

"Devi ascoltarci, Audrey! Lo stiamo facendo esclusivamente per te, noi-" Katleen cerca di giustificarsi, ma non le do ascolto.
Non mi fido di lei. Non più.
"Lasciami." Dico a denti stretti, cercando di sfuggire dalla sua presa.
"No! Mi devi ascoltare."
"Non voglio farlo!" Ribatto, strattonando il braccio.
"Vivi in una bugia!"
"Stronzate! Dici stronzate da una vita, Katleen! Dicevi stronzate in montagna, e ne hai dette anche negli ultimi nove mesi. La nostra amicizia è stata una bugia, non la mia vita. Quindi falla fottutamente finita. E ora lasciami."
"Sei cocciuta, lo sei sempre stata, ma non capisci che voglio solo aiutarti!"

"Lasciala o giuro che ti metto le mani addosso. E non mi interessa se sei una ragazza." La voce vellutata di Cameron mi porta a girarmi.
Faccio un sospiro di sollievo, rendendomi conto di aver trattenuto il respiro fino ad ora.
Sono terrorizzata.
Le parole di Katleen mi spaventano: e se veramente ci fosse qualcosa di più grande dietro a questa storia? E per quale dannato motivo non dovrebbe essere lei che vuole farmi soffrire?

Ci voltiamo tutti verso Cameron, che è affiancato anche da tutti gli altri ragazzi.
Evidentemente le mie urla sono servite a qualcosa.
"Seriamente, Katleen. Lasciala." Ordina, con tono minaccioso.
Lei sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
"Mi sei sempre stato sulle palle, sai?" Gracida, lasciando il mio polso.

"Sei una bugiarda." Sputo velenosamente, incrociando le braccia al petto.
Katleen si stringe nelle spalle. "Sì, hai ragione. Ma Cameron è comunque un rompipalle, perciò."
Alzo gli occhi al cielo, pronta a strapparle tutti i capelli, quando l'attenzione di Katleen si sposta su qualcuno in particolare.

"Kevin. Proprio te cercavo." Ghigna, imitando la mia posizione.
Matt si volta verso di lui, che stringe la mascella facendo vagare lo sguardo da uno all'altra.
Confusa, aggrotto le sopracciglia.
"Lascialo in pace, Katleen. Hai già rovinato troppe vite." Interviene Sophie, mettendosi davanti a suo cugino.

Katleen ridacchia, chiaramente divertita.
"Fidati, quando avrò finito di raccontare ogni cosa, non sarà l'unico a dover dire per sempre addio alla dolce Audrey."

Sbarro gli occhi, mentre le gambe cominciano a tremarmi.
Di che diamine sta parlando?

Mi guardo intorno confusa, mentre ogni cosa sembra perdere senso.
Perché deve sempre esserci qualcosa che rovina tutto?
Perché non posso semplicemente vivere la mia vita in santa pace?

É ridicolo che tutti sappiano qualcosa di me che persino io ignoro.
É una cosa stupida, e non riesco a capacitarmi di come Katleen sia sempre e comunque in possesso di alcune informazioni che stravolgano la mia vita, o quella di qualcun altro.

"Ora basta. Non voglio ascoltarti, Katleen. Non voglio sapere cosa sai di me, o su qualcun altro dei presenti. Voglio solo che mi lasci in pace" Sospiro, avvicinandomi a Cameron, che mi prende i fianchi facendo combaciare la mia schiena al suo petto.
Sento il mio cuore battere velocemente, finalmente consapevole di essere al sicuro.

Katleen alza gli occhi al cielo. "Devi ascoltarmi, Audrey, non hai scelta."
Emetto un urletto di disperazione. "Mi porti allo sfinimento, lo sai? Non me ne frega niente! Non mi importa di ció che dici, di ció che fai o-"
"Sei stata adottata."
Mi blocco, completamente congelata sul posto.
Sento il braccio di Cameron stringere la presa sulla mia vita, mentre tutto intorno a me si fa confuso, e sento le ginocchia cedere.

Katleen sospira, fissandomi con i suoi grandi occhioni. "Sei stata adottata, Audrey. E non é finita qui! Adesso arriva la parte che preferisco! Sedici anni fa-"
"Chiudi quella stramaledetta bocca!" Una vocina esile e leggermente acuta mi fa sobbalzare, ma non mi distrae dai miei pensieri.

Percepisco tutto ció che mi sta accadendo intorno, ma in modo ovattato.
Fisicamente sono qui, ma psicologicamente sono da tutt'altra parte.
Ora capisco.
I miei strani sogni, di cui non ho mai parlato a nessuno, le foto di famiglia, che mi sono sempre sembrate strane, mia madre, che in realtá non é mia mamma...
Sento la testa girare, e in pochi secondi mi ritrovo in lacrime.
La mia vita é una bugia.
Chi sono veramente?

Mi asciugo le guance, e mentre tutti i miei amici parlano uno sopra l'altro, io mi avvicino a Matt, che se ne sta in silenzio a guardare la scena di una Katleen attacata da tutti.
"Okay" Esordisco, con voce tremante. "Voglio sapere la veritá."

***

In questo momento sono seduta su una panchina, in un bellissimo parco, mentre tengo fra le mani una pila di fogli, probabilmente i documenti che verificano la mia adozione.
Seduta di fronte a me c'é Katleen, che sorseggia un po' del mio caffé.
Ho bisogno di rimanere sveglia, e questo e l'unico modo che conosco per non crollare. E pare che serva anche a Katleen.

Qui nel parco ci siamo solo noi due.
Ho chiesto agli altri di rimanere distanti, con grande disapprovazione di Cameron e Valerie.
Un altro che sembrava completamente contrario era Kevin.
Sento che é convolto in questa storia.
Lo chiedo a Katleen, che sospira annuendo.

"Ascolta, so che ti sembreró io quella cattiva, ma non é cosí! Hai il diritto di sapere la veritá, Audrey."
"Perché sei cosí buona con me?" Domando, sinceramente confusa.
Io e Katleen non siamo amiche. Non piú.
Non ha senso che voglia aiutarmi, come lei stessa sostiene.

Katleen rimane in silenzio per qualche secondo. "Non lo faccio per essere buona. Lo faccio perché in fin dei conti tu non mi hai fatto nulla di male, e io non ho motivo di odiarti. L'ho solo capito troppo tardi."
Aggrotto le sopracciglia. "Capito cosa, di preciso?"
"Che ti voglio bene."

Un sorriso amaro si dipinge sul mio volto, ma non commento.
Ora mi interessa sapere altro.
"Comunque, stavo dicendo; meriti di sapere la veritá." Mi prende una mano, stringendola, mentre forza un piccolo sorriso.
"Ma non da te." Una voce roca e profonda mi fa distogliere lo sguardo da quella che fino a qualche mese fa era come una sorella, per me.
Adesso che cos'é veramente Katleen? Una conoscente? Una sconosciuta? O semplicemente una vecchia amica con cui peró non ho piú nulla a che fare?

Mi volto verso destra, trovandomi davanti un Kevin sconvolto almeno quanto me.
Ha gli occhi rossi e il viso pallido.
Katleen borbotta qualcosa fra sé e sé, prima di alzarsi dalla panchina e lasciare il suo posto a lui. Non se ne va, ma rimane in piedi accanto a lui, osservando ogni sua mossa.

Kevin comincia a raccontare, e ogni parola che pronuncia risponde ad ogni mio dubbio.
"Avevo solo quattro anni, ma ricordo molto piú di quanto ricordi tu.
Io e te abbiamo precisamente un anno e sette mesi di differenza, ma sono stato bocciato una volta in seconda, e quindi ora siamo in classe insieme.
I miei genitori...i miei genitori erano felici quando sei nata. Mia zia, che poi é anche la tua, un po' meno. Sei mia sorella, Audrey. Mi spiace non avertelo detto prima, ma ne ho avuto la certezza solo pochi giorni fa."

Sono sconvolta.
Non riesco a capacitarmi di quello che Kevin mi ha appena raccontato.
"Tu-" Provo a chiedergli qualcosa, ma mi interrompe all'istante.
"No, ti prego. Lasciami finire. Come dicevo...zia Suzy non era entusiasta della tua nascita. Amava da sempre nostro padre, e aveva cercato in tutti i modi di separare i nostri genitori. Non ci era mai riuscita. Nel settembre di quattordici anni fa, appiccó un incendio nella villa nella quale vivevamo. Riuscirono a tirarti fuori di lí. La cosa strana, é che nessuno ti trovó mai. Ti credevamo tutti morta, Audrey. Finché un giorno non arriva la notizia che a Miami é stato trovato un testimone che conferma di averti vista. Siamo andati tutti fuori di testa. Il tuo corpicino non era mai stato ritrovato all'interno della villa, anche dopo che le fiamme erano state spente. Avevamo sempre conservato la speranza che tu fossi ancora viva. Ed é cosí. Non sei stata abbandonata, Audrey. Portarti via era evidentemente l'unico modo di salvarti dalla rabbia di Suzy."

Rimango in silenzio per lunghi minuti, mentre lacrime salate scorrono sul mio viso.
É tutto cosí incredibilmente...assurdo.
"Quindi tu sei mio fratello." Esordisco, una volta che riesco a regolarizzare il respiro.
"Sí."
"E Sophie é mia cugina, giusto?" Chiedo, e Kevin annuisce.
"Bene" mi alzo in piedi, mentre Kevin e Katleen mi osservano di sottecchi. "Non voglio vedervi mai piú. State lontani da me." Mi volto, allontanandomi velocemente da tutte quelle bugie.
Le bugie di cui é fatta la mia vita. Sempre ammesso che io ce l'abbia, una vita.
Dopo stasera, non so nemmeno piú chi sono.

Spazio Autrice

Sono in ritardo di settimane, lo so.
La buona notizia, é che ci sará un capitolo in piú dopo questo, prima dell'epilogo e della fine di questa storia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che non l'abbiate trovato troppo scontato o stupido.
Ci sentiamo presto, e questa volta dico per davvero!💋

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