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Capitolo tre

Sbuffo prima di alzarmi dal comodo divano.

"Ho capito, vado io." Mi lamento, e sento i miei genitori ridacchiare.

La famiglia oggi si è riunita, visto che papà ha ottenuto un paio di giorni di riposo essendosi portato molto avanti con il lavoro.

Così io e Leslie abbiamo fatto i popcorn, scelto un film, e ci siamo aggregate sul divano insieme ai nostri genitori.

Abbiamo ordinato delle pizze, e dovrebbero arrivare a momenti.

Oggi è sabato, e sono stanchissima.

La settimana è trascorsa in modo tranquillo.

Io e Jase abbiamo continuato ad andare insieme a scuola, e anche a tornare a casa, e ho scoperto che è un ragazzo davvero molto simpatico.

Inoltre è proprio bello.

Travor è sempre stato paziente con me, mi ha aiutata nei momenti in cui sentivo di non farcela, e non smetterò mai di ringraziarlo.

Ha inoltre chiesto di uscire alla biondina nel corridoio, che ha rifiutato con un sonoro no che credo abbia sentito tutto l'istituto.

È stata una stronza, ma comunque la sua reazione mi ha divertita.

Insomma, come fai a dire di no a uno come Travor?

Matt in questi giorni ha provato a parlarmi.

Per un attimo, giovedì a mensa, ho pensato di lasciare che mi dicesse ciò di cui voleva tanto parlare, ma poi ho ragionato e ho capito che se avessi dato a lui la possibilità di spiegare, lo avrei dovuto fare anche con tutti gli altri.

Perciò l'ho evitato, senza rivolgere parola a nessuno.

Non vedo Valerie da un po' e ho paura che le sia successo qualcosa.

Scaccio il senso di preoccupazione, e apro la porta di casa.

Ad aspettarmi, naturalmente, c'è l'ultima persona che vorrei vedere.

"Ciao Audrey!" La signora Dallas mi saluta con un tenero abbraccio, che io fatico a ricambiare.

Da dietro di lei, vedo spuntare la testolina bionda di Kate.

Non la vedo da un sacco, e quando mi abbraccia non esito a ricambiare la stretta.

"Hey biondina." Ammicco in modo scherzoso verso di lei, facendola scoppiare in una piccola risata.

Il signor Dallas, con i mano otto cartoni di pizze, mi sorride, e io forzo un altro dei miei soliti sorrisi falsi.

Sposto lo sguardo, e poi lo vedo.

Jeans blue, una semplice t-shirt rossa, capelli spettinati e il solito sguardo penetrante.

Mi scosto di poco, e Cameron entra in casa.

Chiudo la porta, cercando di regolarizzare il respiro, e quando mi volto, lo trovo a pochi passi da me.

Inizio ad agitarmi, e il cuore batte più velocemente del normale.

Guarda in basso, e cerca di afferrare la mia mano.

"Non credo che tu voglia un altro schiaffo. Specialmente davanti ai nostri genitori." Lo minaccio sussurrando, prima di superarlo con una spallata.

Cerco di ignorare la sua presenza dietro di me, ma è veramente tanto complicato.

Solo dio sa quello che Cameron riesce a farmi provare.

Sono totalmente dipendente da lui, e invece dovrei solo stargli alla larga, senza nemmeno pensarlo.

"Allora cara Audrey, come va a scuola?" La signora Dallas seduta accanto a mia madre, mi rivolge un piccolo sorriso.

"Oh va tutto bene!" Forzo un sorriso,prima di sedermi su una delle sedie che Leslie ha portato qui.

"Quest'anno è difficile eh?"I miei genitori intervengono all'istante, parlando di quanto io sia brava nell'impegnarmi.

Sbuffo, mentre sento la noia avvolgermi come la nebbia.

Kate e Leslie si scambiano uno sguardo complice, prima di ridacchiare e salire di sopra molto velocemente.

Ciò significa che sono costretta a restare qui, in salotto, con i miei genitori, i Dallas, e Cameron.

*
La serata trascorre lentamente, con qualche occhiata del ragazzo dai capelli scuri.

"Audrey puoi prendere la torta di gelato nel frigo?" Mia madre mi fa un sorriso, e io mi alzo dalla sedia in pelle bianca.

Ci siamo seduti al tavolo per cenare, con la pizza, e da quando i Dallas sono arrivati sono rimasta in silenzio.

È difficile.

Averlo così vicino è difficile, e mi fa così tanto male.

Annuisco verso mia madre, prima di alzarmi dal tavolo.

"Ti aiuto." Si alza dalla sedia, e mi segue in cucina.

Apro il frigo, cercando di regolarizzare il mio respiro.

Le mani mi tremano, e per poco la tortina non mi cade.

"Attenta." La sua voce.

Le mani di Cameron si mettono sopra le mie, e io sospiro pesantemente.

Sento il suo fiato caldo sul mio collo.

I nostri occhi si incontrano, e ci guardiamo come mai prima d'ora.

Le sue dita sfiorano la mia guancia.

"Audrey."

Il mio nome pronunciato da lui è come la più dolce e significativa poesia che esista.

Mi allontano.

Non posso permettere che tutto questo accada.

Non posso permettergli di rendermi così vulnerabile, così tanto legata a lui.

Non posso.


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