Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 3

-Jared Pov-

Io gli ho dato il mio cuore, e lui l'ha preso e l'ha stretto crudelmente fino a ucciderlo

//Cime Tempestose

La pioggia mi bagna il cappuccio della mia felpa rossa. Sento le gocce punzecchiarmi dolcemente il mento. Con il temporale l'aria si è fatta più umida, sono vestito troppo leggero dovrei tornare in casa se non voglio beccarmi un malanno ma preferisco di gran lunga stare qui fuori al freddo che rientrare in una casa priva di calore umano.

Sono seduto su una macchina vecchio stile nel Drive In sul colle ormai totalmente abbandonato. Quando sono solo vengo qui a pensare. È proprio in cima alla collina che sovrasta la città c'è un panorama stupendo. Posso vedere casa mia da qua, le luci sono accese. Cece starà cucinando un piatto di funghi o ricordando ai vicini quanto è migliore in tutto e per tutto.

Lascio penzolare i piedi nel vuoto. Qui è come un cimitero di macchine d'epoca, Mastang, Chevrolet, Ford. Da una malinconia enorme pensare che un tempo questo posto brulicava delle risate della gente, brulicava di vita.

Lancio un sassolino nel dirupo, non sento alcun rumore a parte lo scroscio della pioggia e quello del mio respiro. Un tuono rompe il silenzio e il buio nel cielo. Così terrificante, così bello.

So che è il momento di andarmene quando un fulmine si schianta a venti metri da me. Fortunatamente sono venuto in moto e velocemente mi infilo il casco e parto in quarta.

ShoreVillage è pieno di boschi, una volta l'anno viene denunciato il solito lupo cattivo mangiabambini ma il vero pericolo sono gli orsi. Bambini cresciuti con i miti del dolce orso Yoghi goloso di miele vengono brutalmente uccisi. Papà si lamenta costantemente della poca efficienza delle guardie forestali.

Sulla strada non c'è nessuno e continuo con un andatura di novanta chilometri orari.

In venti minuti sgorgo il familiare profilo di casa mia. La luce è accesa e il viale che porta al garage è occupato da una Mercedes metallizzata col posteriore un po ammaccato.

Non riconosco subito la macchina, ma sono sicuro che non appartenga ne a mia madre ne a mio padre. Non l'ho mai vista in vita mia. Accosto e parcheggio la moto accanto al recinto.

Mi avvicino alla macchina e sfioro il parabrezza bagnato dalla pioggia, pulendolo con la manica da alcune goccioline per dare una sbirciata all'interno.

Spalanco gli occhi per lo stupore. Il portafortuna risalta subito ai miei occhi. Immagini del mio passato mi tormentano, quello stupido pezzo di metallo mi tormenta ancora. So perfettamente a chi appartiene il ciondolo e la macchina.

Quando smetterà di tormentarmi. Il mio passato è come un ombra, alcune volte sembra non esserci ma è sempre lì dietro di me pronta ad afferrarmi ad ogni mia insicurezza.

Spesso vorrei chiudermi in un bozzo come fa mia madre, ma le mie emozioni escono sempre fuori ma questa volta non posso concederglielo.

La felpa ormai è zuppa così come i miei capelli e le mie scarpe. Mi passo la manica della felpa sugli occhi per vedere meglio mentre un fulmine conquista il cielo di settembre. Salgo i gradini del giardino uno alla volta traendo respiri profondi. Il mio corpo mi dice di voltarmi e di mettermi a correre ma la mia mente è ferrata. Non posso più scappare. Devo sapere la verità e questo è l'unico modo.

Apro la porta e mi trovo davanti la persona a cui sono sempre paragonato da quando ho memoria. La fotocopia ambulante di mia madre. Alcune persone dicono che ci assomigliamo ma io in noi due vedo gli opposti, le due facce della stessa moneta. Restiamo a fissarci per qualche momento, io assumo la mia espressione più sprezzante mentre lui mi squadra da capo a piedi. Devo essere fradicio penso.

Ma non vedo le gocce sul pavimento e non sento più i brividi su tutto il corpo. Sarà l'adrenalina

"Mamma mi ha detto che fra un po devi uscire" dice senza staccare gli occhi da me. Riconoscerei quella voce da un chilometro di distanza, il tono calmo come quello di Cece. Sto seriamente pensando di rompergli il vaso cinese sulla cristalliera in testa.

"Si Kyle deve andare al cinema e mi ha chiesto di accompagnarlo. Quando torno dobbiamo parlare" replico stizzito.

"Decisamente, è ora di recupare il nostro rapporto di prima? Che dici Jar magari potremmo fare due tiri al canestro insieme . Che dici?"

Il ciuffetto biondo cenere gli ricade su gli occhi, nascondendo le rughe d'espressione che gli si formano ai lati del viso. È solo due anni più grande di me, ma io sono leggermente più alto e lo sovrasto con la testa.

"Nei tuoi sogni, Nate"

Brooke Pov

Cammino con passo veloce lungo le scale, saltello allegramente facendo il gioco di non prendere le parti nere.

Oggi sono tornata prima da scuola, la maestra ci ha fatti uscire prima da scuola perché mancava la maestra di musica, così sto facendo una sorpresa a mamma. Magari giocheremo insieme alle bambole oppure mi leggerà qualche poesia.

Continuo a salire appoggiandomi al corrimano. Mi manca Ray, mamma dice che è andato a fare un lungo viaggio ma secondo me si sta nascondendo da qualche parte perché vuole farmi una sorpresa come io la sto facendo a mamma.

"la la la la la" canticchio allegramente. Sono quasi in cima alla scala, vedo la porta di casa mia. Salgo l'ultimo gradino e apro la porta. Appoggio lo zaino sul tavolo in cucina e urlo:

"Mamma sono in casaaa, sorpesa" ma dove è di solito è qui. Sento uno strano odore acre, tipo di un detersivo non so spiegarlo bene. Ci sono! Forse è in salotto ma si.

Corro zampettando per il corridoio quando inciampo qualcosa e finisco a pancia all'aria. Ma cosa è successo.

Mi sono fatta la buah sul ginocchio e fuoriesce del sangue dalla ferita ancora aperta, dopo la mamma mi metterà la cosa rosa per disinfettare. Mi giro e guardo la cosa in cui sono inciampata. È una siringa con dentro un liquido trasparente. Non sembra acqua, lo porto al naso e l'annuso.

Lo metto subito via e tossisco, ha un odore pessimo. Chissà che ci fa qua, magari è uno dei medicinali di mamma.

Arrivo finalmente in salotto e sento la mamma sbuffare. Mi metto dietro lo stipite del salotto per farle un agguato. Chissà come riderà e mi farà saltare in aria. Così mi metto dietro e in un attimo spunto fuori allargando le braccia e urlo: sorpresa, con un sorriso stampato sul volto.

Ma il mio sorriso scompare in men che non si dica.

Mamma è distesa sul divano, ha gli occhi rossi e il volto rigato dalle lacrime. È raggomitolata su se stessa e si tiene le ginocchia fra le mani. Per terra ci sono tantissime siringhe rotte, il tappeto e il divano sono piene di chiazze arancioni. Sta tremando.

Mamma sta singhiozzando mentre mi guarda negli occhi. Ha dei segni rossi su tutto il corpo, dai polsi scorre un fiume di sangue, che macchia i cuscini del divano. Sui polsi ha segni verticali. La guardo stupefatta, sento le guance rigarsi di lacrime e scoppio in un pianto disperato.

"Mamma" mamma fa un cenno con la mano e mi dice di avvicinarmi. Mi avvicino pian piano facendo zig zag fra le siringhe e i vetri rotti e mi siedo accanto a lei. Il mio grembiule si sporca di sangue.

Ha gli occhi come stanchi, come se faticasse a tenerli aperti. Le cola sangue dal naso, mi sembra un di quelle fenici che muoiono ma poi rinascono dalle proprie ceneri.

Avvicina pian piano la sua mano alla mia e la stringe, ha una stretta debole e ha le mani fredde.

"Mamma sei fredda"

"Non ti preoccupare tesoro mamma sta andando in un posto migliore"

Mi da un buffetto tenero sulla guancia e continua ad accarezzarmi il collo. La mamma sta partendo? Come è partito Ray?

"dove vai mamma? Mi porti con te vero?" sento una lacrima amara che riga la mia guancia ma mamma me l'asciuga con la mano.

"Vado da lui, da Ray" dice con voce flebile, emettendo un gemito di dolore "Brooke tesoro mio guardami"

Mi fa girare la testa verso il suo viso, è così debole.

"Promettimi una cosa tesoro"

"Qualunque cosa mamma"

"Nella vita amore goditi il silenzio, è tutto ciò che conta" fa un sorriso stanco e chiude gli occhi prima di accasciarsi sul cuscino. La sua mano, prima nella mia, si rigira con il palmo all'insù. Il petto che prima regolarmente andava su e giù si ferma di scatto.

"Mamma" la scuoto dalla spalla ma lei non si muove di un centimetro.

"Mamma" continuo a scuoterla con le lacrime agli occhi, la prendo dalla testa e inizio a tirarle i capelli"

"Mamma Mamma! Signora Stobkins aiuto mamma non sta bene"

Ricordi sfocati della polizia che entra in casa.

Mamma sul pavimento.

Poi più niente.

"Brooke siamo quasi arrivate" una voce interrompe le mie fantasticherie, Lynn. Mi capita raramente di ripensare a quella notte, tento soprattutto di evitarlo. Dopo quel giorno io e mia madre non ne abbiamo più parlato, lei si sforzava di essere forte per me e viceversa. Mi viene quasi voglia di chiamarla, ma è un adulta ed è cambiata da quella notte.

Kathleen indossa un vestito cortissimo, che lascia fin troppo poca fantasia agli occhi dei ragazzi, e inadatto per un uscita al cinema. Non ho fatto commenti perché so quanto è importante per lei questa serata. Io ho optato per un pantaloncino nero alto ed una maglia larga che ho trovato nel mio cassetto.

"Eccoli" Kathleen batte le mani e inizia a pettinarsi i capelli, sta indicando qualcuno alle mie spalle. Mi giro lentamente e vedo due ragazzi che ci stanno venendo incontro.

Sposto il peso da un piedi all'altro e continuo a guardare per terra. La strada è decisamente sporca, piena di cicche di sigarette e pezzi di vetro da ripulire. Guardo il cielo, è ancora grigio per il temporale passato da poco.

Kyle e Kathleen si salutano educatamente dandosi due baci sulle guance. Mi giro per presentarmi quando rimango sbigottita per chi ho davanti.

Ingoio il groppo in gola e lo fisso trattenendo il respiro.

Jared.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro