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Capitolo 6

Sara

"Beh già sai che ho una pasticceria, quello che non sai è che in realtà non sono l'unica proprietaria, ho un socio e si chiama Josh." Sento Corey irrigidirsi accanto a me. "Lo stesso Josh che ti ha picchiato?" mi chiede non controllando il tono della sua voce.

"Sì, lui." Confermo. "Che razza di bastardo! Io lo uccido!" inizia ad agitarsi e non so come proseguire.

"No, non puoi Corey! Tu non sai che persona è, non lo sapevo nemmeno io prima di tutto questo. Pensavo fosse una persona a posto!" mi prendo la testa tra le mani mi stringo a Corey per cercare di farmi coraggio.

"Ok stai calma, raccontami il resto." Cerca il mio sguardo e mi invita a proseguire.

"Avevo 16 anni quando ho conosciuto Josh, lui era all'ultimo anno di liceo ed io ero innamorata persa di lui. Ero una ragazzina, piena di sogni ma con nessuna esperienza dell'amore. Quando iniziammo ad uscire iniseme non mi sembrava vero. Josh era bellissimo, aveva un sacco di amici e gli piaceva fare sempre esperienze nuove.

Io ero una ragazzina timida, non so cosa vide in me, ma di fatto rimanemmo insieme due anni. Mi portava alle feste migliori, mi trattava come una principessa, ed io nella mia ingenuità, mi sentivo amata e, non volevo vedere che i regali che mi faceva erano troppo costosi per uno studente. Gli credevo, quando, dopo che spariva per giorni, mi diceva di aver dovuto aiutare sua nonna o dei suoi nuovi amici a fare chissà cosa. Non mi importava, ero troppo stupida ed innamorata.

Poi un giorno lui non tornò più da me. Aspettai ma le settimane passavano, non era mai capitato che sparisse per un periodo così lungo, così mi feci coraggio ed andai da sua nonna Mary, nella sua pasticceria."

"La tua pasticceria?" Mi chiede Corey. "Sì ora è la mia, o meglio mia e di Josh."

"Ma sei...siete sposati?" Guardo Corey e vedo timore nei suoi occhi.

"No, non siamo niente a parte che soci, pensavo fosse un amico ma mi sbagliavo, mi sbaglio sempre quando si tratta di lui! Dannazione!" Mi arrabbio e con un tono distaccato riprendo a raccontargli che sua nonna mi disse che lo avevano arrestato per spaccio di cocaina e che sarebbe rimasto in prigione per 5 anni. Continuai ad andare alla pasticceria perché avevo bisogno di capire e volevo convincere Mary a portarmi a far visita a Josh, ma lei continuava a ripetermi di togliermelo dalla testa, e che non meritavo di soffrire a causa sua come toccava a lei. Mary aveva solo lui, e lei era tutto ciò che rimaneva della famiglia di Josh. La madre di Josh è morta giovane e del padre non si è mai saputo nulla, quindi sua nonna l'aveva cresciuto da sola, mandando avanti un'attività.

"Passarono i mesi, dimenticai Josh ed in autunno andai al college. Studiavo e lavoravo alla pasticceria per pagarmi gli studi. Mary era diventata un'amica per me, mi ha insegnato tutto quello che so, così quando tornai a casa con la mia laurea in economia, mi propose di gestire la pasticceria perché lei era anziana e voleva godersi la pensione.

Io non avevo grandi prospettive in quel momento, sapevo solo che adoravo lavorare in pasticceria, così accettai." Corey mi accarezza le mani per esortarmi a proseguire.

"Quando Josh uscì di prigione, era una persona diversa, non era rimasto nulla del ragazzo spensierato che conoscevo.

La prima volta che lo rividi non provai niente. Anch'io ero cambiata, non ero più una ragazzina intimidita, ero andata avanti con la mia vita ed ero cresciuta. Josh invece tentò di ricucire il nostro rapporto, ed ancora ci prova, insiste nel dire di amarmi e di voler ritornare insieme..." mi fermo di raccontare ancora incapace di conciliare l'idea che avevo di Josh e di quello che invece mi ha fatto.

"Che bastardo! Non dovrai rivederlo mai più Sara." Mi fa promettere Corey, ma non ho bisogno che qualcuno mi dica di stargli lontana, sono viva per miracolo.

Strofinandomi il viso con le mani, tolgo le lacrime dalle mie guance e proseguo.

"Ovviamente a me Josh non interessava più, ed a lui non interessava la pasticceria, così io continuai a gestirla al posto di Mary e Josh trovo lavoro in una ditta di giardinaggio. Non ci siamo più frequentati, se non a casa di Mary. Lei era anche la mia famiglia, sono figlia unica ed i miei genitori mi hanno avuta tardi, sono morti mentre ero al college, ad un anno uno dall'altra." "Mi dispiace" Mi mormora Corey tra i capelli.

"Eravamo molto uniti, una bella famiglia...conservo gelosamente i ricordi che mi hanno lasciato i miei genitori..." mi soffermo a ripensare nostalgicamente a mia madre e sospirando appoggio la testa sulla spalla di Corey lasciandomi abbracciare.

Sprofondando nelle sue braccia gli spiego che alla morte di Mary, Josh mi chiese di mettermi in società con lui. "Ci accordammo che lui avrebbe messo l'immobile ed io il lavoro, diviso le spese ed i guadagni. Funzionava, ogni mese passavo da casa di Mary, ora casa di Josh a portargli i dividendi, perché lui insisteva nel preferire i contanti ed è così che l'altra sera sono andata da lui, come al solito."

Fisso lo sguardo nel vuoto e Corey mi stringe più forte. "Cosa è successo l'altra sera?"

"Non ho avvertito Josh che sarei passata, le ultime volte non l'ho trovato a casa, quindi per me era normale entrare con le mie chiavi e lasciargli i soldi al solito posto. Quando l'altra sera ho visto le luci spente in casa non mi sono preoccupata, sono entrata, ma mentre stavo per uscire ho sentito dei rumori provenire dalla cantina, così sono scesa, convinta di trovare Pollo il vecchio gatto di Mary, rimasto chiuso per sbaglio di sotto.

Ho sceso le scale e proprio quando ho aperto la porta ho sentito un rumore sordo e quello che ho visto..." Riprendo a piangere, ormai scossa dai singhiozzi. "Calma...sssh..." mi mormora Corey con la sua voce tranquilla e rassicurante.

"Josh aveva una pistola con un silenziatore in mano ed a terra, a qualche metro da lui, c'era un uomo in un bagno di sangue, steso a pancia in giù. Gli ha sparato alle spalle. Io sono rimasta bloccata lì con la mano sulla maniglia della porta e non riuscivo a fare o dire niente. L'uomo a terra è morto subito, ho visto i suoi ultimi difficili respiri. Appena Josh mi dedicò la sua attenzione io mi destai e comincia ad indietreggiare.

Mi parlava come ad una bambina, voleva convincermi che era stato un incidente, ma io ero troppo spaventata ed ho iniziato a correre via da lui.

Lui, a metà delle scale, mi ha raggiunto e mi ha trascinato di nuovo in cantina, io mi dimenavo ed urlavo a Josh di lasciarmi andare via, ma contro la sua forza non avevo speranze. Continuavo a dire a Josh che era un mostro, un assassino e che l'avrei denunciato, innervosendolo ancora di più. Ad un certo punto Josh per farmi stare zitta mi ha spinto, addosso ad una parete piena di cornici appese. L'impatto è stato fortissimo, i vetri si sono rotti ed io mi sono accasciata a terra, ma non mi sono fermata mai di lottare." Guardo Corey che continua a confortarmi. "Sei al sicuro adesso." Mi mormora baciandomi.
"Ho preso nelle mani dei pezzi di vetro delle cornici, ma subito dopo Josh mi ha tirato su bloccandomi le spalle al muro, mi ha detto che non dovevo dire nulla, che altrimenti avrei fatto la stessa fine del tipo morto, che anzi lo avrei dovuto compiacere, che avrei dovuto smettere di fare la schizzinosa e  tornare a stare con lui.
Io gli ho sputato in faccia! Gli ho detto che non mi doveva toccare.
Le sue mani hanno iniziato a stringermi la gola...non respiravo quasi più...poi gli ho piantato i pezzi di vetro nel collo, uno per lato.
Lui ha mollato la presa ed io sono riuscita a scappare.
Sono corsa al negozio.
Ho preso tutti i contanti che avevo in cassaforte, ne avevo molti perché dovevo pagare il nuovo abbattitore, ho chiuso il negozio e sono partita.
Poi ho incontrato te."

Corey

I suoi occhi spaventati mi trapassano, non posso credere a quello che le è successo, questa donna spaventata, e così coraggiosa, è qui tra le mie braccia ed io non riesco a pensare di poterla allontanare da me. Ho bisogno di sostenerla, ho bisogno di vivere per lei.

"Sara io...non so che dire, non posso immaginare come tu possa sentirti dopo tutto questo. Ma posso dirti che io sono qui, per te."

"Oh Corey, non posso farti questo, non posso trascinarti nei miei casini, non voglio che ti succeda niente di brutto." Mi dice come se fosse concepibile solo l'idea di allontanarmi da lei.

"Non posso lasciarti sola ad affrontare tutto questo, voglio aiutarti, voglio proteggerti, voglio stare con te Sara..." cerco il suo sguardo e poi la bacio piano.

In questo bacio le confesso il mio bisogno di proteggerla, la devo convincere a non lasciarmi andare.

"Sara resta con me..." le sussurro a fior di labbra tra un bacio e l'altro.

"Lo vorrei tanto..." mi dice disperata. "Allora è deciso, vogliamo entrambi stare insieme e sarà così! " le dico stringendola a me.

"Ok..." finalmente Sara si è lasciata convincere. "Ma da chi stavi andando a Québec City? " le chiedo ricordando la cartina e l'indirizzo che ho trovato nella sua auto.

"Da Melissa, la mia amica e compagna di stanza del college. Josh non la conosce, non sa nulla sul suo conto, non dovrebbe trovarmi se vado là. Suo padre Andrew era un agente dell'FBI, è appena andato in pensione e si è trasferito da Melissa per godersi la nipotina. Chiederò aiuto ad Andrew, lui saprà come fare per non farla passare liscia a Josh." La guardo e sono sempre più orgoglioso del coraggio di questa donna.

"Ti accompagno da Melissa, la tua auto è sepolta sotto la neve ed anche se funzionasse, non ti lascerei mai partire da sola, quindi è inutile che scuoti la testa, domani si parte per Québec." Le comunico senza indugi.

"Corey?" mi guarda con fare interrogativo. "Sì? Dimmi..." Le chiedo aspettando in silenzio la sua replica.

"Grazie..." mi dice con le lacrime agli occhi. "...ho la sensazione di essere tornata a respirare solo da quando tu mi hai salvato." Sospira.

"Posso dire lo stesso di te. Incontrarti mi ha scosso dal torpore in cui ho vissuto negli ultimi due anni. Non posso lasciarti andare."

La bacio di nuovo e lei schiude subito le labbra. Sentire il suo respiro lieve nella mia bocca, dentro di me, mi regala un'immagine onirica di lei che soffia dentro di me ridonandomi vita, soffiando sulle ceneri della mia anima sperduta, riavviando la fiamma vitale dentro me.

È tutto merito di Sara.

Mi perdo nei suoi baci e mi lascio percorrere dalle sue mani calde, che vagano sotto la mia maglietta. Ho bisogno di sentire la sua pelle contro la mia.

"Sara non ti ho chiesto se c'è qualcuno nella tua vita, ora che ti è tornata la memoria..." deglutisco incapace di staccare le labbra da lei.

"Nessuno, solo tu Corey puoi baciarmi così." E le sue labbra divorano le mie con ancora più slancio.

"Dammi un secondo." Sospiro a fior di labbra, staccandomi malvolentieri da lei. Prendo uno slancio e mi alzo dal suo corpo caldo. Chiamo Layka che arriva trotterellando dalla sua cuccia e la porto fuori. Ormai non nevica più e lei è felice di uscire e perlustrare la proprietà.

Torno da Sara e le dico: "Ora non c'è più nulla che ci può interrompere." E lei mi sorride.

Un sorriso che fa sciogliere il sangue nelle mie vene, un fiume di lava mi scorre sottopelle.

Lei continua a guardarmi ed a sorridere. Quel sorriso è per me...è solo mio...e con questa consapevolezza mi sdraio vicino a lei sul divano e riprendiamo a baciarci.


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