Capitolo 6
AVVISO IMPORTANTE = Ho revisionato tutti i capitoli precedenti e alcune parti le ho proprio modificate perciò prima di leggere questo vi consiglio caldamente di rileggere tutti quelli precedenti.
Scusate se ci ho messo più del previsto ad aggiornare, comunque ora eccolo qui. Spero vi piaccia. Sappiate che non aggiornerò la storia se non ci saranno commenti, che per me sono la parte migliore dello scrivere.
Quel venerdì 7 ottobre era una giornata insolitamente soleggiata per il clima scozzese, forse già per quello avrei dovuto presagire che avrebbe portato interessanti novità. Nel pomeriggio si sarebbero tenute le selezioni per la squadra di Grifondoro; perciò, noi eravamo stati esonerati dalle lezioni. Per prepararmi al meglio avevo deciso di dedicarmi nella mattinata all'altro sport che avevo nel cuore, il quale sarebbe stato un ottimo riscaldamento per i muscoli. Raccolti i capelli in uno chignon e indossate le mezze punte, iniziai con alcuni semplici esercizi. Ero molto felice di essere riuscita trovare un'aula vuota dove potermi dedicare alla danza, ne sentivo davvero la necessità. Era un modo per staccare la mente e rilassarmi. Tutti a casa avevamo un'attività per farlo, papà e mamma giocavano a Quidditch in giardino, mentre Teddy disegnava, J.S. si dedicava alla sua musica e Albus creava pozioni nel vecchio laboratorio del bisnonno Fleamont. Ci eravamo trasferiti nella vecchia casa di famiglia nell'Essex poco dopo la mia nascita. Era stata una vera sorpresa scoprire dell'esistenza di quella villa, la quale era rimasta inabitata dopo la morte, in un breve lasso di tempo, sia dell'uomo che della moglie nel 1979. Era gigantesca all'interno, proprio come uno di quei palazzi delle favole babbane, però, grazie ad un incanto, da fuori sembrava un semplicissimo cottage. Zia Hermione scherzando diceva sempre che dovevamo ringraziare di essere così ricchi da avere vari elfi domestici, compreso Kreacher, che facessero le pulizie al posto nostro, altrimenti saremmo vissuti con le ragnatele. La melodia di Bohemian Rhapsody mi trasportava in un'atmosfera mistica, quasi come se il mio corpo sapesse cosa doveva fare prima ancora che io glielo dicessi. Per un istante mi sembrò di volare sulle nuvole. Solo quando la musica si interruppe scoprii di non essere sola in quella stanza. Un applauso mi risvegliò dalla mia trans, costringendomi a voltarmi di scatto nella direzione da cui proveniva. Sirius ... possibile che quel ragazzo dovesse sempre comparirmi alle spalle? Certo che Felpato era un soprannome che gli calzava a pennello, avrebbe seriamente potuto pensare ad una carriera come spia internazionale.
《Scusami, non volevo spaventarti. Stavo passando da queste parti e ti ho vista. Ti muovi con una grazia incredibile, davvero.》Mentre parlava, lo osservai infilare una pergamena nella tasca destra dei pantaloni, gesto che lui cercava di far notare il meno possibile. Ci misi pochissimo a realizzare di cosa si trattasse, era la Mappa del Malandrino. Era un oggetto che conoscevo bene, Jay l'aveva trafugata poco prima di iniziare la scuola e da allora non aveva mai smesso di utilizzarla per architettare uno dei suoi scherzi. Un briciolo di curiosità si fece strada in me, che avesse cercato il mio nome di proposito lì sopra, oppure era stato davvero un caso fortuito. Scaccia il pensiero dalla mia mente, ma cosa andavo a pensare. Per quale assurdo motivo Black avrebbe dovuto voler vedere me?
《Grazie. Ho studiato danza per molti anni ed è una mia grande passione. Anche a te piace?》
《Diciamo che ha fatto parte della mia educazione volente o nolente. Nelle famiglie purosangue c'è una serie di balli da sala che devi conoscere assolutamente, altrimenti rischi di far sfigurare il tuo casato. Però sì non mi dispiace, ma non ti azzardare a dirlo a Jamas, altrimenti lui mi prenderà in giro fino alla fine dei miei giorni e io negherò tutto prontamente.》
《Bocca cucita giuro. A dir la verità, comunque, credo lui già lo sappia. Forse tu non te ne rendi conto, ma, nonostante tu possa vestirti come un rockettaro e imitare un linguaggio meno forbito, si vede lontano un miglio che vieni da quel mondo.》Sussultò, per poi fare un leggero ghigno malandrino.
《Sono sorpreso, nemmeno Ramaso, che è la persona più onesta che conosca, ha mai avuto le palle di dirmelo in faccia. Sei davvero una grifondoro, White.》
《Diciamo che la schiettezza fa parte del mio carattere. Molti non la sopportano, la trovano irritante. Personalmente, però, preferisco una brutale sincerità ad una bella bugia.》
《Non credo andresti d'accordo con il mondo delle Sacre 28 allora, lì è tutto finte carinerie.》
《Sì, ho un'idea di come sia quell'ambiente.》Non era molto diverso da quello che ero abituata a vivere nel futuro, essere la figlia del salvatore del mondo magico ti esponeva drasticamente alle attenzioni di chiunque. Ero abituata ad avere lo sguardo addosso sia degli adulti che dei miei coetanei, i quali avrebbero fatto di tutto per poter dire di conoscere uno di noi o addirittura di essere nostri amici. Alla fine, era persino tornato utile, con il tempo avevo imparato bene a distinguere gli opportunisti.
《Senti so che probabilmente vuoi rimanere qui ad allenarti, ma con i ragazzi volevamo presentarti delle persone. O per meglio dire farlo ufficialmente, visto che a quanto ne so non vi siete mai parlate, nonostante con una di loro siate in dormitorio insieme.》
《Di chi si tratta?》
《Mary MacDonald e Dorcas Meadowes.》
《Ho il tempo di cambiarmi almeno o devo venire in body?》
《Se proprio ci tieni. Personalmente credo che vestita così tu faccia la tua bella figura.》Costatò squadrandomi da capo a piedi e facendomi l'occhiolino, prima di uscire dalla stanza. Le mie guance si tinsero di rosso, ma cosa gli veniva in mente. Prima o poi mi sarei vendicata in qualche modo, parola di Potter.
Giusto il tempo di indossare un paio di pantaloni e il maglione da Quidditch e mi ritrovai a seguire il più vecchio dei Malandrini lungo il corridoio del piano terra, in direzione cortile della Torre dell'Orologio. Arrestai però il passo quando ci ritrovammo davanti alla teca che conteneva esclusivamente i trofei sportivi della scuola, unici a non trovarsi nella sala a loro dedicata. In quel momento era decorata con ornamenti rosso-oro, sintomo che quella casata aveva vinto lo scorso campionato. Era strano non vedere gli stemmi dei miei genitori in quella bacheca, o uno qualsiasi di quelli dei miei zii. A volte era ancora difficile per me realizzare in che secolo fossimo. Notai però d'un tratto una cosa.
《Hanno già aggiunto quello di James? Di norma non si aspetta verso la fine dell'ultimo anno?》
《Non quando stai simpatico alla McGranitt e le hai fatto tenere quella benedetta coppa in ufficio per cinque anni di fila. Devono averlo aggiunto in estate comunque, ti lascio immaginare i salti di gioia che ha fatto Ramoso quando lo ha visto per la prima volta.》Sorrisi e in cuor mio mi domandai se fosse successo anche nel mio tempo, infondo lo stesso traguardo era stato conseguito persino dal maggiore dei miei fratelli, anzi lui era in vantaggio di un anno. Era infatti, proprio come me, riuscito a convincere la preside a farlo provare ad entrare nella squadra già al primo anno, inutile dire che superammo a pieno i provini entrambi. Finita la nostra breve pausa riprendemmo la nostra camminata, giungendo poco dopo alla nostra meta. Il mio occhio cadde immediatamente sulla folta chioma rossa della nonna, che come ben sapevo era individuabile nel raggio di chilometri. Era seduta lungo la vecchia fontana in rovina tra due ragazze dalla carnagione mulatta. La prima, che portava sulla divisa il grifone, aveva i capelli ricci che le arrivavano poco più su delle spalle e degli occhi gentili nocciola. Ricordavo di aver visto nella nostra stanza una foto dei suoi genitori e Lily mi aveva raccontato che suo padre era gallese, mentre la madre era portoricana. L'altra invece aveva la carnagione decisamente più scura, che faceva risaltare il blu intenso delle zone colorate della sua uniforme. La capigliatura era sistemata in delle treccine, decorate da ciocche dorate. Dorcas era molto alta rispetto a noi altre, che di certo non eravamo basse. Se rispetto all'uno e novanta del nonno sembrava piccolina, lo stesso non valeva quando era nelle vicinanze di Sirius, in quanto non era molta la distanza dal suo metro e ottanta, probabilmente qualcosa in più.
《Tu devi essere la famosa Astra, mi dispiace se non ci siamo mai parlate prima, però ero molto indaffarata.》
《A scegliere il nuovo ragazzo del mese.》Tossicchiò fintamente l'unico ragazzo con gli occhiali, ricevendo uno sguardo assassino di rimanda.
《Tranquilla, tu sei Mary, giusto?》
《Esatto. Sai la prima volta che sono rientrata in dormitorio quando dormivate pensavo di vederci doppio. Sembrava che Lils si fosse duplicata. Poi per fortuna ho visto il biglietto che mi aveva lasciato sul comodino, altrimenti non avrei chiuso occhio.》
《Ma durante il banchetto cosa facevi, eri sotto un sasso?》Domandò ridendo Black.
《Diciamo che ero impegnata in attività più interessanti.》Prima che il corvino avesse la minima possibilità di ribattere, mi intromisi divertita.
《Vedi Siri, so che per te è un concetto nuovo, però la gente ha una vita amorosa o di coppia e in quei casi si hanno cose migliori da fare che frequentare purosangue rompiscatole come te.》Remus bofonchiò sotto i baffi.
《Colpito e affondato. White 1 – Black 0.》
《Zitto un po' tu.》
《Ragazza mia, tu ed io diventeremo ottime amiche. Ho capito perché sono settimane che lui non fa altro che parlare di te.》
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