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X • Il progetto

Titolo: X • Il progetto

Genere: Fantascienza

Autrice: sarasread

Anno 3455. In un futuro distopico e post apocalittico l'umanità è divisa in due generi, quelli considerati puri, che vivono in diversi centri chiamati Settori, e i mutanti, abbandonati dallo stato e lasciati a vivere in balia di se stessi. Questi ultimi vengono cacciati e talvolta uccisi dai soldati dei vari Settori in quanto non rappresentano più la razza umana perché le varie radiazioni presenti nell'atmosfera hanno modificato il loro DNA. In uno stato dove regna l'Oligarchia, chi è al potere ha deciso di dare il via al "Progetto X", in modo da purificare l'umanità dai mutanti. Per farlo deve selezionare e allenare in modo massiccio i migliori soldati esistenti, prendendone tre da ogni Settore. Tra questi soldati prescelti c'è la giovane Xenya.

Occhi verdi e capelli rossi come il fuoco, Xenya non è soltanto l'unica donna in mezzo a un plotone di uomini, ma si scoprirà presto essere molto di più... l'unica che potrebbe distruggere il "Progetto X" e annientare le manie di grandezza dell'unico Oligarca ancora in vita... Ma forse non è l'unico Oligarca rimasto.

Una trama davvero sensazionale per un libro che, personalmente, suscita in me emozioni contrastanti di amore e odio... ma andiamo con ordine.

A un primo impatto la copertina non svela niente della trama, non ci sono altri elementi se non una grande X che sembra però avere tutti motivi per stare lì, suggerisce qualcosa di potente e maestoso. E al tempo stesso il colore viola addolcisce la spigolosità della lettera. Quando ho iniziato a leggere la trama descritta dall'autrice ho pensato: "sembra la solita americanata". E in effetti una trama del genere sembra quella di un Blockbuster, ma andando avanti la trama spiega che la storia debba concentrarsi su un'unica protagonista, appunto Xenya, che avrà un ruolo particolare oltre a quello di semplice soldato.

La cosa si fa già più interessante.

Voglio però essere sincera, se non avessi avuto l'impegno della recensione non so se lo avrei letto tutto.

All'inizio non mi piaceva un gran che, anzi, Xenya mi stava pure un pochino sulle scatole, sembra proprio che si senta superiore solo per il fatto di essere una donna soldato. Ma non è proprio questo il motivo per cui all'inizio questa storia non mi è piaciuta.

Ho notato, già dal primo capitolo, diverse frasi poco chiare, come se l'autrice avesse voluto, che so, dare un'aura di misticismo al racconto ma il risultato è stato quello di usare frasi poco comprensive.

Ad esempio, mentre Xenya sta difendendo il suo Settore da dei mutanti l'aria diventa all'improvviso irrespirabile per via di un gas e Xenya si protegge le vie respiratorie con un braccio... "Ogni giacca dell'Ordine era dotata di speciali filtri per l'aria tessuti nel materiale stesso che la formava..." Quel "tessuti nel materiale" mi ha lasciato un po' perplessa. Cosa voleva dire? Forse voleva scrivere che ogni giacca era costituita da questi speciali filtri utilizzati come tessuto delle giacche stesse. Non credo che la sua come descrizione sia molto chiara.

Nello stesso periodo, dopo che Xenya riceve la sua nuova divisa, ad un certo punto estrae le sue armi... ma dove le aveva? Prima viene descritto che si spoglia e si veste con la nuova divisa ma queste armi non vengono menzionate. Sono spuntate dal nulla?

Poco dopo uccide uno di questi mutanti e "un grugnito lasciò l'essere..." mmm. Sinceramente avrei trovato il discorso più descrittivo e meno difficile se fosse stato scritto con una frase del tipo "L'essere emise un grugnito. O lasciò andare un grugnito" ma che sia stato il grugnito a lasciare l'essere mi pare un po' strano per indicare un ultimo respiro dell'essere in questione.

Quando i tre soldati del suo Settore vengono trasportati verso la sede dell'Ordine di Clock viaggiano su di un mezzo blindato a forma di uovo, che fluttua, ed è chiuso a chiave apposta per non farli scappare. Viene detto che l'unica chiave di questi mezzi è in possesso della Direttrice del Progetto X che li attende al loro arrivo. Ma allora come hanno fatto a salire se doveva essere chiuso? Vuol dire che il mezzo blindato era aperto. E se fossero scappati?

"L'opprimente cielo giallognolo del settore cinquantatré stava cambiando avvicinandosi man mano a un colore più chiaro, tendente quasi al verde." Ma il giallo non è più chiaro del verde?

Qui viene portata nel Settore 1, dove ha sede l'Ordine di Clock... e dove andrà a vivere in un posto in cui conosce per la prima volta certe comodità a noi ormai familiari ma che sembra sempre più solo una gabbia dorata.

Nel capitolo 5 la protagonista è nella sua stanza e si spoglia, mettendo i suoi vestiti sul letto, poi apre l'armadio e qui trova "altre due tenute nere uguali a quella che indossava, qualche paia di stivali e un lungo tessuto leggero e candido che creava un contrasto deciso." Intanto le altre due tenute nere erano uguali a quella che si era appena tolta, non che indossava, l'imperfetto non è l'ideale con questo verbo, e poi cos'è questo tessuto? Il termine tessuto è troppo generico per far intendere di cosa si tratta, è un vestito o una giacca?

Nel capitolo 6 Yekson, uno dei due soldati con i quali è stata portata in quel Settore, le confida di essere omosessuale, per tutta risposta lei gli dice: "Non serviva che me lo dicessi ma grazie della confidenza." Il bello è che non accompagna questo discorso con un sorriso, o simulando la voce in modo dolce, no, sembra quasi che gli dice che non gliene frega niente delle sue inclinazioni sessuali.

Simpatica.

Ma comunque questo particolare sembra solo un espediente per inserire in modo un po' forzato il ricordo dei suoi genitori, dato che anche sua madre era omosessuale ma il padre era riuscito lo stesso a farla innamorare di lui.

Nel capitolo 8 dice: "Quel piano assomigliava molto alla sala da cena di Palazzo della Pace, se non per la presenza di una lunga parete verso il fondo, sempre bianca che raggiunge il soffitto..." Be', è del tutto normale che una parete raggiunga il soffitto "... e in cui era incastonata una decina di porte dello stesso colore. Più o meno al centro del pannello spiccava un uomo di mezz'età..." Ah, ma quindi era un pannello, non una parete, perché sono due cose differenti. Inoltre il soggetto della seconda frase sono le porte, quindi la frase dovrebbe essere " e in cui erano incastonate una decina di porte..."

Un errore simile lo fa poco dopo quando dice: "Il rumore dei passi appartenenti a centottantuno persone riempirono velocemente l'ambiente..." Il soggetto è il rumore, non le centottantuno persone, quindi avrebbe dovuto essere "il rumore [...] riempì velocemente l'ambiente."

Ma mi è piaciuto subito dopo perché, nonostante la descrizione degli ambienti non sia proprio il forte di questa autrice, si legge: "...mentre davanti a Xenya si apriva un grande atrio dal pavimento così bianco da risplendere sotto la luce del sole che inondava il luogo, passando dalle superfici finestrate che ricoprivano persino il soffitto." Direi che rende pienamente l'idea di magnificenza e la grandezza di quel luogo. E ci sono altri punti qua e là che non fanno affatto rimpiangere la lettura.

Quando però deve descrivere i vari macchinari della palestra... Beh, cascano veramente le braccia, mi dispiace ammetterlo. Non si capisce questi macchinari che forma abbiano o quanto siano grandi...

Si susseguono altre frasi più o meno discutibili a livello intuitivo, ma volevo parafrasarne una al capitolo 16 che, dalla qualità del resto del testo, mi ha fatto storcere il naso: "Provò un sorriso per vedere come le sarebbe stato, finto, appeso sul viso durante la riunione: un disastro."

Io lo correggerei con una frase più semplice ma sicuramente più intuitiva. "Provò un sorriso finto, per vedere come le sarebbe stato addosso durante la riunione: un disastro." No?

Piccola menzione per quel che riguarda le virgole, che il più delle volte mancano o sono errate... errore comune.

Ad ogni modo, tornando a bomba, tutte queste piccole imperfezioni hanno sì contribuito a evitare che la storia mi prendesse sin dall'inizio, ma alla fine ho capito quale fosse il vero motivo per cui ci ho messo un po' a farmi piacere questo libro e la sua protagonista: All'inizio lei non ha niente per farsi piacere.

All'inizio è una semplice soldato che esegue gli ordini che le sono stati impartiti. Non spicca per le sue doti innate, o per una moralità più forte rispetto al resto della popolazione. Non si fa scrupoli a uccidere un mutante, e non dico che non avrebbe dovuto farlo, ne andava della sua stessa vita, ma se pur ammette che non le piace particolarmente farlo, le piace però la sensazione di superiorità che avverte dopo quel determinato gesto. Insomma, alla fine non è nessuno da poter far breccia nel cuore del lettore, e il fatto che fosse l'unica donna soldato in un mondo di uomini sembra solo una forzatura perché deve essere lei la protagonista della storia, punto e basta.

Se anche ci fosse stata un'altra ragazza nell'esercito per difendere il Settore dai mutanti non avrebbe sminuito il suo ruolo, anzi, avrebbe regalato maggior realismo alla situazione. Xenya non è nessuno in particolare, e anche quando il suo ruolo diventa più importante, lo diventa esclusivamente per un fattore esterno alla sua persona, non perché fa sfoggio di qualche dote particolare che non ha nessun altro... e non vale il fatto che sia particolarmente veloce o resistente per essere donna.

Inoltre la vita che Xenya vive all'interno del suo Settore iniziale, a parte il suo ruolo di soldato, non viene assolutamente menzionata. Non si sa cosa fa, come vive, dove dorma, con chi. Non si sa nemmeno in che modo si svolge la società all'interno di questi settori. E anche la descrizione del luogo in cui si trova quando legge per l'ennesima volta la lettera di suo nonno è davvero scarsa. Dove si trova, in una palestra convertita? In un casermone? Non è molto chiaro e questo non aiuta ad affezionarsi a lei.

Ma, per dare a Cesare le cose di Cesare, quando la storia inizia ad entrare nel vivo e finalmente Xenya mostra il lato più profondo del suo carattere, allora si può dire che questo libro diventa veramente BELLO!... solo che ci vuole un po'.

Il ritmo narrativo diventa pressoché perfetto, le azioni e gli stati d'animo vengono descritti in una maniera impressionante, è facile lasciarsi coinvolgere dalle azioni e dai colpi di scena, che non sono pochi. Ho pianto e sono stata male per la fine di Francis e ho goduto nell'ultimo capitolo... che non dico per quale motivo per non fare spoiler, anche se propendo a credere che il gesto che compie avrà serie ripercussioni per quelli che rimangono in quel luogo... a buon intenditor poche parole. Le descrizioni di Xenya nella parte finale sono spettacolari e il tutto con una fine in sospeso, che non fa altro che lasciarci sperare che arrivi presto il primo gennaio, data in cui l'autrice inizierà a scrivere il tanto atteso seguito... che qualcosa mi dice avrà a che fare con Yekson... o mi sbaglio?

Ultimo appunto che voglio fare all'autrice: Se usi la parola DIO per indicare un uomo che paragoni a un mago in un determinato settore non si dovrebbe usare la D maiuscola. Quella si usa solo nel caso in cui si parli del Dio cattolico, o comunque di quello celeste, non di un uomo.

Un bacio 💋

Laura.

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