Tokyo Mew Mew 2: The Mew Alien
Titolo: Tokyo Mew Mew 2: The Mew Alien
Genere: Fanfiction
Autrice: MoonBlack1993
Un saluto a tutti, eccoci arrivati a questa seconda recensione, Tokyo Mew Mew 2: The mew alien.
Questa storia è una fanfiction di un manga abbastanza famoso, dal quale hanno creato un cartone animato che in Italia è conosciuto come "Mew Mew amiche vincenti". Forse sono un po' troppo grande per conoscerlo, anche se ho avuto la possibilità di intravederlo quando lo mandavano in onda. Secondo il mio punto di vista è uno dei tanti anime che hanno seguito il successo di Sailor Moon, come capostipite di una serie di manga con guerriere eroine che si trasformano.
In questa storia, cioè, in quella originale, la protagonista assoluta è una ragazza che si trasforma in una gattina rosa, chiamata Strawberry. Per facilitarci la comprensione del manga e della storia l'autrice ha inserito un'introduzione necessaria, in cui spiega in modo dettagliato di cosa parla l'opera originale, in modo che si ricollega alla sua opera. Davvero ben fatto!
Ma veniamo a noi. Prima di tutto parliamo di questa copertina. Che, beh... è carina. In pratica non è altro che il disegno in stile manga della protagonista, credo. L'unica pecca che sento di dover evidenziare è il titolo. Con quel font e quel colore si fa veramente fatica a leggerlo, considerando che è una parola poco usata. "Mew mew" in pratica è il verso del gatto, se già si vede male è un casino. Forse farebbe meglio a cambiare font e colore, scegliendone uno più vivace e ben visibile rispetto a questo azzurro. E poi manca il nome autrice...
Nel primo capitolo, dopo un periodo piuttosto noioso in cui spiega la situazione che una delle Mew Mew sta vivendo, quella chiamata Ichigo, la narrazione ci porta a leggere un sogno della stessa Ichigo, dove la vede in un luogo disastrato e dove in lontananza vede un ragazzo longilineo con dei lunghi capelli raccolti in due codini bassi.
Ora, mi fermo un istante per precisare che le recensioni le faccio mano a mano che leggo l'opera, non faccio prima una lettura integrale e poi mi dedico alla stesura della recensione, e chi ha letto altre mie recensioni questo lo sa.
Dato che è evidente che la protagonista del sogno non conosce l'identità di questo ragazzo con i codini, come fa ad affermare con certezza che si tratta di un ragazzo e non di una ragazza? Dalla fisionomia io la prenderei per una ragazza, tanto più che afferma di trovarsi a una certa distanza da lei e nonostante gli si avvicini per vederlo meglio i contorni sembrano divenire sempre più sfuocati. Come fa a essere certa che si tratti di un ragazzo?
Un'altra cosa strana di questa scena è che a un certo punto lei lo chiama "Chi sei?" Ma prima che il soggetto si giri verso di lei invitandola a seguirlo, descrive che avanza di un passo per guardarlo meglio, dilatando il tempo dell'azione. Forse può sembrare una cosa stupida ma i tempi di narrazione devono coincidere con i tempi della storia, a meno che non si voglia dilatare i tempi per una questione di suspence, ma non credo che sia questo il caso. Se uno dei due personaggi presenti nella scena chiama l'altro e questo si volta d'istinto appena sente il richiamo, l'autrice non può inserire una lenta descrizione di un'azione prima che questo si volti, anche se è solo di un passo. Fa perdere il tempo narrativo al lettore.
Un'altra cosa ancora che vorrei far presente è che in questa scena viene reso noto una cosa che in realtà non dovrebbe. A regola, in un sogno, nessuno si rende conto di sognare, a meno che non si parli di sogni lucidi, ma è un'altra faccenda. Qui il personaggio principale afferma:
"Guidata dall'istinto tipico dei sogni la ragazza mosse quasi contemporaneamente il suo arto."
Ok che la narrazione è in terza persona, ma il punto di vista è comunque quello della ragazza che sta sognando, e come tale non può esprimere un pensiero simile mentre sta sognando.
Ma rimaniamo su questa scena perché è abbastanza confusa e ricca di errori.
Cosa vuol dire "quasi contemporaneamente"? Contemporaneamente a cosa? Da quel che ho letto non c'è nessuna azione che viene compiuta nello stesso momento. Ma, facendo finta che ci sia, perché quel quasi?
Come ho specificato diverse volte, il quasi in narrativa è il vuoto assoluto, perché non dà al lettore nessuna informazione specifica e ferma di ciò che deve vedere o percepire. Se l'azione viene compiuta contemporaneamente a un'altra, quel quasi cosa significa? O viene fatta allo stesso momento o non viene fatta, quel quasi non ha alcun significato. Se dico che quasi mi metto a correre in realtà cosa sto facendo?
All'interno del sogno, appare un gatto ai piedi della ragazza, ma un attimo dopo lo descrive che si dirige verso di lei. Ma se era già ai suoi piedi, come fa a camminare nella sua direzione? Ok che è un sogno, ma almeno non diamo per scontato che la cosa sia normale. Avrebbe potuto dire "Di colpo il gatto si materializzò poco distante e prese a camminare verso di lei." Va bene cambiare in modo repentino la posizione di un oggetto o di un gatto, è sempre un sogno, ma che almeno non sembri un buco di trama.
E anche qui assistiamo alla presenza di un quasi. "Quasi ubbidendo ad un segnale invisibile..." che non dà nessuna certezza su ciò che il lettore deve capire. Sta ubbidendo a questo segnale o no?
Non ho capito bene la frase: "...le forze iniziarono ad abbandonarla privandola lentamente della percezione di tutti e cinque i sensi."
Come fa una persona a percepire che dapprima si stacca l'udito, poi l'olfatto, poi la vista e via discorrendo? E rimane cosciente senza i suoi sensi? Non ha senso! Non è più comune e più intuitivo dire Sta perdendo i sensi? È anche più facile.
Ma andiamo avanti, perché poi si legge:
"Prima di scivolare in un baratro vuoto e senza immagini, intravide una figura femminile accompagnata da un agile gatto nero..."
Ma il lettore come dovrebbe immaginare questa figura? Perché descriverla solo con "figura femminile" è troppo vago.
Il sogno ha finalmente termine e se non si conoscesse il fandom di riferimento potrebbe sembrare parecchio strano. Da quanto ho capito io, avendo intravisto alcune puntate, ha sognato la sua metamorfosi. Come mai non la riconosce come tale? Non vorrei sbagliarmi.
Ad ogni modo si sveglia e vediamo scritto: "Il colore del cielo la colpì, rassicurandola con la sua sfumatura di un comune azzurro intenso."
Ma come fa ad essere una sfumatura di azzurro e al tempo stesso essere un azzurro intenso? Boh!
Sinceramente ho trovato difficile inquadrare questo personaggio principale. Quando si sveglia si accorge di essersi addormentata sul letto completamente vestita, non le era mai successo un incidente simile e si chiede come fosse accaduto. Sinceramente non lo definirei proprio un incidente. Ok che non le era mai accaduto, ma definirlo incidente mi sembra esagerato. Capita a tutti almeno una volta nella vita. Lei ricorda solo che era affacciata alla finestra, di aver visto una luce in cielo e un calore al centro del petto. A questo punto torna alla finestra per verificare "eventuali anomalie che avrebbero potuto spiegarle che cosa era successo quella notte." Sinceramente non capisco quali anomalie potrebbe mai trovare. Un pezzo di cornicione rotto? Se è convinta di aver sognato perché cerca segni su ciò che le è successo? Non ha senso. Se si risveglia nel letto dovrebbe automaticamente pensare di essersi messa nel letto e di essersi addormentata senza ricordarlo. A chi non è mai capitato di essere così stanco da addormentarsi senza l'intenzione di dormire?
A questo punto entra in scena la madre, ma l'autrice la inserisce nel modo peggiore che potrebbe fare: Con una voce fuori campo.
Infatti, mentre la ragazza sta guardando il suo riflesso nel vetro, qualcuno afferma:
"Ehi perché sei già in piedi? Sei in vacanza e per di più di domenica...vuoi far nevicare?"
Inserire un personaggio con una voce fuori campo è un errore comune per chi inizia a scrivere, dettato dalla suggestione che i film esercitano su di noi dove spesso la voce di un personaggio, che il più delle volte conosciamo o riconosciamo come appartenente a un'altra persona che non è il protagonista della scena, arriva alle sue spalle donando phatos alla scena. Bene, nella narrazione dona solo confusione perché il lettore non può dare un volto a quella voce, e se lo dà, gli dà quello sbagliato. Infatti io credevo che fosse la ragazzina stessa che stesse parlando al suo riflesso.
Il fatto che lo spieghi dopo non è una scusante. La narrazione deve essere al lettore chiara fin da subito, il lettore deve avere la percezione che ciò che sta leggendo si sta adempiendo in quel preciso momento, indipendentemente dal tempo in cui la narrazione è stata scritta. Se una cosa succede ma non ha abbastanza elementi per comprenderla, in testa si sommerà solo confusione. Ecco perché all'inizio ho specificato che la recensione la scrivo mentre leggo la storia, per verificare quando sia lineare e chiara sin dalla prima lettura, e che non abbia errori come questo.
Sempre riguardo a questa scena, vorrei far presente che se io entro in una stanza e vedo una persona in piedi e vestita normalmente, non penso che possa aver dormito così, a meno che non noti i suoi vestiti sgualciti e i capelli arruffati, ma dato che qui non nomina minimamente questo fatto, far fare il ragionamento alla ragazza che sua madre fosse talmente stanca da non accorgersi che si fosse appena svegliata non sta in piedi.
A questo punto non capisco a chi sia riferito questo "Luana Bellamy", ma la ragazza non si chiama Ichigo? O mi sono persa qualcosa per strada o c'è un errore.
Cambio di location, ci troviamo in una dimensione aliena "completamente non rintracciabile da strumentazioni umani comuni." Quindi mi viene da pensare che delle strumentazioni umani più sofisticate e potenti potrebbero rintracciarlo. Boh!
Qui vediamo un ragazzo dai capelli viola e "gli occhi freddi da calcolatore", e io già mi sono immaginata i suoi occhi con due calcolatrici al posto delle iridi...
Due ragazzini più giovani di lui, tra i quali c'è a loro volta una differenza di età non indifferente, sono fermi a guardarlo.
Di colpo quello più grande dei due fa: "̶ Pai, ci puoi cortesemente spiegare che diavolo sta succedendo anziché passeggiare come un anima in pena senza dire nulla? ̶ Sbottò ad un certo punto il primo, lanciando un'occhiata di fuoco al fratello più grande."
Quindi sono fratelli. Perché aspettare la battuta di dialogo per rivelarlo al lettore? Perché non farlo subito? Mistero.
La descrizione delle azioni e di certi dettagli in questo primo capitolo non sono molto accurate, per esempio:
"L'alieno dai capelli viola arricciò le labbra in un sorriso diabolico."
Come fai ad arricciare le labbra e al tempo stesso a sorridere quando per sorridere le devi distendere? Arimistero.
Arrivata a questo punto di questo primo capitolo mi è venuto naturale tirare un po' le somme, anche perché per essere solo il primo capitolo è molto lungo e ci si perde un po' dentro la narrazione. La storia ingrana difficilmente, soprattutto considerando la prima parte dove introduce questa prima eroina, anche se in realtà non la introduce nel vero senso della parola. Forte di aver scritto l'introduzione in cui spiega l'opera originale, l'autrice sembra dare per scontato che quello basti al lettore per conoscere il personaggio principale. Non è proprio così, perché io, sinceramente, ci ho capito poco. A mio parere manca un po' di background del personaggio e manca di introspezione.
Poi, nel dialogo tra questi fratelli alieni, appare per la seconda volta il nome di Luana Bellamy. L'alieno dai capelli viola spiega che non è altro che una cavia per i suoi esperimenti, con la quale vuole riconquistare la terra. Solo a questo punto sono riuscita a capire meglio la situazione.
Mi chiedo però come abbia fatto l'autrice a credere che il lettore potesse capire che la scena in cui la ragazza si sveglia dal sogno non fosse Ichigo ma questa Luana. Chi legge questa storia non può capire di chi si tratta perché l'autrice non dà abbastanza elementi per capire.
A questo punto della narrazione posso sbilanciarmi nel dire che questo incipit è del tutto sbagliato. Anche se la terza persona da una parte è più malleabile nel cambiare punto di vista più frequentemente della prima, farlo utilizzando un personaggio sconosciuto e per niente presentato significa solo creare un'enorme confusione nella testa del lettore.
E qui mi ricongiungo al discorso di descrivere la recensione man mano che la leggo, perché tutto deve essere lineare, e qui non lo è affatto.
Vorrei aprire una piccola parentesi per la scelta del nome utilizzato per questa nuova cavia. Tra una schiera di nomi dall'aria occidentale, un nome del tutto italiano stona parecchio, ha il sapore del trash di una ragazzina con eccessiva passione per questo fandom. Opinione strettamente personale, ma forse condivisa da altri.
Specialmente in questo primo capitolo ci sono molti elementi che confondono.
Il primo tra questi è il fatto che nella narrazione Luana venga spesso definita "la ragazza". Ma se il lettore ormai la conosce e sa qual è il suo nome, perché viene definita "la ragazza" e non "Luana"?
"-Ma che diavolo?!- Esordì a voce alta, guardandosi intorno, Fortunatamente nessuno notò la sua uscita e poté continuare a girovagare..."
Nessuno notò la sua uscita? Non è il termine appropriato per indicare una battuta, un lettore potrebbe credere che il personaggio sia uscita dal luogo in cui si trova, per poi ritrovarla sempre lì.
Nella frase: "Chissà cos'era successo di così allarmante da indurre Ryou a chiamarla di prima mattina?" Non ci va il punto interrogativo, perché non è una domanda diretta. A meno che non ci si aspetti che il personaggio si risponda da solo dando l'idea di essere fuori di testa.
Un errore che questa autrice fa sistematicamente, e che purtroppo è comune tra gli scrittori alle prime armi, è quello che si legge quando Ichigo raggiunge Ryou dopo aver attraversato la città:
"-Ichigo! Sei arrivata finalment...!-"
Qui lei lo interrompe, e l'autrice segnala la battuta interrotta con i tre puntini di sospensione...
In realtà, quando una battuta viene interrotta per qualsiasi motivo si deve usare la lineetta lunga, o anche chiama EM DASH. Il fatto che poi ci abbia inserito anche il punto esclamativo non ha senso, la battuta è stata interrotta, perché c'è il punto esclamativo che a regola dovrebbe esserci solo alla fine della battuta?
Ma facciamo un passo indietro e torniamo per un attimo a questi tre puntini di sospensione. L'autrice li inserisce appena ne ha la possibilità. Ma perché?
Sembra quasi che a volte non sapesse quale punteggiatura inserire e nell'indecisione abbia detto "Ma sì, ci metto i tre puntini, e chissene!" Ma no! I tre puntini si devono usare con parsimonia, perché danno un senso di indecisione al lettore, e solo quando la battuta o il discorso vuole dare un senso sott'inteso al testo o quando, per l'appunto, il personaggio vorrebbe dire dell'altro ma è indeciso. Non va inserito come pausa in una battuta di dialogo. Inoltre, dovrebbe ricordare che dopo i tre puntini ci va lo spazio, ma lei non lo mette MAI!
Ci sono diversi altri errori in questo primo capitolo, ossimori come "una voce tremante e determinata", oppure una precisazione di un secondo personaggio messa tra parentesi all'interno di un'altra battuta di dialogo, o il fatto che Luana sappia che Pai, e Kisshu siano fratelli e come si chiamano di cognome senza che si siano presentati. Sono cose che rendono lo stile di questa autrice alquanto infantile.
Innanzitutto parliamo di questo primo capitolo che è davvero troppo lungo. Non che debba esserci una lunghezza idonea, ognuno può e deve fare i propri capitoli lunghi quanto vuole, ma qui l'autrice ha voluto inserire troppi elementi in un unico capitolo, e per forza di cose vi ha inserito troppi cambi di punti di vista, rendendo, come credo di aver dato bene l'idea, il tutto molto confuso.
Se posso darle un consiglio io inserirei la scena degli alieni subito all'inizio, magari in un prologo discosto dal resto della narrazione in quanto quella scena è ambientata fuori dal luogo in cui la storia vera e propria è ambientata, in un periodo poco decifrabile, quindi come prologo potrebbe andare più che bene. Soprattutto perché creerebbe conflitto sin dall'inizio, aumentando la curiosità del lettore.
Deve stare attenta alla punteggiatura, le virgole molto spesso mancano, soprattutto nei vocativi. I tre puntini di sospensione vanno eliminati, almeno la maggior parte, e quelli che vi lascia hanno bisogno di uno spazio appena dopo. E dovrebbe lasciarlo anche dopo i punti esclamativi e interrogativi, dove spesso invece non lo inserisce. Inoltre, i punti esclamativi e interrogativi non devono mai essere più di uno. Può andare bene se un'esclamazione vuole dare l'idea di sbigottimento, inserendone uno sia interrogativo che esclamativo, altrimenti inserirne più di uno è sbagliatissimo.
Vogliamo parlare delle tanto fastidiose d eufoniche? Vanno inserite SOLO nell'incontro tra due vocali uguali, non ogni volta che c'è una vocale dopo la congiunzione e o a. Capito?
All'interno della narrazione i bruschi cambi di Punti di vista sono da evitare, anche se la narrazione è in terza persona. Sempre meglio mantenerla su un unico personaggio.
Durante la narrazione MAI inserire il quasi, perché è solo fonte di indecisione.
L'autrice deve imparare a mettersi nei panni del lettore, per capire cosa riesce a capire e cosa no da ciò che scrive e anche per capire come descrivere al meglio certe cose.
Se riesce a migliorarsi secondo queste dritte che le ho dato potrebbe davvero diventare molto brava, perché ha già una buona base di partenza. Nonostante i personaggi spesso e volentieri sembrino delle macchiette (il che è coerente con il manga dalla quale sono presi) ha una dote nel descrivere certe situazioni e far appassionare un lettore anche del tutto neofita come me, portandolo addirittura a tifare per quelli che nella storia originale sono gli antagonisti.
La cosa che le riesce meglio sono le scene di lotta. La descrizione della lotta tra Mew Luana e Kisshu è davvero coinvolgente, impressionante. L'ha descritta in maniera molto chiara e lineare, senza sbavatura ma coinvolgendo il lettore. Inoltre ha un lessico sciolto e piacevole, non fa particolari errori grammaticali, e si legge gradevolmente.
Inoltre la storia...
Ricollegandoci a quella originale, questa nuova Mew Mew non ha niente da invidiare a quelle già esistenti, specialmente a quella definita Strawberry, né per quel che riguarda i suoi poteri come combattente, né per il suo personaggio e la relazione con Kisshu... Shhh, non voglio dire altro!
A sangue freddo, la scelta di inserire un personaggio più vicino a un lettore italiano aiuta il lettore stesso a immedesimarsi meglio. Servirebbe solo un po' più di background per approfondire ulteriormente questo personaggio, ma non credo che le verrà molto difficile.
Un bacio, alla prossima recensione.
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