Te Lo Prometto
Titolo: Te lo prometto
Genere: Thriller Psicologico
Autore: CostantinoFColosimo
Salve a tutti!
Sono felice di pubblicare questa seconda recensione. Questa lista mi sta vedendo impegnata con delle storie una più bella dell'altra, non posso essere più contenta di vedere la bravura di voi giovani autori. Che cosa? Dite che il gif di benvenuto è troppo forte? Mmm... vedremo!
Ma veniamo subito al sodo, come sempre:
A mio avviso la copertina di questa storia è assolutamente azzeccata. Mi piace molto ed è di buona qualità. Il titolo è posizionato al centro in modo da esaltare bene, con un font classico ma al contempo adatto per un thriller. L'immagine di questa ragazza sembra rispecchiare in pieno il senso di angoscia della protagonista, o comunque ciò che dovrebbe trasmettere ogni thriller che si rispetti. Ma la cosa che più ho apprezzato di questa immagine è che la ragazza raffigurata non è la classica bellona da copertina, messa in una posa studiata solo per attrarre lettori, no, è una normalissima ragazza, forse anche un po' bruttina, diciamoci la verità, ma questo la rende realistica, molto più credibile delle copertine che sembrano assomigliarsi tutte. Anche il dettaglio delle mani scheletriche che le avvolgono braccia e spalle contribuisce a valorizzare lo stato d'animo della ragazza, anche se credo che dovrebbe evidenziarle in qualche modo, magari con qualche colpo di luce, perché non si vedono proprio benissimo.
A me, a una prima occhiata, sembravano dei rami rampicanti... ok, facciamo finta di niente.
Inoltre è posizionato bene anche il nome dell'autore, anche se ci mettiamo un pochino più di fatica a leggerlo rispetto al titolo... forse dovrebbe venire evidenziato con un bianco più acceso. Si intravede anche un'altra scritta sotto al nome dell'autore, e quella è pressoché impossibile da leggere. Purtroppo su wattpad non possiamo zoommare l'immagine, direi che dovrebbe evidenziare anch'essa con un bianco più forte.
La trama descritta sotto dà quel tocco di classe in più che viene apprezzato in un thriller, aumentando l'atmosfera che la copertina trasmette... ma potrebbe migliorare. Migliorare perché sembra quasi contraddittoria. La prima frase afferma che la protagonista, Alexandra, riesce a trovare una serenità, se pur apparente, grazie al marito, ma poi dice che ha una famiglia sgretolata. Non è molto chiara, come fa ad aver trovato una sorta di serenità con una famiglia sgretolata? non ha senso. E' impossibile essere sereni con una famiglia di quel tipo... a meno che non si riferisca alla sua famiglia di origine, ma allora andrebbe spiegato. Un lettore ignaro della storia, legge questa trama e già è tentato di lasciar perdere. Se la trama stessa è poco chiara figuriamoci il resto. Si salva il fatto che lascia ampio margine di mistero e fatalità, propri di un thriller. Però l'ultima frase non sembra avere un legame logico col resto della trama, e questo, più che creare suspense e curiosità, lascia un po' dubbiosi.
Il prologo parte facendo sapere al lettore di trovarsi nel 1901 in Italia, nel bel mezzo della campagna calabrese, dove Maria, assieme alla sorella, sta lavando i panni al fiume. Attraverso gli occhi di Maria viviamo uno spaccato di vita davvero coinvolgente, descrive la campagna circostante e anche i suoi stati d'animo, soprattutto il suo stato di grazia, come se il lettore vedesse e sentisse le sue stesse sensazioni. Maria sembra un'anima candida, serena, lontana dalla mentalità già più mondana della sorella. La vediamo addirittura parlare della bambina che porta in grembo come se fosse già nata, come se l'avesse già vista. Poi però succede una cosa strana, qualcosa che ci fa chiedere se Maria sia del tutto sana di mente o abbia delle allucinazioni uditive.
Questo espediente, inserito in modo molto naturale, porta inesorabilmente a voler continuare la lettura. Se è curiosa la nonna figuriamoci noi! Davvero complimenti, questa è un'introduzione con la I maiuscola. Dal capitolo successivo, I - Dovrei Restare o Dovrei Andarmene? facciamo un bel salto temporale, un salto di "appena" novant'anni, approdando addirittura in America.
Qui vediamo la piccola Alexandra accucciata sotto alla cattedra intenta a leggere Il piccolo principe. All'improvviso si sente il suono della campanella e Alexandra esce da sotto la cattedra per andare a sedersi al proprio banco.
Fino a qui la narrazione direi che è quasi impeccabile, ma poi inizia a manifestare vari errori di vario genere, che mi hanno un po' delusa. Dal prologo, privo di difetti visibili o comunque molto curato, sembrava essere un libro scritto egregiamente bene, ma dal capitolo successivo mi son dovuta ricredere.
Intanto, mentre la piccola Alexandra torna al proprio banco, non si capisce molto chiaramente dove si trovi, se in un'aula vuota o in compagnia di altri studenti come lei, o di un insegnante, perché non vengono minimamente descritti. Solo dopo l'autore inserisce un compagnetto, che le chiede il temperamatite, ma ormai la scena che il lettore si è creato durante la lettura, per quanto potesse essere strana, vedeva Alexandra da sola in quell'aula.
A parte questo, non ho ben capito come fa Jason, il ragazzino descritto, a chiedere un temperino con la punta della matita spezzata. Beh, il testo recita proprio così:
"<<Hai un temperino?>> chiese Jason, con la punta della matita spezzata".
E' forse un ventriloquo che riesce a far parlare la matita spezzata al posto suo?
Ma non è questa la cosa che mi ha lasciata più perplessa di questa scena, ma è questo trafiletto in corsivo che appare all'improvviso senza logica.
"A mio parere, per alcuni basta veramente poco, per alcuni tanto, per altri ancora basta sganciare il croccantino che si ha in mezzo alle gambe, un po' come per i cani. Ma Alexandra era, nonostante tutto, troppo innocente per pensare a deduzioni simili, troppo bambina e infantile."
In un primo momento questa voce fuori campo sembrerebbe un pensiero di Alexandra, perché viene riportata esattamente allo stesso modo in cui viene riportato il testo de Il piccolo principe, che lei legge da sotto la cattedra e del quale veniamo a conoscenza attraverso i suoi pensieri, ma a metà è evidente che non può essere un suo pensiero. A chi appartiene questa frase? E' forse la voce di un narratore invadente che si intromette nella storia per spiegare cose che il lettore non potrebbe capire?
Beh, il dubbio è legittimo, e se così fosse sarebbe davvero una caduta di stile. Ma voglio aspettare a dare un giudizio definitivo.
Dopo questa scena di colpo ci troviamo in una casa, anche se non ci è ben chiaro dove. La cosa sicura è che non siamo più a scuola, perché vengono descritti dettagli che in una scuola non potrebbero esserci. Era proprio necessario sbalzare il lettore da un luogo all'altro in un modo così prepotente?
Qui viene presentato lo zio John, e capiamo che questa sia casa sua perché non è ancora rincasato. Quindi Alexandra è tornata a casa da sola e adesso lo sta aspettando. Forse. Non mi è ben chiaro però come sia possibile che lo zio John abbia così a cuore la sicurezza della sua casa tanto da non permettere fisicamente che "qualcuno entrasse nella sua abitazione, o uscisse." Quindi nessuno può entrare o uscire da quella casa. Ma allora come ha fatto Alexandra a entrare in casa senza di lui e a uscire per andare a scuola fino a quel giorno?
Mistero... Fosse un mistero inerente alla trama andrebbe più che bene, ma più che un mistero di trama sembra un buco di trama.
Onestamente, anche se le descrizioni dei vari ambienti sono vivaci e ben dettagliate, non capiamo in modo molto chiaro chi stia parlando. Chi è che chiede se dovrebbe restare o andarsene? E' un po' difficile da capire. E poi perché era sintomo di un terribile presagio?
Ok che siamo all'inizio della storia e tutto deve ancora venire scoperto, ma per le informazioni che abbiamo fin qui, più che creare suspence e tensione, il lettore sembra brancolare nel buio. Tra voci fuori campo, dialoghi senza volto e salti di location improvvisi si rimane un po' spiazzati. Forse avrebbe bisogno di un po' più realismo?
A metà capitolo facciamo un altro salto temporale e stavolta andiamo avanti di qualche anno, nel 2017. Alexandra ha trentasei anni e la vediamo alle prese con la sua macchina mentre guida in direzione della scuola. Quale scuola? Non si sa, sappiamo solo che la segretaria del preside di questa scuola l'ha contattata per farla accorrere. Lo stato d'animo della donna traspare incredibilmente bene, la sua ansia per questa convocazione è palese, arriva in modo naturale.
Questo è un aspetto che apprezzo davvero molto nello stile di questo autore. Ci mostra lo stato d'animo delle persone, non ce le racconta come potrebbe fare un qualsiasi scrittore mediocre, ed è sicuramente il suo punto di forza. Solo che, come ho detto prima, l'autore non lascia tutti i dettagli necessari per capire la scena in modo naturale. Qui Alexandra non sa perché il preside l'ha convocata e l'autore ha pensato bene di non farlo sapere nemmeno al lettore. Gli mancavano le parole?
Il problema non è tanto il non sapere perché Alexandra si stia recando lì con questo stato d'animo ma che non possiamo nemmeno dedurlo perché non sappiamo niente. Potremmo farci delle ipotesi lo stesso, ma iniziare a vedere una scena senza avere tutti i dettagli che possano aiutarci per comprenderla è abbastanza stressante. Per quel che ne sappiamo potrebbe recarsi lì per i suoi figli, ma anche per dei suoi nipoti, o per dei bambini ai quali fa da tata e le è stata affidata la loro istruzione e la loro educazione al di fuori della scuola. Chi lo sa? Nemmeno ciò che Alexandra si dice per calmarsi aiuta.
"<<Chissà quale sarà il motivo di questa chiamata... avranno combinato sicuramente qualcosa. Se si fossero sentiti male me lo avrebbero detto all'istante, vero?>>"
Soltanto dopo abbiamo finalmente la certezza che si sta parlando dei suoi figli. Ma dopo è dopo.
Ad ogni modo la scena, per quel che riguarda le sensazioni e le emozioni della protagonista, è descritta molto bene. Ci è subito chiaro che la psiche di Alexandra non è perfettamente sana, ha dei comportamenti un po' fuori dalle righe, è eccessivamente emotiva e anche un po' falsa. Ma non è pazza, perché se ne rende conto, sa di avere comportamenti strani e perciò cerca di nasconderli. Si calma quando arriva anche suo marito, come se per lei fosse un punto fermo della sua psiche danneggiata.
In questa scena vediamo nuovamente questa voce fuori campo che si intromette all'improvviso senza un motivo valido, come una presenza fissa che ogni tanto deve ricordare al lettore che è sempre lì. Non è piacevolissimo, sinceramente.
Ma, almeno questa volta, questa voce dà un indizio per capire qualcosa su di lei. Dice infatti di essere "attaccata alla sua anima", riferendosi ad Alexandra. Bene, ancora non sappiamo chi sia o perché rompe le scatole con la sua presenza, ma almeno sappiamo che non è una persona fisica, ma un'entità astratta, un'anima o qualcosa del genere.
Per il genere thriller è una figura che siamo disposti ad accettare di buon grado, ma da lettrice che legge una storia cercando di scorgerne ogni minima sfaccettatura, questa voce fuori campo rimane una figura fastidiosa, e non poterle attribuire un aspetto e nemmeno un nome, la rende un po' indigesta.
Bene, vorrei fermarmi un attimo dall'analisi della lettura e parlare un po' di questa storia nel suo insieme.
Devo ammettere, una volta finito di leggere i capitoli a disposizione, che come storia è molto bella e ricca di situazioni sconvolgenti e spesso inquietanti, propri del suo genere. L'autore segue le vicende di Alexandra ma ci porta spesso indietro nel tempo per farci comprendere come mai ha quei determinati problemi psichici, e, capitolo dopo capitolo, il background della protagonista prende forma e consistenza, creando una storia credibile e ricca di particolari importanti. La donna ha subito abusi da ragazzina e gli strascichi di questi abusi si presentano sotto forma di reazioni eccessive al limite della pazzia. C'è però da dire che la figura della bambina abusata non è una figura nuova in ambito narrativo, quindi sappiamo bene, purtroppo anche per via delle molte esperienze di vita vera, che certi abusi non sono la causa diretta di problemi psichici di questa portata.
Sì, perché sebbene si capisca quali sevizie ha dovuto subire in tenera età, è comunque una donna che ha saputo rialzarsi e crearsi una vita abbastanza normale, e da come si esprime nei momenti di calma, è una donna intelligente e all'apparenza sana.
Il fatto che io abbia letto solo i primi otto capitoli della storia mi fa ben sperare che più avanti la sua condizione mentale verrà chiarita meglio e che sia dovuta a qualcosa di ben più profondo e radicato di quanto ci viene descritto in questi otto capitoli. Non voglio fare spoiler perché come storia merita davvero tantissimo, è coinvolgente, bella, ma le reazioni di Alexandra sorpassano, anche se di poco, il limite che una violenza di quel tipo può comportare nella psiche di una persona.
Insomma, si avverte che c'è qualcosa di più e spero vivamente che l'autore sarà in grado di manifestare al meglio il motivo di questa condizione, altrimenti sarebbe un vero peccato.
In effetti, dalla lettura dell'ultimo capitolo qualcosa si intuisce che ci sia, oltre a quello che già sappiamo, ma se ho voluto aprire questa parentesi è perché, nonostante la cura nella trama e nei personaggi, ho trovato delle pecche non indifferenti.
Lo stile dell'autore è a tratti molto curato, quasi maniacale, ma allo stesso tempo sembra una scrittura tirata via, frettolosa, per via di errori di disattenzione e/o di scarsa riflessione. Insomma, è un altalena, a tratti la cura è molto evidente, a tratti è superficiale.
Questi errori sono distribuiti in maniera quasi uniforme lungo tutti i capitoli. Alcuni ne sono più ricchi, altri meno, ma non permettono al lettore di capire appieno e istintivamente la scena che viene descritta e di conseguenza non possono immedesimarsi nel punto di vista, ovvero, non possono immedesimarsi sempre in Alexandra.
Già dal capitolo I - Dovrei Restare o Dovrei Andarmene? vediamo una scena poco chiara:
"L'iniziale cigolio della porta si lasciò prendere il posto da un modesto bagliore che accecò la donna, dandole l'impressione di essere in una dimensiona ultraterrena, nella più totale armonia."
Il "cigolio della porta si lascia prendere il posto" ? strano modo per indicare che un modesto bagliore distrae l'attenzione dal cigolio della porta. E poi come fa questo modesto bagliore ad accecare una persona? Se fosse stato forte sarebbe stato credibile, ma modesto... E come può essere che la donna si senta in una dimensiona ultraterrena ma in totale armonia, come se fosse una condizione a lei abituale? Boh!
Ok, forse per questa ultima riflessione serve conoscere un po' di più Alexandra per capirla. Resta il fatto che a questo punto della storia è una descrizione poco credibile.
Intanto vorrei sapere come fanno le matite a essere disposte per via gerarchica. La gerarchia è un sistema per misurare l'importanza degli elementi, come in un contesto militare, ma non ho mai sentito che il colore rosso fosse più importante del giallo o meno del nero... Inoltre che vuol dire che i documenti erano collocati impeccabilmente all'angolo? Impeccabilmente come? Non può esserci un aggettivo senza un sostantivo a cui sia riferito. Erano impeccabilmente ordinati? Impeccabilmente impilati? Impeccabilmente in disordine?
Ci sono tante altre domande che sorgono spontanee durante la lettura, e non posso riportarle tutte perché diverrebbe davvero una recensione interminabile, consiglio una revisione che aiuti a rendere più chiare certe spiegazioni sulle scene e sul loro significato.
Nel capitolo II - Il veleno più puro Ci trasferiamo nel Kansas, nel 1987. Anche qui si incontra subito un discorso poco chiaro:
"Le cinque del pomeriggio stavano per scoccare e il sole si accingeva a calare dietro la vallata." Benissimo, si capisce che è l'ora del crepuscolo in cui la luce del giorno lascia il posto lentamente al buio della sera.
"Le giornate si allungavano e il buio veniva sovrastato dalla luce, sempre più debole ogni giorno che passava."
Un attimo, cos'è che diventa più debole ogni giorno che passa? A regola dovrebbe essere il buio che, allungandosi le giornate, diminuisce giorno dopo giorno, ma secondo questa frase sembra più la luce. C'è qualquadra che non cosa.
A questo punto ho incontrato una frase che ogni volta che leggo mi fa avvertire un dolore fisico al centro del petto, non del tutto inquadrato, ma che non riesco a sopportare. Come si fa a dire "Arrivata sull'uscio della porta"? Come si fa a non capire che uscio e porta sono sinonimi e che quindi uniti nella stessa frase sono una ripetizione brutta e cacofonica della stessa cosa? E' come se dicessi che sono sulla porta della porta. Vi sembra una frase giusta?
Qui incontriamo Alexandra di nuovo ragazzina che raccoglie la chiave da sotto lo zerbino e "la roteò due volte verso sinistra". Cosa vuol dire che la roteò due volte verso sinistra? così per aria? Mi immagina questa ragazzina rigirarsi la chiave tra le mani e PUFF! di colpo si apre la porta.
"Davanti alla porta del salotto vide la borsa della donna riversata a terra, con tutto quello che era al suo interno: patente, occhiali da sole, fazzoletti, assorbenti... mancavano solo i farmaci"
Cos'è che è riversato a terra, solo la borsa o anche tutto il suo contenuto? Perché non si capisce bene, dato che dice "tutto quello che era al suo interno". Non specifica che il contenuto stesso si è rovesciato, dice che solo la borsa è rovesciata, ma per quel che ne sappiamo potrebbe essere chiusa... e infatti resta strano che la bimba veda tutto ciò che contiene, e che addirittura sappia cosa sono gli assorbenti, dato che ha appena sei anni. Ma la cosa più strana è che a sei anni sappia che tra le cose che la borsa della mamma contiene mancano le medicine. A sei anni? Cosa interessa a una bambina di sei anni che medicine prende la mamma e che non sono nella sua borsa?
Strano...
E come sempre, qui viene descritto in un modo molto toccante e reale gli stati d'animo di questa bambina che assiste a un qualcosa che nessuna bambina della sua età dovrebbe mai vedere. La scena in cui va a prendere la stufetta per posizionarla davanti al viso della madre è commovente, tocca letteralmente il cuore del lettore e non posso che fare i miei complimenti per l'abilità che l'autore mostra in questi frangenti.
Qua e là anche errori di consecutio temporum rendono difficoltosa la comprensione del testo. Ad esempio, quando questa voce fuori campo scopre la tresca tra Jason e Michael (e spero di non aver fatto troppo spoiler), la si sente dire:
"Ero convinta che la loro relazione fosse iniziata poco tempo fa, ma in realtà aveva radici da chissà quanto tempo."
Come fa a dire "poco tempo fa" se l'intera narrazione della storia è in passato remoto? Avrebbe dovuto dire che era convinta che quella relazione fosse iniziata "poco tempo prima".
In questa storia ho poi riscontrato che se qualcuno bussa alla porta, in realtà non bussa ma produce dei tonfi. Ogni volta che la scena prevede qualcuno bussare alla porta viene descritto come dei tonfi arrivare da essa. Mi sono immaginata tutte le volte qualcuno che sbatacchia con prepotenza oggetti contundenti contro la porta invece che picchiettare con la giusta forza le nocche contro di essa.
Anche nel capitolo IV - Amori illusori, vediamo descrivere dal punto di vista di Alexandra qualcosa che in realtà non può vedere, come il contenuto della borsa riversa a terra nel capitolo II. Come fa a dire che il rumore dei passi che le si avvicinavano erano di un paio di scarpe eleganti se ancora non le ha viste?
Anche in questo capitolo lo zio, per entrare nella sua stanza, "Roteò la chiave dorata che aveva appesa al collo per due volte verso sinistra." Ho capito, qui non importa inserire la chiave nella toppa, basta rotearla su se stessa un paio di volte che la porta si apre da sola. Magia!
E bene, purtroppo non posso riportare ogni errore di questo genere che ho trovato, credo che questa recensione sia già abbastanza lunga, considerato che sono solo otto capitoli, ma un'ultima cosa la voglio dire, e riguarda i dialoghi.
Di per sé le battute sono credibili, realistiche e ben inserite nel loro contesto, solo che, dato che l'autore evita di menzionare ogni volta chi è che pronuncia quella battuta, evidentemente per non incorrere in ripetizioni inutili e fastidiose, spesso non capiamo chi dice cosa, come ho accennato all'inizio nel primo capitolo. Se non viene menzionato il nome della persona che pronuncia quella battuta, deve essere almeno chiaro chi sta parlando dalla battuta stessa o dalle azioni che compie. Non è solo andando a un nuovo capoverso che comunichiamo al lettore che sta cambiando interlocutore, a volte è indispensabile suggerire un dettaglio concreto che identifichi quel personaggio in particolare. Infatti, il dialogo che intercorre tra Jason e Michael nel capitolo V - La scatola Nera è un po' confuso, mi sono spesso dovuta fermare e rileggere per capire il dialogo.
Poi ci sono anche quelle volte in cui l'autore inserisce in un unico capoverso più battute di diversi personaggi...
Insomma, per tirare le somme la storia è ricca, coinvolgente e appassionante. Le vicende di Alexandra e il mistero che avvolge lei e questa anima che le gira attorno, anche se fino al penultimo capitolo non sono riuscita a dargli nemmeno un nome, rendono la lettura qualcosa di doveroso. In più lo stile dell'autore è piacevole, lineare e commovente quando deve, non commette nemmeno particolari errori grammaticali o di punteggiatura che ostacolano la lettura, è un vero peccato che invece faccia questi errori di sintassi e che non dia tutte le informazioni necessarie per capire le scene. I vari salti nel tempo che inserisce per fare capire il passato di Alexandra vengono trattati molto bene, ma sono un espediente che a lungo andare può stancare il lettore. Non so quanti capitoli ancora restino da scrivere, ma spero che questi salti temporali vadano a scemare per poi scomparire, altrimenti prenderebbero il posto di una sottotrama, e non mi sembra il caso in una storia simile.
D'altro canto so che questo autore è ancora molto giovane, e già vedere un ragazzo della sua età scrivere in un modo così ordinato e preciso è una gioia. Senza contare la fantasia che ha manifestato di avere in una storia così elaborata e ricca di particolari. Sono sicura che riuscirà a fare un bellissimo lavoro con questo libro.
Un saluto a tutti!
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